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Informazioni: COMITATO SALVAGUARDIA CULTURA EUROPEA
COS'E' IL COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DELLA CULTURA EUROPEA?
Il Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea è un'organizzazione associativa temporanea.
Non persegue fini politici, anche se talvolta, per affermare i propri punti di vista, può trovarsi coinvolto in scontri con personaggi della politica.
Non persegue fini economici e, pertanto, non ha bisogno di finanziamenti da parte di alcuno:ogni aderente alle campagne organizzate dal Comitato può, secondo le proprie capacità contribuire alla realizzazione dei materiali o dei servizi necessari per lo scopo comune.
Non fa distinzioni di credo religioso, razza, idee politiche, ceto sociale, ecc.
sia tra tutti gli aderenti alle varie iniziative, sia tra tutti gli esseri umani del mondo.
Non è strutturato in ordine gerarchico:ognuno,di volta in volta
può assumere compiti di responsabilità secondo le proprie competenze.Non
essendo un'associazione ordinaria,non si paga alcuna quota sociale per
farvi parte:basta aggregarsi,con intelligenza ed onestà,alle campagne in
atto.In questo momento,per esempio,è in corso una campagna informativa
per fare pressioni sul Museo Nazionale delle Paste Alimentari sito a
Palazzo Scanderbeg,a Roma,e sulle più importanti Istituzioni per la
Cultura e l'Istruzione in Italia,perché venga concesso,all'interno del
Museo, uno spazio per la conservazione della memoria storica del principe
Giorgio Castriota Scanderbeg,fondatore della moderna Albania e
proprietario originario(1466)dell'omonimo palazzo.Chiunque sviluppi idee o
azioni in questa direzione,fa parte,automaticamente,del "Comitato per
la salvaguardia della Cultura Europea". Soprattutto se comprende che
l'arma vincente in questa campagna è Internet.
Il Presidente dell'Associazione Nuovo Rinascimento Europeo
Raul Karelia
CAMPAGNA PER IL PALAZZO SCANDERBEG
Palazzo
Skanderbeg e la Cultura tradita
E'
proprio vero, amici arbëreshë, il palazzo Skanderbeg di
Roma è sede del Museo della Pasta.
La
notizia, diffusa dal Comitato per la salvaguardia della
Cultura Europea (presieduto dal poeta greco Raul Karelia)
e dallo scrittore ed editore Costanzo D'Agostino, è
caduta come un macigno pesante sulla memoria storica del
popolo albanese d'Italia e del mondo.
Non
è pensabile legare il valore simbolico dell'eroe europeo
Giorgio Castriota Skanderbeg, strenuo difensore della
cristianità, padre tutelare di tutti gli arbëreshë,
condottiero della libertà alla pastasciutta, agli spaghetti
al pomodoro.
E'
un'offesa alla quale tutti gli arbëreshë del mondo
moderno civile e democratico si oppongono con forza.
PER
QUESTO CHIEDIAMO CHE
PALAZZO
SKANDERBEG DI ROMA DIVENTI MUSEO DEDICATO AL GRANDE EROE
ALBANESE
E
NON MUSEO DELLA PASTA
Con
tutto il rispetto per la bontà del farinaceo e della
cucina mediterranea
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http://www.arbitalia.it/news/varie/2005/palazzoskanderbeg.htm
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LA CULTURA TRADITA
Due parole sulla Nuova
Europa
La
Nuova Europa che sta sorgendo si pone come scopo fondamentale,
insieme alla crescita dell'economia, lo sviluppo dell'ingegneria del
legame sociale che le corrisponde (e ai cittadini europei per
fortuna non bisogna insegnare, perchè da moltissimo tempo lo sanno
bene, che i bisogni economici devono convergere con quelli etici).
Qualcuno, per egoismo, tarda a comprendere questo concetto
basilare:tra questi, il Museo Nazionale delle Paste Alimentari sito
a Roma, a Palazzo Scanderbeg, nell'omonima piazza, al numero 117,
che ancora tratta uomini e donne in modo grossolano, massificato,
entropico, come se fossero soltanto dei numeri da utilizzare ai fini
della statistica economica:non riesce ancora a considerare ogni uomo
come individuo particolare, depositario unico di competenze e
creatività. Non riesce a capire che una politica orientata solo in
funzione della ricerca e della conservazione del potere in questo
momento storico è perdente perché alimenta una forma di pensiero
totalitario definitivamente sconfitto. Come i regimi autoritari non
hanno retto all'urto dalle reti telefoniche, ai satelliti
televisivi, ai fax, alle fotocopiatrici, ai computers e a tutti gli
altri strumenti portati dall'innovazione tecnologica, così non
reggerà il Museo della Pasta davanti alla nostra organizzazione
culturale decentralizzata, trasversale e non gerarchica. Presto si
accorgerà di combattere contro un fantasma, un'allucinazione, un
incubo. Siamo noi la Nuova Europa che avanza, che coltiva la
meravigliosa utopia della reciprocità, dello scambio, dell'ascolto,
del riconoscimento, dell'apprendimento reciproco, della negoziazione
tra soggetti autonomi e della valorizzazione di tutte le qualità
umane.
Il Museo della Pasta è protetto dalla ricchezza economica, da una
legge incompleta, da una nutrita schiera di personaggi della
politica: è un potere forte.
Noi
siamo invece la potenza!
La
potenza rende possibile, il
potere blocca. La potenza libera, il potere subordina. La potenza accumula energia,
il potere la dilapida. Ecco perché
vinceremo noi.
Per la Cultura, per la Giustizia, per la Pace.
Comitato per la
salvaguardia della Cultura Europea
http://www.arbitalia.it/news/varie/2005/palazzoskanderbeg_culturatradita.htm
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Venerdì 03/12/2004 9.45
Lettera aperta ai cittadini e agli studenti
Palazzo Scanderbeg, sito nell'omonima piazza al numero civico 117, era la residenza romana del principe, paladino del cristianesimo e strenuo difensore della civiltà occidentale, Giorgio Castriota Scanderbeg d'Albania.
Qualcuno definisce questo eroe il più grande stratega di tutti i tempi: in ogni parte del mondo numerose strade, piazze, monumenti, fin dal 1500, gli sono stati tributati, oltre a migliaia di libri scritti in tutte le lingue e in tutte le regioni terrestri, per onorarne le imprese e la memoria. Le sue gesta militari e la sua abilità diplomatica contro l'impero ottomano hanno influito enormemente anche sull'evoluzione del Rinascimento Europeo.
Palazzo Scanderbeg per oltre 6.000.000 (seimilioni) di cittadini di origine illirica è considerato luogo di altissimo valore simbolico e riferimento spirituale irrinunciabile: luogo che il grande pastaio italiano Vincenzo
Agnesi, da tempo deceduto, ha pensato bene di adibire a sede del Museo Nazionale delle Paste Alimentari. La fondazione a lui intitolata tutt'oggi sta proseguendo questa"meritoria opera".
E' chiaro che milioni di albanesi si sentono frustrati da tale utilizzo di questo luogo sacro della loro memoria e debbono accettare, obtorto collo, questa offesa alla loro dignità, per paura di ritorsioni inerenti soprattutto i vari aiuti che l'Italia in questo momento sta fornendo al Paese delle Aquile.
Pensiamo che, onestamente, si debba concedere uno spazio, all'interno del Museo delle Paste (da gestire insieme alle autorità accademiche albanesi) ove esporre documenti storici inerenti la vita di questo grande condottiero, per permettere ai cittadini europei di origine illirica l'accesso gratuito a soddisfacimento dei loro bisogni spirituali.
Invitiamo pertanto tutti i cittadini, ed in particolar modo gli studenti di Roma, ad approfondire la questione in oggetto, soprattutto alla luce dei mutamenti determinati dall'allargamento della comunità europea, e prendere le più opportune decisioni di protesta a salvaguardia della cultura, della giustizia e della pace.
Comitato per la salvaguardia della cultura europea
Palazzo Scanderbeg - Piazza Scanderbeg, 117 00187 - Roma - Tel. 066991119 - 6991120 Fax 066991109 - email
museopastealimentari@tiscali.it
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Egregio editore
ci vogliamo congratulare per la splendida iniziativa volta al recupero di palazzo Scanderbeg alla cultura albanese e, quindi, a quella europea. Nell'ambito di un prevalere del Sapere sull'Economia la sua iniziativa è degna di lode tendendo a recuperare al patrimonio dell'umanità palazzi della storia come quello oggi "occupato" dal Museo della Pasta che, di diritto, dovrebbe essere almeno in parte devoluto alla memoria di chi salvò la cristianità dall'attacco dei turchi e il meridione d'Italia dall'invasione francese, tanto da essere definito il "Garibaldi d'Albania".
La nostra lettera non è solo plauso morale ma di appoggio materiale da parte di migliaia di artisti, pittori, poeti, drammaturghi, intellettuali, scienziati, oltre che di giornali cartacei e di siti in rete pronti a scendere in lizza per recuperare agli albanesi quello che a loro spetta per diritto storico.
Grati per tutto quello che sta facendo per la cultura italiana, albanese, europea.
Comitato per la salvaguardia della cultura europea
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Da Scanderbeg al museo della Barbabietola
Dopo il museo dei maccheroni di Palazzo Scanderbeg, a Roma, ci sono buone nuove in vista per una prossima apertura al pubblico di un'altro Museo interamente dedicato alla
Barbabietola. La notizia, da prendere attualmente con cautela, è filtrata da ambienti vicini all'imprenditore agricolo Ciro
Pezzentiello, re della Barbabietola del casertano. Sembra che siano in corso trattative ad altissimo livello con il governo francese per rilevare ed utilizzare, quale sito del Museo della barbabietola, Palazzo
Farnese, nella zona limitrofa a Campo dei Fiori, a Roma, attuale sede dell'ambasciata dei nostri cugini d'oltralpe. Nelle bellissime sale storiche del Palazzo, adornate con capolavori esclusivi di grandi maestri della pittura e della scultura, presto faranno bella mostra di sé le più belle Barbabietole d'Italia e, forse, del mondo. Gli studenti che visiteranno il Museo, potranno documentarsi, attraverso reperti storici originali, su tutto il processo evolutivo percorso dalla Barbabietola, dai tempi più antichi fino ad oggi.
Macchine agricole di ogni tipo, dagli aratri primordiali a quelle meraviglie tecnologiche usate per la coltivazione del prezioso alimento nei tempi moderni, saranno accompagnate dai più svariati tipi di concimi e prodotti chimici, frutto della più laboriosa e scrupolosa ricerca scientifica realizzata nei laboratori più avanzati di tutto il mondo.
Ciro Pezzentiello è orgogliosissimo di questo suo nuovo progetto che, afferma senza remore, contribuirà ad affermare ancor più la Cultura Italiana nel mondo.
Il Museo dei Maccheroni ha dunque fatto scuola: a quando un Museo tutto dedicato ai Cavoli, "eroi" dei nostri ortaggi nazionali? Quando potremo finalmente ammirare i migliori Cavoli nostri?
Comitato per la salvaguardia della cultura europea
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Museo Nazionale delle Pastarelle Siciliane
Oggi è divenuto di moda aprire Musei a tutto spiano, per cui qualsiasi attività umana, originandosi da esperienze umane millenarie può costituire Cultura: basta saper assemblare un po’ di reperti, arricchiti da qualche documento storico ed edulcorati con ingredienti sapientemente patinati, ed ecco fatto un bel Museo, pronto da spacciare come luogo di Cultura.
Pure mio cugino Peppino, detto"u pasticceri", ha in mente un suo bravo progetto per mettere su un Museo: lo vuol chiamare "Museo Nazionale delle Pastarelle Siciliane", perché ritiene che i prodotti della pasticceria siciliana non temono confronti al mondo. Io mi sento solidale con Peppino perché sa fare delle Paste veramente eccezionali, da lasciare estasiati e destare l'acquolina in bocca solo al guardarle. Vorrei spiegargli che forse chiamare Cultura la capacità di fare le Paste, anche se provenienti da ricette esclusive e realizzate con capacità artigianali o industriali fuori dal comune, mi sembra un po’
esagerato.Ma Peppino "u pasticceri" non ama essere contraddetto: quella delle pastarelle siciliane per lui è un'arte e come tale merita l'esposizione in un bel Museo.
Che, forse non esiste il Museo Nazionale delle Paste Alimentari, a Palazzo
Scanderbeg, a Roma?
Forse il Museo Nazionale della Pastarelle Siciliane, magari a Palazzo
Chigi, sfigurerebbe davanti ad esso?
Comitato per la salvaguardia della cultura europea
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Caro professor Sinani,
siamo veramente commossi per l'onore che il giornale "Panorama" ha voluto tributarci, dedicando due intere pagine alla nostra campagna culturale, contro l'arrogante comportamento della dirigenza del Museo Nazionale delle Paste Alimentari, a Palazzo Scanderbeg
di Roma. Sono certo che ai miei ringraziamenti personali, si assoceranno presto, giusto il tempo per far pervenire loro la Sua graditissima informazione, anche il principe Alessandro Castriota Scanderbeg e la Sua gentilissima consorte
Caroline, insieme all'intera famiglia Castriota.
Ci creda, dr. Sinani, la battaglia che stiamo portando avanti non è facile dati gli avversari che ci si oppongono. Non coltiviamo illusioni e non vogliamo trasmetterle ad altri. Siamo come delle piccole formiche che hanno deciso di assoggettare alla vera Giustizia degli elefanti. Ma siamo formiche di carattere, con le quali gli elefanti dovranno abituarsi a convivere,
perché saremo il loro fastidio perenne. Tra l'altro gli attestati di stima che pervengono loro da persone come Lei ci rinvigoriscono enormemente.
Grazie, di cuore
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
Postato il Tuesday, 25 January @ 14:19:12 CET di neo
http://linux-club.org/modules.php?name=News&file=article&sid=280
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R: CAMPAGNA PRO PALAZZO SCANDERBEG
Roma 26 gennaio 2005
Saluti a tutti.
Prendo atto della campagna a favore della
riconquista almeno parziale del Palazzo Scanderbeg, che oggi ospita il
Museo della Pasta, e debbo notare con soddisfazione che in lizza, a
sostenere la campagna promossa dal poeta greco Raul Karelia, ertosi a
presidente pro tempore e ad hoc del "Comitato per la salvaguardia
della cultura Europea" sono intervenute numerose personalità della
cultura internazionale.
Il primo a dare eco al battagliero scrittore
ed editore Costanzo D'Agostino è stato il sito degli arbereshe italiani
Arbitalia del Maestro (poeta e cantautore italo-albanese) Pino Cacozza
http://www.arbitalia.it/news/varie/2005/palazzoskanderbeg.htm
Subito dopo è sceso in campo il poeta
Albanese Visar Zithi che, dalle pagine del Korrieri
http://www.korrieri.com/index.php?s=visar&k=10&i=9807
ha rivendicato la necessità di riappropriarsi
almeno in parte del palazzo, che non solo rappresenta un pezzo di storia
albanese ma anche europea visto che là soggiornò il grande difensore
della cristianità e dell'occidente Giorgio Castriota Scanderbeg.
Si sono aggiunti gli amici informatici del
Linux Club che hanno dato ampio spazio alla campagna e, infine, in link
l'Antiarte che combatte per un mondo nuovo retto dagli artisti
http://www.antiarte.it/nuovo_rinascimento_europeo.htm
In Albania il prestigioso giornale
"Panorama" ha dedicato due intere pagine alle iniziative in
corso,aprendo così un dibattito culturale estremamente positivo che ha
coinvolto altri giornali(vedi:
- Cristina Zoli, SHQIPTARET DHE
ARBERESHET TE BASHUAR NE MBROJTJE TE SIMBOLEVE TONA,
http://www.arbitalia.it/news/varie/2005/palazzo_skanderbeg/zoli.htm
Come uomo di cultura e di diritto non posso
che esprimere la mia solidarietà alla campagna.
La proprietà privata non è un bene assoluto
ma relativo, prima di tutto limitabile con vincoli nascenti dal valore
storico, culturale e artistico di un bene tant'è che vi sono numerose
normative tendenti a questo fine.
La Costituzione all'art. 9 afferma che
"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura... Tutela...
il patrimonio storico e artistico della Nazione".
Sempre la Costituzione all'art. 42, pur
riconoscendo la proprietà privata, afferma la possibilità di
"limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale... La
proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo
indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale".
La proprietà privata è, dunque,
costituzionalmente sottoposta a limitazioni a fini di tutela di interessi
della collettività che possono essere anche di carattere storico-culturale.
Riteniamo, in questo caso, che il palazzo
Scanderbeg potrebbe essere sottoposto a vincolo ma noi auspichiamo che gli
stessi proprietari, ertisi a neomecenati rinascimentali, ne cedano almeno
una porzione destinandola all'eroe albanese.
In ciò farebbero azione pregiata sia per gli
albanesi che per gl'italiani.
Infatti è innegabile che Scanderbeg è anche
la Nazione italiana vuoi perché si erse a paladino della cristianità,
vuoi perché aiutò re Ferrante di Napoli a liberare il sud Italia dalle
invasioni. A reclamare il palazzo sono non solo gli Sqipetari, quindi, ma
anche le centinaia di comunità arbereshe(discendenti degli antichi
albanesi) situate nel centro-sud del nostro paese.
La nostra fede nell'uomo ci regge, facendoci
augurare questa soluzione, salomonica ma dignitosa per tutti.
Palazzo Scanderbeg può diventare il
simbolo architettonico dell'antica Fratellanza tra due popoli contigui.
Che la Rete sia con Noi.
Gennaro Francione
rip. anche su
http://www.arbitalia.it/news/varie/2005/palazzo_skanderbeg/francione.htm
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ADESIONI
http://www.arbitalia.it/index.htm
http://linux-club.org/
http://www.circoloattori.com/
http://www.torreomnia.com/forum/leggi.asp?id=781
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Sabato 29 gennaio
2005
MESSAGGIO AGLI ARTISTI
La natura fondamentale di un Artista è quella di agire,non di
subire. L'agire gli consente di creare le circostanze;gli fa riconoscere
la sua responsabilità di far sì che le cose accadano.
Ogni Artista sa che aspettare che qualcosa accada o che qualcuno
provveda per lui è il peggior modo per affrontare le situazioni della
vita.
L'Artista comincia ogni sua azione pensando al raggiungimento
dell'obiettivo che si è preposto e perciò inizia con una chiara
comprensione della destinazione finale.
Sa che in tutte le cose della vita c'è una prima creazione,quella
mentale,e una seconda creazione,quella materiale.
L'Artista è guidato da princìpi estetici e culturali inattaccabili.Questi
princìpi sono verità profonde,fondamentali,verità
classiche,denominatori comuni generali per tutto il mondo della Cultura.
Sono fili strettamente intrecciati nel tessuto della vita insieme
con quelli che si chiamano rigore,coerenza,bellezza e forza.Questi
princìpi sono più grandi degli uomini e delle circostanze:migliaia di
anni di Storia li hanno visti trionfare infinite volte.
Ogni Artista è cosciente del fatto che la maggior parte delle
imprese creative sono in una certa misura imprevedibili.All'esterno spesso
possono sembrare ambigue,azzardate,contrappuntate da tentativi ed errori.E
coloro che Artisti non sono,a meno che non abbiano un'alta tolleranza per
l'ambiguità e traggano la loro sicurezza dalla fedeltà ai princìpi e ai
valori interiori,trovano snervante e spiacevole essere coinvolti in
imprese altamente creative:il loro bisogno di certezza e prevedibilità è
troppo grande.
L'Artista sa andare fino in fondo alle sue attività creative con le
sole sue forze.
Molti Artisti,in questo momento,sono impegnati per recuperare alla
Storia e alla Cultura,Palazzo Scanderbeg.Ci riusciranno.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
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Rassegna stampa
dell'ambasciata italiana a Tirana,del 6 febbraio 2005.
GLI ARBERESH PROTESTANO PER IL MUSEO DI
SCANDERBEG-KORRIERI pg.19
Il palazzo di Scanderbeg a Roma,diventato
"Museo della Pasta" su decisione del sindaco Veltroni,ha
suscitato l'irritazione della comunità Arberesh.Per loro,questa è
un'offesa alla storia e alla figura dell'eroe. Lo scrittore Costanzo
D'Agostino afferma che "è inconcepibile collegare il valore
simbolico dell'eroe europeo Scanderbeg,difensore del Cristianesimo e padre
di tutti gli arberesh,con la pastasciutta o la pasta al pomodoro".
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VADEMECUM DELL'UOMO LIBERO
La libertà e l'indipendenza piene esistono soltanto quando l'individuo
pensa,sente e decide da solo.
L'uomo libero non è prigioniero del culto campanilistico della cultura
nella quale gli è capitato di nascere,semplice accidente del tempo e
della geografia.Egli è fornito di uno stato d'animo critico,volto a
mettere in dubbio tutto ciò che lo circonda.
Per l'uomo libero il potere non acquista mai un carattere sacro;non
assume mai la funzione della verità,della morale e del bene.
L'uomo libero è capace di dire di no:in altri termini,è una persona
per la quale la disobbedienza può essere una virtù.
L'uomo libero è un umanista,nel senso che sperimenta su di sè tutta
l'umanità e niente di quanto è umano gli è estraneo.E'una persona che
si è emancipata dalle particolari devozioni allo stato,alla classe,alla
razza,al partito e alla religione.
L'uomo libero ama e rispetta la vita:è uno scettico e
contemporaneamente una persona di fede.
L'uomo libero è caratterizzato dalla capacità di amare e di
creare,dalla consapevolezza di essere l'unico responsabile dei propri
poteri,di svilupparsi insieme allo sviluppo della propria ragione ed
obiettività.L'uomo può essere realmente libero solamente se dispone di
un ideale e di un atteggiamento filosofico che gli consentono di avere
un'attività coerente nella vita.
COLORO CHE ATTACCANO SUI MURI DI ROMA I MANIFESTI E DISTRIBUISCONO
VOLANTINI DI PROTESTA CONTRO IL MUSEO NAZIONALE DELLE PASTE ALIMENTARI A
PALAZZO SCANDERBEG,ABBIAMO CAPITO,SONO UOMINI LIBERI!!!!
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
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L'OPERA
TEATRALE "LA SCALA DI SCANNEREBECCO" PORTERA' IN GIRO LA
PROTESTA CONTRO IL MUSEO NAZIONALE DELLE PASTE ALIMENTARI
Nell'opera teatrale del giudice-drammaturgo Gennaro Francione, di cui si
sta preparando la rappresentazione, grazie ai fondi della Comunità
Europea messi a disposizione dalla regione Molise, c'è un forte richiamo,
e per questo siamo molto grati all'autore, già da tempo impegnato in
varie battaglie civili e culturali a molti note, a Palazzo Scanderbeg.
Ad un certo punto della storia che si sta mettendo in scena, infatti,
l'eroe Giorgio Castriota chiede a re Pulcinella che fine abbia fatto il
palazzo, a Roma, dove s'incontrava con re, principi e papi, e il re
partenopeo sbotta: "Re, re, re qua re?! Raù,raù!" Sogno di un
grandeur naufragato nel ragù del Museo dei Maccheroni che ha invaso un sì
nobile spazio.
Alla genialità di Gennaro Francione il nostro comitato desidera tributare
un plauso, cui, siamo certi si associeranno tutti gli amici della Cultura.
Comitato per la
salvaguardia della Cultura Europea
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Comitato per la Cultura
Europea-Roma
L'Associazione Culturale-Rivista "Basilicata Arbereshe" ha
aderito all'appello internazionale per Palazzo Skanderbeg
(oggi Museo Nazionale Paste Alimentari)
http://www.basilicata.cc/artistilucani/arbereshe/index.htm
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CARTA DEI DIRITTI EUROPEI
Art.1)DIGNITA' UMANA
La dignità umana è inviolabile.Essa deve essere rispettata e
tutelata.
Art.6)DIRITTO ALLA LIBERTA' E ALLA SICUREZZA
Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza
Art.10)LIBERTA' DI PENSIERO;DI COSCIENZA E DI RELIGIONE
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero,di coscienza e di
religione.Tale diritto include la libertà di cambiare religione o
convinzione individualmente o collettivamente,in pubblico o in
privato,mediante il culto,l'insegnamento,le pratiche e l'osservanza dei
riti.Il diritto all'obiezione di coscienza è riconosciuto secondo le
leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio.
Art.11)LIBERTA' DI ESPRESSIONE E DI INFORMAZIONE
Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione.Tale diritto
include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare
informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza di parte delle
autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.La libertà dei media e il
loro pluralismo sono rispettati.
Art.12)LIBERTA' DI RIUNIONE E DI ASSOCIAZIONE
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla
libertà di associazione a tutti i livelli,segnatamente in campo
politico,sindacale e civico,il che implica il diritto di ogni individuo di
fondare sindacati insieme con altri e di aderirvi per la difesa dei propri
interessi.
Art.13)LIBERTA' DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Le arti e la ricerca
scientifica sono libere.La libertà accademica è rispettata.
Queste,cari amici(anche quelli occulti che sicuramente sono amici),sono
le regole base che legittimano l'operato del Comitato per la salvaguardia
della Cultura Europea.Buona Pasqua a tutti.
Costanzo D'Agostino
venerdì 25/03/2005 17.45 |
COMUNICATO IMPORTANTE
martedì 22/03/2005 9.36
La direzione del Museo della Pasta comunica che i bandi della 14°
edizione del premio del Museo saranno pubblicati nel gennaio 2006. Ciò perché
il Museo è alla ricerca di una nuova sede a Roma, ove il Museo sarà
trasferito presumibilmente entro la fine del 2005.
Cari amici,
anche se qualcuno tra voi può aver assistito perplesso agli avvenimenti
ed alle strategie adottate da questo Comitato, (uomini di poca fede!) come
potete evincere da questo comunicato del Museo, le cose si stanno mettendo
bene. Adesso verrà fuori qualcuno del mondo della politica a cercare di
prendersi i meriti di questa battaglia. Noi gli cederemo volentieri
l'onore perché eravamo e siamo interessati a questa campagna solo ed
esclusivamente per ragioni di Giustizia e di Cultura. Come avevamo
all'inizio preannunciato, quando Palazzo Scanderbeg sarà restituito alla
Storia dell'Albania, dell'Italia e dell'Europa, noi ci ritireremo in
buon'ordine.
Sia chiaro che continueremo a sorvegliare gli
eventi molto attentamente dal nostro osservatorio che, come si può
immaginare, ci permette di vedere le cose molto bene.
Comitato per la salvaguardia
della Cultura Europea
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GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG PARTECIPA
ALLA COMPETIZIONE ELETTORALE DEL LAZIO
FACCIAMOLO VINCERE!!!!!
http://www.antiarte.it/movimentoutopista/vota_scanderbeg.htm
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31
MARZO 2005
RISPETTARE
GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG
I
modi di pensare ed i concetti che stanno alla base della Cultura europea
trovano le proprie radici nell'antica Grecia.Recepiti dall'impero romano
ed arricchiti dei contenuti apportati dal cristianesimo,essi si sono poi
diffusi attraverso la grande Cultura medievale e rinascimentale.E' questa
la Cultura attraverso cui tutti gli europei si sono compresi nei secoli e
continuano tuttora a comprendersi:in questa Cultura si trovano i germi del
dialogo che,partendo dall'analisi del passato,chiariscono le realtà del
presente e preparano le basi per il futuro.In questa Cultura è insita
anche la coscienza della continuità dei nostri valori,l'indipendenza del
nostro spirito,la certezza della nostra identità di esseri umani
sociali:sono questi i fattori di stabilità che regolano l'evoluzione
della nostra condizione umana.
I
trattati di Maastrict e di Amsterdam,con le loro diverse
implicazioni,costituiscono condizioni essenziali per la costruzione della
Nuova Europa,ma è indispensabile ricordarsi che i fondamenti della nostra
nuova Patria non sono solo di carattere economico,ma anche culturali e
spirituali.
L'identità
della Nuova Europa sarebbe limitata senza l'esaltazione ed il rispetto
delle radici storiche di ognuno:I CITTADINI DELLA NUOVA EUROPA NON POSSONO
PIU' PERMETTERE CHE PALAZZO SCANDERBEG SIA SEDE DI UN MUSEO DELLA PASTA!!!
(Questa è la sintesi di un discorso tenuto il 30 marzo 2005
dall'editore Costanzo D'Agostino durante l'assemblea dei delegati di un
importante sindacato di artisti ed operatori dello spettacolo tenuto
presso l'hotel Capitol Inn di Roma.Sono in corso incontri,e ne daremo
presto notizia,per determinare le modalità del sostegno che tale
sindacato apporterà presto al Comitato per la salvaguardia della Cultura
Europea.Intanto,si stanno svolgendo delle consultazioni per la
Costituzione di un Comitato di Saggi,o comunque un gruppo di mediatori
politici di opposti partiti e di fiducia,per concludere nel modo che
riteniamo più giusto la vertenza legata a Palazzo Scanderbeg.
Al
convegno era presente,ed è intervenuto con molto successo anche il grande
poeta Raul Karelia,presidente pro-tempore e ad hoc del Comitato.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
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LETTERA DEI DISCENDENTI DELL'EROE GIORGIO
CASTRIOTA SCANDEBEG AL DIRETTORE DI ARBITALIA
Gentile Prof. Cacozza,
Seguiamo con
vivo interesse le vicende relative a Palazzo Scanderbeg che in questi
giorni, grazie soprattutto alla Sua rivista telematica e agli interventi
appassionati di tanti amici albanesi e italiani, sono al centro di un
sempre più ampio dibattito.
Sembra quasi
inutile rimarcare la vicinanza della nostra famiglia alla causa di
questa che si connota come una vera e propria battaglia culturale, in
quanto rivolta all’affermazione di un principio che, in un Paese
civile, dovrebbe orientare l’azione dei pubblici poteri ed essere
pienamente condiviso da tutti coloro cui stanno a cuore le sorti dei
tanti immobili storici di cui è ricco il nostro territorio: e cioè
quello della destinazione preferenziale di tali beni culturali a finalità
il più possibile aderenti alla loro matrice storica e, quando ciò non
sia proprio possibile, a finalità che in ogni caso non rechino offesa
ai valori della memoria in essi custoditi.
Ora, siamo
sicuri di non poter essere tacciati di partigianeria se affermiamo che
il romano Palazzo Scanderbeg ha una fortissima valenza simbolica non
soltanto per il popolo d’Albania e per gli albanesi di ogni dove, ma
anche per quanti (e non sono certo pochi nel mondo) non hanno
dimenticato il decisivo ed eroico ruolo svolto da Scanderbeg nella
difesa dei valori della civiltà occidentale. Come tutti sanno, Palazzo
Scanderbeg, posto negli omonimi piazzetta e vicolo, è l’immobile che
il Papato (all’epoca sedente nel confinante Palazzo del Quirinale)
offriva come alloggio al nostro illustre antenato, quando questi veniva
a Roma per concordare la strategia militare da adottare per contrastare
l’immanente pericolo dell’espansionismo ottomano nell’Europa
occidentale.
E’ indubbio
quindi che quel Palazzo debba avere oggi una disciplina giuridica
vincolistica capace di sventare il rischio che quel patrimonio ideale di
valori, legato al grande Principe d’Albania Giorgio Castriota
Scanderbeg e racchiuso in quell’immobile, possa disperdersi o
risultare addirittura offeso dall’attuale destinazione a Museo della
Pasta, destinazione che certo mortifica quel coacervo di valori storici
che in quell’immobile si compendia, senza probabilmente apportare
grande valore aggiunto alle ragioni dei produttori e dei commercianti
del pur ottimo e famosissimo alimento italiano.
Crediamo dunque
fermamente nella buona causa di questa battaglia culturale, e siamo
pronti a dare il nostro contributo, purchè la stessa si svolga sul
piano della massima correttezza istituzionale e con il coinvolgimento
previo dei proprietari dell’immobile, i quali probabilmente non
mancheranno di offrire una buona soluzione alla vicenda, in modo che
tutti possano uscirne a testa alta.
I nostri più
cordiali saluti a Lei e a tutti gli amici albanesi.
Lecce, 31 marzo
2005
Giulio
e Alessandro Castriota Scanderbeg d’Albania
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http://www.museodellapasta.it/layout.php?page=news
News
10-02-2005
- Premio del Museo
La
Direzione del Museo comunica che i Bandi della XIV Edizione del
Premio del Museo saranno pubblicati nel Gennaio 2006. Ciò perché
il Museo è alla ricerca di una nuova sede a Roma, ove il Museo
sarà trasferito presumibilmente entro la fine del 2005.
La cerimonia di premiazione della XIII Edizione si svolgerà il
giorno 14 Aprile 2005, al Teatro "Bagaglino" alle ore
9,30.
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IL MUSEO DELLA
PASTA CHIUDE
VINCE LA CULTURA
SUI MACCHERONI
Come si evince dal sito
www.museodellapasta.it (cliccando alla voce News), dal 5 novembre scorso
il Museo della Pasta a Palazzo Scanderbeg non esiste più. Ha vinto la
Cultura, hanno perso i Maccheroni. Attualmente nient'altro possiamo fare
dato che sulla questione sono sensibilizzate la più alte autorità
politiche ed eventuali esiti dipendono dalla loro volontà ed
intelligenza. Oltretutto andare oltre potrebbe significare svolgere azioni
illegali che non fanno parte del nostro modo di vivere.
Ecco cosa si legge dalle News del sito www.museodellapasta.it
08-11-2007 - chiusura temporanea del Museo
Dal 5 Novembre il Museo è chiuso per cessata locazione.
Dopo 15 anni di attività il Museo andrà in restauro.Vi faremo sapere, su
questo sito, quando e dove sarà riaperto.
http://www.arbitalia.it/news/varie/2007/museo_pasta_chiude.htm
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martedì 05/05/2009 20.46
SU PALAZZO SCANDERBEG INTERVENGA LO
STATO
Il 12 dicembre 1466 Giorgio Castriota Scanderbeg giunse a Roma, vestito
da povero contadino e accompagnato da pochi cavalieri, dopo aver
lasciato in modo drammatico la sua città di Croja in Albania, assediata
senza via d'uscita dagli
eserciti ottomani. La necessità di ottenere degli aiuti
immediati per superare le gravi difficoltà in cui si trovava insieme ai
suoi soldati e cittadini
aveva determinato tale decisione. Malgrado si
presentasse d'improvviso e vestito
inmaniera così dimessa nella Città
Eterna, l'Eroe albanese ed europeo fu
Accolto con generale entusiasmo ed
acclamato da grande sovrano, dati i meriti reali
conquistati nelle varie
campagne belliche a difesa dell' Occidente, aggiunti
alrispetto che ogni
cittadino romano sentiva di dovergli tributare per la
qualità di primo
paladino della cristianità che la sua persona incarnava. Il papa
Paolo II fu fortemente impressionato dalla sua imponente personalità
condensata in una mole maestosa, lo accolse con tutti gli onori e lo
accompagnò
nell'assemblea dei cardinali, davanti a cui il fondatore d'Albania
parlò
dei
momentanei successi dei Turchi e del pericolo che ogni giorno sempre
più
si
avvicinava all'Italia. Spiegò dettagliatamente i motivi per cui le sue
operazioni militari non tendevano soltanto a conservare l'indipendenza
del
suo
Paese, ma si rivelavano vitali per la sicurezza stessa dell'intera
Europa,
ottenendo, anche grazie ad una vibrante capacità oratoria che
esaltava
ancor
più le sue molte altre doti umane e virtù strategiche,
l'ammirazione
profonda
di tutti i convenuti, che avrebbero deciso
immediatamente di sostenerlo nel
modo più concreto. Il pontefice stesso
scrisse a tutte le corti d'Europa
perchè
Scanderbeg ottenesse tutti gli
aiuti di cui aveva bisogno: l'Europa, come
molti
documenti evidenziano, non
rimase insensibile alle richieste del suo
invincibile Eroe. La Storia in
seguito, come sappiamo, avrebbe impresso il
suo
marchio indelebile alle
vicende di questo straordinario viaggio di
Scanderbeg
a
Roma, consegnando
quei giorni, in cui egli sostò nel palazzetto che da
allora
avrebbe preso
il suo nome, nei lucenti meandri della gloria eterna. Nei
giorni
scorsi il
presidente dell'Albania Berisha ha fatto richiesta all'Unione
europea
di
adesione alla nuova famiglia comune: tra poco tempo si concretizzerà
dunque
il sospirato ritorno di un altro importante pezzo d'Europa ritenuto da
tutti
non più procrastinabile, che trova salde radici storiche e culturali
anche
e
soprattutto nell'epopea di Scanderbeg, in cui prendeva forma
definitivamente
l'identità di nazione dell'Albania. Palazzo Scanderbeg di
Roma, che si trova
in
uno dei più rinomati quartieri del centro storico
vicino Fontana di Trevi,
partecipa senza alcun dubbio al processo di
unificazione europea in atto,
costituendo una fondamentale sede di memoria
collettiva e una testimonianza
che
senz'altro ne renderà più agevole il
tormentoso percorso.
Alcune voci affermano
che l'immobile, il cui attuale
proprietario è un notissimo e ricchissimo
imprenditore nel campo delle
costruzioni e della finanza in campo nazionale
ed
internazionale, sia stato
messo in vendita per una cifra superiore ai venti
milioni di euro. Ci
permettiamo di ricordare ancora una volta che, insieme
al
rispetto delle
norme che regolano l'acquisizione di proprietà private nel
nostro Paese,
esistono norme morali e spirituali che non consentono un uso
spregiudicato di
un sito quale Palazzo Scanderbeg, le cui sorti sono
vivamente
seguite da
moltitudini di cittadini del mondo, sia di origini illiriche che
non
(
su
questo punto non nascondiamo l'esistenza di alcuni punti di vista
diversi
dai nostri esclusivamente culturali ). Anzi : in questo momento in cui
la
classe dirigente di governo insiste nel rassicurare i cittadini della
propria
presenza attiva sulle questioni che riguardano la vita sociale
italiana, il
mondo della Cultura attende che finalmente la " presenza dello
Stato " si
renda
visibile anche nella questione in oggetto, ritenuta da
tanti di primaria
importanza. Nell'attesa, la battaglia culturale per vedere
esaudita la
richiesta di ottenere che all'esterno di Palazzo Scanderbeg venga
posta una
targa che evidenzi la straordinarietà delle gesta dell'Eroe, ed
all'interno
sia
riservato un piccolo spazio che ne perpetui la memoria, si
arricchirà di
ulteriori capitoli, che presto chiariranno ancor più ai
cittadini europei
il
significato di " Bene storico e culturale " del
summenzionato palazzo.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
|
-----Messaggio originale-----
Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]
Inviato: lunedì 8 giugno 2009 16.44
A: adramelek@tin.it
Oggetto: IPOESIA DI VISAR ZHITI SU PALAZZO SCANDERBEG
RITORNO DEL FANTASMA
DI GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG
NEL SUO PALAZZO A ROMA
Mi affretto. Poco dopo arriva Scanderbeg. Mi
dici che questo muro
è il tempo trasformato in pietra. Lo so, ma
reggiti,
se vuoi, qui, in un canto di un evento,
e aspetta per vedere il Grande Combattente.
Uscirà dal Medioevo
come da un bassorilievo...
Ascolta, le finestre di questa casa sono occhi,
insisti, per vedere
anche quanto non si vede. La porta somiglia a
una bocca, che sussurra
in silenzio il non detto. È casa della memoria
questa, ti dico,
Abbiamo fatto le braccia spade, e le trecce
delle donne corde per gli
archi,
cantavano i miei avi.
Abbiamo difeso l’Europa, gridiamo.
Ogni nostro morto è risorto in una pittura del
Rinascimento, nelle
statue...
Sotto i miei piedi pena una pietra, un tempo era
parola... Calma!
Sta arrivando l’ombra di Scanderbeg da questo
vicolo, che porta il suo
nome,
perchè a volte non si sopporta che tu non ti
distacchi
dalla storia, proprio perché sei un combattente.
Si ferma un po’ alla celebre “Fontana di Trevi”.
Gorgogliano le acque come il sangue delle
battaglie. La Città Eterna
non è poi cambiata tanto, nemmeno la gente.
Sono solo diminuiti i cavalli, sono rimaste
alcune carrozzelle per i
turisti
e di automobili ce ne sono molte,
carovane senza fine come se andassero in un
nuovo attacco.
Il cielo è lo stesso, con aerei frequenti,
non solo per le divinità, ma per tutti.
È stato dichiarato l’armistizio necessario e c’è
l’Unione Europea,
vogliono entrarvi anche i turchi.
Guarda, se lo vuoi, in internet, il caffè
vicino ha anch’esso il tuo nome. Il computer più
piccolo di uno scudo .
I fantasmi dei tuoi commilitoni si mettono in
fila come in una imboscata.
Fummo sconfitti tutti e tutti fummo vincitori.
Così sembra.
E Scanderbeg va nel Suo Palazzo. Lo seguiamo, io
e un mio amico siciliano.
Le porte si aprono da sole. Si accendono i
candelabri, il fuoco del camino.
La falce lunare come le corna di capra del suo
elmo, rifugiati fra le
nuvole...
Cosa vuoi dire alla gente, mio Signore, alla
sera dell’Europa,
dalla finestra di questo Palazzo che Roma
ancora conserva per te?
Rimbombano i tuoni, si scatenano saette
fiammeggianti di fulmini
e incomincia la pioggia mitica come la tua barba
bagnata.
Scendono previsioni, anime dal cielo, pezzi di
battaglie anche future.
Improvvisamente si spacca la terra e tu vi
sprofondi,
diventi parte del magma e dei terremoti e vieni
in superficie
con il fuoco dei vulcani.
Così la terra è a posto.
|
Come anticipato nei precedenti articoli, siamo andati ad
intervistare il fondatore e responsabile del "Comitato per la
salvaguardia della Cultura europea", il sig Costanzo D'Agostino:
abbiamo cercato di saperne di più sul suo progetto, e di capire
quando e come è nata la campagna per Palazzo Scanderbeg.
Cos'è e com'è nato il Comitato per la salvaguardia della Cultura
europea?
Prima di entrare nell'argomento, è necessario fare una premessa. Nel
2003, mentre era in fase di realizzazione il libro di Gennaro
Francione " Scanderbeg, un eroe moderno, eravamo stati contattati
dal dott. Alessandro Castriota Scanderbeg, discendente del grande
Giorgio, che proprio a Roma era impegnato in un'attività di ricerca
medico-scientifica presso il prestigioso Istituto Santa Lucia.
All'epoca stavo cercando una personalità autorevole, dal punto di
vista culturale, per la presentazione dell'opera del mio amico
giudice- scrittore e, si può dire, quel contatto fu un vero e
proprio colpo di fortuna. Nell'incontro con il dott. Alessandro si
parlò della possibilità di organizzare un viaggio nel Paese delle
Aquile. Conoscendo la travagliata realtà albanese di quel momento,
con un delicato processo democratico in corso, già disturbato da
alcuni comportamenti discutibili del principe Leka, figlio di re Zog,
che avevano determinato tensioni sociali e problemi di ordine
pubblico, ritenni opportuno rivolgermi a due amici del mondo
diplomatico, Ylli Polovina e Visar Zhiti, per ottenere assistenza e
collaborazione. Nel novembre del 2004 si realizzò il viaggio e
quindi la visita a Tirana,Kruja, Berat, che si rivelò un vero e
proprio successo culturale. Durante il pranzo offerto in nostro
onore dal sindaco di Kruja, proprio Visar Zhiti, che era seduto
accanto a me,mi chiese cosa pensavo del fatto che a Roma, nel
palazzo Scanderbeg, venisse associata l'immagine dell'Eroe albanese
ed europeo a maccheroni ed altri nobili farinacei in bella mostra
nei saloni dell'immobile, dato che esso era adibito a Museo della
pasta. Risposi a Visar Zhiti che ritenevo la cosa non opportuna e
che al mio rientro in Italia avrei parlato con alcuni amici del
mondo culturale ( mi inventai un fantomatico " Comitato per la
salvaguardia della Cultura europea " ) per vedere come risolvere il
problema. Appena tornato a Roma, provai a chiedere due volte un
incontro con i gestori del Museo della pasta, non ottenendo
risultato alcuno. Preparai allora una lettera aperta da diffondere
il più possibile, firmandola proprio Comitato per la salvaguardia
della Cultura europea. Iniziava così la campagna culturale per far
sloggiare al più presto il Museo della pasta da palazzo Scanderbeg.
Come si è articolata questa campagna culturale?
Innanzitutto debbo anticipare che un apporto fondamentale giunse
dagli amici arberesh del sito www.arbitalia.it che pubblicarono la
mia lettera aperta allargando la protesta in modo notevole. A ciò si
sarebbe aggiunto il lavoro di aggregazione e di sensibilizzazione
svolto da uno dei siti dell'Antiarte, su cui fu ideata una tecnica
sperimentale d'avanguardia che permetteva a chiunque condividesse
gli scopi della nostra campagna, di portare il suo contributo
rimanendo anonimo e senza essere condizionato da direttive
gerarchiche o rispetto di ruoli come avviene normalmente nella
Associazioni e nei Comitati spontanei. Internet si rivelò a questo
fine un'arma veramente efficace. Inoltre fu operata una
distribuzione di volantini lungo vie principali e strategiche di
Roma insieme all'affissione di manifesti sui muri del centro storico
adiacenti al palazzo Scanderbeg e presso le scale d'ingresso della
varie stazioni della metropolitana. Per togliere ogni possibilità di
futuro al Museo della pasta che fino ad allora per farsi conoscere
aveva fatto molta promozione pubblicitaria presso le scolaresche
italiane, furono inviati via internet appositi messaggi a moltissimi
istituti scolastici di varie regioni d'Italia ove veniva evidenziata
la grave offesa rappresentata nei confronti della comunità albanese,
arberesh e di molti uomini di cultura italiani ed europei,
dall'attività museale in quel palazzo storico, sede di memoria
collettiva dei popoli italiano ed albanese. Furono inviate migliaia
di e-mail a uomini politici, strutture universitarie, accademie e
società culturali, enti statali vari e ministeri, ambasciate ed
altre sedi istituzionali,ecc. , finchè un giorno non leggemmo, sul
sito internet del Museo della pasta, la decisione dei responsabili
di tale struttura, di trasferire la loro attività presso altra sede.
Riuscimmo a sapere poi che il palazzo Scanderbeg era stato messo in
vendita per una cifra intorno ai 20 milioni di euro ( alcune voci
dissero infine che era stato ceduto per 17 milioni di euro ) e che
la transazione era sta curata da Mediobanca, l'organizzazione
bancaria e finanziaria che molti conoscono.
Quest'originale " Comitato per la salvaguardia della Cultura europea
" chiede, da qualche anno, che palazzo Scanderbeg divenga una
struttura cultural-museale o quanto meno venga posta all'esterno
dell'edificio una targa che ricordi l'Eroe albanese e, all'interno,
sia dedicato un piccolo spazio per perpetuarne la memoria.
Trattandosi però di una proprietà privata dal notevole valore
economico, pensa che si arriverà alla soddisfazione di tali
richieste?
Personalmente sono ottimista, pur con i piedi ben piantati in terra.
Vede, il compito di chi si occupa di Cultura e Informazione è
soprattutto quello di fungere da stimolo e controllo nei confronti
della varie realtà sociali esterne: in tale compito è insito anche
il dovere morale di informare i cittadini su quanto accade, come
giustamente previsto dalla nostra Costituzione. Questa
legittimazione non deve però trasformarsi in una invasione di campo
o di ruoli non propri come quello, per esempio, del mondo politico
cui appartiene la soluzione del problema rappresentato da palazzo
Scanderbeg. E' la politica che deve trovare le strade che soddisfino
le istanze di tutti gli attori che ruotano intorno al tema di cui si
parla: e la politica è certamente informata su quanto accade. Come
la stessa politica sa benissimo che non basta promulgare leggi o
imporre disposizioni per governare: è necessario anche e soprattutto
il consenso di chi a tali decisioni si deve adeguare. Riguardo poi
le norme che regolano il diritto al godimento o usufrutto della
proprietà privata, è noto che esse si riferiscono a situazioni dove
non è in gioco l'interesse collettivo come nel caso in oggetto.
Dunque concludo affermando che il Comitato per la salvaguardia della
Cultura europea si auspica che per palazzo Scanderbeg vengano prese
quelle decisioni giuste che molti, anche rappresentanti di quel
consenso di cui dicevo prima, serenamente attendono. Anche perchè
non sembra siano presenti soluzioni alternative.
daq
http://www.laveracronaca.com/dblog/
http://www.montisimbruini.org/
http://www.torreomnia.it/forum/leggi.asp?id=7199 |
-----Messaggio originale-----
Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]
Inviato: giovedì 24 settembre 2009 8.51
A: adramelek@tin.it
Oggetto: UNA TARGA PER SCANDERBEG: HALIL JACELLARI RICORDA
UNA TARGA PER SCANDERBEG: HALIL JACELLARI
RICORDA
( tratto dal blog www.laveracronaca.com )
"Avevo circa tredici anni quando nella mia città
albanese di Lushnje corse
voce che nella capitale Tirana avrebbero presto
proiettato un film, realizzato
e prodotto con la collaborazione sovietica,
sulla leggendaria vita del nostro
Eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg.
L'entusiasmo giovanile ed insieme
una irrefrenabile curiosità spontanea mi
portarono a chiedere ai miei genitori,
ottenendolo, il permesso di recarmi a Tirana per
assistere all'evento
cinematografico. A me si aggiunse un caro amico
d'infanzia di nome Emilio, col
quale quella volta avrei convissuto una delle
esperienze più esaltanti della
mia intera vita. Dato il sistema quasi primitivo
dei trasporti dell'epoca in
Albania, il viaggio si presentò subito con tutti
gli aspetti di una vera
avventura, basti pensare che per prima cosa
fummo costretti ad affrontare, a
piedi, i circa 18 chilometri che ci separavano
dalla città di Rrogozhina ove si
trovava la più vicina stazione ferroviaria per
Tirana. Ricordo ancora che ci
mettemmo tre ore, quel lontano giorno del 1955,
per arrivare a Rrogozhina: ma
il tempo, conversando e fantasticando col mio
amico Emilio lungo tutto il
percorso, volò come un baleno. Giunti a Tirana,
avremmo vissuto momenti
esaltanti come non molti riserva, purtroppo, la
nostra esistenza, nel vedere
proiettate le immagini delle vicissitudini e
delle gesta dell'Eroe, che era
impersonato da un attore georgiano di notevole
talento artistico. Alla fine del
film la nostra eccitazione era ai massimi
livelli e addirittura Emilio sarebbe
stato preso da una profondissima commozione che
produceva sul suo giovane viso
abbondanti rigagnoli di lacrime. Tornati a
Lushnje, mentre Emilio raccontava
concitatamente l'evento cinematografico a destra
e a manca, mi accorsi che le
stesse lacrime sgorgavano impietosamente dagli
occhi di coloro che si trovavano
coinvolti dal suo racconto.
Il tredicenne di allora vive ancora dentro di
me, determinando palpitazioni
nostalgiche che la mia penna di scrittore fatica
notevolmente a descrivere.
Così come mi è difficile esprimere il senso di
offesa e di tradimento che mi
assale quando, trovandomi a Roma, nei pressi
della fontana di Trevi, davanti
all'edificio che vide il Padre dell'Albania ( e
per questo fu da allora
chiamato palazzo Scanderbeg ), osservo che
neppure una targa in memoria
dell'Eroe è presente accanto al portone. Mentre
mi accingo ad avvicinarmi alla
soglia dei 70 anni di età, vissuti quasi
interamente dentro la drammatica
realtà storica e sociale albanese, non avrei mai
pensato di vivere dei
sentimenti così forti e dolorosi proprio in
Italia, culla della cultura
mondiale e depositaria delle attuali speranze di
rinascita europea del Paese
delle Aquile. Mi auguro che uomini di buona
volontà, che non difettano
certamente alla fraterna nazione italiana,
intervengano saggiamente per
concedere ancora un momento di grande felicità a
questo mio innocente
tredicenne: vuole soltanto che venga messa una
targa a Palazzo Scanderbeg in
onore dell'Eroe."
A COMMEMORATIVE PLAQUE FOR SCANDERBERG: A MEMORY
FROM HALIL JACELLARI
"I was around 13 when in my hometown, Lushnje,
rumors started to spread about
the forthcoming showing in capital city Tirana
of a movie inspired by the
legendary life of our national hero Giorgio
Castrota Skanderberg, co-wrote and
produced by the soviets. The juvenile excitement
together with an irresistible
curiosity led me to ask my parents the
permission to travel to Tirana in order
to attend the cinematographic event. Fortunately
the permission was granted. A
long-time dear friend of mine joined me. His
name was Emilio, with whom I
shared on that very day one of the most awesome
experiences of my whole life.
Since the transportation in Albania was rather
primitive at that time, the
journey immediately took the form of an
adventure. Suffice it to say that
firstly we were forced to walk for approximately
12 miles in order to reach
Rrogozhina, where the nearest train station to
Tirana was located. I remember
it took almost three hours for us to reach
Rrogozhina, on that remote day of
1955, though while talking and daydreaming
through the journey with my friend
Emilio, time literally flew away. Once in
Tirana, we were about to experience a
great time watching the movie about the
achievements and vicissitudes of the
Hero, played on the screen by a great talented
Georgian actor. It was one of
those few exciting moments which life gives us,
though we’d probably deserve
more. When the movie ended, our excitement was
at a peak with Emilio feeling
such an emotion that his young face was shedding
copious tears. Back in
Lushnje, Emilio was excitedly telling everybody
about the movie event, when I
realised that pitiless tears where streaming
down the faces of all those
listening to his words.
The then 13 years old guy is still living inside
me, giving me nostalgic
memories which I as a writer can hardly
describe. In the same way it is very
hard for me to express the offence and betrayal
feelings which I experience
every time I find myself in Rome, somewhere
around Trevi Fountain, in front of
the building once dwelt by the Father of Albany
(for this reason the building
is called after Skanderberg), and I realise that
not even a commemorative
plaque close to the main entrance is dedicated
to our Hero. As soon as I
prepare myself to turn 70, almost a whole
existance lived into the dramatic
historical and social Albanian context, I would
not have imagine to experience
such deep and painful feelings in Italy,
“cradle” of global culture and keeper
of all present European renaissance hopes of the
“Eagles Nation” (Albania). I
hope that goodwill men, which certainly populate
the brotherly nation of Italy,
will wisely intervene to bestow a moment of high
happiness to this 13 years
innocent old boy of mine: all that he wants is
simply a commemorative plaque in
Palazzo Scanderberg, in honour of his Hero".
@@@@@@
http://www.laveracronaca.com/dblog/
http://www.torreomnia.it/forum/leggi.asp?id=781
http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/varie/90586.html
http://www.facebook.com/home.php#/note.php?note_id=139994744429&ref=mf |
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