Vota Scanderbeg
Home Up Anticopyright Contro la pubblicità ingannevole Contro l'autovelox Libro Nero degli Editori Conoscere leggi gratis Kyoto Protocol Paperonorevoli Tribunale dei  Deboli Nuovo Millennio Zona rossa Banca umana Papa No Global Terra Paradiso Vota Scanderbeg Contro galleristi Controcostituzione d'Europa Nuovo Rinascimento Nuovo Processo Scientifico Movimento Liberazione Spazi Artistici

 

VOTA E FAI VOTARE

GIORGIO CASTRIOTA

SCANDERBEG

PER ELIMINARE L’INGIUSTIZIA

PERPETRATA A PALAZZO SCANDERBEG,

DOVE AL POSTO DI UN MUSEO

DELLA STORIA, PER LA RISAPUTA

INCAPACITÀ DELL’INTERA ATTUALE

CLASSE POLITICA, REGIONALE

E NAZIONALE, FA BELLA MOSTRA DI SÈ

UN MUSEO DELLA PASTA, CHE RECA

OFFESA A MILIONI DI CITTADINI EUROPEI,

OLTRE CHE AL BUON SENSO

DI TUTTI I ROMANI.

ALLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI,

SCEGLI IL CANDIDATO SICURO:

GIORGIO CASTRIOTA SCANDEBEG!

NON È CORROTTO, HA SANI PRINCIPI

MORALI, COMBATTE PER L’EUROPA.

RINUNCIA PER UNA VOLTA AI MACCHERONI:

LA STORIA È MEGLIO!!!

COMITATO PER LA SALVAGUARDIA

DELLA CULTURA EUROPEA

 

 

  

GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG PARTECIPA ALLA COMPETIZIONE ELETTORALE DEL LAZIO

FACCIAMOLO VINCERE!!!!!

Mentre in Internet prosegue senza sosta la diffusione del manifesto"VOTA E FAI VOTARE GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG",ricordiamo a tutti gli elettori che votare Giorgio Castriota Scanderbeg significa recuperare alla Storia l'omonimo Palazzo di Roma,attuale sede di un Museo della pasta,partecipando ad una campagna culturale che vede il Sapere in contrasto con l'Economia,fonte quest'ultima di squilibri e povertà,quando lasciata da sola ad imperversare nelle varie società umane.

Un voto a Giorgio Castriota Scanderbeg diventa dunque un gesto di valenza europea,dato che i parametri con cui bisogna valutare l'appartenenza dei singoli Paesi alla Nuova Europa vanno considerati secondo i punti d'unione delle rispettive culture e non secondo tabelle statistiche elaborate senza tener conto delle diversità generate da radici ed evoluzioni storiche differenti.

Votare Giorgio Castriota Scanderbeg significa anche guardare con ironia e disprezzo allo scontro politico in atto,tendente esclusivamente all'accaparramento di posti di potere privilegiati,portando avanti le fameliche aspirazioni dei vari soggetti sociali che antepongono i traguardi economici a quelli spirituali.Noi pensiamo che bisogni economici e necessità spirituali debbano procedere insieme per far avanzare l'intera umanità e non soltanto pochi,potenti gruppi che condizionano attualmente la vita sociale italiana e mondiale.Il voto a Giorgio Castriota Scanderbeg è un piccolo passo in questa direzione.

RICORDATI ELETTORE:La Nuove Europa,fondata sulla Pace,la Giustizia,la Cultura,dipende anche da te!

VOTA E FAI VOTARE GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG.

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

 

 

http://www.nuovorinascimentoeuropeo.org

http://www.antiarte.it/nuovo_rinascimento_europeo.htm

Evviva la “Flamuri”!( la bandiera nazionale albanese con l’aquila bicipite)

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: giovedì 9 marzo 2006 17.19

A: adramelek

Oggetto: DISERTARE LE URNE CONTRO I DISTRUTTORI DELLA COSTITUZIONE

 

Sta sotto gli occhi di tutti il comportamento antidemocratico che da tempo ha messo in atto la classe politica, mirante ad una ed unica cosa: la conservazione a qualsiasi costo del proprio potere con gli annessi privilegi a moltissimi noti. Non servono analisi erudite o virtù particolari per osservare lo scollamento avvenuto nel nostro Paese tra vertici istituzionali e realtà sociali del territorio.Scollamento divenuto abisso con le ultime decisioni politiche,riprese sicuramente dalla letteratura mafiosa,che accentrano in pochissime mani le capacità decisionali dei vari partiti, bocciando definitivamente la dialettica democratica che dovrebbe contraddistinguere tali forze sociali. Il nuovo Parlamento è già stato definito senza che il Popolo Italiano abbia possibilità alcuna di decidere del proprio futuro: le elezioni del 9 aprile p.v. servono soltanto a dare legittimazione all'arrogante colpo di mano relizzato contro il volere popolare. E' su questa legittimazione che bisogna intervenire, rendendola debole ed aleatoria. E c'è un solo modo: DISERTARE LE URNE.

Il mondo della rete può fare molto a questo proposito: si aprano dibattiti, si esprimano tutte le opinioni più diverse, ma per una volta facciamo sentire la nostra voce di cittadini con un atto che vuole esprimere un solo significato: NO AI DISTRUTTORI DELLA COSTITUZIONE!

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

pubblicato su indy e su comunicati

http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1013427.php

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/21158.html

 

Ma 'l populo facea come i più fanno
ch'ubbidiscon più a quel che più in odio hanno.
Ariosto, Orlando furioso, XXXVII,0tt.104

Ariosto, poverino non conosceva ancora il popolo della Rete!

 

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: venerdì 10 marzo 2006 21.12

A: adramelek

Oggetto: ASTENERSI QUESTA VOLTA VUOL DIRE SALVARE LA DEMOCRAZIA

 

"Penso che dovremmo essere prima di tutto uomini, e poi cittadini. Non è auspicabile avere rispetto della legge nella stessa misura in cui si nutre rispetto per la giustizia. Il solo obbligo che ho il diritto di assumermi è di fare ciò che ritengo giusto. [...] Un risultato comune e naturale del rispetto delle leggi è che puoi vedere una fila di soldati [...] tutti che marciano verso la guerra in mirabile ordine per monti e per valli, contro la loro volontà e, ahimé, contro il loro buonsenso e la loro coscienza [...]. In questo modo la massa degli uomini serve lo Stato non come uomini ma come macchine, con il loro solo corpo: [...] gli uomini si mettono allo stesso livello del legno, della terra e della pietra [...] E tuttavia uomini del genere sono comunemente stimati buoni cittadini. [...] Un uomo saggio si adatterà ad essere usato solo come uomo e non si sottometterà ad essere "argilla" [...] ma lascerà questo compito alla sue ceneri: "Sono di nascita troppo nobile per diventare proprietà di qualcuno, per essere il secondo al comando, o bravo servo e strumento di qualunque Stato sovrano al mondo"

Henry David Thoreau

NOTA: NO AL RITORNO DEL FEUDALESIMO PROPOSTO DALLA NOSTRA CLASSE POLITICA.

pubblicato su indy e su comunicati

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1014600_comment.php#1014644

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/21228.html

 

Tratto da:

http://www.silvanoagosti.com/

DIARIO AZZURRO n.124 del 07.02.2006

di SILVANO AGOSTI

Molti in questi giorni mi chiedono come si possa fare ad andare a votare una

sinistra che non è sinistra o una destra che purtroppo è solo destra.

La mia risposta parte dalla considerazione che l’Italia, da quando è entrata

a far parte dell’Europa ha cessato di essere un territorio politico per

diventare un territorio solo amministrativo e quindi si tratta non tanto di

scegliere una classe politica ma piuttosto una gestione amministrativa.

Mi inoltro ad esprimere la mia convinzione che in Italia, senza offendere

nessuno, esistano solo due destre, una reazionaria che attualmente è al

potere e una destra progressista che si trova all’opposizione, erroneamente

definita “sinistra”.

Infatti se considero l’attuale sinistra italiana una Destra Progressista, i

sentimenti si placano, tutto assume proporzioni più armoniche e giuste.

Ritengo che la gestione amministrativa di uno Stato come l’Italia spetti più

a una destra progressista che non a una destra reazionaria e conservatrice.

Così lo sguardo dei miei interlocutori si quieta.

NOTA:

Astenersi dal voto è un diritto sacrosanto di ogni cittadino. E' un'azione attiva. Vuol dire: il potere legato al mio voto non voglio delegarlo ad altri fintanto che non mi è chiaro come esso verrà usato.

Astenersi dal voto è dunque cosa legittima e democratica. Serve ad indebolire la classe politica per ricordarle che il potere è sempre del Popolo e non dei suoi delegati. In internet esiste una vasta documentazione attestante che la linea di pensiero dell'astensione è patrimonio dei cittadini di qualsiasi tendenza politica.

http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1015632.php

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/21250.html

 

 

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: lunedì 13 marzo 2006 12.10

A: adramelek

Oggetto: RECUPERARE GLI ASTENSIONISTI E' UN SOGNO IRREALIZZABILE

 

Leggiamo qui e là del gran lavoro che stanno facendo i vari partiti per cercare di recuperare gli astensionisti ed i delusi della politica e non riusciamo in alcun modo a comprendere su quali basi si voglia costruire questo recupero. Il recente colpo di mano dei vertici partitici hanno ormai creato un baratro incolmabile con i cittadini elettori: basti pensare che questi ultimi non hanno più la possibilità di eleggere al Parlamento i propri candidati di fiducia, ma devono sottostare a scelte arrogantemente imposte dall'alto. Allo sfacelo generale in tutti i settori del vivere sociale, i partiti hanno aggiunto lo sfascio della Democrazia. Attraverso una rete di relazioni coi vari poteri forti del nostro Paese, si accingono a dare all'Italia una moderna forma di feudalesimo. Ed hanno la faccia tosta di chiedere il consenso popolare. Temono l'astensionismo perchè esso mina alla base il consolidamento del loro futuro potere. Come dicevamo in un precedente intervento, noi non vogliamo dar vita ad un nuovo gruppo politico, bensì aspiriamo ad un progetto più ambizioso: quello di creare, tutti insieme, il Cybersocialismo ed utilizzare Internet come strumento di lotta socialista, pacifica e gandhiana, attraverso la controinformazione e la cultura diffusa sul principio che il Sapere prevale sull'Economia.

La controinformazione diffusissima nel cyberspazio quando dilaghi sull'ulespazio ( spazio materiale ) può essere dirompente. Il cybersocialismo non prevede strutture gerarchiche ma l'assunsione di responsabilità,di volta in volta, attraverso capacità e competenze. E' un ritorno del potere decisionale nelle mani dei cittadini cui è stato sottratto in modo fraudolento ed antidemocratico. E' una nuova via da esplorare col solo ed unico obiettivo del recupero di principi costituzionali fondanti e della crescita e miglioramento della società civile del nostro Paese.

Movimento Utopista: Il Gioco dell'Antipolitica in Rete

www.antiarte.it/movimentoutopista

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1017798_comment.php#1017864

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/21290.html

 

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: martedì 14 marzo 2006 14.38

A: adramelek

Oggetto: L'ALBANIA BATTE IN DEMOCRAZIA L'ITALIA( NON C'E' CENSURA )

 

“Criticate il Governo, ma mangiate pollo e uova. – Shekulli pg. 16. I giornali albanesi confermano che porre delle critiche alla classe politica è atto legittimo e comunque di portata inferiore rispetto ad altri atti che riguardano l'interesse collettivo. Nell'Italia, stretta nella morsa dei vari direttori partitici, siamo un pò indietro: esprimere le proprie legittime idee non è possibile perchè si è soggetti a puerili censure anche da parte di chi dice di battersi per la giustizia e l'equità sociale. Essere servi di un'idea è come essere servi di un padrone .Le persone libere non accettano censure e si battono con tutte le loro forze perchè ognuno possa esprimere le proprie idee. Poichè ieri siamo stati censurati da chi non accetta la dialettica ma si trincera dietro il privilegio di condurre il gioco,proviamo ad inserire un nuovo messaggio. Ove fosse censurato, saremmo costretti a diffondere la notizia di tale censura presso molti ambienti culturali sensibili a questo tema.

L'ASTENSIONISMO E' UN FENOMENO DI APATIA O DI PROTESTA?

Il tipico elettore che non va a votare è un cittadino disinteressato alla politica, che non va a votare perché i partiti non sono riusciti a mobilitarlo, a raggiungerlo e a chiamarlo alle urne? Oppure è un cittadino informato sulla politica, che attraverso il non-voto esprime il suo giudizio negativo verso la politica e i partiti, il suo rifiuto delle proposte offerte?

Nel primo caso l’astensionismo è una pura non-azione, che ha alle spalle indifferenza e disinteresse (apatia). Nel secondo caso è un comportamento politicamente attivo, che esprime un atto consapevole di rifiuto (protesta). E’ naturalmente assai probabile che nella quota di persone che ad ogni appuntamento elettorale disertano le urne si trovino sia l’uno che l’altro tipo di astensionisti; sarà tuttavia importante ai fini di un’analisi del fenomeno quantificare l’entità relativa delle due motivazioni.

L’astensionismo da apatia si inquadra nello schema esplicativo più utilizzato per analizzare la partecipazione politica, quello che fa riferimento alla dimensione «centro-periferia», per la quale la partecipazione politica di un individuo dipende soprattutto dalla sua posizione sociale, ed è tanto maggiore quanto più questa posizione si trova prossima al centro della società. Alla centralità sociale concorrono una serie di fattori. Innanzitutto l’età, il genere, la condizione occupazionale (sono più centrali gli adulti che lavorano degli anziani, dei giovani, delle casalinghe...); poi lo status socio-economico (più centrali le classi superiori), il livello culturale (più centrali i più istruiti), l'esposizione alla comunicazione politica, l'integrazione nella comunità locale e nell'istituzione familiare (più centrali i residenti da tempo nel comune e i coniugati); per menzionare infine componenti geografiche (più centrali gli abitanti delle grandi città e del Centro-nord). In questo schema le classi socialmente centrali partecipano di più. E quando per i più diversi motivi diminuisce l’effetto di mobilitazione proveniente dal sistema politico, le prima categorie sociali a non partecipare sono quelle più periferiche (per esempio: le donne anziane, i residenti nei comuni minori del Sud, ecc.).

Se invece l'astensionismo non è la conseguenza passiva di un'estraniazione sociale, ma piuttosto l'espressione attiva di un «nuovo che avanza» in termini di contestazione delle tradizionali espressioni politiche, esso non sarà localizzato nei gruppi sociali più marginali, ma piuttosto in quelli capaci di innovazione, presumibilmente gruppi socialmente centrali, come potrebbero essere i maschi adulti occupati dei capoluoghi del Centro-nord, ecc.

Tratto dal sito. brunik.altervista.org

NOTA: NEL NOSTRO CASO SI CAPIRA' PRESTO TRATTARSI DEL " NUOVO CHE AVANZA ".

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1019545.php

 

 

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: martedì 14 marzo 2006 19.33

A: adramelek

Oggetto: LA CLASSE POLITICA DEVE RISARCIRCI I DANNI

 

DALLA CARTA EUROPEA DEI DIRITTI Articolo 11

Libertà di espressione e d'informazione

Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.

La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.

Articolo 12

Libertà di riunione e di associazione

Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di associazione a tutti i livelli, segnatamente in campo politico, sindacale e civico, il che implica il diritto di ogni individuo di fondare sindacati insieme con altri e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

I partiti politici a livello dell'Unione contribuiscono a esprimere la volontà politica dei cittadini dell'Unione

Articolo 21

Non discriminazione

È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.

Nell'ambito d'applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull'Unione europea è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza, fatte salve le disposizioni particolari contenute nei trattati stessi

Articolo 41

Diritto ad una buona amministrazione

Ogni individuo ha diritto a che le questioni che lo riguardano siano trattate in modo imparziale, equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni e dagli organi dell'Unione.

Tale diritto comprende in particolare:

il diritto di ogni individuo di essere ascoltato prima che nei suoi confronti venga adottato un provvedimento individuale che gli rechi pregiudizio;

il diritto di ogni individuo di accedere al fascicolo che lo riguarda, nel rispetto dei legittimi interessi della riservatezza e del segreto professionale;

l'obbligo per l'amministrazione di motivare le proprie decisioni.

Ogni individuo ha diritto al risarcimento da parte della Comunità dei danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni conformemente ai principi generali comuni agli ordinamenti degli Stati membri.

Ogni individuo può rivolgersi alle istituzioni dell'Unione in una delle lingue del trattato e deve ricevere una risposta nella stessa lingua.

 

NOTA:

Come si può ben comprendere, negare la libertà ai cittadini italiani di votare e far eleggere dei propri referenti politici di fiducia ed obbligandoli invece a votare candidati imposti dai vari direttòri partitici, viola palesemente ,tra l'altro, l'art. 41 della Carta Europea dei Diritti ed apre la strada alla richiesta di risarcimento dei danni cagionati. DEI DIRITTI COSTITUZIONALI VIOLATI ( ART.48 ) PARLEREMO IN SEGUITO, PERCHE' LA BATTAGLIA NON FINISCE QUI.

 

:P.S. La legge 21 dicembre 2005,n°270,approvata con un colpo di mano del governo "antidemocratico" guidato da Berlusconi, ha tolto al Popolo Italiano la capacità di essere Sovrano.

Sono necessarie azioni diverse sia per cacciare i nuovi tiranni,sia per stimolare l'opposizione a farsi portavoce di un cambiamento che ,per quanto vediamo, sarà molto laborioso per il micidiale intreccio di compromessi cui soggiace da moltissimo tempo . Solo una protesta popolare capillare e continua nel tempo potrà dare al nostro Paese le risposte che attende.

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1019014.php

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/21387.html

 

Tutti sanno quali siano le caratteristiche fondamentali della partitocrazia – dall’occupazione bulimica di ogni spazio di potere ai princìpi rigorosi che regolano le spartizioni, dal predominio della politique politicienne all’assenza di spessore programmatico, dal clientelismo alla corruzione – ma ci interessa tuttavia far notare come, in un regime partitocratico, gli organi costituzionali formalmente destinati a regolare l’interazione fra lo Stato e la società vengano completamente invasi, e quindi svuotati, dai partiti. Le forze politiche insomma, che dovrebbero amministrare il rapporto fra i cittadini e le istituzioni, garantendo rappresentatività a queste e rappresentanza a quelli, da comprimarie diventano protagoniste, e mancano di convertire il proprio consenso di parte in una risorsa di legittimazione per l’intero apparato pubblico. I soggetti formali della democrazia – soprattutto, ma non solo, gli organi di natura prevalentemente politica come il parlamento e il governo – perdono la propria autonomia simbolica e sostanziale, cessano di avere un ruolo, un’immagine, un’autorevolezza e una legittimità propri, e si trasformano in gusci vuoti, resi animati solo dai partiti. La partitocrazia, inoltre, distorce le relazioni fra un’istituzione e l’altra. Invadendo tutti i centri di potere, le forze politiche vanificano il sistema di contrappesi immaginato dal costituzionalismo liberale a tutela dei cittadini, e danno così vita a un regime potenzialmente, e anche tendenzialmente, totalitario. Se non diventa compiutamente totalitario è soltanto grazie alla pluralità dei partiti e alla competizione fra di essi. La difesa delle garanzie liberali, insomma, non è più affidata allo scontro "orizzontale" fra le istituzioni formali, ma allo scontro "verticale" fra le forze politiche.

In questo contesto non è difficile comprendere che la strada della salvezza della Democrazia non può più passare attraverso gli attori della partitocrazia, ma bisogna creare l'humus necessario all'emersione di nuove energie democratiche che non mancano all'interno della società civile del nostro Paese.

NOTA:

L'IDEA DI CREARE IL CYBERSOCIALISMO ATTRAVERSO LA RETE INTERNET, SENZA STRUTTURE GERARCHICHE E CON COMPITO DI CONTRASTO AI NUOVI TIRANNI PARTITICI, PUO' ESSERE IL PUNTO D'INIZIO.

www.antiarte.it/movimentoutopista

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

pubblicato su indy

 

GRAZIE ALLA RETE I PARTITI NON SARANNO PIU' NECESSARI 
by costanzo d'agostino Tuesday, Mar. 21, 2006 at 1:12 PM mail: 




Tratto da: http://www.webspace.it 

In teoria i partiti sono aggregazioni di persone che la pensano allo stesso modo sulle finalita' a cui deve tendere lo Stato. 

Nel sistema democratico sono identificati come un tramite necessario anzi indispensabile tra il cittadino e lo Stato. 

La difesa dell'esistenza e della necessità dei partiti è ancora molto forte anche dopo l'evidente manifestarsi del loro grado di corruzione. 

C'è chi distingue tra i partiti e la partitocrazia, mettendo al bando quest'ultima e così salvando i partiti, intendendo come partitocrazia la parte degenerata del sistema partitico. 

Il fatto è che partiti e partitocrazia sono la stessa cosa in quanto i partiti sono il ricettacolo dei "malati di potere" e trasformano necessariamente il sistema in partitocratico. 

Nei partiti i malati di potere trovano tutto quello che desiderano: cariche pubbliche, onori, ministeri, cariche nelle banche, nei grandi enti, tanto denaro che sgorga dai fiumi delle spese statali. 

Come poterli allontanare? Come i vermi crescono e pullulano nella carne putrefatta, così i malati di potere brulicano nei partiti. 

Chi spera di dividere la carne putrefatta dai vermi è un visionario se è in buona fede; carne putrefatta e vermi devono essere buttati nella spazzatura. 

Ma allora senza partiti ci sarà la tirannia? 

Non sono i partiti l'essenza della democrazia? Montesquieu (1748) definiva democrazia quella in cui tutti i cittadini esercitano il loro potere sovrano. 

I partiti sono stati "il cavallo di Troia" dei malati di potere per dominare gli altri uomini. 

Sono unicamente il mezzo organizzativo utilizzato per coordinare le correnti ideologiche. 

Oggi le moderne tecnologie informatiche permettono al cittadino di esprimersi direttamente sui singoli problemi, senza la necessità di intermediari, dando direttamente il suo voto senza l'intermediazione dei partiti. La sopravvivenza dei partiti non è più nè necessaria nè giustificabile. 

NOTA: E' LA RETE INTERNET IL MEZZO ATTRAVERSO CUI SI PUO' ANTICIPARE TALE PROCESSO, ATTRAVERSO LA DIFFUSIONE DI UN'INFORMAZIONE LIBERA NON VINCOLATA AD INTERESSI DI PARTITO E LA CREAZIONE DI UN'ORGANIZZAZIONE CIRCOLARE,SENZA GERARCHIE, MA CON OBIETTIVI SPECIFICI DA RAGGIUNGERE DI VOLTA IN VOLTA. 
http://www.antiarte.it/movimentoutopista 

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/21732.html


Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea