Cyberpunk
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INTRODUZIONE ALLA NARRATIVA CYBERPUNK

Pino Blasone

 

      "...Comunque, si continuerà a chiedersi in che cosa si differenzi la vecchia fantascienza dalla narrativa cyberpunk. Entrambe si alimentano ad una stessa fonte: l'immaginario tecnologico. Una sorta di nuova mitologia che scienza e tecnica contemporanee hanno generato, e che continuano a nutrire e a trasformare velocemente. All'interno di tale immaginario, detta narrativa privilegia però coordinate attuali o sempre meno avveniristiche, quali le tecnologie informatiche, le realtà virtuali o simulate, le intelligenze artificiali... Il tutto si accompagna - anzi, in genere vi è intimamente connesso - a un paio di intuizioni se vogliamo utopiche, ma non prive di originalità e di fascino.

      La prima è circoscritta per la verità a pochi "iniziati". L'assunto è che un accorto impiego di dette tecnologie sia paradossalmente in grado - in maniera che possiamo azzardarci a definire "orfico-pitagorica" - di riattivare archetipi sopiti o rimossi del nostro inconscio collettivo. Una specie di software diffuso, che ci portiamo dietro da tempo immemorabile e dalle risorse ancora inespresse. Forse anche in tale accezione, nella prefazione all'antologia Mirrorshades, Sterling afferma che il Cyberpunk è "in qualche modo un ritorno alle origini". In ogni caso, vi è ravvisabile una eredità della cultura psichedelica di autori quali Dick e Huxley, nonchi del succitato Leary.

      Meno vaga e più popolare, la seconda idea è a sfondo politico e progressivo se non rivoluzionario, sforzandosi di aggiornare questo concetto alla rivoluzione cibernetica in corso. Vale a dire che la tecnologia informatica - a partire dalla contemporanea diffusione e dal rapido perfezionamento dei personal computer - possa non solo esercitare una funzione liberatoria della fantasia creativa, ma assolvere un compito libertario. In pratica, che l'accesso così determinatosi - per una serie di circostanze dialetticamente favorevoli - consenta finalmente di impugnare la tecnologia stessa contro l'incombente tecnocrazia, con gli svantaggi o i rischi che questa comporta.    L'obiettivo è tentare di convertirla, non senza una prevedibile lotta di lunga durata, in una "tecno-democrazia".

      Del resto, già nei Settanta uno slogan giovanile americano, di intonazione quasi situazionistica, recitava: "Noi vogliamo libero accesso, per tutta la gente, a tutti i mezzi di informazione e ad ogni tipo di tecnologia". Riappropriarsi quindi di quest'ultima, a cominciare da uno dei suoi settori-chiave: quello della comunicazione.

 

http://digilander.iol.it/pinoblasone/intro.htm

 

 

 

PALEOLITICISMO PSICHICO E ALTA TECNOLOGIA:

UN DOCUMENTO DI POSIZIONE.

Non fatevi venire l'idea che intendiamo Bombardarci all'età . Non fatevi venire l'idea che intendiamo Bombardarci all'età della Pietra. Non abbiamo interesse a "tornare alla campagna" se l'affare include la vita noiosa di un bullino di paese - nh vogliamo "il tribalismo" se viene con taby, feticci e mal nutrizione. Non siamo in guerra con il concetto di cultura - inclusa la tecnologia; per noi il problema inizia con la civilizzazione. Quel che ci piace del paleolitico è stato riassunto dalla scuola di Antropologia della Gente - senza - Autorità: l'elegante pigrizia di società cacciatrici/raccoglitrici, la giornata lavorativa di due ore, l'ossessione per l'arte, la danza, la poesia e l'amoreggiare, la democratizzazione dello sciamanismo, la coltivazione della percezione - in breve, la cultura.

Quello che non ci piace della civilizzazione pur essere desunto dalla seguente progressione: la "Rivoluzione Agricola"; l'emergenza di caste; la città ed il suo culto di controllo ieratico ("Babilonia"); la schiavitù; il dogma; l'imperialismo ("Roma"). La soppressione della sessualità nel "lavoro" sotto l'egidia dell'"autorità". "L'impero non è mai terminato". Un paleolitismo psichico basato sull'alta tecnologia - post - agricolo, post - industriale, "LavoroZero", nomade (o "Cosmopolito Senza Radici") una società dal Paradigma Quantico - questo costituisce la visione ideale del futuro secondo la teoria del caos, come pure secondo la "Futurologia" (nel senso del termine attribuitogli da Robert Anton Wilson e T. Leary). Per quanto riguada il presente: rigettiamo ogni collaborazione con la civiltà dell'Anoressia e della Bulimia.....

http://web.tiscalinet.it/indian/akim.html

 

 

 
 
 

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Last updated: maggio 08, 2005.