Filosofia Post Virtuale:
Millenium
...Il ruolo dell'artista nel capitalismo può essere paragonato a
quello della guida turistica: interprete dell'esperien7n per il consumo al
li vello più elitario, agente del recupero degli struggimenti più
squisiti della società o dei suoi più profondi risentimenti....
Non abbiamo bisogno che l'artista viva per noi ma semplicemente che ci
faccia da facilitatore, compagno, parte del nostro circuito di reciprocità, e per quanto riguarda l'arte, se mai esistesse una maniera in
cui evitare di essere inglobata, possiamo vederla solo come forma
d'opposizione al Grande Mondo Unico della rappresentazione unificata.
Un'arte simile rifiuta di diventare parte della Grande Teoria Unificata
della fine della fisica, della storia, del minimo sindacale o di qualsiasi
altra cosa. Non ha nulla di "virtuale", e non si dirige verso
una condizione di "scomparsa", che equivarrebbe semplicemente a
una sconfitta. Credo che l'arte moderna si stia indirizzando verso la
condizione del non visto. Ciò che è reale ma non si vede ha il potere
dell'occulto, dell'immaginazione, dell'erotico come la maschera-spirito di
Sean al Pozzo di san Patrizio restituisce senso al paesaggio....
Tratto da: "Millenium" di Hakim Bey