Le 26 tesi dell'Antiarte
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LE 26 TESI DELL'ANTIARTE 2000.

 

di

 

Gennaro Francione

1° DEPOSITO IN RETE 1 MARZO 2000

 

##############

 

DEDICANTIARTE.

Grazie Stefano per esistere, pungolo maieutico per la nostra comune consapevolezza dell'Antiarte.

Grazie Gianni, prezioso angelo custode della mia cyberline.

POESIANTIARTE

Arte - Antiarte

Annichilazione materia-antimateria.

Arte - Antiarte

Dissipazione di energia gravitazionale.

Arte - Antiarte

radiazione nel collasso.

Arte - Antiarte

Materia-Antimateria

coalescenza di associazioni intere

polistrutture di stelle massicce

neon di luci brillanti estatiche.

Multisensoriale abbagliante,

eccitazione di un super buco nero.

Superemozioni ottiche e radiative

aspetto stellare del cuore e dei soli;

tasso elevatissimo di produzione energetica;

nuclei lunatici estremamente compatti;

attività violenta superassociata

campi magnetico-spiritici cospicui;

collocazione di entità in età assai remote,

abbagli multicolori dei red shifts.

Quinta Dimensione e oltre...

Luce, luce, fasci di luce

Multicolore....

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        PARTE PRIMA

ANTIART-EST

<L'ANTIARTE C'è>

PREMESSA

 

CHE COSA PRODROMICAMENTE L'ANTIARTE E'.

Anti, dal greco antí, contro, è prefisso usato in termini composti di derivazione greca o di formazione moderna per indicare avversione, opposizione, contrapposizione (p. es. antidemocratico, antiestetico) e anche azione o essenza opposta (p. es. anticiclone, antimateria).

Perché antiarte?

In primis per capire il perché si deve inquadrare il quando.

L'Antiarte esiste da sempre: nondum erant abyssi et iam concepta erat. L'Antiarte è il Vuoto stesso del Buddha dove tutto è contenibile."Che cosa dunque saremmo mai, senza l'aiuto di ciò che non esiste?" scriveva in una lettera Paul Valéry.

Scopertane l'origine vieni più facile(si fa per dire) capire il perché e il come.

1)ANTI. E' LA PROVOCAZIONE.

Provocazione del prefisso in sé, carica energetica di distruzione all'infinito perché appena pronunci un significato ti contraddici.

Un'avanzata irresistibile al futuro che è un ritorno al passato. Esito millenario di un ritorno dell'arte al naif che è non-arte, in consapevolezza antiarte.

La metodologia dell'Antiarte atomica è innovare ed esplorare nuovi linguaggi, partendo dal presupposto che compito dell'artista, avvalendosi dei nuovi sistemi informatici, ipertestuali e internettiani, è di fare arte per distruggerla in infinite nuove forme attraverso l'alchimia, la chimica, la fisica metaforizzate in chiave estetica.

2)ANTIARTE E' ALCHIMIA.

Essa lavora con l'alto e col basso, nella dimensione in cui l'alto e il basso coincidono.

Essa lavora col cerchio e il quadrato, nella dimensione in cui circolo e squadratura coincidono.

Il lavoro d'origine è dal basso perché l'ispirazione originaria senza forma è bassa. In contemporanea è dall'alto perché chiunque attinge alle più alte fonti dell'estetica anche nell'elaborare la più elementare forma.

Il quadro del salumaio la cui arte coincide con quella di Picasso realizza la quadratura del cerchio.

Altrove presi a modello il teatro per esprime l'alchimia antiartistica, ideando il "teatro uroborico", un teatro "mirabolante, assorbente, grottesco, intrecciato, compatto, per attuare la quadratura del cerchio"<(M.A.G.I.C.)>.

Il serpente uroboros non è solo forma, cerchio che quadra. E' anche sostanza, energia vibrante, kundalini vulcanica del tempo, del nostro tempo e non dell'non universale.

Il genio è genio del tempo non del sovrauniverso, come ha detto Goethe. Insomma quel che rimane del cadavere-arte passata è il nucleo, non la forma, mero spunto per una nuova riformulazione nel tempo dell'attuale.

L'impresa sull'arte passata è medianica e alchemica da un tempo. Si tratta di ridare vita, o meglio alito, a delle mummie.

3) ANTIARTE E ANTIFASI, LOGICA DELL'ASSURDO.

Antifasi è nel linguaggio della logica di Aristotele la medesima predicabilità di una cosa e del suo opposto rispetto a un oggetto.

4)ANTIARTE E ANTIVEGGENZA.

L'Antiarte è un fenomeno ESP.

Antiveggenza è sinonimo di preveggenza, facoltà di prevedere il futuro. Lo si può fare perché si legge nelle cronache dell'Akasha là dove appunto sono custodite patafisicamente tutte le possibili memorie del presente, del passato e del futuro, appunto.

5)ANTI. COME ANTIMATERIA COL CHE SI RICOLLEGA IL FENOMENO ANTIARTE ALLA FISICA.

 

Il concetto di antimateria fu introdotto per la prima volta, per via puramente teorica, da P. A. M. Dirac, nel 1930, che previde l'esistenza di elettroni positivi.

L'antimateria è materia interamente costituita da antiparticelle, quali antiprotoni, antineutroni, positroni, ecc.

Sinora non è stato possibile individuare né sulla Terra né nell'Universo quantità apprezzabili di antimateria. Comunque ha notevole interesse il fatto che siano stati prodotti in laboratorio nuclei di atomi leggeri di antimateria, vale a dire nuclei di antideuterio (antideutone, 1969) e di antielio 3 (1970). Di conseguenza l'esistenza di atomi più complessi costituiti da antiprotoni, antineutroni ed elettroni positivi è solo ipotetica.

Anche gli scienziati avanzano dunque teorie sperimentabili solo in minimis allo stesso modo dello spiritismo.

Continuando in via analogica e metaforica il contatto tra materia e antimateria avrebbe effetti esplosivi come quello tra arte ed antiarte.

Per ciò che riguarda la Terra, la mancata rilevazione di elementi sperimentali risulta comprensibile in quanto l'antimateria a contatto con la materia ordinaria si trasformerebbe completamente in energia raggiante; invece alcune violente esplosioni di energia, osservabili in lontane galassie, potrebbero essere attribuite ad annichilazione di materia e antimateria.

Da ciò deriva che il nostro sistema solare e tutti quelli della Galassia devono essere costituiti di materia ordinaria, poiché in caso contrario si dovrebbe osservare un'intensa radiazione gamma di annichilazione proveniente da tutte le parti della Galassia.

Orbene come se materia e antimateria venissero a contatto, si annichilirebbero entrambe dando luogo alla formazione di mesoni p e di altre particelle che, a loro volta, in pochi microsecondi, si trasformerebbero in raggi gamma e neutrini, così venendo a contatto arte e antiarte entrambe si annulleranno ma per creare una radiazione di nuova luce.

Antiarte è antimateria. Anti contro questa materia, contro l'arte per come è. Dal contatto nascerà l'esplosione.

Nell'agosto '99 con un pallone ai limiti dell'atmosfera terrestre sono state catturate particelle di antimateria capaci di costruire intere galassie. Particelle di antimateria in antiarte permettono di costruire intere galassie estetiche.

6)ANTIARTE E ANTICRISTO.

Anche l'anticristo è può essere Cristo in quanto è contro il Cristo del tempo, per come è stato reso becero, per riprendersi quello originale.

7)ANTI. ANTIGRAVITA'.

Nella letteratura di fantascienza e nel linguaggio giornalistico è la proprietà di cui godono le sostanze che subiscono azioni repulsive per effetto della vicinanza di materia ordinaria. Così pure un dispositivo antimateria o una macchina antimateria è un dispositivo o macchina che trasforma in repulsiva l'azione attrattiva dei campi gravitazionali. Niente di simile esiste o è allo studio. D'altra parte non è ancora noto se l'antimateria gode di proprietà antigravitazionali.

L'antiarte è un dispositivo che trasforma in repulsiva l'azione attrattiva dei campi gravitazionali nel nostro caso il Campo Etico e quello Estetico. L'Etica tende ad inglobare l'Estetica, ma propugnandosi l'esattamente contrario, sovvertendo tutte le leggi del mondo cosiddetto sociale, si crea un'azione repulsiva vicendevole che porterà alla deflagrazione appena i due mondi di energia(materia e antimateria) verranno a contatto. La deflagrazione abbagliante non è altro che il caso estetico, ovvero la vittoria dell'antiarte sull'arte etica.

8)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE ALL'INFERNO DOVE E' TUTTO ROVESCIATO, REGNO DEL PARADOSSO.

L'inferno come regno del chaos, della confusio, del "nullus ordo" genera alcune visioni in cui,come per "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Caroll, lo spazio-tempo appare strutturato a rovescio rispetto ai canoni della realtà terrena.

Già le popolazioni dell'Asia settentrionale concepivano l'inferno come un mondo capottato rispetto al nostro. Così quando quassù è giorno là è notte,mentre alla nostra estate corrisponde laggiù l'inverno. Gli oggetti nella tomba che dovevano accompagnare il morto venivano collocati alla rovescia o addirittura spezzati,poiché nell'altro mondo sarebbero arrivati in posizione diritta o integri di stato.In una visione degli Yakuti nell'inferno nordico la luna appare rovesciata e i giovani e le giovani sono in eterno vergini.Presso i Samoiedi il sole si leva ad occidente e tramonta ad Oriente, mentre i Kirthisi-Kazaki fanno scorrere i fiumi all'incontrario.

Nel mondo egizio i morti camminano capovolti poiché l'inferno è situato sulla parte opposta della terra e quindi ribaltato rispetto allo spazio normale dei viventi.Questo genera una delle pene più orribili nascente da una digestione al contrario che fa ritrovare nella bocca dei dannati i propri stessi escrementi.In un papiro l'intero Duat è raffigurato da un essere maschile, capovolto e rovesciato all'indietro in modo tale che i piedi tocchino la nuca da cui fuoriesce la dea Nut, la quale sostiene il sole retto a sua volta, in posizione normale, dallo scarabeo Khepri navigante nella barca che attraversa l'oceano di Nun.

Un mondo ribaltato è anche quello visto da Rabi Josef che, di ritorno da una visita all'al di là compiuta durante una malattia, riferisce al padre di aver visto un luogo dove i superiori stanno sotto e gl'inferiori sopra(Talmud. babilon.,Pesahim f. 50,Rabà Patrà,106). Nel paese dei morti degli Osseti il rovesciamento è descritto rispetto alle attività comuni:la gente è dannata a non mangiare, pur tra tavole imbandite, mentre un animale come il burpur tra alte erbe finisce col brucare la barba di un vecchio.L'inferno di sGam.po.pa individua spiriti la cui visione delle cose è distorta, per l'apparenza esterna di cibi e bevande,per l'interna e per entrambe. Così gli uni vedono il cibo come sangue scuro, altri avvertono come se fossere impediti di mangiare, sicché in ogni caso non mangiano pur volendolo.

Alcuni,la cui bocca è come la cruna di un ago

E la cui pancia grossa come una montagna,sebbene

tormentati dalla fame.

Sono incapaci di trovare

Perfino un pezzetto di cibo su un mucchio di letame.

Il rovesciamento infero influisce soprattutto sul modo d'incedere,a faccia indietro,che però spesso si ricollega a concetti iniziatici,come il controllo della Vista inerente al segreto delle cose magiche.Orfeo è l'esempio classico della rottura del tabù,che comporta la dissoluzione del sogno,ma il mitema dell'avertere oculos è molto antico e si ritrova già presso i Tatari altaici,il cui re dei morti Erlik cavalca un toro con la testa rivolta all'indietro.La precauzione viene anche adottata dall'Enea ovidiano,che segue così le scrupolose prescrizioni della Sibilla psicopompa(Metamorfosi,XIV,101- 121).

Alla fine poi il rovesciamento infero diventa ribaltamento totale dell'Eros e dell'Ethos,con toni tra il grottesco e l'esilarante, come nella fiaba rumena di Alexandru Mitru "Il diavolo con la roccia in spalla". In quell'erebo la bellezza si misura "dalle corna e dalla coda che uno ha". Là il figlio che sputa addosso al padre vuole dire "Buon giorno" e l'educazione gl'impone poi di rivolgerglisi ad alta voce,poiché è buona creanza che i giovani sgridino i più anziani. D'altra parte il vecchio Satana utilizza il suo zoccolo da cavallo per colpire, a mo' di carezza,l'aitante principe. Si tratta dell'eroe diabolico Corn'aguzzo, il quale per incitare i suoi demoni a un'impresa sul mondo, impreca e sputa loro addosso.Dopo la fatica della lotta torna sotto terra a farsi un bel bagno e tutti ci aspetteremmo che vada a tuffarsi nel fresco elemento acqueo; al contrario egli si getta in un vortice di fuoco, dove si sente piacevolmente rilassato e finisce sinanche per addormentarsi.

La forma più paradossale dell'inferno come mondo rovesciato è comunque quella della parodia somma,dove l'erebo diventa regno di gioia.Tale è ad esempio l'inferno dei Buffoni descritto in "Novelle dell'altro mondo"(Poemetto buffonesco del 1513,edizione a cura di V. Rossi,Bologna,Zanichelli, 1929,pag. 37).Il buffone Zuan Polo riceve da un collega, Domenigo Taiacalze, la rivelazione di un al di là veramente confortevole per i giullari, con una sala dove si mangia e si beve a sazietà,nei pressi di un'enorme cucina e tra effluvi saporosi di cibi e di spezie.Il fuoco infernale solitamente utile a rosolare anime,appare ridotto a fiamma da barbecue e rappresenta la rivolta dei buffoni beffeggiati in questo mondo che di là vengono gratificati pur essendo destinati all'inferno.Più sottilmente il trattamento di favore riservato a quei mattacchioni si pone in parallelo alla loro posizione sociale in vita,per cui solo a loro era possibile beffeggiare nobili, ricchi e potenti senza perderne la testa.

Anche Aucassin predilige l'inferno come regno di jongleurs, di belle dame, di cavalieri e nobili immersi nell'eternità della gioia di vivere tra cose belle e fastose, piuttosto che in quella perfezione noiosa di un paradiso ricolmo di barbosi eremiti, storpi, preti e miseri(Aucassin et Nicolette, Parigi, Flammarion,1984).

La città di Eusapia,scoperta di recente da Calvino(Le città invisibili-Torino 1972)anche se di ignota ubicazione,è costruita sopra e sotto. I morti continuano nell'Eusapia ctonia le attività più piacevoli della città esterna: seggono a tavole imbandite,inscenano danze e suonano trombette, ma soprattutto possono scegliersi nell'al di là il lavoro che più li aggradava da vivi nell'Eusapia esterna,come quella ragazza dal teschio ridente che munge una carcassa di giovenca.Là vale il detto ermetico "Com'è sopra è sotto"; anzi "dicono che nelle due città gemelle non ci sia più modo di sapere quali sono i vivi e quali i morti". Il paradosso finale di tutta la situazione è che gli eusapiani sotterranei pretendono di essere stati loro a costruire la città dei viventi e non viceversa.

L'inferno come locus inversus ovviamente non può non essere regno delle geometrie paradossali,là dove è possibile realizzare l'alchemica quadratura del circolo. In una una tipica struttura affermatasi in epoca barocca,lo spazio erebico viene assottigliato in maniera tale da formarne un piccolo punto.Là,in quella res extensa assurda,"la parte restringe il tutto,capisce la circonferenza nel centro, lunghe linee trovan luogo in un punto,qualunque superficie entra in una linea e dentro ogni superficie s'ammirano profondità orribilmente abissate"(Romolo Marchelli, Prediche quaresimali, Venezia, G. Storti, 1682, p. 144). Naturalmente in quella zona assurda tutti gli oggetti assumono forme metafisiche,impossibili,irreali,in un ardimento che solo le pitture surreali del Novecento sono riuscite a cogliere.

Su un piano più sottile, esoterico, il finale del Mahabharata rivela il paradiso-inferno come mera prospettazione mentale.Il saggio Yudistira prima rifiuta il paradiso per non distaccarsi dal suo amato cane.Poi una volta entratovi con l'animale e resosi conto che là vi sono i suoi nemici mortali, preferisce discendere con Indra nell'orrido fondo dell'inferno e là restare perché dove vi sono i suoi,anche se dannati,è paradiso per lui.Alla fine tutto si dissolve,le tenebre e la luce del paradiso,tutto sparisce per riassumersi nella pura essenza del Senzaforme.Ergo l'inferno è quello che si crede inferno,il paradiso è quello che si crede paradiso. Cambiando prospettiva tutto si rovescia.La Cosa in Sé è un niente attorno a cui si dipanano fantasticamente i fili dei paradisi e degli inferni formati da centomila oggetti, luminosi, radiosi, orribili, fetidi, catastrofici, tutti inesistenti.

Una forma moderna d'inferno rovesciato è quella escogitata da Vladimir Majakovskij in "Mistero buffo", immaginando un inferno di passaggio dove gli impuri,ovvero i rappresentanti del proletariato,vanno a riscattarsi per poi ritornare sulla terra dove trovano il paradiso,ovvero il regno della felicità sociale tra le cose materiali,impastate di vita concreta. Una sorta di reincarnazione di massa marxista che passa dagli attrezzi infuocati del sottomondo a quelli freddi del sovramondo.

9)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE ALL'ANTIMONDO.

L'Antimondo è l'Akasha.

L'Akasha è terribilmente vicina e insieme terribilmente lontana.

La prima sensazione d'emozione della persona che non ha mai fatto arte di fronte alla natura o a un'opera d'arte, come vis plastica potenziale è antiarte. Essa si collega in tal modo al mondo altro.

10)ANTIARTE E ARTE DI AFRODITE, OVVERO AFRODISIACA.

Antiarte si ricollega per via d'inferno o di antimondo ad Afrodite(gr. Aphrodíte), dea greca della bellezza e dell'amore, che si richiama alla fenicia Ishtar entrata poi nel pantheon romano con il nome di Venere.

L'elaborazione del mito di Afrodite in ambiente greco s'incentrò sull'idea dell'amore, inteso però non come sentimento, ma come forza naturale di cui il sentimento amoroso non sarebbe che un sintomo. Tale forza si configurò come un potere specifico di Afrodite su ogni essere vivente, sugli dei e persino su Zeus, del quale Afrodite è anteriore per nascita, essendo nata dalla schiuma (afrós) del mare fecondato da Urano.

Un'altra versione, mal tollerando che Afrodite fosse anteriore al cosmo retto da Zeus, ne fa invece una figlia di Zeus stesso e di Dione. Le due versioni denotano l'ambiguità di Afrodite nei confronti dell'ordinamento olimpico (il cosmo di Zeus), sul quale i Greci regolavano la propria esistenza culturale. La stessa ambiguità è denotata anche dal culto, quando si distingueva tra due Afrodite: l'Urania, ossia la precosmica figlia di Urano, e la Pandémos (pubblica), ossia la divinità civica inserita nel cosmo.

Delle due Afrodite Platone nel Convito dà un'interpretazione mistica, in senso antimondano e dunque antidivino; per cui l'Urania ha tutte le sue simpatie e diventa simbolo dell'amore ideale, mentre la Pandemos diventa simbolo dell'amore volgare.

In antiarte il simbolo afroditico è l'Urania-Pandemos fusione di classico e di avanguardia, di amore trascendente e immanente. Il tutto una dialettica per salti, esistenziale e kierkegaardiana, con armonie ora logiche, compatte, imbattibili, ora sottili, enigmatiche, occulte. Il tutto nel simbolo dell'uroboros, per creare una struttura "mirabolante, assorbente, grottesca, intrecciata, compatto, per attuare la quadratura del cerchio"<(M.A.G.I.C.)>.

La funzione dialettica era già insita nell'Afrodite precosmica che poteva coinvolgere l'al di là, inteso come l'"altro" mondo o addirittura l'antimondo, il che è attestato dai suoi numerosi attributi funerari e particolarmente dal nome di Pasifaessa che ha in comune con la regina degli Inferi, o coinvolgeva un mondo religioso marginale alla religione civica: il mondo magico degli incantesimi, delle malie, dei filtri amorosi, tipico della religiosità popolare.

L'ambiguità di Afrodite viene espressa anche in miti che narrano della sua benevolenza verso gli uomini, apportatrice, però, di sventure: è il caso di Anchise, amato dalla dea e reso cieco; della guerra di Troia, scaturita dal favore da lei concesso a Paride nel rapimento di Elena.

La guerra - o il furore bellico personificato da Ares - non era estranea all'azione di Afrodite: un mito ne faceva la moglie o l'amante di Ares e la madre di Terrore e Spavento (Phobos e Deimos) che incombono sui combattenti.

Celebri luoghi di culto di Afrodite erano Cipro e Citera (donde i suoi epiteti di Cipria e di Citerea), forse le isole che fecero da tramite tra l'orientale Ishtar e la dea greca. In un culto spartano era identificata con Era, la sposa di Zeus. Sempre a Sparta, in uno stesso santuario veniva venerata come Enoplios (armata) e, effigiata in catene, come Morpho. In Atene, dove aveva un celebre santuario "tra i giardini" (en kepois), veniva a volte identificata con una delle Moire, le divinità che presiedono ai destini.

11)ANTI. RIBELLIONE ALLA COMPATTEZZA MECCANICA DELL'UNIVERSO.

Anti. Annuncia nel vocabolo l'eterna creatività dell'arte. Non hortus conclusus ma irrgartenn, labirinto vegetale le cui strutture sono riformulabili all'infinito.

12)ANTIARTE COME INSIEME COLOSSALE.

L'arte attiene a una porziuncola di spazio-tempo in cui il fenomeno estetico è inquadrato in circolarità di forme e di sostanza.

Al di là di quest'insieme regolare, a cerchio chiuso, esiste l'insieme degli insiemi che estendendosi verso l'infinito possibile genera l'antiarte.

Dio, ove mai esista, è un esito finale. All'origine ricorda la potenza aristotelica pura frammista all'élan vital di Bergson. Di là si lancia come un Internet Explorer a visitare tutti i siti cosmici cercando di sperimentare non l'ordo ma tutti gli ordini possibili(leggi campo olografici). Dio è alla fine quando compie l'impresa nel senso che non ha più ordini e strutture da esaminare e allora si spegne.

13)ANTI. ARTE DOTATA DI CARICA CULTURALE: CONTRO LE ACCADEMIE.

La forma estetica è solo una possibilità. Futurismo docet.

Può essere più forte un romanzo informale che uno equilibrato.

Quel che conta comunque è l'ispirazione. L'esperienza emozionale nel fare arte. Meglio il salumiere che va in estasi facendo poesie informi, schifose, che il letterato che opera componimenti freddi.

Siamo per le regole o per le percezioni? Le percezioni, non le regole, prevalgono. Poi se si usano regole questo è succedaneo e comunque non fondamentale(Stefano Loconte). Per l'accademia chi non rispetta le regole (il metro ritmico, la forma, la socialità del clan) non è valido, o, politicamente, non è del giro. Per noi non essere nel giro è la pura vita estetica, l'attacco dalla trincea contro la forma anchilosata del potentati estetici.

L'ipertransavanguardia del Medioevo Atomico propugnata dallo scrivente, a livello teatrale, gli ha permesso più che mai di realizzare l'arte iperfinita e il teatro totale.

In questa strategia egli ha utilizzato tutte le forme espressive(antiche, moderne, futuribili) arrivando a maneggiare in particolare forme d'arte rubbish, ovvero immondizia, scartate dall'accademia come inferiori, degeneri, desuete, creando ad esempio quelle che ha chiamato la sceneggiata d'avanguardia('A Scigna), il barocco d'avanguardia(Schreber; Overdose; Eclissi. I delitti dei Beati Frati di Mazzarino; Faeries, Das narrenraumschiff zahl elf<L'astronave dei folli n° 11>), la nuova commedia dell'arte-canovaccio(Alchimia dell'Avaro) in particolare inscritta nel Medioevo Atomico(Processo alle bestie, Urebecs, Overdose), il circo equino(Doppelgänger iudex circus), la sceneggiatura d'avanguardia(Faeries).

14)ANTIARTE COME ANTIFORMA.

Grigia è ogni teoria, il solo che resterà verde per sempre è l'albero della vita(Goethe).

Contro gl'ipocriti la forma antica dei capolavori rompe le palle, la forma va riattualizata alias non c'è esplosione di emozione, ma noia. La gente non vuole ammetterlo, ma Eschilo, Molière, Shakespeare, Pirandello sono dei cadaveri. Cioè lo sono le loro opere.

15)ANTI. ANTIARTE E ANTILEVIATANO.

Quanto alla carica politica l'Antiarte è contro il potere antiestetico, brutto, noioso.

Il fine semplice dell'azione politica antiarte è far deflagrare con metodi pacifici e gandhiani l'intero sistema dello Stato Etico per provocare l'avvento del Nuovo Stato Estetico.

Contro le élite noiose, contro il potere vacuo, contro le macchinazioni estetomafiose avallate dal sistema, opera per la prima volta nella storia il grido di accomunamento di tutti gli antiartisti del mondo tentando un'impresa paradossale antiartistica(ancora anti): la conquista del potere statale. Evento da tentare quanto meno come esperimento, come gioco, poi lo si mollerà e si rientrerà in trincea.

 

16)ANTI. ANTIANTISOCIALE.

Il sistema produttivo culturale ufficiale si è impossessato anche del nome arte(Loconte). Utilizzare il nome arte significa ricettare, acquisire qualcosa da altri rubata. Ergo va riformulato il nomen, non inventandone uno nuovo, ma innescando come miccia lo stesso nome agli antipodi: Antiarte.

D'altra parte l'artista è colui che si manifesta estesamente nel massmediale. Io non sono conosciuto. Ergo è come se non ci fossi. Qualcuno ha rubato la mia potenzialità di manifestarmi. In effetti io non sono nulla, non sono non artista, ma l'unica formula predicabile è l'opposizione totale nella mia rabbia, io sono l'antiartista.

Astrid rileva che gli scrittori piccoli o grandi inesplosi perché non pubblicato acquisiscono cariche esplosive antisociali. Per tutte vedi il J'accuse dei giudici-scrittori relegati in serie B o C uno dei quali(Monti) dice che va girando con le bombe a mano alla cintola quando va dagli editori.

In effetti se Baracca, Tizietto,Pinco Pallone sono l'arte, essendo più forti di noi nella manifestazione massmediale, noi siamo l'antiarte, pur essendo molto più forti di loro nella sostanza e nella forma artistica.

Dunque la pura vera arte è l'antiarte. Se il sociale è antisociale, perché incatena i grande artisti, l'Antiarte è antiantisociale.

17)ANTI. ANTICASO.

E' contro il caso. Cerca di portare l'artista, ogni artista del mondo, alla luce della comunicazione in posizione paritaria e con eguale potenza comunicativa, a parte gli esiti del pubblico.

Caravaggio era forte ma perché Pinco Dei Pallini che pure era bravo non eccelse? E Nerval? Perché, pur meno forte di Hugo al suo tempo ma più rivoluzionario, venne fuori circa un secolo dopo?

Fortuna. Giri di vita più o meno favorevoli.

18)ANTIARTE E ANTICANCRO.

 

Da non confondere l'antiarte con l'antiartrina onomatopea farmaco contro la gotta, composto di saligenina e salicina.

L'Antiarte dando gioia nuova alle cellule è il vero antidoto contro il tumore e contro l'AIDS.

19)ANTI E ANCHE ANTE.

L'antiarte è anche antearte. Sei davanti alla porta, o Guardiano Antiartistico della Soglia, pronta ad aprirla a trovare il prato o il colonnato greco o il baratro o l'inferno stesso.

Sei prima del tempo della manifestazione.

L'ante è prima della forma che può essere giuridica, artistica etc..(Stefano Loconte)

La particella anti, dal latino, indica il prima: antidiluviano. Anti, dal greco, indica opposizione: anticristo.

20)ANTIARTE COME FONTE ENERGETICA.

L'antiarte non è solo un fenomeno estetico, ma energetico-patafisico. Essa implica una nuova visione del mondo visto dal punto di vista dell'energia creatrice. Quella cioè che si manifesta non solo nell'arte in sé(pittura, scultura, letteratura etc.) ma in qualunque ideazione nuova del mondo, informale, matematica, geometrica etc. Si va dalla teoria della relatività di Einstein, ai paradossi matematici dell'insiemistica per intenderci.

21)ANTIARTE COME DOMINIO DELL'IMMAGINARIO.

L'antiarte riapre l'uomo al mondo di suo intero dominio: l'immaginario. Il modus operandi dell'immaginario è dato dalla sua capacità di relazionarsi col reale, soprattutto nel senso di rivoluzionarlo. Ciò che l'uomo immagina che il mondo sia, esso diventa.

22)ANTIARTE E EUDEMONISMO.

Riappropriarsi del senso dell'energia creatrice insita nell'uomo è un fenomeno di eudemonismo. L'uomo è felice solo se crea e quando crea. Poco importa se ritenga la sua creazione del new world dettatagli dai numi, dall'angelo guida o dal suo inconscio. Ciò che conta è la trance che lo prende nell'emozione travolgente che ha di creare. Creare poi è ri-creare naturalmente il mondo.

23)ANTIARTE E FORZA TRASMISSIVA DELL'ES.

La forza delle cose che si creano di esprime da sola e circola tra gli esseri fisicamente. Come le formiche si trasmettono chimicamente i messaggi per la ricerca a catena del cibo, così avviene tra gli uomini. Essi parlano, ridono, blaterano di cose banali ma l'inconscio con linguaggio sotterraneo di suoni, fonemi, gesti trasmette le vere sensazioni nei rapporti interpersonali, messaggi inconsci, energia creative(ahimè anche distruttive) di tutti i tipi.

Forse ridurre la telepatia che fa comunicare le nostre vie sotterranee a una fisicità estrema di trasmissione dati è una via più scientifica di quella secondo cui i nuclei espressivi dell'Es volano per l'aria.

24)ANTIARTE COME ANTI-ARTE.

L'arte non è predicabile come fenomeno creativo positivo, chiuso, ma solo come avversione a tutto e quindi anche a se stessa.

L'arte nel momento in cui si pone deve negarsi per esserci.

Deve negarsi come forma, che è tempo, materia, caducità.

Deve negarsi come fatto politico, perché nel tempo dei corrotti si corrompe.

Deve negarsi come concetto compiuto, sotto pena di finire.

L'invenzione estetica è detta arte. Ma l'artista per continuare ad inventare deve aggiornarsi attimo dopo attimo e per far ciò deve porsi in continua antitesi con gli altri, coi loro idola, col mondo, ma soprattutto con se stesso.

Rinnegare la compiutezza della propria opera, anche quella che appare un capolavoro di finitezza e armonia, rovescia l'arte, intesa come fatto compiuto, in antiarte. Atto di esistenzialità rivoluzionaria ad infinitum.

25)ANTIARTE COME ANTROPOLOGIZZAZIONE DELL'ARTE.

Contro l'arte classica che considera esterno il riferimento alla vita concreta e al mestiere dell'autore, l'antiarte essendo antiaccademica(per quel che di superiore spocchioso esprime l'accademia) considera fondamentale la vita dell'autore, intrinsecamente legata all'opera d'arte e pertanto valuta i mestieri specifici degli autori, che sembrano prestati dal genio artistico ai vari lavori per sperimentare da quell'angolo di visuale specifico la materia rizomatica vital-artistica.

26) ANTIARTE OVVERO IL LETTERARIO IPER-FINITO COME RIZOMA VITAL-ESTETICO.

Il Teatro dei giudici, ma potrebbe essere il Teatro dei Medici, degli Architetti, dei Salumieri.

L'antropologizzazione della creazione culturale(in tal caso attraverso al categoria dei mestieri) è un altro degli aspetti dell'antiarte, scindendo la visione classica dell'arte la vita dall'autore dalla sua opera, noi ritenendo che i due fenomeni siano strettamente intrecciati.

 

INDEX

PREMESSA

CHE COSA PRODROMICAMENTE L'ANTIARTE E'.

1)ANTI. E' LA PROVOCAZIONE.

2)ANTIARTE E' ALCHIMIA.

3)ANTIARTE E ANTIFASI, LOGICA DELL'ASSURDO.

4)ANTIARTE E ANTIVEGGENZA.

5)ANTI. COME ANTIMATERIA COL CHE SI RICOLLEGA IL FENOMENO ANTIARTE ALLA FISICA.

6)ANTIARTE E ANTICRISTO.

7)ANTI. ANTIGRAVITA'.

8)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE ALL'INFERNO DOVE E TUTTO ROVESCIATO, REGNO DEL PARADOSSO.

9)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE ALL'ANTIMONDO.

10)ANTIARTE E ARTE DI AFRODITE, OVVERO AFRODISIACA.

11)ANTI. RIBELLIONE ALLA COMPATTEZZA MECCANICA DELL'UNIVERSO.

12)ANTIARTE COME INSIEME COLOSSALE.

13)ANTI. ARTE DOTATA DI CARICA CULTURALE: CONTRO LE ACCADEMIE.

14)ANTIARTE COME ANTIFORMA.

15)ANTI. ANTIARTE E ANTILEVIATANO.

16)ANTI. ANTIANTISOCIALE.

17)ANTI. ANTICASO.

18)ANTIARTE E ANTICANCRO.

19)ANTI E ANCHE ANTE.

20)ANTIARTE COME FONTE ENERGETICA.

21)ANTIARTE COME DOMINIO DELL'IMMAGINARIO.

22)ANTIARTE E EUDEMONISMO.

23)ANTIARTE E FORZA TRASMISSIVA DELL'ES.

24)ANTIARTE COME ANTI-ARTE.

25)ANTIARTE COME ANTROPOLOGIZZAZIONE DELL'ARTE.

26) ANTIARTE OVVERO IL LETTERARIO IPER-FINITO COME RIZOMA VITAL-ESTETICO.

 
   
 

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Last updated: maggio 08, 2005.