CONVEGNO
"L'EUROPA GIUDIZIARIA UNITA PER LA LIBERTA' E SICUREZZA DEI CITTADINI
DELL'UNIONE"
LA CONTROCOSTITUZIONE DELL'EUROPA SOCIALE
di
Gennaro Francione
1)LA
PRIMA COSTITUZIONE D'EUROPA: UN TERATOMA METASTATICO NORMATIVO.
Il tema del convegno cui siamo stati chiamati a intervenire
parte da una visione di giustizia unita, atta ad assicurare una
vita sicura, libera e dignitosa per
i cittadini dell'unione.
Il tema nasce monco a
parere dello scrivente perché basa i rapporti degli europei
esclusivamente sulla libertà e sulla sicurezza, ricalcando alcuni schemi
vetusti e antiumanitari che caratterizzeranno la nuova costituzione di
Europa.
In premessa vogliamo sottolineare che la giustizia vera non è
quella dei giudici, che arriva solo come extrema
ratio, ma parte dalla profondità del sociale. Essa si realizza in
quanto si provveda a un'equa distribuzione di risorse materiali,
economiche e culturali
nell'ambito di un spirito globale di Fratellanza che se, limitato
all'Europa, porterà all'esatto contrario della sicurezza, alimentando gli
scontri e le guerre tra culture ed economie ricche e povere.
Del tutto contrario a
questa linea e, quindi non giusto, appare il Progetto di Trattato che
istituisce una Costituzione per l'Europa. Con le sue 263 pagine è più
Trattato che Progetto, un "Trattato di Progetti" potremmo dire.
In metastasi mostruosa si è riusciti con questo
Trattato-Costituzione a produrre ben 465 articoli complessivi, divisi in 4
Parti, 6 Protocolli, 2 Preamboli, un'epigrafe di Tucidide, 3
Dichiarazioni, di cui una ancora da scrivere.
E' questo il voluminoso risultato dei lavori della Convenzione
incaricata di stendere la nuova costituzione europea, iniziati a marzo del
2002 e conclusasi nel giugno 2003 col compito affidato all'Italia di
concludere il faticoso iter.
Nell'esame del megatrattato partiremo dal Preambolo, la parte
ovviamente più pubblicitaria, non giuridicamente
vincolante, dove gl'intenti appaiono gloriosi oltre ogni limite. Si
apre con una frase tratta dallo storico greco Tucidide (Tuc. II, 37),
pronunciata da Pericle nella famosa orazione sopra i caduti all'inizio
della guerra del Peloponneso:
"La nostra Costituzione si chiama democrazia perché il potere non è
nelle mani di una minoranza, ma della cerchia più ampia di
cittadini".
Un omaggio alla civiltà greca antica e al pensiero classico, una
delle basi della cultura occidentale, seguito dall'affermazione che
"l'Europa è un continente portatore di civiltà" e che bisogna
ispirarsi "alle eredità culturali, religiose e umanistiche
dell'Europa, i cui valori, sempre presenti nel suo patrimonio, hanno
ancorato nella vita della società il ruolo centrale della persona, dei
suoi diritti inviolabili e inalienabili e il rispetto del diritto (...).
Si conclude che "l'Europa, ormai riunificata, intende proseguire
questo percorso di civiltà, di progresso e di prosperità per il bene di
tutti i suoi abitanti, compresi i più deboli e bisognosi".
Belle parole che nascondono un progetto neoimperialistico e
lobbista contro le istanze dal basso di un Europa sociale. Come ha scritto
Papi Bronzini "nei
lavori per la stesura della bozza di costituzione europea, la ricerca di
una mediazione al ribasso ha prevalso sull'ambizione di un processo
costituzionale che partisse dai punti di forza del cosiddetto modello
sociale europeo, cioè di quell'articolato sistema di protezione dei
diritti sociali e individuali che ha segnato, tra alti e bassi, la vita
del vecchio continente dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta. In questo
desolante quadro la democrazia
assoluta non è riuscita nemmeno a fare capolino nelle algide stanze
di Bruxelles".
La nostra critica al
novello sistema normativo costituzionale europeo partirà proprio
dall'interpretazione dai bei principi espressi che nella realtà
richiamano solo formalmente il primato del Sapere e della Fratellanza,
quest'ultima peraltro limitata agli abitanti dell'Unione e comunque
parziale, in mancanza di una precisa previsione di normativa sociale
globale. Né poteva essere diversamente perché il Trattato è il frutto
delle politiche di stampo liberista a dieci anni dall'entrata in vigore
del trattato di Maastricht.
Guerre, privatizzazioni, attacco allo stato sociale,
precarizzazione dei rapporti di lavoro, intolleranza verso gli immigrati:
questa è la nuova Europa nascente da Maastricht. Questa è la nuovissima
Europa antiumana che uscirà dal Trattato-Monstre che inizia davvero male,
mettendo in discussione quei principi di solidarietà che per lunghi anni
ne hanno costituito l'ossatura e l'identità del nostro continente.
Il progresso è prima
di tutto Sapere e, invece, come vedremo, nella costruenda normativa viene
affermato ancora il primato dell'Economia, per di più nelle linee
consuete del liberalismo pseudosociale per cui, al di là dei falsi
intenti, i forti diventano sempre più forti e i deboli sempre più
deboli.
L'Unione richiama in sé solo come pallido fantasma la Fratellanza,
l'ultimo dei principi della rivoluzione francese che nel Mondo dell'Utopia
Reale, quello che è già oltre la Costituzione d'Europa, nuova ma già
fatiscente, assurgerà a primo dei valori che si trascina dietro gli altri
due, libertà e uguaglianza, alias
inevitabilmente compromessi.
Solo uno spirito fraterno tra i popoli e i singoli può rendere
concreto il senso della libertà, bene altrimenti
inutile quando lo squalo nel grande oceano della libertà mangia il
pesce piccolo. E a che serve l'uguaglianza predicata sulla carta, quando
il mondo è fatto di continue disparità che solo uno spirito fraterno può
riuscire a colmare?
2)L'EUROPA
DEI FORTI CONTRO I DEBOLI.
La Costituzione Europea tira giù diritto
a base di slogan come "forgiare il comune destino" e
creare un'effettiva "unità nella diversità". Per realizzare
questi intenti noi riteniamo
che già in nuce, nell'eligenda costituzione, non bastino più i mezzi
parlamentari tradizionali ma bisogna dare accesso alle rappresentanze di
minoranze che non appaiano formalmente sulla scena decisionale, o perché
non sono riuscite a porre loro rappresentanti nei parlamenti oppure perché,
avendoli posti, sono così deboli da essere schiacciati.
L'Europa come spazio pubblico e politico globale non può essere
rappresentata solo dalle istituzioni tradizionali ma deve essere vissuta
da soggetti "altri", attingendo dalla costituzione
democraticissima materiale agitata dagl'intellettuali radicali, dai
cybernauti creativi, dai movimenti sociali che portano avanti il progetto
di un'Europa e di un Mondo davvero Nuovo all'insegna della Pace e della
Fratellanza.
Oggi
non c'è una reale democrazia e la rappresentanza parlamentare del popolo
è una farsa. Vanno nei parlamenti quelli che sono sostenuti dai potentati
economici, capaci di investire nelle campagne di propaganda fatte sui
manifesti, sui giornali, in internet ma soprattutto nelle televisioni
pubbliche e private di cui sono padroni.
Le lobby massmediali e la ricchezza mandano nei seggi senatoriali
quelli che sono pronti poi ad affermare e riaffermare il logos del dominio
dei potentati economici; ergo i mandati parlamentari sono ampiamente
falsati da queste interferenze nummarie vistose, per cui le minoranze
risultano inevitabilmente sconfitte. Ergo le leggi più importanti (e la
Costituzione d'Europa lo è) sono fatte dai rappresentanti dei forti che
tendono a fortificarsi vieppiù, contro i deboli la cui sorte è lasciata
a spazi marginali di intervento come quelli caritatevoli o interessati del
Fondo sociale
Oggi, anche l'osannata Europa Unita le leggi le fanno i forti,
spinti dalle multinazionali alla
ricerca di metodologie e strutture atte a garantire e
a rafforzare i loro poteri. Ciò si verifica, ad esempio,
nell'ambito del copyright dove leggi sempre più dure vengono create per
frenare la cosiddetta pirateria quando invece la vera pirateria è di chi
vende i cd a 50 euro. Di fronte al dilagare del copy
contra legem, esaltato
proprio dalla tecnologia riproduttiva e dalla gran massa di cultura e di
sapere (il cui acquisto per vie cosiddetto legale richiederebbe patrimoni
di cui non dispongono neppure le famiglie agiate), si emanano leggi sempre
più repressive per arginare il fenomeno. D'altra parte che società
schizoide è mai questa che produce fotocopiatrici,
masterizzatori, registratori, riproduttori, comunicazioni internettiane
velocissime per la diffusione del sapere in tutte le forme e poi
criminalizza la riproduzione gratuita dell'arte globale?
I movimenti dell'anticopyright, dietro cui si muovono soprattutto
in rete fior fiori d'intellettuali, ingegneri, artisti, uomini di diritto,
sono negletti e colpiti con leggi sempre più severe che, ad esempio, in
Italia sono state poste in essere dal vecchio governo del centro-sinistra,
e rinforzate oggi dal centro-destra, a dimostrare l'assoluto servaggio dei
governi di qualunque colore alle multinazionali.
Da questa legge ferrea dell'economia che prevarica sul sapere non
sfugge la Bella Europa coi suoi metaorganismi,
incapaci per buona o cattiva fede di andare al cuore delle cose. Ma
sarà poi davvero un criminale l'insigne professor Joost Smiers che
sostiene: "La proprietà intellettuale è un furto"
o non lo sono gli oligopoli economici che lo contrastano perché
altrimenti non riuscirebbero più a "rubare" legalmente? Perché
non armonizzare, invece, il mondo secondo il li
confuciano in nome di un sapere che finalmente prevalga sull'economia e
creare mercati paralleli di serie a e b così da accontentare tutti?
E' recente la "Dichiarazione scritta sulla lotta contro al
pirateria e la contraffazione allargata"
del Parlamento Europeo al cui interno il Consiglio e la Commissione
invitano i paesi membri "Ad assicurare che la legislazione
vigente e quella futura prevedano sanzioni civili forti
e armonizzate per tutte le violazioni della proprietà intellettuale e pesanti
sanzioni per la
contraffazione su scala commerciale".
Se quella direttiva ricevesse reale attuazione certo non
basterebbero in Italia 50.000 posti già strettissimi delle nostre
carceri, occorrendo poi affittare per contenere i contravventori di tutta
Europa non un'isola ma un continente intero tipo l'Australia, dove un
tempo l'Inghilterra relegava a valanghe i suoi galeotti.
La verità è che le grandi imprese globali minano alla base la
sovranità nazionale e che i singoli paesi ne cedono una "parte"
agli organismi sovranazionali, essendo costretti ad eseguire trattati
spesso frutto non di interessi umani ma proprio degli oligopoli economici
che dettano legge a livello sovranazionale. Disobbedire per i singoli
stati significherebbe mettersi fuori della Comunità Internazionale, per
cui grazie a ricatti multipli essi sono soggiogati a leggi sempre più
repressive come quella sul diritto d'autore.
Oggi la crisi della sovranità è effetto e spinta alla
Costituzione dell'Europa Imperialista e Lobbistica in quanto soggetto
politico ancora più forte delegato a proteggere gl'interessi dei forti
contro i deboli.
Si parla nel Trattatone di una "grande avventura" per
l'Europa, ma noi sappiamo che non sarà affatto a lieto fine. Sarà
l'avventura di un'Europa definitivamente soggiogata dall'Economia.
Noi
ci battiamo, invece, per
un'Europa e un mondo diversi dove il Sapere prevalga sull'Economia. E il
sapere è anche un agire quando si permettano alle minoranze, che poi sono
schiaccianti maggioranze come nel caso della volontà di un
copyright libero e dell'arte a diffusione pressoché gratuita, di
dire la loro e di ribaltare le regole davvero nel senso che vuole il
popolo.
Insomma quando nel Progetto di Trattato i membri della Convenzione
europea arrivano addirittura a dichiararsi "riconoscenti ai membri
della Convenzione europea di aver elaborato la presente Costituzione, a
nome dei cittadini e degli Stati d'Europa", essi mentono. Perché in
effetti non stanno esprimendosi su una base reale di democrazia assoluta
cogliendo istanze dal basso, ma piuttosto nell'ambito di un liberalismo
forsennato, mosso da un pallido riflesso di colorazione e protezione
sociale come rivela l'obiettivo sinistro di tutelare lo "spazio di
libertà, sicurezza e giustizia", accanto al "mercato unico nel
quale la concorrenza è libera e non distorta" (art. 3). La
concorrenza libera significa proprio che gli oligopoli continueranno
a rimanere padroni dell'Europa e del
mondo, linea che potrà essere ribaltata solo se si farà
un'autentica costituzione popolare in cui il Sapere prevalga
sull'Economia.
Noi combattiamo per una piattaforma di diritti più avanzata che
non sia semplicemente una somma di diritti, ma sia un cambiamento radicale
del senso della cittadinanza e dell'essere uomini nel mondo.
3)LE
MINORANZE SEPPELLITE.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) fa rilevare che il
divieto di discriminazione e l'indicazione della linguistica contenuti
nella Carta dei Diritti Fondamentali e nella bozza della Costituzione non
sono sufficienti per garantire la parificazione dei circa 40 milioni di
persone appartenenti nel continente ad una minoranza linguistica.
Secondo lo studio "euromosaic" della Commissione dell'UE,
23 lingue delle 48 lingue minoritarie non hanno o hanno solo in modo
limitato "possibilità di sopravvivenza". Altre dodici lingue
minoritarie sono considerate "minacciate".
L'APM chiede, quindi, che la Costituzione Europea modificata
contenga un articolo per il riconoscimento di tutte le minoranze
linguistiche ed etniche, che si appoggi, ad esempio,
all'articolo 27 del Patto Internazionale sui Diritti civili e
politici: "In quegli Stati, nei quali esistono minoranze etniche,
religiose, o linguistiche, gli individui appartenenti a tali minoranze non
possono essere privati del diritto di avere una vita culturale propria, di
professare e praticare la propria religione, o di usare la propria lingua,
in comune con gli altri membri del proprio gruppo".
Si chiede, quindi, un
paragrafo che preveda una affermative
action su modello degli Stati Uniti d'America: "I membri di
gruppi, che di fatto sono svantaggiati, devono essere particolarmente
sostenuti".
Il discorso si ricollega anche alla vexata
quaestio sul richiamo al cristianesimo per così dire come religione
d'Europa. Intanto è un bene che non vi sia stato alcun richiamo ma ancora
in positivo sarebbe stato necessario il richiamo a un'esplicita tutela a tutte le forme di religione.
Oltre al Cristianesimo in Europa ci sono l'Ebraismo e un Islam
autonomo nei Balcani, ma poi c'è tutto un proliferare di movimenti
spirituali provenienti direttamente dall'India, per i quali s'impone una
globalizzazione autentica nel senso di tutela alla pari delle altre grandi
religioni.
Ciò al fine di rendere democratica l'Unione anche in questo campo
con un adeguato rafforzamento dei deboli. Ciò al fine di evitare episodi
come il crocifisso nelle scuole italiane che ha creato un inutile
conflitto di religione a causa proprio della predilezioni per alcuni
simboli e non per altri.
4)EUROPEI
UBER ALLES.
Lo sfondo razzista e antiglobale della prima Costituzione Europea
lo si nota anche in materie di cittadinanza europea (art. 8) che
rappresenta un privilegio antistorico di fronte alla naturale e sacrosanta
invasione fisica che subiamo da parte dei paesi del Terzo Mondo.
Gli Stati membri continuano a "determinare il volume di
ingresso nel loro territorio dei cittadini di paesi terzi provenienti da
paesi terzi allo scopo di cercarvi un lavoro subordinato o autonomo"
(art. III-168). Essi possono, insomma, tranquillamente "applicare
quelle che, se gli extracomunitari fossero merci, si chiamerebbero
restrizioni quantitative (e qualitative) alle importazioni, tassativamente
vietate dal diritto comunitario".
Quando il
Trattato-Costituzione garantisce la libertà di circolazione e soggiorno
solo ai cittadini statali, soprannominati "europei", sta
gettando per ciò solo le basi dello scontro e della guerra coi popoli
sottosviluppati, affamati, invece del dialogo costruttivo e
dell'accoglienza, l'unico capace di garantire una pacifica e armonica
convivenza tra civiltà nell'ambito di un nuovo programma
culturale-economico per cui i ricchi danno ai poveri che ricambiano con
benevolenza, lavoro, controcultura.
Il controllo delle frontiere esterne, la politica comune dei visti,
dei permessi di soggiorno, di asilo, la repressione dell'immigrazione
clandestina (artt. III-166 ss.) sono i segni chiari di un
progetto-fortezza contro la cosiddetta invasione del terzo mondo. Si
tratta di una strategia già operativa, che divide il mondo in due
blocchi, chi può entrare (America del nord, del sud, Australia, Giappone,
qualche ex colonia) e chi no (Africa, paesi arabi, Russia, tutta l'Asia).
Se l'Europa è trasformata in una fortezza assediata, già questo la pone in una posizione di guerra mascherata.
L'alternativa paradossale da noi proposta è al contrario ridurre l'Europa
a uno spazio ai minimi termini, esaltando invece la funzione di un'Europa
faro di luce e di fratellanza che, nell'agglomerazione tra tutti i popoli
del mondo, contribuisca concretamente all'emergere di quelli poveri dalla
loro indigenza.
"A Parigi nel 1789 fu lanciato il diritto di cittadinanza - ha
dichiarato Vittorio Agnoletto
in un incontro con l'ANSA - oggi, nel 2003, noi lanciamo il diritto
universale: se sei un essere umano, se sei nato qui, hai questi diritti. A
prescindere dal tuo paese di origine".
5)LE
PSEUDOLIBERTA' DELLA NUOVA EUROPA.
La libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e
dei capitali sono le magnifiche quattro libertà fondamentali dell'Unione
(art. 4; Preambolo della Carta di Nizza; art. III-14) ma manca la chiave
fondamentale: la libera circolazione del Sapere in nome del quale e di una
quanto meno utile Fratellanza non solo europea ma mondiale, chi ha dà a
chi ha bisogno culturalmente ed economicamente, ricevendo quanto
l'indigente è in grado di dare senza pesi né misure nel dare
e nell'avere.
Si tratta, quindi, ancora delle vecchie stereotipe libertà, che
sono pseudolibertà dei capitali. Gli artt. III-193 e 216 codificano per
la verità l'impegno dell'Unione a favore dell'integrazione in un mercato
globale, ma ciò non si trasforma in alcun principio reale di Fratellanza
Economica perché giammai sulla carta viene portato avanti il principio
del surclassamento del capitalismo a favore del primato del Sapere
Universale.
La più piena libertà di circolazione e stabilimento non spetta ai
cittadini europei, né tanto meno agli extra-comunitari, ma ai
"lavoratori", cioè ai soggetti impegnati in un'attività
produttiva il cui prodotto trovi una valorizzazione nel mercato.
Anche questa mercificazione dell'individuo dà il senso di una
Costituzione antiumana mentre nel mondo, soprattutto in rete e attraverso
la Rete, vengono portate avanti nuove istanze in cui l'Arte è il bene
primario dell'umanità, di cui il lavoro è un surrogato, perché è la
creatività fraterna che salva l'uomo e non la soggiogazione meccanica a
una catena di montaggio dove vali a seconda di quanto denaro hai o di
quante ore di fatica produci. Per l'elaboranda Costituzione Europea
diventa "nostro obiettivo legittimo, anzi prioritario, essere
trattati come le merci che siamo, come bonifici bancari, travel chèques e
carte di credito, cioè come capitale umano ("risorse umane",
forza lavoro e capacità cognitive) che circola liberamente, dentro e
fuori la fortezza europea. Anche questo è un paradosso della sussunzione
reale del lavoro nel capitale".
Nella Dichiarazione universale dei diritti dell'Arte(DUDDA) firmata
da artisti, scienziati, uomini di cultura al Museo del Cinema di Roma l'11
novembre 2002 all'articolo 1 si afferma: "Il Mondo è una Repubblica
Democratica, fondata sull'Arte". E al successivo articolo 14:
"Gli artisti hanno il diritto alla Fratellanza e alla
Cooperazione, attuata attraverso associazioni di mutuo soccorso col
compito di garantire la loro vita materiale e spirituale". Una via di
salute sociale, un esempio per una reale costituzione europea capace di
gettare le basi per il nuovo uomo fraterno e creativo.
6)L'ANTIUMANESIMO
MONETARIO DELLA NUOVA EUROPA.
Anche in tema monetario nel Trattato manca qualsiasi accenno alla
finanza etica. E' prevista la Banca centrale europea, pienamente
indipendente da tutto e da tutti, sovrana sulla politica monetaria
dell'area euro. L'esercizio di questa competenza resta vincolato
all'obiettivo economico primario della stabilità dei prezzi e null'altro:
"L'obiettivo principale del sistema europeo di banche centrali è il
mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della
stabilità dei prezzi, esse sostengono le politiche economiche generali
dell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi
dell'Unione" (art. 29, ribadito dall'art. III-77).
Il monetarismo, come si vede, è propugnato solo in termini di
capitalismo puro, interessato unicamente all'indipendenza totale del
sistema europeo di banche centrali (art. III-80, già art. 105), in
termini che raggiungono punte di autismo istituzionale. Anche in questo si
tiene conto a livello puramente formale della moneta senza tener conto che
in un'economia umanistica quello che conta è il reale suo potere
d'acquisto.
Altrove definimmo la Nuova Europa ragioneristica e antiumanistica e
la nuova costituzione in materia dirigistica prosegue sulla stessa linea
dell'introduzione nefasta di un euro che, almeno in Italia, ha dimezzato
il valore d'acquisto della vecchia moneta, poiché là dove l'unità di
misura era l'uno (la mille lire) ora è diventato l'euro corrispondente ad
un due, con conseguente naturale dimezzamento del potere d'acquisto.
Anche questo dirigismo monetario fondato sull'euro risponde ai
sotterranei intenti dell'Europa lobbistica, per cui arrivano a
beneficiarne della circolazione aurea unificata solo i forti, sia come
paesi che come oligopoli economici che su quel dirigismo lucrano e
prosperano.
Manca qualsiasi ipotesi a monte di riforma umanitaria della Banca
Europea che potrebbe riflettersi sulla Banca mondiale,
la cui attività produce nefaste conseguenze sociali ed ambientali
sui progetti finanziati nei paesi in via di sviluppo, ma anche negli stati
dell'Unione.
Manca una riforma dell'istituto secondo i principi dello sviluppo
compatibile ed equo e in base alle necessità delle comunità locali.
Manca qualsiasi accenno a una
riforma globale del sistema finanziario e contro gli effetti della
speculazione finanziaria sul modello della Tobin
tax, ovvero il prelievo dello 0,1-0,5% da applicare alle transazioni
valutarie. Secondo una stima, attraverso questa tassa si potrebbero
raccogliere tra i 90 e i 100 miliardi di dollari l'anno da destinare a
progetti di cooperazione allo sviluppo.
Manca qualsiasi attacco alle cosiddette Banche usuraie che
concedono prestiti esosi solo su garanzie(che naturalmente chi non ha non
può dare). Manca l'attacco risolutivo e devastante alla Banche armate
ovvero banche e istituti di credito che sostengono il commercio delle
armi, anche nei confronti di paesi in guerra. Nel 1998 il giro di questi
sporchi affari è stato di 1.236 miliardi di lire.
Oggi ad opporsi all'Europa sciagurata della moneta unica rimane
solo il "movimento dei movimenti", il movimento internazionale
no global il quale, al di là delle deprecabili frange di violenza,
risulta formato da pacifici intellettuali e giovani critici il cui
unico intento è la salvezza sociale ed economica dell'uomo.
7)LA
POLITICA SOCIALE E
AMBIENTALE.
La Costituzione d'Europa improntata alla globalizzazione
neoliberista è un fallimento per le istanze sociali dell'Uomo Europeo.
"Se le banche sono le balene che non ci parlano, le politiche
sociali sono le sirene che ci vorrebbero cantare una canzonetta. E il
mitico Protocollo sociale, in origine come un sospiro dal sen fuggito di
Maastricht, in buona sostanza ritorna quasi intatto negli artt. III-103 e
III-104 (già artt. 136 e 137, già artt. 117 e 118 del Trattato
istitutivo). L'art. III-103 è certo bellissimo: promozione
dell'occupazione, miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro,
protezione sociale adeguata, "dialogo sociale", "sviluppo
delle risorse umane", lotta all'emarginazione".
In materia di politica sociale, a norma dell'art. III-104, l'Unione
"sostiene e completa l'azione degli Stati membri" (a cui è
stato tolto lo strumento monetario), adottando solamente
"prescrizioni minime applicabili progressivamente", per di più
all'unanimità del Consiglio. L'unanimità è prevista, fra le altre cose,
per le condizioni di lavoro, la sicurezza e protezione sociale, la
disciplina dei licenziamenti, le condizioni di impiego degli
extra-comunitari.
E' questa unanimità che ci spaventa quella che tendendo a
omogeneizzare in effetti finisce per
creare disuguaglianze perché a situazioni diseguali non si può
rispondere con leggi eguali. Siamo ancora scossi dal Trattato di
Maastricht attraverso il quale si sono imposti, in nome del Patto di
stabilità, grandi sacrifici ai cittadini e alle cittadine. Quando gli
stati hanno paura dei cambiamenti invocano la stabilità
economico-sociale, unitamente a leggi sanzionatorie soprattutto di
carattere penale per assicurare col terrore quello che invece dovrebbe
eventualmente essere conseguenza dell'armonia
sociale per cui a ognuno vien dato quanto ha bisogno, dando quanto riesca
a dare.
Nella politica repressiva europea spaventano i tagli al welfare. Ci
spaventano gli allungamenti dei tempi pensionistici per cui gli stati
indebitati oltre misura pensano di risolvere i loro problemi creando
operai-mummie alla maniera di Metropolis
di Laing, senza tener conto che il protrarsi del lavoro fino
a tarda età toglie possibilità ai giovani. Così si pagano in termini di disoccupazione, di disagio sociale, di
criminalità per sopravvivere ciò che si dubita si sia poi risparmiato da
quell'altra parte.
Nel testo licenziato ci si richiama a un generico diritto a
lavorare. Manca invece la categorica asserzione del diritto al lavoro che
intanto può realizzarsi concretamente nell'ambito di una politica che
predichi: "Lavorare tutti, lavorare meno".
Anche nel campo della politica ambientale la costituzione appare
assai carente, mancando un reale impatto con i problemi del pianeta. Qui
va tutto rifatto più che mai, ridisegnando una nuova visione europea che
cerchi di mettere al centro i veri problemi dell'uomo futuro: il diritto
alla salute, il diritto all'ambiente (e non la "tutela"
dell'ambiente come scritta attualmente), il diritto all'abitare, il
diritto all'acqua.
In questi settori il liberismo sfrenato ha prodotto la
privatizzazione selvaggia di imprese e servizi creando grossi scompensi
sociali. La carta ancora una volta parla di libera competizione ma nulla
dice nulla a proposito di un'equa distribuzione delle risorse.
Oggi l'80% delle risorse dell'agricoltura europea va a industrie
sovranazionali e tutto il programma tende a ridurre la varietà di colture
nelle regioni del nostro continente e ad aumentare le esportazioni.
Bisogna, invece, difendere le specificità regionali e nazionali,
ricordando che in Italia, negli ultimi 12 mesi, ogni 10 minuti ha chiuso i
battenti un'azienda agricola a conduzione familiare. "L'Europa deve
dare aiuti anche alle piccole e medie imprese agricole e in questo siamo
in rotta di collisione con la Commissione europea di Prodi e del
commissario Lamy" afferma lapidario Agnoletto in un recente
intervento.
Noi siamo qui a gingillarci con le leggi di un'economia
antiglobale, a dare i numeri
alle agricolture dei paesi europei e là nel mondo lontano, eppure così
vicino, c'è un popolo enorme accomunato da una tragedia: la fame.
Sono 842 milioni. La Fao ha lanciato un nuovo allarme nel suo
rapporto annuale su Lo stato
dell'insicurezza alimentare nel mondo 2003. E ha diffuso cifre
inquietanti: 798 milioni di persone vivono senza cibo nei Paesi in via di
sviluppo; 34 milioni nei Paesi mediamente sviluppati e 10 milioni nel
mondo industrializzato.
La fame nel mondo galoppa insomma e i numeri invece di diminuire,
aumentano.
La soluzione? Sulla base del rapporto, è necessario un maggiore
impegno nella realizzazione del Programma anti-fame, proposto di recente
dalla Fao: migliorare la produttività agricola nelle comunità rurali
povere, sviluppare e preservare le risorse naturali, espandere le
infrastrutture rurali e allargare l'accesso al mercato, rafforzare le
capacità di generare e diffondere le conoscenze, garantire l'accesso al
cibo a chi ne ha più bisogno. Inevitabile, poi, - ha sottolineato Hartwig
de Haen, vice-direttore generale della Fao - l'impegno politico dei vari
Paesi che dovranno impegnarsi in riforme e investire risorse.
Ancora una volta una politica europea non globalizzata, di
distribuzione delle nostre risorse sull'intero pianeta e non solo nella
nostra area continentale può risolvere i problemi primari di tanti popoli
e con questo salvaguardare il nostro bisogno primario di sicurezza ad
evitare che essi ci invadano come è loro diritto. Diritto di chi si
sposti in aree più fertili per garantire la sopravvivenza propria e delle
famiglie moribonde lasciate nelle terre lontane. Perché noi dobbiamo
vivere nell'abbondanza e gettare cibo, avendone sin troppo, e loro non
hanno neppure l'acqua per dissetarsi?
Oggi il sostegno alle politiche agricole produce dumping
nei paesi del sud del mondo, mancando un quadro organico per far sì che
quelle agricolture abbiano uno spazio adeguato sulla scena planetaria.
Portare ricchezza sotto forma d'impresa, politiche agricole, tecnologie
avanzate, cooperazione etc. ai paesi poveri riduce il gap tra gente povera
e ricca. Conseguentemente il miglioramento delle condizioni sociali di
tutti riduce i fenomeni di immigrazione, criminalità, mafia etc. che sono
comunque un costo grave da pagare per i paesi soprasviluppati.
Oggi una fonte di autentica ispirazione per alternative valide alla
soluzione dei conflitti
sociali viene dai movimenti sociali pacifisti, dal popolo internettiano
sanamente globalizzato, dai radicali del pensiero pro
homine che hanno, tutti,
la "democrazia assoluta" come opzione di fondo. Eppure, essi
sono vistosamente assenti dal tavolo della eligenda nuova costituzione che
creerà così solo il baraccone fatiscente del Mangiafuoco grassatore.
8)LA
SICUREZZA.
Grande spazio viene dato nella Costituzione al problema sicurezza
tanto che la politica estera e di sicurezza comune in senso stretto (il
terzo "pilastro" del tempio), rimane generalmente coperta dalla
regola dell'unanimità (art. III-201).
La verità è che il trattato è sorretto da un militarismo di
fondo necessario a difendere non gli uomini(quelli sono carne da macello)
quanto il capitalismo e le
sue lobby. O comunque per garantire il proliferare delle industrie
pesanti, le stesse che hanno messo lo zampino potente in tutte le grandi
guerre mondiali e nei piccoli
devastanti conflitti dell'era atomica. "Dentro la fortezza europea
non può che esserci la caserma europea".
Vengono qui in rilievo gli aspetti militaristi e contraddittori
espressi dalla "nuova" Europa. Il testo parla di
"promuovere la pace" e non di "ripudiare la guerra",
perché la scelta fatta rimane comunque un'opzione militare, che invoca un
modello moderno di difesa, in altre parole un riarmo.
Invece del dialogo, invece dell'opzione sociale e realmente
globalizzata che implica un
interscambio con tutti i paesi del mondo per cercare di individuare i
perché delle guerre e
risolverli pacificamente, l'Europa difendendosi attacca. E di brutto.
La progettata nuova costituzione europea attraverso gli artt. 40,
42 e III-210. sembra aver
acquisito una volta per tutte la pseudemocratica finzione della necessità
della guerra preventiva contro il terrorismo tanto osannata da Bush.
E così invece che trasformarsi in un faro di pace, l'Europa
diventa testa di ponte nella guerra contro i terroristi.
L'art. III-210 apparecchia una gran quantità di interventi
militari: oltre alle "missioni umanitarie e di soccorso", alle
"missioni di consulenza e assistenza in materia militare", alle
missioni di peace-keeping e peace-enforcing, anche "azioni congiunte in materia di
disarmo" e "missioni di prevenzione dei conflitti". Il
Progetto prevede che "tutte queste missioni possono contribuire alla
lotta contro il terrorismo".
L'art. 42 - sarcasticamente
chiamato "clausola di solidarietà" - prevede che "l'Unione
mobilita tutti gli strumenti di cui dispone, inclusi i mezzi militari
messi a sua disposizione dagli Stati membri, per (...) prevenire la
minaccia terroristica sul territorio degli Stati membri; proteggere le
istituzioni democratiche e la popolazione civile da un eventuale attacco
terroristico...".
Tutto ciò va contro il ripudio totale della guerra di stati come
quello italiano (vedi art. 11 della nostra costituzione). Ora gli Stati
membri addirittura si impegnano solennemente a migliorare le proprie
"capacità militari" (come scrivono nella Costituzione, art. 40)
e a tale fine istituiscono un'autorità indipendente, l'Agenzia europea
per gli armamenti (art. 40, art. III-212).
Sempre l'art. 40 prevede che l'Unione possa impegnarsi "in
missioni al suo esterno per garantire il mantenimento della pace, la
prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza
internazionale".
Missioni all'esterno per "prevenire" conflitti. Eufemismi
da Grande Fratello. Non
quello di Mediaset ma di Orwell.
L'Iraq è stato invaso "a fin di bene" ma ci chiediamo
ancora cosa si aspetta per il ritiro delle truppe dei paesi europei da
quelle zone. Perché non vengono passati i poteri all'Onu? Perché non si
organizzano subito elezioni democratiche per l'autodeterminazione degli
iracheni? Chi gestisce e con quali introiti giorno dopo giorno i pozzi di
petrolio di quel paese dilaniato?
La verità è che qualunque guerra di offesa o di pseudodifesa è
male e porta distruzione e
morte di innocenti come soprattutto le situazioni belliche nel Medioriente, ammantate di
pseudopacifismo, dimostrano. Questo perché
"Da soli non si vince". Mai.
Solo il dialogo con gli extranei, con i nostri "nemici"
può portare a una reale pace e
armonia nel mondo.
9)LA
CONTROCOSTITUZIONE DELLA NUOVA EUROPA SOCIALE: IL PRIMATO REALE DEL SAPERE
E DELLA FRATELLANZA.
Un dilemma pesante, di fronte
a questa politica antiumana emergente dalla cosiddetta nuova
Europa, è per i giudici
onesti quello: "Può un giudice giusto applicare principi
costituzionali e leggi ingiuste?". Un dilemma reso ancor più
angoscioso dal fatto che le lobby economiche agiranno domani in maniera
ancora più spavalda, sorrette dalle nuove norme costituzionali che danno
loro ragione a scapito dei
deboli.
La prima via verso la soluzione del dilemma sta nell'idea che la
prima vera giustizia è proprio quella che si realizza nella politica
sociale, nella vita comune dei cittadini deboli che vanno rafforzati,
indebolendo i forti per realizzare una reale uguaglianza tra le genti. E'
questa una via solutoria politica a cui i magistrati come cittadini ma poi
anche come giudici non possono sfuggire, non potendosi ammettere che
risponda allo ius applicare principi che ledano i deboli a favore dei
forti. Bisogna agire ai limiti delle proprie possibilità e anche oltre
contro il diritto della forza, in nome della forza del diritto.
In Italia è la costituzione stessa a prevederlo là dove, all'art.
3, dopo aver sancito l'uguaglianza tra tutti gli uomini impone allo Stato,
e i giudici sono lo stato, di rimuovere tutti "gli ostacoli di
ordine economico e sociale che,
limitando di fatto, la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana".
La Persona Umana. Questa la chiave per la costruzione di una nuova
costituzione d'Europa che vediamo pochissimo citata nell'attuale. Questa
la cifra su cui ogni magistrato onesto
e davvero giusto, in chiave antisocratica, deve improntare la sua
azione a rischio della sua carriera e
talora della sua stessa vita.
Un'azione questa di tale portata da coinvolgere non solo i giudici,
ma tutti gli addetti ai lavori nel campo della giustizia, per uscire poi
fuori dai tribunali e attingere qualsiasi individuo di buona volontà, non
importa quale mestiere, opera, arte impresa svolga. Ciò perché la
giustizia va realizzata prima di tutto nel mondo, tra la gente comune, al
fine di rendere alfine vuote le aule di Temi.
Per una proposta credibile e concreta in nome della costruzione di
"un'altra Europa", per consolidare un movimento incisivo in
opposizione a qualsiasi costituzione europea che tagli fuori i diritti
dell'Uomo Sociale, la mobilitazione deve partire dal basso.
Per sovvertire i responsi del Trattato-Monstre tutt'altro che
giusti, il Nuovo Mondo - per il quale l'Europa attuale è già vecchia -
richiede il riconoscimento da parte della specie umana del diritto alla
Creatività e al Sapere, autentico nuovo pilastro su cui rifondare Liberté, Egalité, Fraternité. Questi principi così rinnovati
saranno atti a garantire nei secoli futuri la coesistenza pacifica della
vita nel Mondo,
soprattutto ove si faccia prevalere quello spirito di Fratellanza così
negletto in questo Trattato.
Per giungere a tanto bisognerà rivedere subito la carta
costituzionale dell'Europa che stanno costruendo, essendo essa ancorata ai
vecchi schemi del capitalismo degli squali, i quali porteranno solo
sopraffazione dell'uomo sull'uomo, industrie pesanti, guerre e
distruzione, avendoci presi
noi tutti, coscienti o ciechi, nel gorgo esiziale di un inestinguibile
arricchimento dei ricchi contro i poveri.
Pur nel nostro laicismo ateo non possiamo fare a meno di
richiamarci come metafora e
per la bellezza della rappresentazione alla visione di Gioacchino da
Fiore.
Dopo il fallimento postcristico di 2000 anni di falsa etica, l'Uomo
Acquario tenterà la via della Fratellanza secondo le linee profetiche di
Gioacchino da Fiore
che concepì l'avvento di una nuova era dello Spirito nelle sue opere, Concordia
Novi ac Veteris Testamenti, Expositio in Apocalypsim e Psalterium
decem chordarum.
Vi configura un grandioso disegno della storia umana intimamente
legata alla sua evoluzione religiosa e fondata su presupposti strettamente
cristiani, pur analizzando temi inusuali per la teologia tradizionale
quali l'avvento dello Spirito Santo sulla Terra secondo una procedura
trinitaria.
Nella prima età, quella del Padre, gli uomini vivono in stato di
minorità, sotto il dominio della legge e
del timore. Nella seconda, si verifica l'avvento del Nuovo
Testamento e del Figlio, venuto a liberare l'uomo dalla legge e a
rivelargli il suo destino, attraverso la fede e la bontà.
Dovrà seguire l'età dello Spirito, o della libertà dispiegata,
con la presa di possesso dei doni divini e la realizzazione della storia
nella Pace e nell'Amore Scambievole.
E così, alla prima età del timore e alla seconda della fede,
dovrà seguire la terza che sarà quella della verità
e dell'Amicizia e
della Grazia. L'Amicizia è
la Fratellanza dei Popoli, la Grazia è l'essere baciati dal dono della
creazione di un mondo nuovo, parafrasi e vangelo eterno della Genesi.
Gioacchino fu inquisito da morto. Era defunto da 10 anni quando
Innocenzo III nel Concilio Lateranense del 1212 riprovò le sue teorie. Ma
l'idea di fondo rimane irrefragabile, quella di un'autentica rinnovata
Europa non più fondata sui padroni-schiavi, rispettivamente
capitalisti-lavoratori da
garantire nella zona prediletta, ma sulla libera unione fraterna degli
uomini liberi di qualunque parte del mondo. Tutti fratelli,
e in questo senso, finalmente, tutti liberi e uguali nella nuova
Europa del Mondo che nascerà dalle ceneri di questa costituzione che
appena nata è destinata a essere già carta bruciata.
Ciò in nome della vera Nuova Europa Fraterna e Sociale. Quella cioè
della coesione di tutte le forze presenti nel vecchio continente
paradossalmente collegate con quelle extraeuropee. Per fare questo
bisogna dialogare, conoscersi, capirsi.
Anna
Maria Angelone, Ecco la nuova
costituzione europea, 20/6/2003,
http://www.panorama.it/europa/unione/articolo/ix1-A020001019649
Cadde
nell'inverno 431-430 a. C..
La Costituzione europea del Futuro. Un breviario,
su http://www.rekombinant.org/article.php?sid=2155.
Vedi
http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Settembre-2001/0109lm28.01.html
Una proposta di questo genere l'ha avanzata lo scrivente l'11 novembre
2003 nel corso
del Convegno "Ad
un anno dalla regolarizzazione: emersione o integrazione? La legge
Bossi-Fini alla prova della realtà", organizzato
dall'Associazione Nazionale Antirazzista Interetnica "3
Febbraio" a Napoli presso la Sala della Provincia "Santa
Maria La Nova", presentando
Integrazione immigrati. Mezzi di
sostentamento e anticopyright.
Su
Bollettino SIAE maggio-agosto 2003 p. 24.
linguistico
e libertà religiosa!, su
http://www.mail-archive.com/conflitti@peacelink.it/msg00098.html; ma
anche www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031001it.html; www.gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030630ait.html;
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030925it.html;
www.gfbv.it/2c-stampa/03-1/030326ait.html;
www.gfbv.it/3dossier/eu-min/eu-cost.html;
www.gfbv.it/3dossier/dir-min.html;
www.gfbv.it/3dossier/eu-min/altrelingue.html;
www.gfbv.it/3dossier/cost-ue-it.html;
www.gfbv.it/3dossier/eu-min/eu-lingue.html; www: www.eblul.org;
www.ciemen.org; europa.eu.int/futurum; www.uoc.edu/euromosaic
Da
La Costituzione europea del
Futuro. Un breviario, art. cit..
Su
http://www.ansa.it/europa/altredalleuropa/20031110195232750757.html
Da
La Costituzione europea del
Futuro. Un breviario, art. cit..
Referenti
in Italia: CROCEVIA: www.crocevia.org/; MANI TESE:
www.manitese.it/manitese.htm; GREENPEACE ITALIA: www.greenpeace.it/;
SBANCALABANCA: www.sbancalabanca.org/
Luther Blisset, Cyberunderground, Ed. Simone, Napoli giugno 2001, p. 99-100.
Promotori:
Le riviste missionarie: NIGRIZIA: www.nigrizia.it/; MISSIONE OGGI:
www.saveriani.bs.it/missioneoggi/; MOSAICO DI PACE:
www.peacelink.it/mosaipax.html; LA CAMPAGNA CHIAMA L'AFRICA:
www.peacelink.it/africa/gafrica.html
La Costituzione europea del Futuro. Un breviario,
art. cit..
Così
Vittorio Agnoletto in un incontro con l'ANSA
su
http://www.ansa.it/europa/altredalleuropa/20031110195232750757.html
Da http://www.promiseland.it/view.php?id=707
Abbandono
a mo' di immondizia.
La Costituzione europea del
Futuro. Un breviario, art. cit..
Vedi
preambolo DUDDA su http://www.antiarte.it/dudda1.htm.
Celico
ca. 1130-Canale 1202. Dapprima cistercense, dopo il 1187 si ritira in
meditazione sulla Sila dove, raggiunto da alcuni seguaci, ispirandosi
ai modelli degli eremi della Tebaide, costruisce l'eremo di S.
Giovanni in Fiore e costituisce l'ordine detto florense, approvato da
papa Celestino III nel 1196.
Da
L'arte Incatenata, inedito
di G. Francione.