Venera la libera circolazione delle informazioni, possiede un testo sacro e delle liturgie precise. Ha già 3000 adepti e, da qualche giorno, ha anche ricevuto il riconoscimento ufficiale dallo stato svedese. Linkiesta ha intervistato Isak Gerson, 20 anni, studente e fondatore della Chiesa Missionaria del Kopimismo.
"Copy and seed", copia e diffondi. Così mi saluta, al termine dell'intervista, Isak Gerson, ventenne studente di filosofia svedese che un anno fa ha fondato il Kopimismo, la religione che santifica la pirateria. La Chiesa Missionaria del Kopimismo - questo il nome completo - è stata riconosciuta ufficialmente, il 5 gennaio, dal Kammarkollegiet, l’organo statale con sede a Stoccolma che si occupa di registrare le autorità religiose.
La Chiesa trae origine da Kopimi, un movimento che predica la libera circolazione delle informazioni. Il simbolo di Kopimi, consistente in una K inserita all'interno di una piramide, è diventato anche il simbolo della neonata religione. Come si può facilmente intuire, il Kopimismo santifica la libertà di copia e venera il file sharing. Ha anche un testo sacro, intitolato Pows, Broccoli and Kopimi (che potete sfogliare qui) che elenca, tra il serio e il faceto, "100 roads to #g-d", cento modi per arrivare a Dio, una lista di scherzosi comandamenti 2.0.
Ottenere la registrazione presso gli uffici governativi non è stato semplice. I primi due tentativi di Gerson sono andati a vuoto. Il giovane ha dovuto dimostrare che la chiesa avesse tutte le carte in regola, fornendo, tra le altre cose, anche la lista dei simboli ritenuti sacri dagli adepti: tra di essi ci sono Ctrl+C e Ctrl+V, le due combinazioni di tasti che indicano le operazioni di "Copia" e "Incolla". Il credo kopimista non prevede la vita dopo la morte, perché, spiega Gerson, non ce n'è bisogno: "L'informazione muore quando viene dimenticata, ma finché verrà copiata, sopravviverà".
Isak, come è nata l'idea
di fondare una religione?
L’idea, in realtà, non è mia. Si tratta di una proposta
che ha girato su internet per anni. Allora abbiamo
pensato: "Abbiamo tutti una fede in comune, perché non
dovremmo creare una Chiesa?"
Qual è il messaggio del
Kopimismo?
Semplicemente che copiare è sacro e che tutti dovrebbero
copiare di più.
Com'è organizzata la
Chiesa?
Siamo un'organizzazione abbastanza estesa. Comunichiamo
tra di noi soprattutto attraverso varie pagine web e una
chat IRC.
Quanti membri conta?
All'ultimo conteggio effettuato, eravamo circa 3000.
Avete dei rituali?
Venerate un Dio?
No, nessun Dio. Abbiamo una liturgia chiamata Kopyacting,
in cui ci connettiamo gli uni con gli altri attraverso
una stanza, che non dev'essere per forza un luogo fisico
ma può essere anche un server, e ci scambiamo file
copiati. La liturgia si conclude con un'incoraggiamento
a copiare le informazioni ad altre persone.
Cosa pensa la Chiesa del
Kopimismo delle leggi sul copyright?
Pensiamo che siano disastrose: il copyright andrebbe
abolito. Personalmente, non temo queste leggi. Avendo
studiato crittografia, so come cavarmela in certe
situazioni. Ma ho paura per quelli che non ne sono
capaci e potrebbero venire beccati.
Siete legati in qualche
modo al Partito Pirata, movimento politico che in Svezia
esiste dal 2006?
No, nel modo più assoluto.
Ora che la Chiesa è stata
riconosciuta, cosa cambia per voi?
Personalmente mi aspetto che il numero degli adepti
continui ad aumentare e, ovviamente, che il file sharing
venga accettato pubblicamente sempre di più.