Amsterdam - È olandese la prima organizzazione che rappresenta autori
ed editori di musica ad aprirsi a
Creative Commons,
collaborando a favore della cultura musicale del proprio paese,
aprendosi ad un panorama di
licenze flessibili
, che concedano agli artisti una maggiore libertà di scelta nel
promuovere e sfruttare il proprio operato.
Fino al 23 agosto,
annuncia
Buma/Stemra, il corrispettivo locale della SIAE, di fronte
agli artisti olandesi si poneva una
scelta quasi obbligata.
Si potevano infatti percorrere i
canali tradizionali,
come
ricorda
Slyck, affidando la gestione delle proprie opere a società
di settore, ma chi decideva di affidarsi all'organizzazione preposta
alla gestione dei diritti era nei fatti impossibilitato a distribuire
poi gratuitamente le proprie opere online senza che l'operazione
venisse paragonata ad un furto da parte delle organizzazioni stesse.
L'unica alternativa per coloro che, come anche numerosi
artisti
italiani,
intendevano distribuire gratuitamente la propria musica in Rete, era
rappresentata dalle
licenze Creative Commons, in
grado, con la clausola "non commercial", di tutelarli da
redistribuzioni per scopi commerciali. In questo modo l'autore era in
grado di cavalcare il passaparola della Rete per guadagnare un bacino
d'utenza che potesse garantirgli di trarre profitto da iniziative
collaterali, merchandising o esibizioni dal vivo. Questa scelta
comportava però la
rinuncia a delegare alle società deputate
la gestione dei diritti per gli usi commerciali del proprio
repertorio.
Questo scenario rigido è stato temperato dall'iniziativa nata dalla
negoziazione tra Creative Commons e
Buma/Stemra, spinta dalla
mobilitazione
di
netizen,
artisti ed etichette indipendenti olandesi. La società, d'ora in poi,
permetterà agli autori di
godere della complementarità tra
licenze Creative Commons e il sistema tradizionale di
gestione dei diritti, sfruttando le licenze Creative Commons per gli
usi non commerciali del proprio repertorio e approfittando dei
tradizionali meccanismi di retribuzione per gli usi commerciali.
Per gli artisti sarà quindi possibile rilasciare un'opera sotto
licenza Creative Commons "non commercial" al fine di
tutelarla e di distribuirla e sarà loro concesso, al tempo stesso, di
ammettere per essa alcuni usi commerciali i cui proventi saranno
raccolti e redistribuiti da
Buma/Stemra.
L'apertura ad una maggiore flessibilità nella gestione dei diritti
dimostra come l'Olanda abbia compreso come la Rete possa contribuire
alla diffusione della cultura musicale, un canale che può fungere da
volano per altri tipi di redditizie distribuzioni. Plaude
all'iniziativa il Ministro dell'Educazione, della Cultura e della
Scienza Ronald Plasterk, che qualche blogger
invidia
all'Olanda, mentre
Lawrence
Lessig, deus ex machina di
Creative
Commons International, definisce il progetto "il primo passo
avanti verso una libertà di scelta nel campo dello sfruttamento della
musica nel mondo digitale".
Gaia Bottà