Dal "CORRIERE
DEL MEZZOGIORNO"
25 SETTEMBRE 2001 rip. da http://www.noglobal.org/nato/artic/disobbedire.htm
In guerra? Legittimo disobbedire
di NICOLA QUATRANO - magistrato -
Caro direttore,
da Napoli partirà la prima manifestazione globale contro la
guerra,dopo
quelle spontanee
dei campus americani e il forte appello del papa in Kazakhstan.
Sappia,chi vi parteciperà, che è questa la misura di quanto si
può fare e
che la protesta sarà tanto più
alta e forte, se riuscirà a evitare ogni provocazione e
trappola,anche solo
della violenza mimata e verbale.
Dovrà essere un esercizio di libertà, contro la
militarizzazione delle coscienze. Un
esercizio di intelligenza e razionalità, in un mondo nel
quale spirano i venti della prepotenza irrazionale e spaventata
e
sembra correre, anche solo per forza di inerzia, verso un
tragico
epilogo. Che altro pensare della retorica di questi giorni?
Mentre il
presidente del Consiglio Berlusconi chiede per l'Italia
l'ammissione
alla prima linea e l'amministrazione Usa - prodiga di roboanti
annunci,
dopo la latitanza nel momento del pericolo - ha indicato il
nuovo «nemico» alla comunità internazionale,sulla base di
prove che
nessuno ancora conosce.Avvertendo che utilizzerà, contro di
lui, le
stesse tecniche dei terroristi (Quali? Forse le stragi di
innocenti?) o
addirittura le armi nucleari. Ciò nonostante, il nostro premier
sembra
stregato all'idea di potersi sedere, tra i vincitori, al «tavolo
della
pace», come sognava quel suo predecessore sfortunato. O spera,
come
tragicamente l'Urss prima di lui, che tutto si risolva in una
passeggiata. Sappiano almeno, coloro che oggi applaudono,che
questa è
una guerra senza possibili soluzioni militari, un'operazione «infinita»
contro un numero indeterminato di popoli e paesi, tale da
aggravare le
tensioni planetarie, esposta al pericolo di ritorsioni
terroristiche
anche sul nostro territorio e che, sotto il profilo
squisitamente
logistico, rischia di dover ricorrere, prima o poi, alla leva
obbligatoria. Io, da giurista, so che l'«Italia ripudia la
guerra come
strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo
di
risoluzione delle controversie internazionali» e che eventuali
azioni
che si pongano fuori dal dettato costituzionale legittimerebbero
il rifiuto di obbedire, il diritto
di «resistenza» contro un ordine palesemente illegittimo, del
nostro
ordinamento ammesso e, in taluni casi, garantito.
Da cittadino preoccupato, inoltre,cerco di tenere distinti
l'orrore per quanto
successo a Manhattan dalla codina adesione ai sentimenti
pubblicizzati
in televisione. Così mi sembra abbia ragione Susan Sontang nel
dire che
i fatti di New York sono ignobili e disumani, ma per niente un
attacco
alla «libertà», all'«umanità», alla «civiltà».
Piuttosto, e più
concretamente, un atto di terrorismo contro l'«autoproclamata
Superpotenza del mondo», sferrato da uomini allevati e
coccolati dagli
stessi Stati Uniti,dapprima in funzione antisovietica,poi contro
il
nemico universale di turno (in Bosnia contro Milosevic, per
esempio).
Viene quindi da pensare che, se Bin Laden deve essere
neutralizzato,
questo sia compito e responsabilità esclusiva di chi lo ha
creato dal
nulla, dell'apprendista stregone che ha evocato il mostro che
ora gli
si rivolta contro: altro che scontro tra Bene e Male! E ci
vorrebbe -
certamente più etica ed efficace del disastro bellico -un'azione
politica radicalmente critica della storia recente, diretta a
recidere
gli strani legami finanziari e militari che uniscono gli Usa ai
loro
nemici... Ma so anche che è molto più facile fare la guerra,
tanto più
che il complesso industriale-militare che ha sostenuto
l'elezione di
Bush rischia di restare orfano del business dello scudo
stellare. A
coloro, infine, che propongono un minuto di silenzio ogni anno
per
ciascuna delle vittime di Manhattan, dico sommessamente che il
mondo
dovrebbe addirittura fermarsi, se si volessero in egual modo
commemorare le vittime innocenti di Sabra e Chatila, Tall al
Zaatar,
del Cile di Pinochet, dell'Argentina dei militari, dell'Uruguay
e del
Messico, dell'embargo contro l'Iraq, di Panama, di Belgrado
bombardata... a meno che non si considerino esseri umani
soltanto i
ricchi.