ALCHIMIA
E SCIENZA DELLA GRUNDNORM
di
Gennaro
Francione
Nel corso del Convegno "La Costituzione Europea come
prodotto istituzionale unitario degli stati membri dell'Unione
Europea scaturente dalla teoria dell'accordo" (sotto l'alto
Patrocinio del Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Ordine degli
Avvocati di Roma, l'Azione Internazionale Giustizia e l'Europa
Giudiziaria Unita, Uff. Stampa EUGIUS), Francione ha presentato il
14 settembre 2000 presso il Tribunale Penale Roma
la sottocitata relazione.
Nella comunicazione ha adottato come metafora per la nuova
procedura scientifica da adottare in materia il
laboratorio dei chimici.
Nella scienza e specificamente in quella
giuridico-costituzionale non basta enunciare un principio ma
bisogna attuarlo e verificarne l'efficacia concreta lo in
laboratorio. Ciò richiede una strumentazione(alambicchi, pipette
etc.) e l'uso di composti tali per cui si verifichi uno stato di
equilibrio dinamico tra gli opposti componenti, quando cioè due
reazioni opposte avvengono contemporaneamente e alla stessa
velocità. Nel caso
ciò non si verifichi si ricorre ad escamotage come i
catalizzatori, che causano un aumento
o una diminuzione della velocità di una reazione.
Fuor di metafora la costituzionalizzazione dei principi
fondamentali e in generale la teoria dell'accordo tra forze
socioeconomiche forti e deboli
può funzionare solo creando reali catalizzatori per far sì che
l'Uomo forte e globalizzante, creando patti costituzionali
pseudolibertari e pseudoegalitari,
non schiacci l'Uomo Debole.
La storia letteraria e
politica è piena di confusioni linguistiche, degne non dei
chimici ma dei soffiatori alchemici: "Il lavoro rende
liberi"(Auschwitz), "La vera libertà è la schiavitù"(Il
Grande Fratello di Orwell).
E' giunto il momento di smascherare col catalizzatore
informatico la confusione tra liberismo e libertà, dove liberismo
è quella reazione chimica per cui lasciando liberi gli elementi
sociali di reagore autonomamente il più forte distrugge
irrefragabilmente il più debole.
LA NUOVO PROCEDURA SCIENTIFICA COME GARANZIA DI
EFFETTIVITA' DEI DIRITTI COSTITUZIONALI DI LIBERTA' E UGUAGLIANZA
DAVANTI AI GIUDICI EUROPEI(di Gennaro Francione.
Una premessa che non vuole essere una notazione
narcisistica ma un'educata presentazione onde inserire lo scritto
e il suo redattore in un contesto di sana geometria
identificatrice. Il relatore
è qui a presentare il suo lavoro come cittadino, come
giudice del Tribunale di Roma, ma anche come operatore culturale
e sociale.
Lo scrivente è Membro Accademico dell'Internationale
Burckhardt Akademie, nata nella tradizione neorinascimentale
italiana, presidente e fondatore dell'EUGIUS (Unione Europea dei
Giudici Scrittori)(1)
e del Movimento Antiarte
2000(2),
basato sulla Fratellanza del Libero Spirito Artistico, cui hanno
aderito filosofi come Severino Proietti e personalità della
cultura internazionale come Dionisius Agius e Visar Zhiti.
Numerosi portali culturali, artistici, giuridici(giudici,
avvocati, addetti ai lavori etc.) supportano la nostra attività
dando ampio spazio alle nostre idee, ai nostri entusiasmi, ai
nostri progetti.
Il progetto
primario del gruppo è di studiare, educare, vivere e operare in
vista di un'unica finalità: il Neorinascimento dell'Uomo e della
Giustizia.
La creazione di una nuova Costituzione Europea è un'ottima
occasione per verificare cosa si è fatto dalla Rivoluzione
francese in poi nel Vecchio Continente. La nuova costituzione
metastatale deve fondarsi sulla costituzionalizzazione dei diritti
fondamentali, espressi nelle carte costituzionali dei singoli
paesi. E' il momento opportuno per creare una seconda linea
gerarchica di operatività concreta dei principi costituzionali
astratti dei singoli stati, il che si ottiene individuando il
metodo che renda operativi i principi fondamentali di democrazia e
la risposta che noi diamo è una: il
metodo scientifico e una rigorosa epistemologia che sostituisca
alla filosofia pseudoscientifica aristotelica quella moderna,
baconiana e popperiana.
In Europa è ancora dibattuto il problema di una reale
democrazia, per cui c'è chi provocatoriamente sostiene che la
Rivoluzione Francese è ancora in atto, combattuta naturalmente
con metodi pacifici e gandhiani.
Qualunque discorso sulla democrazia reale in Europa va
inserito in quello che già facemmo di una nuova forza utopica
mondiale attribuita all'ONU proprio
per rendere di fatto operativi i principi della Rivoluzione
Francese "Liberté, Fraternité, Egalité".
Soprattutto égalité,
eguaglianza. Nell'art. 3 della Cost. italiana oltre
all'uguaglianza formale e teorica del primo comma, è affermata
anche quella sostanziale, per cui compito dello Stato è rimuovere
gli eventuali ostacoli che, limitando di fatto la libertà,
impedirebbero la piena realizzazione della persona umana.
Eguaglianza di avere, di fatto, leggi giuste e per questo
non è sufficiente la democraticità delle procedure di nomina di
propri rappresentanti al parlamento, ma è necessario poi un
controllo assiduo sulla loro operatività. Questo controllo, in
primis di costituzionalità operativa non dommatica ma
scientifica, andrebbe rimesso
subito dopo l'emanazione della legge a un nuovo modello di
Corte Costituzionale che operi un esame ante litteram e con metodi
e composizione nuova.
In Francia già De Gaulle si rese conto della necessità di
un controllo immediato della Corte Costituzionale escogitando
negli anni '50 una pronuncia subito dopo l'emanazione della legge,
cosa che non si verifica in Italia e in altri paesi europei dove
ad esempio una legge incostituzionale potrebbe vivere per anni se
non per decenni, per il naturale moto uroborico(letteralmente
serpente che si morde la coda) insito nel principio della
conservazione dei sistemi per cui essi tendono a conservarsi
piuttosto che a modificarsi, malgrado un loro elemento sia
illegittimo o dannoso.
Sarebbe anche opportuno che la Corte Costituzionale dei
singoli stati europei agisse con componenti non solo
specificamente giuridici ma anche con l'ausilio di scienziati in
varie discipline scientifiche strictu sensu e
umanistiche(sociologi, psicologi, scienziati dei vari settori
etc.)ma soprattutto con l'intervento di difensori del popolo onde
assicurare il vigile, costante controllo da parte dei destinatari
dei provvedimenti.
Nell'epoca della globalizzazione bisogna sempre porre degli
argini e fare in modo che al di là dei numeri, spesso chissà
perché favorevoli sempre ai più potenti e a un liberismo
sfrenato e soverchiante paradossalmente spacciato per
umanitarismo, bisogna sempre essere vigili e accorti nel
distribuire le risorse del pianeta tenendo come perno
centrale nella vita del mondo(ora leggi Europa) la difesa dei più
deboli.
Noi esamineremo tre modelli di costituzionalizzazione
scientifica attinenti al settore lavoro, giudiziario e
penitenziale.
Nel campo del lavoro è necessario che la nuova
Costituzione europea garantisca davvero a tutti la capacità
lavorativa, perché tutti hanno diritto di fatto a un lavoro ad
evitare sacche di disoccupazione estesa che creano disagio
sociale, malcontento, crimine. E' necessario al riguardo eliminare
il modello dogmatico pseudoscientifico dell'Europa Unita che
con l'astruseria del PIL fa i conti in tasca ai singoli
stati pretendendo trasmutazioni della Welfare antiumanistiche. I
conti vanno fatti sempre in funzione di un unico risultato: la
pari dignità e opportunità per tutti gli esseri viventi.
In Italia il nuovo modello pensionistico ha costretto,
contro i patti originari coi singoli dipendenti pubblici, a
lavoro coatto
supplementare per anni e
anni tante persone col pretesto di salvare i conti di un singolo
istituto previdenziale.
La vita degli uomini non si regola
a causa dei conti dell'INPS ma con l'intelligenza che ci
narra di come gli anni di lavoro in più pagati(forse) un po' di
meno significano portar via lavoro a tanti giovani che
sarebbero subentrati agli anziani andati via al tempo
originariamente pattuito, ove garantiti col minimo di
sopravvivenza.
Disoccupazione uguale crisi, lavoro nero, ozio, droga tanto
diffusa tra le nuove generazioni, delitti, costi occulti della
società che si ritrova addosso i mali conteggiati che voleva
evitare, decuplicati. Questi conti, scappati al PIL, rendono
edotti della pseudoscientificità di quei conteggi.
D'altra parte la fallacità del sistema si verifica
scientificamente analizzando paesi come l'Inghilterra e andando
anche a spulciare in alcuni settori privati italiani dove la
tendenza è al contrario: favorire il prepensionamento per far
affluire nuove, fresche forze di lavoro.
Lavorare tutti, lavorare meno, dunque, secondo
gl'insegnamenti del neoumanesimo scientifico di Herbert Marcuse.
La risorsa lavoro va distribuita equamente tra tutti gli abitanti
del pianeta terra, garantendo a ognuno un minimo di sopravvivenza,
un lavoro sicuro ma ridotto, tempo libero pro die e pro iuvenili
senectute per dedicarsi alla propria umanità, alla famiglia,
all'educazione pro se e pro aliis, al volontariato solidale.
Soprattutto tempo libero per esplicare la propria creatività che
rende buoni e fervido secondo lo spirito dell'Antiarte
Neorinascimentale.
Ora vogliamo esaminare alcuni modelli d'intervento
specifici in cui lo scrivente ha avuto ed ha poteri d'intervento
diretto in quanto giudice del popolo italiano, attinenti quindi
alle relazioni tra la giustizia e le costituzioni italiana ed
europea.
Anche in dimensione culturale, sociale e internettiana, si
sta operando affinché
il diritto di cittadini di essere giudicati egualmente davanti
alla legge non sia più un dogma ma una scienza. Diventi cioè
diritto di essere giudicati secondo criteri non più letterari ma
scientifici, affinché i verdetti si avvicinino con altissimo
grado di probabilità alla verità.
Analizzeremo della vasta materia attinente ai principi
fondamentali, quella che si riferisce peculiarmente al processo
penale come sistema di prove
e alla sua conseguenza: la sanzione.
Il richiamo al giusto
processo contenuto nello statuto dell'istituendo Tribunale
Penale Internazionale riporta ad analogo principio contenuto in
tutti i patti internazionali sui diritti umani che peraltro
giammai viene specificato nei suoi contenuti.
Il primo problema da porre è cosa si deve intendere per
giusto sistema probatorio.
La decifrazione concreta richiede l'applicazione nella
valutazione della prova dell'unico criterio valido in un mondo
democratico che è proprio quello scientifico. Peculiarmente va
applicato il metodo più avanzato in scienza, quello popperiano,
procedendo non solo alla verifica dei dati ma alla loro rigorosa
falsificazione, in prova e controprova attraverso la processazione
di ulteriori dati che potrebbero scalfire l'ipotesi base.
In molti paesi democratici il processo indiziario impera
consentendo verdetti basati non sulla verità scientifica ma
sull'azzardo. Casus
Barnabei, per cui la cui buona sorte ci battiamo in rete, docet.
Ma esaminiamo l'Italia come modello. In brevissima
cronistoria il processo indiziario non era previsto dal codice
Rocco ma fu elaborato dalla giurisprudenza e introdotto
nell'attuale codice di procedura penale che ha creato un sistema
d'interpetrazione dei dati letterario e antiscientifico sia pure
dietro l'apparente forza degli elementi "gravi, precisi e
concordanti".
In scienza le tracce dei fenomeni non portano a nulla ma
hanno senso solo se conducano
a prove conclusive. Con gl'indizi puri, sia pure mascherati
da enigmistici intrecci significanti, ma anche con le prove non
scientifiche, si può dire tutto e il contrario di tutto; ergo il
processo indiziario è un processo anticostituzionale perché non
garantisce né la certezza del diritto e della prova, né
l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge(art. 3 Cost.),
potendone compromettere ingiustamente la libertà(art. 2 e
13 Cost.) con carcerazioni preventive anche lunghe basate
su meri fatti indiziari.
Il nuovo articolo 111 della Costituzione, garantendo la
parità tra accusa e difesa ha aperto un varco per l'affermazione
di una parità sostanziale e non solo formale, garantita proprio
dall'affermarsi di un metodo che ponga fine alle ordalie
logiche per attuare un'autentica rivoluzione
copernicana in materia di prove. Non più la pseudoscienza
dogmatica e fideistica di Aristotele, ma la nuova epistemologia
popperiana per fondare col setaccio critico il processo giusto.
Lo scrivente in data 13 giugno
2000, come giudice monocratico, ha sollevato questione
d'incostituzionalità(3)
dell'art 192 2° co. c.p. ritenendo viziato il processo
indiziario alla luce delle dette formulazioni.
Noi auspichiamo un nuovo sistema basato unicamente su
prove(non indizi), sicure e fortissime. Soprattutto
prove scientifiche, con un potenziamento degl'investigatori
sul modello di Scotland Yard, perché solo la scienza
investigativa garantisce un'effettiva certezza del sistema
probatorio, essendo in via di stretta epistemologia la logica
ricostruttiva quasi un mera conseguenza e non un gioco linguistico
che riesca a dimostrare qualunque cosa(4).
Quando la prova scientifica si elevi ad escludere
probabilisticamente l'ipotesi principe che sorregge l'accusa, ai
giudici, nel nuovo sistema, pur a fronte di elementi accusatori
contrastanti, non
rimane che una via: assolvere. Non ci sono,
infatti, elementi sufficienti per dire che taluno è
colpevole, pur non potendosi escludere che lo sia.
E come in scienza una legge è tale se tutti gli
esperimenti portano allo stesso risultato, da qualunque
sperimentatore essi siano eseguiti, così i verdetti devono essere
presi all'unanimità, bastando un solo dissenso per scalfire
l'evidenza dell'ipotesi base. In questo dissentiamo decisamente
dall'ipotesi di verdetto a maggioranza affermato in molti stati
europei e ribadito nello statuto del Tribunale Penale
Internazionale.
Al riguardo lo scrivente, ha tentato in sede giudiziaria di
sollevare questione d'incostituzionalità dell'art. 527 c.p.p. in
rapporto agli artt. 2, 3, 13 e 111 della Costituzione. L'articolo
appare illegittimo costituzionalmente là dove non prevede
l'unanimità nel giudizio di colpevolezza, dovendo invece essere
reputato valido e scientifico il sistema che, attribuendo valore
predominante al voto dell'assoluzione, fa venire meno la certezza
della responsabilità escludendo conseguentemente la condanna(5).
La prova fallisce in laboratorio quando anche un solo
esperimento non confermi la congettura base. Nel campo giudiziario
non si può risolvere il verdetto in una sorta di gioco
enigmistico fatto sulla pelle degl'imputati.
De scientia,
ergo, in dubio pro reo.
Meglio 99 colpevoli fuori che un solo innocente dentro, per
parafrasare un giudizio già espresso sul punto dall'illuminista e
illuminato François Marie Arouet, detto Voltaire.
Si pone così fine nel mondo intiero alla sequenza di
vittime sacrificali e capri espiatori in sistemi che, sulla testa
dei singoli, devono comunque mostrare di funzionare. Finalmente la
Giustizia ridiventa la pura creatura di Temi e non il mostro
Tritacarne - per usare il titolo del libro del poeta Karl Louis
Gouillen(6)
condannato a morte in America su base indiziaria - , che
mercifica la condanna degl'innocenti per il suo funzionamento e
conta alla fine di una giornata quante teste un giudice ha messo
nel carniere; lo stato non più Leviatano ma Angelo di luce e di
Umanesimo Scientifico.
In questa ristrutturazione della giustizia nei singoli
stati l'istituendo Tribunale Penale Internazionale e la nuova
Costituzione d'Europa possono diventare i fari nella notte e
instaurare un modello interpetrativo probatorio scientifico,
antimedioevale, antiinquisitoriale, da seguire in tutto il mondo.
Il secondo momento che vogliamo analizzare è quello della
sanzione in sé.
Esso attiene a un altro principio scarsamente
costituzionalizzato dalle democrazie europee; il Principio
di Fraternità cui sembra ispirata la Costituzione che al
terzo comma articolo 27 recita: "Le pene non possono
consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono
tendere alla rieducazione del condannato".
Ergo l'emenda e non la penitenza è l'esito della
contravvenzione alle leggi penali.
Stiamo elaborando un progetto di Diritto
2000 per il Neorinascimento della Giustizia, che sostituisce
al medievale diritto
penitenziale, basato sulla punizione, il neoumanistico diritto
medicinale, con cura, sanzioni e misure di sicurezza, in nome
di una Nuova Fratellanza tra le genti e le classi sociali, tra i
buoni e i cattivi, tra i perbene e i devianti.
La criminalità dilaga. Le misure punizionali si rivelano
insufficienti nella forma e nella
sostanza. Non si riesce a mettere dentro i criminali, e se ci si riesce,
subito riescono.
Allitterazione voluta per sottolineare la funzione letteraria, à à
la carte, della pena.
Il sistema è fallimentare: nella forma e nella sostanza.
In un articolo sulle
rivolte nelle stracolme carceri brasiliane - una ogni 36 ore - si
riporta il pensiero di Tulio Khan, funzionario delle Nazioni
Unite. "La politica carceraria va rivista. Non si possono
aumentare all'infinito le celle o costruire sempre nuove prigioni.
Bisogna lasciare gli assassini in cella e decidere altri tipi di
pene per i reati minori"(7).
Inutile, quindi, stanziare somme per nuove prigioni,
inasprire pene, inventare nuovi reati come se non bastassero
quelli che già abbiamo. S'impone un'autocoscienza in primis che
renda edotti della fallacità e vetustà del metodo adottato fino
ad oggi: punire e minacciare di punire è una forma di azione
criminorepellente annacquata, un palliativo che in
democrazia pura non porta a nulla.
In Italia, in un'intervista recente(8),
il ministro Piero
Fassino ha spiegato la strategia italiana in materia
penitenziaria. Oltre a un regolamento penitenziario più umano, al
Dap si lavora per aprire dieci carceri a custodia attenuata per i
detenuti meno pericolosi. Il Ministro annuncia che a Venezia il 24
settembre presenterà un programma per utilizzare detenuti in
semilibertà e in affidamento per il recupero ambientale nelle
isole della laguna. A Torino il presidente del Tribunale di
sorveglianza Vaudano è pronto a sperimentare, per un primo gruppo
di cento condannati, l'espiazione della pena con lavori di
pubblica utilità in alternativa al carcere.
E' la nuova adozione del metodo scientifico, il
ripensamento cartesiano, che impone di prendere atto della
fallacità del metodo a partire dalle alte istituzioni
dell'amministrazione dello stato e della giustizia.
Che fare al di là d'interventi frammentari?
Ancora l'epistemologia ci sorregge. Ci appelliamo alla
scienza sociologica e con essa affermiamo una volta per tutte che
il delitto è una malattia sociale e come tale va curata, così
come il medico fa col paziente. Soprattutto va prevenuta, ad
evitare che la malattia stessa si riveli o si
ripresenti.
Tutto questo per dire che ancora l'Umanesimo Scientifico ci
sorregge ed eleva il teorema della Prevenzione e dell'Emenda a
cardine del sistema giudiziario medicinale.
I nostri sistemi punizionali sono ancora basati sul fatto
in sé compiuto dal deviante, mentre la nuova domanda è non
"Cosa hai fatto?" ma "Perché l'hai fatto".
E' un nuovo giudizio che implica l'assunzione su di sé di
ogni giudice del destino dei devianti, diventando egli loro medico
sociale in aiuto con esperti ed assistenti anche esterni,
anticipando la fase della sorveglianza già in quella del
giudizio.
Il disinquinamento alla fonte del malessere sociale
criminoimpellente, l'utilizzo di forme alternative al carcere,
l'uso di tecnologie come braccialetti elettronici, la creazione di
un personale specializzato di sorveglianza sul territorio, e altre
misure correlate rappresentano le chiavi cardine nella rivoluzione
del sistema per attuare in maniera scientifica il recupero del
deviante, soprattutto a livello di microcriminalità e delinquenza
giovanile.
L'esito, per tornare alla metafora della Rivoluzione
francese, è il crollo finale della Bastiglia, di cui alcune torri
sono rimaste ancora in piedi. E' il sistema penale in atto che
fornisce di per sé un esempio della dissoluzione del metodo
punizionale e getta i semi per "forme di nuova alleanza tra
gli uomini, in un neoumanesimo, proiettato verso una fratellanza
non più predicata ma attuata nell'atto di estremo coraggio"(9).
Lavorare tutti, lavorare meno. Giustizia uguale per tutti e
diritto medicinale. Tre modelli per un nuovo sistema di
costituzione nazionale e
metanazionale scientifica e non più dogmatica.
Noi
confidiamo soprattutto nella Costituzione Europea per questa
Rivoluzione Scientifica, Umanistica, Fraterna e Pacifica in nome e
a favore dell'Uomo Debole.
Sito
internet: http://eugius.supereva.it
Sito
internet: http://web.tiscalinet.it/antiarte
Vedi
allegato n° I.
Vedi
per quest'argomento G. Francione, Le
prove nel
nuovo processo penale
(Epistemologia popperiana e nuovo processo penale. Reductio ad
minima del libero convincimento del giudice), Edizioni D'Agostino
DOC, Roma, giugno 1995. Il testo è l'ampliamento e aggiornamento
del saggio La lanterna di
Diogene. Rigenerata luce sulle tracce dei delitti col
nuovo codice di procedura penale,
già pubblicato sulla rivista "Il Giudice" e
sulla rivista filosofica "Il Contributo" del
Luglio-dicembre '94 n. 3/4. Vedi anche in occasione del convegno
Corte Penale Internazionale(Ratifica dagli Stati-parte dello
Statuto istitutivo della Corte, nel quadro di un nuovo ordinamento
federale mondiale, fondato sulla teoria dell'accordo; a cura
dell'Associazione Nazionale Magistrati - Azione Internazionale
Giustizia, Europa Giudiziaria Unita, presentando
il 19 febbraio 2000 presso il Tribunale Penale Roma la
relazione di Francione Il
Tribunale Penale Internazionale. Un
Angelo di
Temi contro la giustizia del Molock.
Vedi
allegato n° II.
Il
tritacarne(Una
voce dal carcere di Florence-Arizona), presentazione
di Mario De Monte; prefazione di Massimo Carlotto, Ed.
Multimage, giugno 1999.
Articolo
Brasile, rivolta in
carcere, undici detenuti arsi vivi su "La
Repubblica", 18 agosto 2000, p. 17
Liana
Milella, "Così stiamo lavorando per convincere gli Usa"
(Il ministro della Giustizia difende la riforma delle carceri
italiane:"Avremo penitenziari più civili, ma non
a costo della severità"), su
"La Repubblica", venerdì 8 settembre 2000. p. 9.
L'articolo prende spunto dal caso Barnabei per spiegare la
strategia italiana in materia carceraria.
Trattato
utopistico sull'apocalisse del sistema penale e sulla sostituzione
della cura alla pena nel trattamento dei criminali. La distruzione
della Bastiglia continua. Il testo, svolto su base rigorosamente
giuridica, antropologica e
scientifica, è preceduto da un'introduzione poetica di Visar
Zhiti, il poeta albanese condannato a 13 anni di lavori forzati
per le sue poesie, e chiuso da
Oscar Wilde con The
ballad of
Reading Gaol, il suo capolavoro poetico scritto durante
la sua esperienza nel carcere.
Sito
internet: http://eugius.supereva.it
Sito
internet: http://web.tiscalinet.it/antiarte
Vedi
per quest'argomento G. Francione, Le
prove nel
nuovo processo penale
(Epistemologia popperiana e nuovo processo penale. Reductio ad
minima del libero convincimento del giudice), Edizioni
D'Agostino DOC, Roma, giugno 1995. Il testo è l'ampliamento e
aggiornamento del saggio La
lanterna di Diogene. Rigenerata luce sulle tracce dei delitti
col nuovo codice
di procedura penale,
già pubblicato sulla rivista "Il Giudice" e
sulla rivista filosofica "Il Contributo" del
Luglio-dicembre '94 n. 3/4. Vedi anche in occasione del
convegno Corte Penale Internazionale(Ratifica dagli
Stati-parte dello Statuto istitutivo della Corte, nel quadro
di un nuovo ordinamento federale mondiale, fondato sulla
teoria dell'accordo; a cura dell'Associazione Nazionale
Magistrati - Azione Internazionale Giustizia, Europa
Giudiziaria Unita, presentando
il 19 febbraio 2000 presso il Tribunale Penale Roma la
relazione di Francione Il
Tribunale Penale Internazionale. Un
Angelo di
Temi contro la giustizia del Molock.
Il
tritacarne(Una
voce dal carcere di Florence-Arizona), presentazione
di Mario De Monte; prefazione di Massimo Carlotto, Ed.
Multimage, giugno 1999.
Articolo
Brasile, rivolta in
carcere, undici detenuti arsi vivi su "La
Repubblica", 18 agosto 2000, p. 17
Liana
Milella, "Così stiamo lavorando per convincere gli
Usa" (Il ministro della Giustizia difende la riforma
delle carceri italiane:"Avremo penitenziari più civili,
ma non a costo
della severità"), su
"La Repubblica", venerdì 8 settembre 2000.
p. 9. L'articolo prende spunto dal caso Barnabei per spiegare
la strategia italiana in materia carceraria.
Trattato
utopistico sull'apocalisse del sistema penale e sulla
sostituzione della cura alla pena nel trattamento dei
criminali. La distruzione della Bastiglia continua. Il testo,
svolto su base rigorosamente giuridica, antropologica
e scientifica, è preceduto da un'introduzione poetica
di Visar Zhiti, il poeta albanese condannato a 13 anni di
lavori forzati per le sue poesie, e chiuso da
Oscar Wilde con The
ballad of
Reading Gaol, il suo capolavoro poetico scritto
durante la sua esperienza nel carcere.