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"QUELLO STRANO RONZ!O NEL PARCO"

 

In questi anni al centro Sociale di Villa Maraini abbiamo fatto un lavoro nuovo. Il contatto fra il Teatro e un ambiente dove si lavora sulla malattia mentale, dove ci sono ragazzi con gravi problemi psichici, ha fatto fare una svolta a tutte e due le realtà. Negli spettacoli nati al centro Sociale è cresciuta la liberà creativa. Lavorare in un luogo del genere è molto diverso rispetto a lavorare in un teatro. Tutti gli artisti che ci hanno provato. l'hanno definita "una cosa magica". Perché? La libertà è assoluta. Ma nello stesso tempo la comunicazione deve essere franca, diretta. Appassionante. Si è portati a esprimere le cose che veramente si ritengono importanti. Perché di fronte all'emarginazione i falsi problemi, i drammi da salotto, le "operazioni di successo" non stanno in piedi.

Anche il Centro Sociale è cresciuto. Attraverso il teatro si è aperto all'esterno, si è fatto conoscere. Con il Festival Internazionale di Teatro Patologico si è confrontato con esperienze provenienti un po' da tutto il mondo. Il pubblico che alla sera è venuto a vedere gli spettacoli è entrato nel Centro Sociale, ne ha capito la realtà, i problemi, gli obiettivi. L'attività teatrale ha fatto da volano alla battaglia ancora in corso per il risanamento dell'edificio in cui i ragazzi e gli assistenti vivono e lavorano. L'abitudine al lavoro teatrale ha fatto in modo che i ragazzi del centro lo sentissero come un fatto normale, talvolta addirittura vi partecipassero.

Un luogo come il Teatro al parco dimostra che il Teatro è vivo e, nel suo specifico, insostituibile come momento di comunicazione. Nei luoghi di emarginazione sociale il Teatro rientra in contatto con le sue origini: quelle del conflitto psichico profondo. In questo senso andare a teatro torna ad essere per la gente una cosa sensata.

 

 

DARIO D'AMBROSI

 

 
 

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Last updated: maggio 08, 2005.