Quasi
un anno fa è nata Onnivora.
Abbiamo
cercato di tenerci il più aperti possibile a tutto e a tutti,
ed abbiamo scelto questo nome: onnivora è la curiosità,
onnivora la disposizione al mondo; quindi onnivora
nell’accezione “da tutto trae nutrimento” (non
certo “che mangia tutto”).
Nella
fase fin qui realizzatasi più concretamente - per chi ci
conosce la presa d’atto è superflua - i toni e i contenuti si
sono orientati naturalmente verso la controinformazione.
Questo non ci ha sorpreso più di tanto, considerato che, per
persone della nostra cultura, parecchie e varie risultano le cose
ancora da fare, parecchie le cose da migliorare,
moltissime le cose da cambiare più radicalmente. E per
quanto siano tanti i luoghi dove per questo si opera già,
evidentemente lo spazio non è abbastanza. D’altra
parte, già all’inizio del progetto si era stabilito di
assecondare la piega che Onnivora avrebbe preso man mano, senza
decidere nulla a priori riguardo ad intenzioni, temi, contenuti.
E’ possibile, tuttavia, che il primo articolo, La modesta
proposta contro la pedofilia, abbia dato a tutto il progetto
un orientamento particolare, che è quello che tutt’ora si
respira (e più ancora si legge) tra le nostre pagine.
Pagine
firmate quasi esclusivamente con pseudonimi. Questa è una
faccenda affrontata più volte dai redattori di Onnivora, per
quanto non usare il proprio nome serve forse solo
all’esercizio di fantasia necessario per scegliere un nome
falso, più che per sottrarsi ad eventuali vendette trasversali
del proprio datore di lavoro, o di lobbi mafiose (fobia
inutile ora che la mafia non esiste più), o di
facinorosi fascisti (ragione avrà avuto Pier Paolo Pasolini
riguardo alla necessità di parlargli – ma nel nostro
caso è più difficile perché non siamo sicuri che sappiano
leggere).
Durante
le numerose riunioni organizzate più spesso all’inizio, era
più ricorrente la parola portale. Portale di che,
per la natura stessa dell’idea di partenza, non si è mai
stabilito. Non si è stabilito anche perché le risorse a
disposizione, a parte il tempo libero di alcuni di noi, sono ben
poche (diciamo meglio nessuna): soprattutto in termini di
denaro, il caro vecchio maleodorante sporco amato odiato denaro.
E per fare un portale (se non lo sapete ancora ve lo diciamo
noi) di denaro ce ne vuole davvero tanto (intendiamo miliardi).
Questo se si vuole costruire in breve tempo un sito internet
perfettamente funzionante, che prima di un sito sia un
investimento, che offra dei servizi precisi (magari a
pagamento), dove si possa comprare e vendere in sicurezza, che
raccolga tanta pubblicità e sia visitato ogni mese da tanti
navigatori della rete (meglio se in tutto il mondo).
Onnivora
invece non ha una sola lira (non una!), quindi funziona
maluccio, più che un investimento è una ferita, non offre (al
momento) alcun servizio se non visibilità per chi ne vuole, non
vende e non compra nulla, non fa pubblicità di nessun genere
(il nostro unico sponsor lo abbiamo chiamato così solo per
intenderci – Birra
Pletts – e probabilmente il titolare dell’omonima
bevanda biologica non sa neppure di essere in rete né –
inutile precisarlo ma lo precisiamo lo stesso – ha mai speso
una lira su Onnivora, visto che non gliel’abbiamo neanche
chiesta) e, purtroppo, non è conosciuto da tutti i navigatori
che vorremmo (per quanto vantiamo accessi da molti paesi
europei).
Che
fare?
Un
manifesto dovrebbe concludersi con delle intenzioni, con dei
propositi; dovrebbe tracciare la linea da seguire, presentare
dei piani per il futuro. La natura stessa di Onnivora, tuttavia,
esclude a priori cose così. E poi, come potrebbe un sito NO
COPYRIGHT (perché, ve lo ricordiamo, Onnivora è un
sito NO COPYRIGHT, cioè ogni cosa scritta su Onnivora può
essere riprodotta ed utilizzata in ogni forma – sempre che non
se ne ricavi lucro – senza limitazioni) darsi un business-plan
o, peggio, vendersi più o meno apertamente al capitale?
Non
lo sappiamo, che fare. Né ci interessa deciderlo oggi.
E
tu?
Totò
Pernice
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