Comitato pro Memoria
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Il Giorno della Dimenticanza
Storia riscritta
Comunicati del CPM

 COMITATO SALVAGUARDIA CULTURA EUROPEA 
COS'E' IL COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DELLA CULTURA EUROPEA?


Il Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea è un'organizzazione associativa temporanea, appendice  combattiva  del Tribunale Internazionale dei Deboli. 

Non persegue fini politici, anche se talvolta, per affermare i propri punti di vista, può trovarsi coinvolto in scontri con personaggi della politica. 

Non persegue fini economici e, pertanto, non ha bisogno di finanziamenti da parte di alcuno:ogni aderente alle campagne organizzate dal Comitato può, secondo le proprie capacità contribuire alla realizzazione dei materiali o dei servizi necessari per lo scopo comune. 

Non fa distinzioni di credo religioso, razza, idee politiche, ceto sociale, ecc. sia tra tutti gli aderenti alle varie iniziative, sia tra tutti gli esseri umani del mondo. 

Non è strutturato in ordine gerarchico: ognuno, di volta in volta può assumere compiti di responsabilità secondo le proprie competenze.

Non essendo un'associazione ordinaria, non si paga alcuna quota sociale per farvi parte: basta aggregarsi, con intelligenza ed onestà, alle campagne in atto. 

Chiunque sviluppi idee o azioni in questa direzione, fa parte, automaticamente, del "Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea". Soprattutto se comprende che l'arma vincente in questa campagna è Internet.

Il Presidente dell'Associazione Nuovo Rinascimento Europeo(pro tempore e ad hoc per la salvaguardia della memoria del treno 8017

                                                   Costanzo D'Agostino

Battaglie finora compiute: Museo del Cinema di Roma, Museo Scanderbeg, Museo Copernicano etc.

http://www.antiarte.it/movimentoutopista/nuovo_rinascimento.htm

 

TRENO 8017:PER NON DIMENTICARE

 

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: domenica 12 febbraio 2006 18.03

A: adramelek

Oggetto: TRENO 8017: PER NON DIMENTICARE

TRENO 8017:PER NON DIMENTICARE

NELLA NOTTE TRA IL 3 E IL 4 MARZO 1944 IL TRENO MERCI 8017 ENTRO' NELLA

GALLERIA DELLE ARMI, SITUATA TRA LE STAZIONI DI BALVANO-RICIGLIANO E

BELLA-MURO ( LINEA BATTIPAGLIA-POTENZA ). NELLA GALLERIA,LUNGA 1692 METRI,

IL LUNGO CONVOGLIO COMINCIO' A SLITTARE E NON RIUSCI' PIU' A PROCEDERE:

OLTRE CINQUECENTO PERSONE MORIRONO ASFISSIATE DALLE ESALAZIONI DELLE DUE

LOCOMOTIVE A VAPORE. da http://treno8017.trenidicarta.it/

I veri eroi non sono i soldati che combattono per la guerra, ma gli Uomini

che combattono contro la guerra(Astrid Agius).

Bisogna dimenticare le statue dei Militi Ignoti ed erigere quelle del

Cittadino Dimenticato, vittima di una guerra che non ha voluto, che non ha

mai combattuto e per la quale è morto inutilmente(Raul Karelia).

 

IL PIU' GRANDE DRAMMA FERROVIARIO ITALIANO

 

.... Dopo l'allarme mentre alcuni autocarri si dirigevano velocemente

verso la stazione di Balvano, da Potenza, ferrovieri e carabinieri

effettuavano il macabro lavoro di separare i morti dai vivi, e di

identificare tutti i colpiti.

Nell'orgasmo con cui questa operazione venne compiuta, non fu fatto

nemmeno un esatto calcolo numerico dei viaggiatori dell'8017.

Quanti furono i morti?

Nella riunione del Consiglio dei ministri del 9 marzo '44 il Ministro

delle Comunicazioni riferisce sul sinistro ferroviario della linea di

Potenza, da attribuirsi alla pessima qualità di carbone fornito dagli

Alleati.

La relazione Badoglio, alla fine, riporta: "Le salme, in numero di

501, furono scaricate e successivamente trasportate nel cimitero di

Balvano".

Su "Famiglia cristiana" nell'articolo -E la morte scese sul treno- di

Cenzino Mussa del 1979 leggiamo:"Quanti i morti? Su alcuni documenti si

legge: 425. Su altri, 521. Su un vecchio registro comunale c'è l'elenco dei

corpi identificati: 429". Si tratta naturalmente dei morti identificati e

non del numero complessivo.

La cifra che risulta da fonti ufficiali è di 521 morti, benché alcuni

l'abbiano fatta salire a oltre riporta 600, ritenendo che "delle centinaia

di morti che vi furono sepolti, quasi 200 non furono identificati"(così

Gordon Gaskill nell'articolo, La misteriosa catastrofe del treno, pubblicato

in "Selezione dal Reader's Digest", Luglio 1962, pagine 11-16, 8017).

La cifra di 600 risulta indirettamente anche dall'articolo di Frisoli

sull'Europeo (Giulio Frisoli, Il massacro della galleria - Il disastro

dell'8017, articoli pubblicati in "L'Europeo", 11 marzo 1956, pagine 12-15;

18 marzo 1956, pagine 52-55; 25 marzo 1956, pagine 37-41 ) là dove riporta

che "i morti furono 521, dei quali 193 non identificati"(stesse cifre

riportate da Nino Lo Bello in The silent death of Train 8017 <La silenziosa

morte del treno 8017> sul "Chicago Tribune Magazine" del 25 febbraio 1979).

I non identificati ufficiali erano solo un centinaio per cui raddoppiandoli

si arrivava a oltre 600 complessivi.

Questa cifra(600) è riferita da Ciro Avventurato,(partecipante alla

trasmissione "Un giorno speciale " di Michele Cocuzza del 26 marzo 2004) per

averla appresa dal fratello costruttore della Cappella di Balvano. E' certo

che don Salvatore presenziò ai lavori di disseppellimento dei cadaveri ed è

presumibile che li abbia contati.

Sull'iscrizione nella cappella si legge il numero di morti 509,e cioè 408

uomini e 101 donne", con ciò preferendosi riportare i dati ufficiali.

Il sistema identificativo usato fu originariamente assai efficace: ad ogni

cadavere fu applicato un cartellino numerato, che rimanda all'elenco delle

vittime. Poi di fatto per il gran numero di cadaveri il calcolo e

l'identificazione dei morti divennero assai problematici.

Una delle persone che applicarono questi cartellini giura di averne

contati 608.

Costui è rimasto sempre nell'ombra e non è stato mai intervistato ma

potrebbe essere la chiave di volta testimoniale per determinare il numero

dei morti.

Perché dalle carte ufficiali non emerse quel numero? Per il caos e la

fatica dell'identificazione. Se fosse stato per gli Alleati i cadaveri

sarebbero stati bruciati in massa senza fare tante storie.

L'umanità e il senso civico degl'italiani intervenuti nei soccorsi

permisero l'identificazione per quanto possibile, ma poi la stanchezza e il

dovere di sbarazzarsi comunque di tanti morti anche per condizioni

igieniche(fortunatamente c'era la neve e il fresco permetteva una miglior

conservazione dei corpi) non permisero di ultimare l'opera di

identificazione.

Si aggiunga che secondo alcune voci si tentò, appena scoperto il disastro

di "recuperare" il treno e nella fretta, unita alle condizioni infami in cui

operavano i soccorritori, poiché alcuni passeggeri erano caduti sui binari,

essi furono tranciati dalle ruote(vivi o già morti che fossero).

A testimoniare la confusione generale del periodo e delle pur alacri

operazioni compiute, vi è l' "elenco delle persone sepolte nel cimitero di

Balvano"(Così Mario Restaino). Ad un certo punto è scritto: "Un uomo non

potuto identificare in quanto la tumulazione è stata effettuata in assenza

degli ufficiali di polizia giudiziaria preposti a raccogliere le generalità

e senza autorizzazione degli stessi. Si ritiene però che l'uomo sia stato

identificato dai familiari che procedettero alla tumulazione, i quali non si

preoccuparono di consegnare le generalità ed altri dati nemmeno al locale

comune al custode del cimitero".

Addirittura Restaino avanza l'ipotesi che alcuni cadaveri finirono nel

cumulo degli oggetti, il che potrebbe avvalorare la tesi dei corpi

tranciati. Infatti il documento "di ricognizione di oggetti bagagli ed altra

merce" trovati in occasione dell'incidente", è interrotto, ad un tratto,

dalla seguente dicitura: "Signorella Eleonora fu Angelico etc."(Un treno,

un'epoca, p. 57).

Si può allora ritenere plausibile se non certo il numero di 600 nel senso

che nella confusione le operazioni d'identificazione o di verbalizzazione

sui dati delle salme vennero abbandonati.

Un'ipotesi agghiacciante in tempi civili ma non bisogna dimenticare che

al sud la guerra era appena finita e quell'evento psicologicamente e

materialmente veniva inquadrato in un disastro bellico con tutte le

conseguenze di burocrazia sommaria in vita come in morte.

Gli oltre 600 morti di Balvano rendono l'incidente il "più grande

disastro ferroviario civile dell'epoca" come riporta Nino Lo Bello su The

silent death of Train 8017 <La silenziosa morte del treno 8017> sul "Chicago

Tribune Magazine" del 25 febbraio 1979. L'articolista cita un altro grave

disastro "il deragliamento di un treno di truppe in Francia, avvenuto il 12

dicembre 1917, che costò la vita a 543 persone"(da Mario Restaino, Un treno,

un'epoca: storia dell'8017, p. 97)

 

Maria Le Caldare ha 103 anni e racconta:

"Vennero dei camion da Potenza. Mamma mia. Caricavano i cadaveri e salivano

per il paese. Il prete ebbe il tempo solo per una benedizione. Sembrava che

gli inglesi volessero bruciarli"(così in un'intervista a A. Bobbio, Un

disastro cancellato, su Famiglia cristiana, 29 febbraio 2004).

Il cimitero non aveva spazio, stretto alla montagna. Francesco Di Carlo era

il macellaio e possedeva un terreno a monte del cimitero.

Quella mattina andò dal sindaco e gli regalò la terra per le sepolture.

La storia la racconta il trisnipote Costantino: «Poi il sindaco ci fece

avere l'atto con la donazione e ci regalò la tomba di famiglia. Il mio

trisnonno morì quella notte. Aveva 77 anni. Il cuore non resse all'emozione

di quei momenti terribili"(ibidem).

Questa ricostruzione la troviamo nel sito

TRENO DI LUCE 8017: L’INNO ALLA PACE DEI 521 MORTI DELLA

TRAGEDIA DI BALVANO http://www.antiarte.it/trenodiluce

Il gruppo TRENODILUCE, formato da parenti delle vittime, giudici, avvocati,

professori, scrittori ma soprattutto tanta gente semplice, si è creato

spontaneamente per far riemergere dalle ombre questi 600 morti che la cattiva

coscienza storica degl'italiani e non solo ha voluto sotterrare nell'ORCO

peggiore: quello della DIMENTICANZA.

NOTA:

IL DRAMMA FERROVIARIO DEL 3 MARZO 1944 FA PARTE DI UNA CATENA DI EVENTI

FUNESTI CHE SI PROLUNGANO NEL TEMPO ED ARRIVANO FINO AI GIORNI NOSTRI.

ERRORI UMANI, CATTIVA GESTIONE AMMINISTRATIVA,LEGGEREZZA,

COMPROMESSI,TALVOLTA MANIPOLAZIONI INCONFESSABILI ED ALTRI FATTORI, CREANO LE CONDIZIONI DI INSICUREZZA CHE TUTTI BEN CONOSCIAMO. NON VOGLIAMO PIU' CONSEGNARE I NOSTRI CARI AD UN SISTEMA FERROVIARIO CHE SPESSO CE LI RENDE DENTRO UNA BARA. DELLE SCUSE E DEL CORDOGLIO DELLE VARIE AUTORITA' NON SAPPIAMO CHE FARCENE.

PROPONIAMO CHE QUELLA DEL 3 MARZO DI OGNI ANNO VENGA SIMBOLICAMENTE

RICORDATA QUALE DATA PER LA MEMORIA COLLETTIVA, DA CUI PARTIRE PER CREARE DELLE

CONDIZIONI DI CRESCITA CIVILE E DI MAGGIOR RISPETTO DELLA VITA DEI CITTADINI

DEL NOSTRO PAESE. FINTANTO CHE TALE GIORNO NON DIVERRA' TEMPO DI MEMORIA,

TUTTI NOI LO INDICHEREMO QUALE GIORNO DELLA DIMENTICANZA.

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

http://www.antiarte.it/movimentoutopista/treno_8017.htm

 

MESSAGGIO PUBBLICATO SU:

http://italy.indymedia.org/news/2006/02/991245.php

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/20076.html

http://www.macchinistiuniti.it/macchinistiuniti/index.htm

ttp://www.vesuvioweb.com/new/article.php3?id_article=312

http://www.silvanoagosti.com/

http://www.buongiornoroma.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=91

http://www.capitoloprimo.it/lapilli/?p=295

 

 

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: lunedì 20 febbraio 2006 10.11

A: adramelek

Oggetto: DIFENDEREMO LA MEMORIA DEL TRENO 8017

 

DIFENDEREMO LA MEMORIA DEL TRENO 8017

Il Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea è stato chiamato ad

operare ancora una volta per una campagna culturale tendente a richiamare

l'attenzione di tutti sul disastroso stato in cui si trovano le strutture

ferroviarie nel nostro Paese dove, a politiche basate sulla sicurezza dei

cittadini, vengono privilegiate azioni di favoritismo clientelare e di

propaganda politica che producono continuamente risultati di drammi e

tragedie di cui ci aggiornano le cronache giornalistiche.

Scendiamo in campo dopo avere constatato che tutti i sistemi civili e

culturali utilizzati non hanno prodotto alcun esito. Si continua a non

tenere in alcun conto la volontà dei molti cittadini che, nelle varie

diverse situazioni, chiedono giustizia. Nella campagna che stiamo per

iniziare, chiediamo che la tragedia del 3 marzo 1944 a Balvano divenga

punto di riferimento e di memoria collettiva per far avanzare il nostro

Paese nel campo della sicurezza ferroviaria dove perdurano incertezza e

reticenza che mettono ogni giorno a rischio la nostra incolumità e quella

dei nostri cari.

Tutte le richieste inoltrate alle varie autorità sono fin qui andate a

vuoto. Ne elenchiamo qualcuna:

@@@@@@@@@@

Caro presidente Carlo Azeglio Ciampi

il Gruppo Treno di luce, costituitosi spontaneamente in rete per ricordare

la tragedia di Balvano caduta nella notte tra il 2 e il 3 marzo 1944, Le

invia questa lettera con la preghiera, già manifestata dal signor Vincenzo

Francione(che nel disastro perse la mamma Giulia) su quotidiani nazionali

come "Il Corriere della Sera" e nella trasmissione "Un giorno speciale" su

RAI Uno, di istituire per il 3 marzo di ogni anno "Il giorno della memoria

di Balvano" per commemorare quei fatti.

E' un evento che merita di essere ricordato perché è il più grave disastro

ferroviario di tutti tempi. Furono contati oltre 600 morti, quasi tutti

poveri che si recavano in Lucania per procurare cibo a sé e alle loro

famiglie, praticando il baratto contro alimenti di indumenti e altri generi

mancanti nelle loro terre appena devastate dalla guerra.

La memoria di quei tragici fatti ci sembra un tributo doveroso, dopo tanti

anni di oblio, anche a monito per non dimenticare i poveri di tutto il mondo

e l'inutilità della guerra che spesso stermina gl'inermi e i pacifici uomini

di buona volontà.

In un'intervista a "Il Nuovo" ebbe a dire il giudice Gennaro Francione:

"Spero che un giorno venga sollevato il velo su un fatto tanto grave. E

forse alle famiglie delle vittime dopo tanto tempo basterebbe che le

Ferrovie e il ministero della Difesa deponessero un mazzo di fiori.

Basterebbe quello".

 Noi ci auguriamo, caro presidente Ciampi, che sia lei a deporre ogni anno

un fiore nella Cappella di Balvano fatta erigere da un solo uomo, il signore

Salvatore Avventurato, non solo per i suoi tre parenti morti ma per tutte le

vittime che si abbracciarono nell'ultimo viaggio là nella Galleria delle

Armi, da allora detta Galleria della Morte.

La ringraziamo di cuore per quanto vorrà fare per salvare la memoria dei

nostri cari di fronte al paese e al mondo.

Il gruppo Treno Di Luce

http://www.antiarte.it/trenodiluce

 

@@@@@@@@@@@@@

Roma 27 settembre 2005

Alla Segreteria della Presidenza della Repubblica

Divisione Relazione coi Cittadini

 

La presente fa seguito alla mia lettera spedita nel novembre 2005, a nome

del Gruppo Treno di Luce, indirizzata al Presidente della Repubblica Carlo

Azeglio Ciampi per istituire per il 3 marzo di ogni anno "Il giorno della

memoria di Balvano" al fine di commemorare il grave disastro ferroviario in

cui perirono, nel 1944, oltre 600 persone.

Devo deprecare che a circa un anno di distanza solo oggi mio figlio, il

giudice dott. Gennaro Francione, ha saputo che la richiesta era stata

respinta(vedi Prot. 114602), avendo egli personalmente telefonato, a fronte

dell'inerzia di codesta segreteria, pur avendo avuto a suo tempo

assicurazione che avremmo avuto una "risposta scritta".

Chiediamo, pertanto, che ci sia mandata quella risposta scritta con i motivi

precisi del diniego e della mancata tempestiva comunicazione al riguardo,

dovendo adempiere al dovere morale di informare le centinaia di famiglie, le

quali già polemicamente notano come invece della "Giornata della memoria" il

Popolo, dal basso, istituirà la "Giornata della Dimenticanza"!

Tale è, infatti, il destino dei 600 morti nella più grave tragedia

ferroviaria di tutti i tempi che ancora oggi le istituzioni non amano

ricordare, paradossalmente dimenticando finanche di mandare una lettera di

reiezione della petizione.

Daremo a quei poveretti, periti inutilmente, la memoria attraverso il Vostro

oblio affinché tutta l'Italia sappia grazie a internet e ai media sensibili.

La verità è che nell'Italia "Democratica", anche per i caduti in guerra,

esistono martiri di serie A e martiri di serie B.

Forse perché l'articolo 3 della Costituzione riguarda i vivi e non i morti?

Ma i vivi che ricordano e non dimenticano i loro morti del 1944, ci sono e

come!

Evviva la Costituzione! Evviva l'Italia!

Cordiali saluti

Per il Gruppo Treno Di Luce

Vincenzo Francione

(questa lettera è stata letta da Vincenzo Francione, al Convegno CONVEGNO

VIAGGIO NELLA STORIA - IL TRENO MALEDETTO organizzato dall'università di

Potenza Salerno e a Balvano il 23-24-25 gennaio 2006. Francione perse la

madre Giulietta nel disastro ed è stato nella trasmissione di Cocuzza Italia

in diretta nel marzo 2004 con altri testimoni a raccontare i fatti. Si è

detto "certo che il presidente Ciampi neppure sa dell'iniziativa" attribendo

alla burocrazia cieca l'esito infausto delle richieste del gruppo)

http://www.antiarte.it/trenodiluce/il_treno_maledetto.htm

@@@@@@@@@@@@

SEGRETARIATO GENERALE

 

DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

 

SERVIZIO AFFARI GENERALI

 

DIVISIONE RELAZIONI CON I CITTADINI

Gentile Signor Francione,

mi riferisco alla lettera che Lei ha recentemente indirizzato al Presidente

della Repubblica.

In proposito, debbo comunicarle che, da informazioni acquisite da questo

Ufficio, risulta che la Commissione al Valore e Merito Civile del Ministero

dell'Interno, nella seduta del 5 ottobre 2004, ha ritenuto che non

sussistano i presupposti necessari per l'attribuzione del riconoscimento

richiesto dal Gruppo "Treno di Luce", ai sensi delle Leggi n. 13/1958 e n.

658/1956.

Colgo l'occasione per inviarle i miei più cordiali saluti.

Nota:

Chi ci capisce è bravo. Nessuna spiegazione dopo essersi dimenticati di

spedire la risposta sul perché un evento così tragico non meriti un giorno

di memoria. Solo un cenno alchimistico a una legge che nessuno conosce.

Siamo certi, come ha sentenziato Vincenzo Francione, che il Presidente

Ciampi non è stato neppure informato della richiesta dell'Associazione

"Treno di luce", così come abbiamo la convinzione che con i gruppi di potere

che circondano ed opprimono le nostre Istituzioni funziona un solo sistema:

LA LOTTA!

LOTTA PACIFICA E GANDHIANA PER CONCRETIZZARE UNA REALE DEMOCRAZIA TRA TUTTI

I CITTADINI, VIVI E MORTI.

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

 

MESSAGGIO PUBBLICATO SU:

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/20353.html

http://italy.indymedia.org/news/2006/02/998294.php

http://www.macchinistiuniti.it/macchinistiuniti/index.htm

 

 
EMAIL DEL 20-2-1006 

Salve

Sono dispiaciuto per il non riconoscimento di quella tragedia ma essendo

curioso ho rintracciato le Leggi citate nel comunicato e leggendole ho

riscontrato che ci sono tutti i numeri per riconoscere il merito.

La prima eccola:

L. 2 gennaio 1958, n. 13 (1).

Norme per la concessione di ricompense al valore civile.

 

1. Le ricompense al valor civile sono istituite per premiare atti di

eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne

gli autori come degni di pubblico onore.

2. Le ricompense al valor civile sono:

le medaglie d'oro, d'argento e di bronzo; l'attestato di pubblica

benemerenza.

Esse hanno le caratteristiche indicate nei quadri annessi alla presente

legge.

3. Le ricompense al valor civile sono concesse a coloro che compirono gli

atti di cui all'art. 1, scientemente esponendo la propria vita a manifesto

pericolo:

per salvare persone esposte ad imminente e grave pericolo; per impedire o

diminuire il danno di un grave disastro pubblico o privato; per ristabilire

l'ordine pubblico, ove fosse gravemente turbato, e per mantenere forza alla

legge; per arrestare o partecipare all'arresto di malfattori; pel progresso

della scienza od in genere pel bene dell'umanità; per tenere alti il nome ed

il prestigio della Patria.

4. Gli atti di valore civile, se reiterati, possono essere premiati ciascuno

con un'appropriata ricompensa al valor civile e senza limitazione di numero.

Non è per altro consentito il conferimento di più ricompense per un solo

fatto, anche se molteplici siano stati gli atti di coraggio compiuti in tale

circostanza dalla medesima persona.

La commutazione di più decorazioni di grado inferiore in una di grado

superiore non è ammessa.

5. Le ricompense al valor civile possono essere concesse alla memoria.

6. Le ricompense al valor civile possono essere concesse anche a reparti

militari, Enti e Corpi, i cui membri abbiano compiuto collettivamente atti

di cui all'art. 3.

7. Una Commissione, nominata con decreto Presidenziale, su proposta del

Ministro per l'interno, esamina il merito dell'azione compiuta ed esprime il

suo parere sulla ricompensa da concedere.

Tale Commissione è composta:

a) da un prefetto della Repubblica in servizio al Ministero dell'interno,

che la presiede;

b) da un senatore e da un deputato da designarsi all'inizio di ogni

legislatura dai Presidenti delle rispettive Assemblee;

c) da due membri designati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di

cui uno scelto fra persone particolarmente qualificate per l'attività svolta

nel campo sociale ed assistenziale e l'altro fra persone particolarmente

qualificate per l'attività svolta nel campo della pubblica informazione;

d) da un ufficiale generale o superiore appartenente all'Arma dei

carabinieri, designato dal Ministro per la difesa;

e) da un componente il Consiglio di amministrazione della Fondazione

Carnegie per gli atti di eroismo, designato dal presidente della Fondazione

medesima.

Esercita le funzioni di segretario della Commissione un consigliere

dell'Amministrazione civile dell'interno.

I componenti della Commissione durano in carica quattro anni e possono

essere riconfermati per una sola volta.

8. Non occorre il parere della Commissione quando i caratteri dell'atto

coraggioso e la risonanza che questo ha suscitato nella pubblica opinione

conclamino la opportunità della ricompensa.

9. La Commissione, qualora ravvisi nell'azione compiuta, non le condizioni

di cui al precedente art. 3, ma quelle di cui all'art. 1 della legge 20

giugno 1956, n. 658, può proporre che venga concessa una delle ricompense di

cui alla legge suddetta.

10. Le medaglie al valor civile vengono conferite con decreto Presidenziale

su proposta del Ministro per l'interno.

L'attestato di pubblica benemerenza è concesso dal Ministro per l'interno.

11. Non possono conseguire ricompense al valor civile e, avendole

conseguite, le perdono di diritto coloro che siano incorsi nell'interdizione

perpetua dai pubblici uffici, salvo il caso di riabilitazione.

Coloro che siano incorsi nell'interdizione temporanea dai pubblici uffici

non possono, durante il tempo della interdizione, conseguire le ricompense

predette né, avendole conseguite, possono fregiarsene.

12. La insegna ed il brevetto della medaglia al valore civile, concessa alla

memoria, sono attribuiti in proprietà al coniuge superstite nei confronti

del quale non sia stata pronunciata, per sua colpa, sentenza di separazione

e purché conservi lo stato vedovile.

In mancanza del coniuge, l'insegna ed il brevetto sono attribuiti al

maggiore dei figli; in mancanza dei figli, al padre; in mancanza dei figli e

del padre, alla madre; in mancanza di tutti i predetti congiunti, al

maggiore dei fratelli o, se manchino anche i fratelli, alla maggiore delle

sorelle. In tutti gli altri casi, l'insegna ed il brevetto del deceduto sono

attribuiti al Comune di nascita ovvero al Corpo cui egli eventualmente

apparteneva al momento in cui compi l'atto coraggioso.

Per ottenere l'assegnazione delle insegne e dei brevetti delle ricompense al

valor civile concesse alla memoria e, avendole conseguite, per fregiarsene,

è necessario essere di buona condotta morale e civile.

In caso di morte della persona alla quale furono attribuite in proprietà le

insegne ed i brevetti delle ricompense concesse alla memoria, i passaggi di

proprietà delle insegne e dei brevetti medesimi sono regolati dalle comuni

disposizioni di legge sulle successioni.

Tali disposizioni si applicano anche nel caso di morte del decorato che sia

già in possesso dell'insegna e del brevetto.

13. Il Governo è autorizzato ad emanare le norme occorrenti per l'attuazione

della presente legge (2).

Essa sostituisce ed abroga tutte le disposizioni sinora in vigore in materia

di concessione di ricompense al valor civile.

Ecco l'altra citata:

L. 20 giugno 1956, n. 658 (1)

Istituzione di una ricompensa al merito civile.

1. È istituita una ricompensa al merito civile, intesa a premiare le

persone, gli Enti e i Corpi che si siano prodigati, con eccezionale senso di

abnegazione, nell'alleviare le altrui sofferenze o, comunque, nel soccorrere

chi si trovi in stato di bisogno.

2. La ricompensa consiste in una medaglia d'oro o d'argento o di bronzo o di

un attestato di pubblica benemerenza.

Il grado della ricompensa è determinato in relazione alle circostanze di

tempo e di luogo, nelle quali l'azione è stata compiuta, ed agli effetti

conseguiti (2).

3. Con decreto del Presidente della Repubblica, da adottarsi su proposta del

Ministro per l'interno, di concerto con quello per il tesoro, previo parere

del Consiglio di Stato e sentito il Consiglio dei Ministri, saranno

stabilite le norme occorrenti per la esecuzione della presente legge (3).

4. Le medaglie al merito civile sono conferite con decreto presidenziale su

proposta del Ministero dell'interno, sentita la Commissione competente per

la concessione delle ricompense al valor civile di cui all'articolo 7 della

legge 2 gennaio 1958, n. 13.

L'attestato di pubblica benemerenza è concesso dal Ministro per l'interno,

sempre sentito il parere della Commissione di cui al precedente comma.

Per la concessione di dette ricompense agli appartenenti alle Forze armate o

ai Corpi militarizzati occorre l'assenso dell'autorità da cui gli

interessati dipendono (4).

5. In casi straordinari la ricompensa può essere conferita dal Presidente

della Repubblica di propria iniziativa, senza l'osservanza della procedura

stabilita nell'articolo precedente.

6. La medaglia con il relativo brevetto firmato dal Ministro per l'interno

viene di norma consegnata in occasione di solenni ricorrenze.

Dell'avvenuto conferimento della ricompensa è data notizia nella Gazzetta

Ufficiale.

7. Alla spesa derivante dall'applicazione della presente legge sarà fatto

fronte coi fondi stanziati nel capitolo n. 31 dello stato di previsione

della spesa del Ministero dell'interno per l'esercizio finanziario 1954-55 e

capitoli corrispondenti degli esercizi successivi.

Come avete potuto osservare vi hanno trafilato una fregatura!.

Ci vorrebbe una bella dimostrazione al quirinale poi coi tempi delle

elezioni non si sa mai!

Cordialmente

G. A.

@@@@@@@@@@@@@

RISPOSTA DEL 20-2-2006

Egregio G.A.

la ringraziamo per la  solidarietà!

Ci siamo rifiutati di trovare quella legge, pur essendoci in mezzo a noi giuristi, 

perché rifiutiamo la logica del richiamo ai numeri delle leggi. 

Soprattutto volevamo il  perché del rifiuto, legge o non legge.

Niente di tutto questo.

In effetti se non c'era abnegazione in questi poveracci  che andavano avanti e indietro, rischiando l viat in tempi di guerra,  per dar   da mangiare alle loro famiglie... In effetti i premi vengono dati in chiave bellica 

o parabellica. Agli antieroi della guerra quotidiana nessuno dà nulla.

Cordialità

Gigi Trilemma

 @@@@@@@@@ò

Nota del Comitato
Grazie per il sostegno,anche alcuni giuristi presenti in mezzo a noi ci avevano confortato con un simile parere. Non ci hanno ancora trafilato una fregatura perchè la battaglia è all'inizio e l'esito incerto: la storia però insegna che i cittadini quando sono incazzati danno molto filo da torcere.

http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/20466.html

http://italy.indymedia.org/news/2006/02/1000887.php

http://www.macchinistiuniti.it/macchinistiuniti/index.htm

 

-----Messaggio originale-----

Da: Da Fano [mailto:paolod@enet.cu]

Inviato: martedì 21 febbraio 2006 13.12

A: adramelek

Oggetto: Re: CONTRO LA BUROCRAZIA CIECA DIFENDEREMO LA MEMORIA DEL TRENO

8017

 

La burocrazia è un enorme MURO DI GOMMA IMPENETRABILE :

Solo un cambiamento TOTALE del sistema puo' modificare la situazione .

leggi il libro "Anche i cittadini nel loro piccolo possono incazzarsi " ;

ti dice quale è l'unico mezzo per cambiare .

è gratis sul nostro sito WWW.WEBSPACE.IT/MOVINT

Clicca su

http://www.webspace.it/movint/liber_i.html

dott. Paolo Da Fano

segretario Movimento Internazionale Diritti Cittadini

movint@tin.it

PER FAVORE GIRA QUESTA EMAIL AI TUOI AMICI CHE VOGLIONO TORNARE LIBERI

 

 

-----Messaggio originale-----

Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]

Inviato: sabato 25 febbraio 2006 9.53

A: adramelek

Oggetto: 3 MARZO GIORNO DELLA DIMENTICANZA

 

SI COMUNICA CHE, CONSTATATA L'INSENSIBILITA' DELLE ISTITUZIONI  RIGUARDO LA TRAGEDIA DI BALVANO DEL 3 MARZO 1944, DOVE SUL TRENO 8017 PERIRONO OLTRE 600 CITTADINI ITALIANI,IL GRUPPO TRENO  DI LUCE  HA DECISO  DICHIARARE  IL GIORNO 3 MARZO  DI OGNI ANNO, QUALE GIORNO DELLA DIMENTICANZA, OVVERO QUELLO IN CUI LE ISTITUZIONI  SI DIMENTICANO DEI LORO FIGLI.

 

L'ANNUNCIO E' STATO DATO IL 24 GENNAIO 2006 DA VINCENZO FRANCIONE, DURANTE IL

 CONVEGNO " VIAGGIO NELLA STORIA: - IL TRENO MALEDETTO -" TENUTOSI PRESSO

L'UNIVERSITA' DI SALERNO. FRANCIONE HA  SOTTOLINEATO DI ESSERE  SICURO CHE IL PRESIDENTE CIAMPI E' STATO RESO IGNARO INTORNO A  QUESTA FACCENDA , ATTRIBUENDO LA  RESPONSABILITA'  PER LA MANCATA CONCESSIONE DELL'ISTITUZIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA IN OGGETTO, ALLA BUROCRAZIA CIECA DEL NOSTRO PAESE,   CHE NON HA TENUTO IN CONSIDERAZIONE ALCUNA LA RACCOLTA DI FIRME DI AMICI E PARENTI DELLE VITTIME,  LA SOLIDARIETA' DEI CITTADINI  DI TUTTO IL TERRITORIO COLPITO DALLA TRAGEDIA, DI MOLTI OPERATORI DEL SETTORE FERROVIARIO, CULTURALE, ACCADEMICO, CHE SI SONO BATTUTI PER RICHIEDERE  CHE LA DATA DEL 3 MARZO VENISSE RISPETTATA COLLETTIVAMENTE A RICORDO DELL'EVENTO.

L'INUTILE  CARTEGGIO CON LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA HA DETERMINATO E DETERMINERA' LE AZIONI DI PROTESTA CHE SEGUIRANNO.  

.

Valga la democrazia dal basso per ridare reali pari dignità e diritti ai

vivi  e ai morti contro le BUROCRAZIE  immemori perse nei loro discorsi

sulla costituzione EGUALITARIA vuoti  e retorici.

 

Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea