Identificati Non identificati
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Una rara immagine delle vittime: i corpi vennero
trasportati
dalla galleria al marciapiede della stazione di Balvano-Ricigliano
dopo un percorso di un centinaio di metri
(Foto tratta da "The
727th Railway Operating Battalion in World War II",
pagina 60)
da http://treno8017.trenidicarta.it/
I veri eroi non
sono i soldati che combattono per la guerra, ma gli Uomini
che combattono contro la guerra(Astrid Agius).
Bisogna dimenticare le
statue dei Militi Ignoti ed erigere quelle del Cittadino
Dimenticato, vittima di una guerra che non ha voluto, che
non ha mai combattuto e per la quale è morto inutilmente(Raul
Karelia).
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Dopo l'allarme mentre alcuni autocarri si dirigevano velocemente verso la
stazione di Balvano, da Potenza, ferrovieri e carabinieri effettuavano il
macabro lavoro di separare i morti dai vivi, e di identificare tutti i
colpiti.
Nell'orgasmo con cui questa operazione vene compiuta, non fu fatto nemmeno
un esatto calcolo numerico dei viaggiatori dell'8017.
Quanti furono i morti?
Nella
riunione del Consiglio dei ministri del 9 marzo 44 il Ministro delle
Comunicazioni riferisce sul sinistro ferroviario della linea di Potenza,
da attribuirsi alla pessima qualità di carbone fornito dagli
Alleati.
La relazione Badoglio, alla
fine, riporta:
"Le salme, in
numero di 501,
furono scaricate e successivamente
trasportate nel cimitero di
Balvano".
Su "Famiglia cristiana" nell'articolo E la morte scese sul treno
di
Cenzino Mussa del 1979 leggiamo:"Quanti i morti? Su alcuni
documenti si legge: 425. Su altri, 521. Su un vecchio registro comunale c'è
l'elenco dei corpi identificati: 429". Si
tratta naturalmente dei morti identificati e non del numero
complessivo.
La cifra che risulta da fonti ufficiali è di 521 morti, benché alcuni l'abbiano fatta salire a oltre riporta
600,
ritenendo
che "delle centinaia di morti che vi furono sepolti,
quasi 200 non furono identificati"(così Gordon Gaskill nell'articolo,
La misteriosa catastrofe del
treno, pubblicato in "Selezione dal Reader's Digest", Luglio 1962, pagine 11-16, 8017).
La
cifra di 600 risulta indirettamente anche dall'articolo di
Frisoli sull'Europeo (Giulio Frisoli, Il
massacro della galleria - Il disastro dell'8017,
articoli pubblicati in "L'Europeo", 11 marzo 1956,
pagine 12-15; 18 marzo 1956, pagine 52-55; 25 marzo 1956,
pagine 37-41
) là dove riporta che "i morti furono 521, dei
quali 193 non identificati"(stesse cifre riportate da
Nino Lo Bello in The silent death
of Train 8017 <La silenziosa morte del treno
8017> sul "Chicago Tribune Magazine" del 25
febbraio 1979). I non identificati ufficiali erano solo un
centinaio per cui raddoppiandoli si arrivava a oltre 600
complessivi.
Questa cifra(600) è riferita da Ciro
Avventurato,(partecipante alla
trasmissione "Un giorno speciale " di Michele Cocuzza
del 26 marzo 2004) per averla appresa dal fratello costruttore
della Cappella di Balvano. E' certo che don Salvatore presenziò
ai lavori di disseppellimento dei cadaveri ed è presumibile che
li abbia contati.
Sull'iscrizione nella cappella si legge il numero di
morti 509,e cioè 408 uomini e
101 donne", con ciò preferendosi riportare i dati ufficiali.
Il capostazione di Bragiano
Ugo Gentile afferma: "626
ne contammo... tra cui 300 militari sbandati che non
andavano a fare contrabbando(ctalogati ufficiali al Comune
di Balvano 420) + 16 dilaniati mentre il treno retrocedeva"
<per cui totali
642>
(vedi trasmissione
su Telecolore
http://www.telecolore.it/?p=32272 ma anche
http://www.youtube.com/watch?v=hU4KZoPSDk4#t=768
Il sistema identificativo usato fu originariamente assai efficace: ad ogni cadavere fu applicato un cartellino numerato, che rimanda all'elenco delle vittime.
Poi di fatto per il gran numero di cadaveri il calcolo e
l'identificazione dei morti divennero assai problematici.
Una delle persone che applicarono questi cartellini giura di
averne contati 608.
Costui è rimasto sempre nell'ombra e non
è stato mai intervistato ma potrebbe essere la chiave di
volta testimoniale per determinare il numero dei morti.
Perché dalle carte ufficiali non emerse quel numero? Per il
caos e la fatica dell'identificazione. Se fosse stato per
gli Alleati i cadaveri sarebbero stati bruciati in massa
senza fare tante storie.
L'umanità e il senso civico degl'italiani intervenuti nei
soccorsi permisero l'identificazione per quanto possibile,
ma poi la stanchezza e il dovere di sbarazzarsi comunque di
tanti morti anche per condizioni igieniche(fortunatamente
c'era la neve e il fresco permetteva una miglior
conservazione dei corpi) non permisero di ultimare l'opera
di identificazione.
Si aggiunga che secondo alcune voci si tentò, appena
scoperto il disastro di "recuperare" il treno e
nella fretta, unita alle condizioni infami in cui operavano
i soccorritori, poiché alcuni passeggeri erano caduti
sui binari, essi furono tranciati dalle ruote(vivi o
già morti che fossero).
A testimoniare la confusione generale del periodo e delle pur
alacri operazioni compiute, vi è l' "elenco delle persone sepolte nel cimitero di
Balvano"(Così Mario Restaino). Ad un certo punto è scritto: "Un uomo non potuto identificare
in quanto la tumulazione è stata effettuata in assenza degli ufficiali di polizia giudiziaria preposti a raccogliere le generalità e senza autorizzazione degli stessi. Si ritiene però che l'uomo sia stato identificato dai familiari che procedettero alla tumulazione, i quali non si preoccuparono di consegnare le generalità ed altri dati nemmeno al locale comune al custode del cimitero".
Addirittura Restaino avanza l'ipotesi che alcuni cadaveri
finirono nel cumulo degli oggetti, il che potrebbe avvalorare la
tesi dei corpi tranciati. Infatti il documento "di
ricognizione di oggetti bagagli ed altra merce" trovati in occasione dell'incidente", è interrotto, ad un tratto, dalla seguente dicitura: "Signorella Eleonora fu Angelico
etc."(Un treno, un'epoca, p. 57).
Si può allora ritenere plausibile se non certo il numero di
600 nel senso che nella confusione le operazioni d'identificazione
o di verbalizzazione sui dati delle salme vennero abbandonati.
Un'ipotesi agghiacciante in tempi civili ma non bisogna
dimenticare che al sud la guerra era appena finita e quell'evento
psicologicamente e materialmente veniva inquadrato in un disastro
bellico con tutte le conseguenze di burocrazia sommaria in vita
come in morte.
Gli
oltre 600 morti di Balvano rendono l'incidente il
"più grande disastro ferroviario civile
dell'epoca" come riporta Nino Lo Bello su The
silent death of Train 8017 <La silenziosa morte
del treno 8017> sul "Chicago Tribune Magazine"
del 25 febbraio 1979. L'articolista cita un altro grave
disastro "il deragliamento di un treno di truppe in
Francia, avvenuto il 12 dicembre 1917, che chsotò la vita a
543 persaone"(da Mario Restaino, Un treno, un'epoca:
storia dell'8017, p. 97)
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Maria Le Caldare ha 103 anni e racconta:
"Vennero dei camion da Potenza. Mamma mia. Caricavano i cadaveri e salivano per il paese. Il prete ebbe il tempo solo per una benedizione. Sembrava che gli inglesi volessero
bruciarli"(così in un'intervista a A. Bobbio, Un
disastro cancellato, su Famiglia cristiana, 29 febbraio 2004).
Il
cimitero non aveva spazio, stretto alla montagna. Francesco Di Carlo
era il macellaio e possedeva un terreno a monte del cimitero.
Quella mattina andò dal
sindaco e gli regalò la terra per le sepolture.~
La storia la racconta il trisnipote
Costantino: «Poi il sindaco ci fece avere l'atto con la donazione e ci regalò
la tomba di famiglia. Il mio trisnonno morì quella notte. Aveva 77 anni.
Il cuore non resse all'emozione di quei momenti
terribili"(ibidem).
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FOSSE COMUNI
Nelle quattro fosse comuni scavate nel cimitero di Balvano nei
giorni immediatamente successivi all'incidente furono sepolte 402
persone: 324 uomini e 78 donne.
Questo risulta ma non si riesce a stabilire con esattezza il numero
delle vittime della sciagura. Il sistema usato fu il seguente: ad
ogni cadavere fu applicato un cartellino numerato, che rimanda
all'elenco delle vittime.
A
seconda della fossa nella quale veniva adagiata la salma, il numero
veniva riportato su uno schema.
Il
numero piu alto fra quelli inseriti negli schemi e 422, fossa numero
4, dove furono seppelliti -si legge nella "legenda" -anche
"numero 6 uomini sconosciuti rinvenuti in seguito a
ricognizione effettuata alla fine della tumulazione nelle immediate
adiacenze del cimitero di cui tre senza cartellino".
Ecco
il dettaglio fossa per fossa.
Fossa
numero 1:
lunghezza
metri 16, larghezza 2,50. Sepolti 86 uomini identificati di cui
cinque senza numero essendosi smarrito il cartellino.
Fossa
numero 2:
lunghezza
metri 21, larghezza 2,50. Sono state seppellite 159 persone di cui
111 uomini identificati e 6 donne di cui 2 identificate, il resto 42
uomini sconosciuti.
Fossa
numero 3:
lunghezza
metri 21, larghezza 2,50. Seppelliti 79 uomini sconosciuti -8
persone indicate con la lettera x nello schema perché senza numero
andato smarrito a causa di ripetuti trasporti.
Fossa
numero 4:
Iunghezza
metri 18, Iarghezza 2,50, seppellite 72 donne di cui 16 identificate
e 6 uomini sconosciuti dei quali abbiamo detto in precedenza.
(Pare
quasi che
scopo principale fosse
che quei morti invadenti
scomparissero quanto prima
dalla vista delle autorità.
La cruda elencazione
mette angoscia
per
la poca
considerazione
avuta per le vittime).
(da Mario Restaino, Un treno, un'epoca:
storia dell'8017,
Aprile 1944, "Arti Grafiche Vultur" Melfi., rip.
su
www.trenidicarta.it"
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[foto tratte da Giulio Frisoli, IL
DISASTRO DELL'8017, pubblicato in "L'Europeo", 11 marzo
1956, pagine 12-15; 18 marzo 1956, pagine 52-55; 25 marzo 1956, pagine
37-41]
rip. su http://treno8017.trenidicarta.it/
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I peggiori disastri nella storia delle ferrovie
Il 6 giugno del 1981, un drammatico e spettacolare incidente in India
diventa il nuovo primato, quanto a morti. Periscono 800 persone, nel treno
precipitato da un viadotto, dopo che una frana aveva distrutto un tratto
di linea ferrata.(Notizia fornita da Vito Lo Colla Palermo)
Luglio 1988: 107 passeggeri muoiono quando il treno sul quale viaggiavano cade nel lago Ashtamudi, nello stato meridionale di Kerala, in India.
4 giugno 1989 - Unione Sovietica: un'esplosione di gas innesca un
incendio in un'affollata stazione a est di Mosca: 645 morti, tra cui 181
bambini.
- 9 agosto 1989 - Messico: un ponte crolla al passaggio
di un treno nello stato di Sinaola, 104 vittime.
- 4 gennaio 1990 - Pakistan: piu' di 350 persone restano
uccise e 700 ferite nella collisione di un treno merci con un convoglio
passeggeri vicino Sangi, 500 chilometri a nord di Karachi.
- 8 giugno 1991 - Pakistan: un treno affollato si
scontra con un merci a Ghotki. Il bilancio non ufficiale parla di almeno
100 morti.
- 6 settembre 1991 - Congo: piu' di 100 morti in una
collisione fra convogli.
- 30 gennaio 1993 - Kenya: un ponte crolla al passaggio
di un treno vicino a Darajani; piu' di 140 persone affogano in un fiume.
- 22 settembre 1994 - Angola: 300 persone muoiono e 150
restano ferite in un deragliamento a nella provincia di Huila.
- 30 dicembre 1994 - Myanmar: per la rottura dei freni
un convoglio precipita in un burrone; 102 morti.
- 20 agosto 1995 - India: 305 persone perdono la vita e
344 restano ferite in uno scontro fra treni a Ferozabad.
- 3 marzo 1997 - Pakistan: 121 morti nel deragliamento
di cinque carrozze lungo la ferrovia Peshawar-Karachi.
- 14 settembre 1997 - India: cinque carrozze precipitano
in un fiume nello stato del Madhya Pradesh; 100 morti e 200 feriti.
- 14 febbraio 1998 - Camerun: 220 morti nel
deragliamento, seguito da un'esplosione, di due vagoni-cisterna carichi di
petrolio vicino alla capitale Yaounde.
- 3 giugno 1998 - Germania: un treno ad alta velocita'
deraglia lungo la linea Monaco-Amburgo; 101 morti e 88 feriti.
- 26 novembre 1998 - India: collisione fra due treni in
Punjab; 209 morti.
- 2 agosto 1999 - India: scontro frontale nel Bengala
occidentale; 285 morti.
- 20 febbraio 2002 - Egitto: 361 morti e 66 feriti in un
incendio a bordo di un treno in viaggio tra il Cairo e Assuan.
25 maggio 2002 - in Mozambico lo scontro tra un treno merci ed un treno passeggeri provoca 200 morti e 300 feriti.
- 24 giugno 2002 - Tanzania: 288 morti in un
deragliamento nella regione di Dodoma.
- 9 settembre 2002 - India: il Rajdhani Express deraglia
e precipita in un fiume; 119 morti.
18 febbraio 2004 - nell'Iran nordorientale, nei pressi di Neyshabur, circa 300 morti in un'esplosione avvenuta su un treno carico di zolfo, benzina e fertilizzanti. Distrutto un intero vilaggio
22 aprile 2004
Seul. Una spaventosa collisione tra due treni che trasportavano gas e petrolio è avvenuta nei pressi della stazione di Ryongchon, al confine tra la Corea del Nord e la Cina. Almeno 3000 le persone che sono rimaste coinvolte ma non si conosce il numero delle vittime. "L'area intorno alla stazione è solo un cumulo di macerie, come se fosse stata bombardata", Nella zona è stato proclamato lo stato di emergenza.
L' esplosione è accaduta alle 13 ora di Seul, le sei del mattino in Italia.
L'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha riferito che la
stazione, situata non lontano dal confine con la Cina, e' andata
distrutta, come se avesse subito un bombardamento. Ne' la televisione ne'
l'agenzia hanno precisato il numero esatto dei morti e dei feriti. Secondo
la Yonhap, la Corea del Nord avrebbe interrotto le comunicazioni
telefoniche internazionali con l'area, per evitare che informazioni
riguardo l'incidente escano dal paese e Pyongyang avrebbe dichiarato lo
stato di emergenza nella zona. ''Non abbiamo ancora alcuna notizie
ufficiale sull'incidente, stiamo cercando di trovare la conferma a quanto
accaduto'', ha detto il portavoce del ministero dell'Unificazione
sudcoreano.
Il bilancio, tra morti e feriti, non è ancora chiaro. L'ultimo,
quello fornito dal Foreign Office citando informazioni raccolte
dall'ambasciatore britannico a Pyongyang, parla di "diverse centinaia
di morti e diverse migliaia di feriti". Ma diverse sono le stime che
circolano: il governo coreano, riferisce una cittadina irlandese che
lavora per una organizzazione umanitaria, parla di almeno 150 vittime e di
più di mille feriti. "E' una cifra destinata ad aumentare - dicono i funzionari -
se teniamo conto che 1.850 abitazioni sono state completamente distrutte e
6.350 gravemente danneggiate".
Citando fonti dell'organizzazione sul posto, il
portavoce della Croce Rossa internazionale a Pechino, John Sparrow, ha
reso noto che i morti sono ora 161 e i feriti circa 1.300. Tra le vittime
anche più di 70 alunni delle elementari.
Almeno 30.000 persone sono rimaste coinvolte
nell'esplosione, che ha raso al suolo più o meno il 40 per cento della
città: stando sempre alla Croce Rossa, duemila tra abitazioni e altri
edifici sono andate distrutte o sono comunque rimaste gravemente
lesionate. Ryongchon sembra appena uscita da un terremoto: non c'è un
ospedale in grado di funzionare e le condutture di acqua e la rete
elettrica sono danneggiate
L'esplosione infatti ha investito gran parte dell'area circostante la
stazione ferroviaria: 6.350 le case parzialmente distrutte, 12 gli edifici
governativi rasi al suolo. E, sempre secondo la Croce Rossa sarebbe stata
causata dall'esplosione di dinamite, caricata su un treno merci, per un
guasto elettrico dovuto a disattenzione del personale ferroviario. Secondo
il corrispondente dell'agenzia russa Itar-Tass da Pyongyang, la
deflagrazione sarebbe stata originata da un carico di "polvere da
sparo destinata alla costruzione di un canale di irrigazione".
Alla fine il governo Nord Corea ammette "Sciagura per errore
umano"
A due giorni dall'esplosione di un
treno nella stazione di Ryongchon, a 25 chilometri dal confine con la
Cina, in cui sono morte almeno 154 persone, la Corea del Nord ha ammesso
ufficialmente la sciagura. L'agenzia di stampa ufficiale Kcna ha diramato
un comunicato nel quale si legge che "La sciagura, molto grave, è
stata causata da un contatto elettrico, provocato da negligenze, che ha
innescato esplosioni su vagoni carichi di nitrato di ammonio".
L'agenzia non precisa il numero delle vittime e afferma che la Corea del
Nord ha accettato l'offerta di aiuti internazionali. Per quanto riguarda
invece il numero di morti e feriti le notizie arrivano ancora una volta
dall'estero: è l'agenzia di stampa cinese Xinhua a riportare che un
funzionario nordcoreano ha parlato di "almeno 154 morti, tra i quali
ci sono 76 bambini e più di 1300 feriti".
Per i disastri ferroviari clicca su
http://interrail.publinet.it/latooscuro/index2.html (là
trovate anche intressanti link riguardanti i seguenti
argomenti
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inerenti le ferrovie reali - Gruppi
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e associazioni di fermodellisti - Costruttori
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mailing lists ferroviarie: come iscriversi - Le
riviste del settore)
@@@@@@@@@@@@@@
http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/esteri/sri4/train/train.html
E' accaduto nello Sri Lanka. Il convoglio era diretto
a Colombo
I cadaveri non possono essere cremati: manca il carburante
Treno spazzato via dall'onda
tutti morti i 1500 passeggeri
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Il treno sommerso dall'acqua
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COLOMBO (SRI LANKA) - Il treno correva sulla ferrovia che collega
la capitale, Colombo, con la città di Galle, cento chilometri più a
Sud. A bordo c'erano 1.500 passeggeri. Domenica scorsa sono stati
spazzati via, insieme ai vagoni, dall'onda anomala che domenica ha
spazzato la costa dello Sri Lanka. Di loro non si è saputo più nulla
fino a quando non sono arrivati i soccorritori.
Quel che è rimasto del treno è un cumulo di rottami, all'interno i
cadaveri dei viaggiatori, alcuni in avanzato stato di decomposizione. I
soccorritori stanno lottando contro il tempo per estrarli dalle lamiere,
prima che esploda qualche epidemia.
Un responsabile di Meethiyagoda, a 90 chilometri da Colombo, dove è
avvenuto l'incidente, ha detto che centinaia di morti sono già stati
estratti dai rottami di alcuni vagoni e che si prevede che il bilancio
finale sarà di 1.500 vittime. Nessuno sembra essere scampato alla furia
delle acque.
I cadaveri vengono allineati in fosse comuni, ma non si può cremarli:
manca il carburante necessario. Fonti ufficiali hanno fatto sapere che i
1500 morti del treno sono stati già conteggiati nell'ultimo bilancio
complessivo che riguarda le vittime srilankesi e che parla di 12.212
uccisi dall'onda killer.
(
28 dicembre 2004
)
@@@@@@@@@
http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/esteri/sri7/bimbotreno/bimbotreno.html
Sommerso dall'acqua, ha battuto forte i pugni sul
finestrino
Due uomini lo hanno sentito e estratto vivo. Era in apnea
Sri Lanka, bimbo di quattro anni
si salva dal treno della morte
|
Il treno della morte
|
|
MATARA (SRI LANKA) - Sono quegli episodi dei quali, in un altro
contesto, si darebbe diversa interpretazione. Qui si traducono in
miracolo. Quello di un bambino piccolo piccolo che con la forza che solo
la disperazione può infondere riesce a scampare dall'inferno. Era a
bordo del treno della morte, è stato sommerso dalle acque, è rimasto
qualche tempo in apnea, ha battuto forte i pugni sul finestrino, lo
hanno sentito, lo hanno salvato.
Sri Lanka, espresso Colombo-Matara. Un migliaio di persone a bordo. Il
26 dicembre, Poya Day, giorno di festa per la luna piena. Chiusi i
negozi, le banche, gli uffici. Un grande mercato, a Matara, per
l'occasione, con la frutta migliore dell'isola. Il treno ha dieci
carrozze, il bimbo, quattro anni, viaggia in una di esse con mamma e papà.
Dalle parti del villaggio di Paralya, arriva l'onda. Prima, spiana quel
che trova fra la costa e la ferrovia, 300 metri, le case, gli uomini.
Poi, scaraventa contro il convoglio pietre, tegole, palme. Strappa il
treno dai binari come un foglio di carta.
Le carrozze volano via. Due scompaiono. Le altre otto, compresa la
motrice, si piegano su un fianco, buttate in mezzo alla foresta.
Cadaveri e cadaveri fra le lamiere accartocciate. Il vagone sul quale
viaggiava il bambino, finisce nella boscaglia, sommerso dall'acqua. Un
passeggero e il conducente escono vivi dal locomotore, sentono un rumore
sordo. E' il piccolo, in apnea, che batte i pugni contro il vetro. I due
uomini sfondano il finestrino e riescono a tirare fuori il bambino.
Niente da fare, invece, per i suoi genitori. Ancora oggi a Paralya si
scava tra le macerie.
|
(
30 dicembre 2004
)
|
Dalla scenografia dell'opera Dal treno dell'oblio
di Dino Becagli
|
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