LA COMPAGNIA SCHERZIDAMORE
PRESENTA
LA SPOSA DI CORINTO
di
Gennaro Francione
Con: Deborah Massaro
Anna Cetorelli
Stefano Masala
Musiche di Marcello Appignani
Uff. stampa e P. R.: Astrid Agius
Luci: A.T. Promotion
Costumi: Sartoria Pinelli
Regia: Deborah Massaro
DOVE: Teatro dei Contrari
Via Ostilia n. 22(Colosseo)- Roma
QUANDO: da martedì 5 aprile a domenica 10 aprile;
da mar. a sab. ore 21; dom. 18,30
Posto unico: 8 euro + 2 di tessera
Info: 368-3234170 – 06-45434714
La sposa di Corinto è un dramma bucolico-vampiresco in un atto.
Partendo dalla omonima ballata di Goethe, il giudice-drammaturgo Francione
racconta del poeta Amorgo alle prese con Melusina, la moglie vampira, e
con le infernali amanti dei quattro elementi.
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SCHEDA
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LA SPOSA DI CORINTO
di
Gennaro Francione
PERSONAGGI
LO SPOSO AZZURRO: AMORGO
LA SPOSA BIANCA: MELUSINA
LA SUOCERA: ECUBA
LA SALAMANDRA(rosso-fuoco): GONGILA
LA TROLL(terra-nero): AGALLIDE
L'ONDINA(acqua-blu): EURIDICE
LA SILFIDE(aria-verde): CLEIDE
PREFAZIONE
La sposa di Corinto è un dramma bucolico-vampiresco con danza dei
quattro elementi in un atto.
Un giovane poeta greco, Amorgo, ritorna a Corinto, città che vide la
profanazione di una monaca, Melusina, poi diventata sua sposa. Il ritorno
si verifica con lei morta in seguito a una disgrazia inconsciamente
"provocata" e con un drammatico incontro con la suocera Ecuba,
le cui maledizioni aprono lo spiraglio a un susseguirsi di figure
spettrali: una salamandra, una troll, un'ondina e una silfide. Sono le
amanti di Amorgo che, rievocando i tradimenti ai danni di Melusina, ne
preannunciano il finale tragico, quando, in una micidiale danse macabre,
la moglie tradita tornerà e vampirizzerà il marito in un abbraccio
fatale di amore e odio senza fine per trascinarlo seco per sempre nel
regno dei morti.
I nomi dei personaggi sono presi dalla tradizione greca; in particolare
quelli delle donne faeries(Gongila, Agallide, Cleide) sono tratti dalla
poesia di Saffo.
La fonte della pièce è l'opera poetica omonima di Goethe, composta
nel 1797 e considerata una delle prime opere vampiriche che poi avranno la
loro consacrazione nel romanticismo gotico. La ballata, che ambienta
l'azione in Grecia, riprende da molto vicino l'antica Empusa di Flegone
che torna da una morte prematura per consumare il suo pasto damore.
Empusa, cioè l'essere dalle mille forme, è uno spettro infernale che
prende corpo a suo piacimento, come si vede nelle "Rane"
aristofanee, dove il servo di Dioniso, Xantia, finge di imbattersi in una
bestiaccia, un mostro immane che prende ogni forma: ora è un bue, ora un
mulo, ora una splendida donna, ora una cagna. Tutta la faccia risplende di
fuoco. E ha una gamba di bronzo e l'altra di sterco d'asina. Le uniche
armi con le quali è possibile sconfiggerla sono la parlantina e le
invettive retoriche.
La poesia di Goethe, riportata all'interno dell'attuale struttura,
insieme ad altre composizioni dello stesso autore ("Il
pescatore", "Davanti al tribunale", "Il re delle
Rane"), determina la connotazione di un dramma espresso quasi
integralmente in chiave di poesia, in cui musicalità si associa alla
danza.
Questa "Sposa di Corinto" non è solo una traduzione in
chiave drammaturgica dell'opera di Goethe ma un suo prolungamento, una
rappresentazione in chiave alchemica, soprattutto ne esplicita una
decifrazione del senso in quanto la primitiva storia si presentava di
misterioso esito. Ora la moglie-vampira si contorna di amanti
succhiasangue, collegate ai quattro elementi(salamandra del fuoco, troll
della terra, ondina dell'acqua, silfide dell'aria) per attuare, in una
sorta di rito collettivo femminile, la vendetta catarchica finale nei
confronti del maschio.