Di Gennaro Francione
In un pub di un villaggio gallese due vecchietti handicappati, Cordelia
e Moses, siedono incantati a guardare il lago dalle loro sedie a rotelle.
Il locale, diretto da mister Pop, è specializzato nel t-bone steak e gli
avventori si susseguono tra il mistero e il grottesco finché, a un salto
di luce per un temporale di vento, la ricca ereditiera Jenny Brown muore
per un pezzo di carne avvelenato. Nell'indagine della polizia saranno i
due vecchietti in retrovia ad assumere i panni degli acuti investigatori
fino al finale a sorpresa.
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Note di regia
Questo giallo, scritto dal drammaturgo Gennaro FRANCIONE, sembra opera
di un’Agata Christie moderna ed è un lavoro in cui l'arguzia dei
personaggi e dell'autore(che non dimentichiamo è un giudice e sapiente di
cose gialle) si fondono insieme. Tutti sono protagonisti e i personaggi in
qualche modo "si fondono" l’uno nell'altro immedesimandosi e
vivendo in quanto il loro "vicino" vive. La molteplicità di
intersecazioni psicologiche rende lo svolgimento interessante e di alta
qualità.
Tutti gli attori interpretano i loro personaggi secondo l'ormai, a
parere di molti, metodo più realistico nella scena, ovvero il metodo
Stanislasky di cui Grotosky è stato il maggiore rappresentante in quanto
capace di darvi il maggior spessore possibile. Ne discende una
rappresentazione avvincente e altamente impressiva dove lo spettatore si
sente partecipe e coinvolto nell' azione quasi si muovesse anche lui su un
palcoscenico che poco rappresenta la finzione scenica a vantaggio del
"quotidiano".
Tutto ciò che avviene qui potrebbe avvenire in un giorno di un anno di
un luogo qualsiasi. Il regista gioca con gli attori, la sua anima si
percepisce non dietro le quinte ma davanti e detta una logicità scenica
sostanziale e minimalista a vantaggio dell'esaltazione degli attori
stessi.
Nessun effetto speciale se non quello che gli attori con il loro ritmo
e la loro fisicità sanno imporre.
Filippo Bubbico
Direttore artistico della Compagnia La Quercia Incantata