Si chiama la "Repubblica delle
marionette" lo spettacolo in scena al Teatro dei Conciatori (via dei
Conciatori 5 zona Piramide) a partire da mercoledì fino a sabato.
L'opera diretta da Stefano Maria Palmitessa
affonda le proprie radici tra le
commedie e il meta-teatro. Pulceq è un uomo anonimo, gettato sul
lastrico dal tradimento della moglie col suo miglior amico. L'unica cosa
che gli rimane è un baule con le maschere della Commedia dell'Arte,
eredità di un suo avo. Assaltato, tartassato, oppresso proverà a
sottrarsi alla sua misera sorte, con le maschere che rappresentano per
lui la bellezza dell'arte. Maschere che nascondono, rivelano,
rivendicano, preludono alla trasformazione dei personaggi per una
possibile sollevazione.
Info/prenotazioni: 347 4222594
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http://www.corrieredellosport.it/news/inroma/spettacolo/2016/12/13-18680281/la_repubblica_delle_marionette_al_teatro_dei_conciatori/?cookieAccept
martedì 13 dicembre 2016 12:29
Arriva al Teatro dei Conciatori, dal 14 al 18
dicembre, lo spettacolo La Repubblica delle marionette di Gennaro
Francione. Saranno cinque giorni in cui sul palco del teatro romano
verrà raccontata la storia di Pulceq, un uomo piuttosto anonimo a cui la
vita ha smesso di sorridere: è stato licenziato e le sue condizioni
economiche sono più che mai precarie a causa delle ingenti tasse e dei
debiti nei confronti delle banche. In più anche la sua situazione
sentimentale è assolutamente poco felice, infatti è stato tradito dalla
moglie con il suo migliore amico. L’unica cosa che gli resta è un baule
con le maschere della Commedia dell’Arte, eredità preziosa lasciatagli
da un suo vecchio avo.
Assaltato, tartassato, oppresso proverà a sottrarsi
alla sua misera sorte, con l’unica cosa che gli è rimasta: le maschere
che rappresentano per lui tutta la bellezza dell'arte. Maschere che
nascondano, rivelano, rivendicano, preludono alla trasformazione dei
personaggi per una possibile sollevazione.
@@@@ò
Gianni Monaco a Alessandro
Laureti
15 dicembre alle ore 23:28
·
spettacolo di grande spessore, grido
contro il malcontento e la sopraffazione. Fatica notevole, la vostra,
per l'armonica coralità che avete espresso in scena. Si esce con la
voglia di non cedere alla rassegnazione verso un mondo corroso da tanti
soprusi. Bravissimi tutti, che ti prego di salutare con convinta mia
ammirazione. Complimenti al Regista, ancora una volta gran direttore di
orchestra e voci. Buona fortuna, alla prossima!
Silverio Scramoncinbravissime
marionette .....
@@@@òòò
http://www.fermataspettacolo.it/teatro/per-il-giudice-francione-e-la-repubblica-delle-marionette
Per il giudice Francione è “La Repubblica delle
Marionette”
Un lavoro di denuncia civile del drammaturgo
partenopeo, andato in scena al Teatro dei Conciatori di Roma
di
Anna Villani -
30 dicembre 2016
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Teatro come “resistenza”, a cosa? A chi
nascostamente muove i fili di una società che riduce l’uomo ad un
soggetto da mungere, da denudare, privare di ogni bene fino ad
annientarlo, togliendogli la dignità, considerandolo una “marionetta”.
Una guerra silenziosa ma vera, che si consuma a colpi di grasse risate
da chi ha creato il “sistema” (“ce l’abbiamo fatta!”) ed il pianto di
chi lo subisce. La pièce del giudice Gennaro Francione non lascia
equivoci alla interpretazione. Ti fa accomodare in sala e, tra belle
musiche, qualche coro e battute sarcastiche, ritornelli che sono
pugnalate di cronaca nera, ti serve sul piatto dell’amara verità, il
“nudo” vivere. E’ la storia di ogni giorno, delle cronache, dei suicidi,
rielaborata, però… in “messaggio artistico”. Stavolta non è recitazione,
o forse, non solo. Le “marionette” di Francione si muovono in scena per
indignarti, farti domandare: “Ma per quanto ancora potremo tirare avanti
così?”. Il lavoro portato al Teatro dei Conciatori di Roma, dal 14 al 18
dicembre scorso non è per tutti, è per chi ha ancora un cuore pulsante
di giustizia. Per chi non ne può più di grandi della finanza e
“bancarottieri”, per chi non sopporta che, se sei “ricco” la legge è
interpretata nel linguaggio “estensivo” mentre se sei poveraccio te la
becchi “restrittiva”.
“La Repubblica delle Marionette” ha avuto la regia
di Stefano Maria Palmitessa su testo di Gennaro Francione, l’adattamento
è stato di Francesca e Natale Barreca.
Il cast scenico: Agnese Torre, Alessandro Laureti,
Antonello Azzarone, Erika Diamanti, Giuseppina Anghelone, Mary Fotia e
Sabrina Meuti. Costumi: Mary Fotia, le belle musiche di Silverio
Scramoncin, coreografia: Mara Palmitessa, assistente alla regia Maria
Giulia Messina.
Sul palco attori distintisi bene in scena, per
dizione, mimica, un gruppo affiatato, amalgamato da entusiasmo e
passione. Su tutte Sabrina Meuti, attrice dalla simpatia che esce dagli
argini del personaggio. Già “ammirata” dal 7 al 10 luglio scorso in una
originalissima “Agrado” in “Tutto su Mia Madre” portata al Teatro
Petrolini della capitale dal regista Francesco Proietti. Tenera e dolce
Meuti ha una voce plastilina, adeguandosi a ruoli ora drammatici come a
comici o d’autore. Qui, insieme ai colleghi, sembra far ridere, ma il
ruolo è struggente.
Un lavoro impegnativo per il cast, se si pensa che,
oltre all’impegno del testo, vi è stato pure quello per il trucco delle
“marionette”, eseguito dai professionisti dell’Accademia professionale
del trucco di Roma ed ha richiesto, ogni sera, circa un’ora e mezza di
preparazione. Un capolavoro ad effetto, che trasformava il viso
dell’attore in una stupefacente maschera.
Il lavoro si spezza in due, una prima parte di
respiro pubblico, una introduzione al mondo surreale di oggi, nei vizi e
dolori, la seconda con un tal Pulceq. Il tipo-uomo del terzo millennio,
ha un lavoro e di colpo lo perde, ha una casa e viene lo Stato e se la
prende, ha una moglie, ma è stanca delle miserie e lo pianta, è quel
sentimento che Bauman definirebbe “liquido” gli scorre inesorabilmente
addosso, poi ci sono i debiti, “come farò?”
L’uomo nella sua solitudine provocata da un mondo
economicamente di sopraffazione. E, come una cantilena lo stesso
messaggio viene ripetuto talvolta a gogò dai protagonisti, prima in
solitario poi a gruppo o viceversa. Come a farlo arrivare bene fin nelle
viscere umanitarie di chi guarda lo spettacolo. Nella “Repubblica delle
Marionette” il protagonista è il messaggio civile, che arriva come un
grido, per svegliare le coscienze. Ad effetto, anche qualche scena
“calda” il seno scoperto di due interpreti per trasmettere il messaggio
che lo Stato ti succhia quello che hai. Latte come linfa femminile,
vitalità svuotata di dentro, una vita che appassisce sotto i problemi,
vita che ti toglie la macchina burocratica.
Il drammaturgo napoletano Gennaro Francione tocca
le corde sociali in modo forte. Un visionario del teatro d’avanguardia,
uno che vuole cambiare il mondo attraverso la bellezza artistica e, di
fatto, ricorda all’ultima replica Fëdor Dostoevskij col suo motto: “La
bellezza salverà il mondo!”.
Un “teatro” un po’ Ionesco, un po’ Pinter un po’
Ovadia e quella che fu la Theatre Orchestra, in totale un giudice che
oltre alle sentenze ed alle carte fa parlare artisti talentuosi per
“ribaltare” le sorti di un mondo che ha preso da tempo una gran brutta
piega. E, per il 2017, esprime un desiderio sul suo profilo “social”
(Fb): “riprendere alla grande nel nuovo anno la nostra Rivoluzione di
Bellezza attraverso il Teatro, l’Arte e il Settimo Potere per la
costruzione dello Stato Est-Etico!”. Auguri giudice !
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http://www.gufetto.press/visualizza_articolo-1098-la_repubblica_delle_marionette_teatro_conciatori_la_crisi_finisce_dove_inizia_l_arte-news.htm
LA REPUBBLICA DELLE MARIONETTE @Teatro Conciatori:
la crisi finisce dove inizia l’arte
Di: Rachele Fortuni
pubblicato il: 20/12/2016
categoria: RECENSIONI RM
Il palco del Teatro Conciatori, dal 14 al 18
dicembre ha ospitato lo spettacolo LA REPUBBLICA DELLE MARIONETTE, testo
di Gennaro Francione, diretto da Stefano Maria Palmitessa. e
interpretato da: Agnese Torre, Alessandro Laureti, Antonello Azzarone,
Erika Diamanti, Giuseppina Anghelone, Mary Fotia e Sabrina Meuti
L’ingresso delle marionette sul palcoscenico,
catapulta lo spettatore in una dimensione dagli accenti spiccatamente
surreali. Ma dopo poco dall’inizio della rappresentazione si intuisce
l’attualità delle tematiche affrontate dalla pièce. Attori finemente
abbigliati e truccati interpretano in modo impeccabile i fantocci di
stoffa mossi dal marionettista Pulceq, al quale null’altro è rimasto
nella vita fuorchè le maschere della Commedia dell’arte ereditate da un
suo lontano avo. Sì, perché il povero uomo ha perso il lavoro, è
travolto dai debiti ed è stato abbandonato dalla moglie, invaghitasi di
un uomo più ricco, per l’esattezza proprio il suo migliore amico.
Eppure, l’ormai emarginato Pulceq, compie il gesto
liberatorio di aprire un vecchio baule ed iniziare a muovere i fili
della sua immaginazione.
Una rappresentazione misurata con attenzione, che
nonostante l’elevato numero di attori sul palcoscenico, non genera
disordine né confusione, soprattutto grazie all’alchimia di voci, musica
e movimenti, diretti con il giusto ritmo.
La scenografia esile ed essenziale, fa da sfondo ad
una marcata espressività che imprime sui volti artefatti degli
interpreti i segni evidenti della malinconia, della amarezza, nonché di
una plastica perfidia ed indifferenza. I costumi, di M. Fotia e il
trucco, elaborato dall’ Accademia di Trucco Professionale, sono
talmente ben concepiti che la dimensione corporea dei personaggi in
scena viene del tutto dimenticata e lo spettatore viene rapito dalle
meccaniche gestualità dei soggetti.
LA REPUBBLICA DELLE MARIONETTE propone un antidoto
alla profonda crisi non solo economica, ma anche sociale che stiamo
attraversando: la bellezza dell’arte.
Info
LA REPUBBLICA DELLE MARIONETTE di Gennaro Francione.
adattamento di Francesca e Natale Barreca. Interpreti: Agnese Torre,
Alessandro Laureti, Antonello Azzarone, Erika Diamanti, Giuseppina
Anghelone, Mary Fotia e Sabrina Meuti. Regia: Stefano Maria Palmitessa