SEVERINO PROIETTI
Ex prete,che nellesercizio della sua docenza di Religione ha
avvertito le smentite che la Storia dà alla Bibbia,ne ha fatto un lungo controllo
epistemologico col metodo di Popper che ha espresso in due opere col simbolico nome di
Voltaire II inviate a Giovanni Paolo II,il quale gli ha reso possibile di uscire
alletà di 80 anni portati giovanilmente dalla Comunità Religiosa in cui era stato
lungamente Dirigente.
Ha ha pubblicato:
- Il bandolo della matassa ovvero La rivoluzione
dell'Intelligenza, EIL Cremona, 1988
Affascinato sin dall'adolescenza dalla bontà sperimentata
durante gli anni trascorsi in una comunità religiosa, Severino Proietti, votò se stesso
alla missione di educatore. Da adulto meditò a lungo sulla storia del cristianesimo e sul
suo meraviglioso messaggio sorretto e alimentato dalla fede nel messianismo di Gesù di
Nazareth.
Purtroppo nei secoli i cosiddetti cristiani, raggiunta nella
società l'egemonia, dimenticarono presto gli insegnamenti da cui era scoccata la
scintilla benefica e da perseguitati si trasformarono in persecutori, ritradendo in pieno
la parola di Cristo.
Volendo l'autore conoscere il perché del fenomeno degenerativo
compie un'attenta e minuziosa ricerca filosofica e scientifica. Pertanto La rivoluzione
dell'intelligenza è opera di indubbio valore, sofferta e documentata intenta a
gettare un fascio di luce sulle vicende del cristianesimo e sulle tenebre che offuscano
ancora la mente dell'uomo proiettato a scrivere nuove pagine fondamentali nella storia
della rivoluzione dell'intelligenza umana(Dalla retrocopertina).
- Fine del mondo-La voce dell'intelligenza, Tradizione
mediterranea (Quaderni della Schola Italica), Roma 1994, con la dedica "A Giovanni
Paolo II Campione dell'Umanesimo Cristiano perché diventi Campione dell'Umanesimo
Universale".
Esame critico delle tesi testamentarie e di quanto viene
presentato come "Parola di Dio", alla luce delle realtà storiche succedutesi
nell'arco di due millenni dalla venuta sulla Terra di Gesù di Nazareth. Il titolo si
riferisce al nucleo centrale del messaggio di Gesù di Nazareth che, non essendo stato
realizzato nella storia,falsifica tutta l'impalcatura teologica che i suoi discepoli hanno
costruito sulla sua figura.Riportiamo di seguito un suo scritto che interessa il Giusto
diritto.
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SEVERINO PROIETTI
UNA GIUSTA EPISTEMOLOGIA
PER UNA GIUSTA FEDE,UNA GIUSTA ETICA
UN GIUSTO DIRITO E UNA GIUSTA RELIGIONE
Relazione al Convegno del Centro di Filosofia Italiana
su "Giustizia tra Filosofia e Diritto"
Campobasso 26-28 Ottobre 1995
SITUAZIONE ATTUALE
Il Professore Francesco Barone nella presentazione che ha
premesso al mio libro La fine del Mondo?La voce dell Intelligenza, che ho
avuto il piacere di dare in dono ai partecipanti del convegno dello scorso anno, pur
approvando l'abolizione della"dicotomia"tra cultura filosofica e cultura
scientifica7auspica tuttavia che resti la separazione tra scienza e
filosofia.Tengo a precisare che non sono tra coloro che vogliono la "morte della
Filosofia"anzi io tendo a restituire alla filosofia tutto lo scibile7da
fondarsi però su una scienza preliminare,l'epistemologia:il mio unico intento è quello
di ricercare i. mezzi per acquisire un nucleo culturale per eliminare la babele non solo
dei giuochi linguistici ma anche,entro certi limiti,la babele dell'Etica,del Diritto e
delle Religioni.Questo si può fare solo fondando l'epistemologia come scienza7cioè
come scienza di mezzi conoscitivi validi per tutti.
Da Pitagora a Galileo e a Newton per Filosofia si è sempre
inteso l'amore e la ricerca della Sapienza,cioè di una conoscenza del mondo,chiamato
anche natura o realtà7in cui l'uomo possa vivere felicemente.In sostanza la
Filosofia consisteva nella ricerca della scienza e della saggezza.Scienza7Etica,Diritto
e Religione,tutto apparteneva alla Filosofia.E' dopo Galileo che sì verifica la
"dicotomia" di cui parla il Professore Barone. Prima di Galileo la
diversità del risultato della ricerca veniva attribuita o a errore logico,specialmente
dopo Arìstotele7o a qualche deviazione di natura etica o morale,secondo il
capo primo dell'epistola ai Romani di S. Paolo e il capo quarto del Vangelo di S.
Giovanni..Sicché dal secolo XVII sono presenti nella cultura tre settori distinti che
pretendono dì essere autonomi perché ritengono di avere un proprio criterio di
legittimazione per il proprio sapere:la "cultura teologica"che ripone la propria
validità nel canale della "Parola di Dio" trasmessa o attraverso i suoi
incaricati o attraverso una "illuminazione divina" personale;la "cultura
filosofica".che la ripone nei "lumi della Ragione";la"cultura
scientifica",che la ripone nel "controllo della sperimentazione".La
differenza dei criteri epistemologici produce la "dicotomia" tra "cultura
religiosa" e "cultura laica" 'con l'increscioso antagonismo tra credenti e
miscredenti. e la dicotomia tra '"cultura filosofica"e "cultura
scientifica" produce la diatriba tra filosofi e scienziati.
Qualcuno addossa la "colpa" di tale situazione ai
teologi,perché,aggiogando la filosofia come serva alla teologia,hanno preteso di dettare
legge ai filosofi. Nietsche dà la colpa anche ai filosofi, quando nell'Anticristo li
chiama "prodigiosi animali" che pretendono di ricavare dai "buoni
sentimenti" o "dalle ragioni del cuore"le prove argomentative,alludendo al
Romanticismo di Pascal e alla Critica della Ragione Pratica di Kant. A me sembra che la
colpa non sia di nessuno e sono d'accordo con Cartesio quando nel suo Metodo indica
la causa nella difficoltà della nostra mente di stabilire un giusto rapporto con la
realtà:questa difficoltà è nata insieme alla cultura umana ed è il vero "peccato
originale",che perciò non è una "colpa" ma un errore.
Tale difficoltà sta alla radice dei diversi approdi dei
vari filosofi ed ha causato all'umanità immani tragedie.Gli antichi dicevano
"operari sequitur esse";noi oggi dobbiamo dire piuttosto"operarì sequitur
nosse".Se la storia umana appare un immane tragedia e la storia della Filosofia
appare "un. grosso scandalo ",come ha detto Whitehaed, dipende proprio da.
questo fallimento. Il XX secolo è un esempio macroscopico dell'influenza nefasta delle
ideologie prodotte dai filosofi.Anche le Conferenze Mondiali dell'ONU su argomenti
fondamentali di Etica e di Diritto mostrano di andare alla deriva.Si continua a
etichettare dì follia criminale le persone di Hitler,di Stalin,di Mussolini.di Komeini,di
Saddam,di Karadzik e,più in lontananza, dei Papi dell'Inquisizione e delle Crociate,di
Diocleziano,di Decio e di Nerone ma si sbaglia bersaglio:non erano folli i personaggi ma
le ideologie che li ispiravano. E noto che Alessandro Magno,modello di Giulio
Cesare,concepì,sotto l'influenza del suo maestro Aristotele,l'impresa di riunire il mondo
"barbaro"con la cultura greca e che il Cristianesimo e l'Islamismo da qualche
millennio sono protesi a conquistare il mondo sotto l'ispirazione della "Parola di
Dio".Genocidi incalcolabili.
Per porre rimedio a tale tragica situazione occorre fare
chiarezza nelle premesse dell'attività filosofica. Finché non si decifreranno strumenti
univoci che ci permettano una stessa valutazione sui prodotti della cultura e finché
resterà la lottizzazione nella cultura secondo le aree accennate,staremo sempre a
discutere sull'ipoteticità della Scienza,dell'Etica e del Diritto.Siate indulgenti
pertanto con la mia presunzione di presentarvi in estrema sintesi il risultato della mia
ricerca.Io penso che si deve pervenire a un Contratto Sociale fondato non su valutazioni
etiche o pragmatiche come hanno suggerito Hobbes e Rousseau ma su
valutazioni conoscitive,perché la nostra mente resta incatenata o convinta da un certo
tipo di conoscenza che chiamiamo scienza,che non è altro che la rappresentazione mentale
che corrisponde alla realtà.Tale tipo di conoscenza non proviene né dall'
"illuminazione divina" né dal "consenso degli specialisti" ma solo
dalle "prove controllabili",cioè che possono essere controllate da chiunque si
mette in grado di rifare lo stesso procedimento.Questa è l'unica conoscenza che possiamo
chiamare scienza.Circolano invece concezioni alterate della scienza come "la
comunità scientifica",ovvero "la generica attività di ricerca
scientifica" nella quale ripone tanta fiducia lo scientismo e su cui appunta gli
strali l'antiscientismo,oppure una generica "conoscenza razionale o logica"
conseguita col vecchio metodo "induttivo-deduttivo" padre del Razionalismo
e dell' Idealismo,di cui è impastata tutta la cultura, oppure "la conoscenza delle
cose attraverso le toro cause" secondo lAristotelismo,oppure la
"ricerca delle leggi della natura attraverso teorie generali che diano spiegazione di
un gran numero di fenomeni" secondo i fisici odierni.Sono d'accordo che queste
concezioni della scienza sono davvero "ipotetiche". Occorrerebbe che qualcuno
facesse un inventario con la distinzione delle "verità scientifiche
controllate" e le "teorie scientifiche da controllare" e perciò
ipotetiche.
PROPOSTA DI AGGIUSTAMENTO
Per dare un giusto profilo e un minimo di unità alla cultura
occorre fondare come scienza l'Epistemologia intesa come scienza dei mezzi con cui la
nostra mente può pervenire a una conoscenza corrispondente alla realtà. Sottopongo
pertanto alla vostra attenzione i seguenti dieci punti che chiamo Decalogo Epistemologico.
1-Nella cultura l'unica distinzione importante che possiamo
fare è quella di "cultura vera" e "cultura illusoria", "cultura
buona" e "cultura cattiva". Tali distinzioni possono essere fatte
solo in base a due criteri universali,uno conoscitivo e uno etico,che consentano una
valutazione univoca nei due campi della Filosofia che sono la valutazione della conoscenza
come corrispondenza alla realtà,cioè la scienza,e la valutazione del rapporto positivo o
negativo della realtà,rappresentata dalla scienza,con la nostra vita,cioè la
saggezza.Per realtà intendo quanto è distinto dalla rappresentazione mentale.
2-Per ogni uomo la prima conoscenza scientifica è la
constatazione dell'esistenza della propria mente e la seconda è la constatazione
dell'esistenza di un'altra realtà distinta dalla mente.La conoscenza è lo scambio tra la
mente e la realtà esterna. Anche nell'attività creativa e operativa artistica o tecnica
il modello mentale diventa vero solo quando viene "realizzato" cioè proiettato
fuori dalla mente.
3--Lo scambio si concretizza in una rappresentazione nella
mente dell'altra realtà in modo sintetico o in modo analitico:è una immagine che può
essere anche modificata.La presenza di questa immagine indica che la nostra mente è di
natura sensibile.
4--La nostra mente è costituita da un' "unità con due
frontiere",una esterna o Periferia Informatrice e l'altra interna o Centro
Coordinatore:questa unità non può funzionare correttamente se non intervengono insieme
le due frontiere nella produzione di una immagine Quando un prodotto mentale è frutto di
una sola frontiera è illusorio,cioè non ha una corrispondenza nella realtà
esterna,mentre quando è prodotto delle due frontiere abbiamo la scienza,cioè una
rappresentazione corrispondente alla realtà. L'Intelligenza è il funzionamento corretto
dell'unità mentale:essa esclude il doppio binario dei Sensi e della Ragione su cui è
sempre stata impostata l'attività filosofica. Attenzione:su questa premessa reale si
fonda lepistemologia come scienza:tutte le altre epistemologie sono fondate o sui
Sensi (periferia della mente) o sulla Ragione (centro della mente),perciò sono
epistemologie illusorie che ci danno il Sensismo,il Positivismo,il
Razionalismo,l'Idealismo e il Fideismo.
5-Nell'attività dell'Intelligenza bisogna distinguere due
tempi
Nel primo tempo la mente stabilisce un contatto diretto con la
realtà per mezzo di canali plurimi vicendevolmente controllantesi,i sensi:con essi riceve
impresse le rappresentazioni della superficie della realtà. E' la "fase
dell'intuizione Sensibile" o dell' "Intelligenza Pura" o dell'Intelligenza
Diretta:con essa compiamo il confronto tra le varie situazioni e porzioni della realtà e
anche la deduzione di rapporti di identità, differenza, uguaglianza,
analogia,proporzione, simmetria, armonia. Questa fase ci dà la "scienza prima o
empirica"che è la conoscenza che corrisponde alla realtà come ci appare. Anche il
semplice animale è fornito di intelligenza pura:questa constatazione insieme a quella del
comportamento dei mezzi dell' "intelligenza artificiale" e la scoperta di
Einstein che ci presenta la vecchia "materia" come energia allucchettata,
eliminano il vecchio dualismo di materia e spirito.
Nel secondo tempo la nostra mente cerca di avere la
rappresentazione della parte nascosta della realtà attraverso una via indiretta,che
consiste nell"inferire dalla scienza empirica una rappresentazione della
realtà nascosta alla quale poi si applica la deduzione. A tale immagine si è portati a
dare credito perché darebbe la spiegazione ai fatti osservati.Questo tempo è stato
chiamato "processo razionale" o semplicemente "Ragione". Ma presto
nell'attività filosofica si è cominciato a dubitare della validità di tale via
indiretta:i sofisti e gli scettici greci del V secolo a.C. e i contestatori ebrei degli
oracoli del Dio ebraico Jahvè nel capo dodicesimo del profeta Ezechiele del VI secolo
a.C.,ne sono i più antichi testimoni.Difatti mentre la scienza empirica" ha negli
oggetti o nei fatti stessi che osserva la premessa reale necessaria alla "deduzione
per la validità delle sue conclusioni,invece la conoscenza della realtà nascosta
elaborata col tradizionale processo razionale è solo una premessa ipotetica che nessuna
congerie di esempi di questo tipo che è solo osservativo può trasformare in
rappresentazione della realtà nascosta.Per ottenere questa trasformazione occorrono altri
due passaggi: dalla ipotesi indotta occorre prima dedurre un fatto che le è legato
necessariamente e poi fare la ricerca di tale fatto,che costituirà la prova o il
controllo:in questa ricerca gioca la fortuna su cui insiste tanto Feyerabend. L 'errore
commesso non solo dalla comune umanità ma anche dai filosofi e dai teologi,ha cominciato
a correggerlo Galileo aggiungendo alle due fasi del vecchio metodo una terza fase:ne è
nato il metodo scientifico,unica via con cui possiamo avere la rappresentazione mentale
della parte nascosta corrispondente alla realtà e costituisce l'Intelligenza Indiretta o
Razionale:essa elimina la Ragione Pura produttrice solo di "metafisica
pura"cioè di una conoscenza illusoria o per lo meno problematica o ipotetica.Tutto
questo è il risultato del lavoro critico di Hume,di Kant e di Popper.
6-L1lntelligenza Diretta o Pura e l'Intelligenza
Indiretta o Razionale, quando avvertono che la rappresentazione corrisponde alla
realtà,operano come metodo scientifico positivo e producono la scienza o verità
positiva;quando avvertono che la rappresentazione non corrisponde alla realtà per la
contraddizione logica e per la smentita dei fatti alle premesse,alle promesse e alle
previsioni,operano come metodo scientifico negativo e producono la scienza o verità
negativa.
7-I due elementi del metodo scientifico positivo e i due
elementi del metodo scientifico negativo formano il setaccio critico: esso è la soluzione
del problema del criterio necessario per procedere alla prima delle due distinzioni
possibili nella cultura,cioè "cultura vera" o "cultura illusoria".Tra
gli elementi del setaccio critico potrebbe essere acquisito anche lelemento della Parola
di Dio qualora ne risultasse l1esistenza ma purtroppo non può essere
cooptata nessuna delle "Parole di Dio" che le Religioni storiche pretendono di
avere in quanto contengono tutte"oracoli" ambigui e promesse inadempiute e in
più,avendo nella loro storia contraddittoriamente calpestato quei valori umani
fondamenta1i per la cui affermazione e realizzazione sono sorte,hanno mostrato chiaramente
di non essere né ispirate né guidate da Dio come pretendono,e perciò contengono solo
parole umane per quanto espresse in forme sublimi.
8-Il setaccio critico è l'unica fonte di legittimazione nella
Filosofia:I)legittima la rappresentazione iniziale della realtà dandole il sigillo di
vera fede intesa come "convinzione" o "certezza"perché basata su
"prove controllabili".2)legittima il dubbio sul mistero del resto della realtà
di fronte al quale la mente deve stare sempre trepida,e delegittima le fedi fondate
sullambiguità della Ragione Pura e delle Parole di Dio;3)legittima con la scienza e
col dubbio la saggezza che scaturisce dal confronto della realtà della vita con la
realtà del mondo rappresentata dalla scienza positiva o negativa:il mondo e il
comportamento umano sono buoni quando sono favorevoli alla nostra vita,cattivi quando le
sono nocivi.Solo tale confronto ci permette di definire la libertà,la giustizia,il
diritto,la legge,la solidarietà,la moralità e l'immoralità.
9-La vita è il criterio assoluto per stabilire il bene e il
male. Però l'uso di tale criterio in modo positivo produce evidentemente relativismo per
le molteplici esigenze e situazioni individuali e quindi discussioni infinite,alle quali
solo la legislazione politica col criterio della maggioranza della comunità può porre
fine stabilendo il Diritto Positivo secondo un processo evolutivo dialettico con
l'alternanza di due schieramenti impostati uno sull'esigenze della '1Libertà"
e l'altro sull'esigenze della "Legge" come limite e guida della libertà.Perciò
è necessario enunciare il criterio etico in forma negativa come premessa universale:è
negativa o immorale o folle ogni fede,ogni ideologia,ogni teoria che per essere realizzata
abbia bisogno della soppressione o dell'oppressione della vita anche di un solo
essere umano.Sulla vita si fonda il Diritto Naturale anteriore a ogni Diritto
Positivo:esso contiene la sanzione penale immanente che rende inquieto e infelice chiunque
viola l'armonia universale che la produce.
10-Da tali premesse si deduce che la Scienza non dipende
dall'Etica ma è lEtica che deve dipendere dalla Scienza perché da essa riceve la
luce sul rapporto positivo o negativo tra realtà e vita.Perciò prima la scienza perché
non può esserci saggezza senza scienza e perché la scienza per sé non è né buona né
cattiva.La scienza poi dei mezzi conoscitivi,che è l'Epistemologia,è la Scienza suprema
o Scienza delle Scienze o Inizio della Sapienza. L'Etica balza in primo piano quando
si tratta di fare sperimentazione per acquisire la scienza e quando si tratta di usare la
Scienza.
CONCLUSIONE
Mantenendoci sulla linea del linguaggio biblico,tale Decalogo
possiamo chiamarlo l'Albero della Scienza del Bene e del Male,con la grande differenza che
di quello biblico del giardino terrestre era vietato a chiunque di mangiarne pena la morte
mentre di questo è necessario che tutti ne mangiamo se vogliamo proteggere la vita dalle
illusioni e dai pericoli minacciati dal mito di Faust.Con esso si potrà realizzare un
consorzio umano unito da un nucleo culturale che chiamo "Umanesimo
Universale",nel quale tutti possiamo vivere secondo il proprio livello evolutivo.
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