Giuristi pro Francione
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                                                                                               IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA AMMAZZA LA SENTENZA ANTICOPYRIGHT

Inopportunità di un procedimento disciplinare: il giudice del Tribunale di Roma Gennaro Francione sarà sottoposto  a procedimento disciplinare da parte del Consiglio Superiore della Magistratura su richiesta del Ministro della Giustizia Claudio Castelli per aver assolto in una sentenza del 15 febbraio 2001 un gruppo di extracomunitari che vendevano per strada cd musicali contraffatti. Il Guardasigilli ha ritenuto il provvedimento “abnorme” e quindi ha trasmesso gli atti al Consiglio Superiore per le valutazioni conseguenziali. Il caso è stato anche oggetto di un’interrogazione parlamentare del Senatore di Alleanza Nazionale Ettore Bucciero. ...

http://www.studiocelentano.it/editorial/iaselli/020302.asp

           

 
 

La reazione degli addetti ai lavori nel cyberspazio  e nell'ulespazio è di unanime condanna all'azione del ministro e di solidarietà al giudice Francione. 

In rete giudici e avvocati con e-mail, in liste di discussione etc. si esprimono all'unisono per la solidarietà a Francione e per l'inopportunità dell'azione disciplinare che incrina la libera democratica esplicazione dello ius dicere da parte dei magistrati(Gigi Trilemma).

 

 

 COMMENTI TRATTI DA GRUPPI DI DISCUSSIONE DI ADDETTI AI LAVORI.

 

“Quella di un  giudice soggetto a procedimento disciplinare in relazione al contenuto di una sentenza è notizia che non può non ingenerare,
sempre , inquietudine , non solo tra i  magistrati, ma , ne sono certo, tra
gli avvocati che vogliono appartenere ad un libero Foro, e tra i cittadini
che hanno a cuore un ordinamento giudiziario democratico”

 

Esistono strumenti idonei, quali mezzi di impugnazione su sentenze di assoluzione giudicati  *abnormi*, all'esame di altri magistrati, che ci garantiscono da interpretazioni *errate* di una norma di legge o dell'applicazione di
questa ad una fattispecie sostanziale. Senza conoscere molto di più del
provvedimento del Dr. Francione, non ritengo che il CSM possa, in
questo senso, essere l'organo deputato a valutare dell'interpretazione
data dal magistrato ad una determinata fattispecie. Ribadisco che la
mia solidarietà al Dr. Francione viene data più per il riconoscimento
delle garanzie costituzionali che *proteggono* il nostro Stato di
Diritto da interpretazioni *errate* nell'applicazione della norma da
parte di ognuno, fosse anche magistrato, non conoscendo nulla più di
questa *preoccupante* vicenda. Nel clima rovente di questi ultimi
tempi, mi auguro che il deferimento al CSM del Dr. Francione, sia stato
adeguatamente ponderato, altrimenti, letta così, potrebbe apparire come
il tentativo di impedire ad un magistrato l'interpretazione di una
norma di legge da applicare nel caso di specie. E questa costituisce
una facoltà, per non dire una necessità, del magistrato che solo in
questo modo può esercitare validamente lo jus dicere.

 

 

Il nostro sistema preveda un rimedio per le decisioni non condivise o non condivisibili ed è quello delle impugnazioni da parte, nella specie, del Procuratore Generale o del Procuratore della Repubblica.
Il dato delle dichiarazioni del Ministro è veramente inquietante in quanto, sinora, si era sempre detto che non si poteva entrare nel merito delle decisioni in sede disciplinare o paradisciplinare.
La cosa fa da pendant alla possibile introduzione di criteri di valutazione della professionalità dei quali si fa un gran parlare in questi giorni.
Vi è un legame tra i due fatti?

 

            Condivido con gli amici della lista che l’erronea interpretazione ed  applicazione di una norma, non può essere censurata in sede
disciplinare.      Del resto, se così non fosse, o se l’organo disciplinare censuri  una  decisione di merito, anche se errata o abnorme, esorbita i propri
limiti ed esercita una preoccupante  ingerenza nel merito dell’applicazione delle norme sostanziale e processuale.
Cosa pericolosa, poiché non è ammissibile in un ordinamento
democratico, creare precedente o influenzare l’applicazione del
diritto ai magistrati, che interpretano la norma, così come gli
avvocati, con il limite dell’applicazione al caso concreto.
Solidarietà al Dr. Francione,

Premetto che il mio convincimento è che l' autonomia del giudicante è il bene più prezioso che gli operatori del diritto - tutti e a qualsiasi livello – debbano avere a cuore.
Si può essere convinti assertori della separazione delle carriere, ma l'autonomia del Giudice è e rimane un punto fermo , baluardo invalicabile di ogni ordinamento giuridico.
Per tutti i provvedimenti - anche quelli ritenuti " abnormi " - c'è un rimedio giuridico , come taluno in lista ha scritto ;nel caso di specie - se fosse rispondente al vero quanto paventato - ben poteva la Procura Generale non " vistare " la sentenza ed impugnarla

La solidarietà è d'obbligo, ma, andando oltre il caso del dott. Francione, è preoccupante il modo di agire del ministro e lo spirito che si respira e si
vuol far respirare. Spero che i termini che conosciamo non siano quelli
esatti.

 
Una lettera di un avvocato,  esemplare delle  e-mail che provengono al giudice

 

Egr. Dott. Francione, apprendo solo stamattina delll'instaurarsi di un procedimento disciplinare a suo carico, in relazione alla ormai nota sentenza anti copyright.

Mi sono trovato più volte a difendere cittadini extra comunitari accusati della vendita di cd o videocassette contraffatte e, le motivazioni da Lei riportate in sentenza mi sono state di utilissimo insegnamento per le mie discussioni (anche se con esito purtroppo negativo - per una ho proposto proprio stamani appello).
Volevo ringraziarLa per aver aperto una breccia in un solidissimo muro di silenzio e consuetudine giuridica, in un paese dove  il cittadino extracomunitario, che per sopravvivere è costretto a vendere cd contraffatti, è punito in maniera più grave (attualmente viene contestata anche la ricettazione) di colui che lo sfrutta o lo picchia per strada.
Nel ringraziarla ancora per l'intelligenza, il senso del "reale" e l'umanità che l'ha portata ad emanare una sentenza coraggiosa, Le porgo il mio più sincero saluto ed incoraggiamento.
Avv. O. M.

 

 
 
Da: Guzzo [claudio.guzzo@email.it]     

A: newsletter@palazzochigi.it

C. C.:         posta@ilmattino.it                                                                                                                  

Oggetto: Censori e censure

 E' spiacevole dover verificare, con tanta evidenza, come la giustizia sia ridotta ad una valutazione di somiglianza e di rispondenza dei fatti ai dogmi di menti deboli e malate.

Dalle inquisizioni clericali e bigotte ai parlamenti e ai giudici schiavi, la storia è un continuo ripetersi di falsi principi e stupide censure.
Ma oggi, spett.le palazzo, questi messaggi nella bottiglia, lanciati fra le onde dell'immenso Internet, ci fanno avere una nuova speranza. Iniziative culturali, interessanti, divertenti e civili, fuori dagli schemi precostituiti da squallidi microcefali che rispecchiano la loro pochezza nelle regole che pongono, si fanno strada nella comunicazione telematica. La scure della moderna censura, spett.le palazzo, è lieve come una carezza e i suoi patiboli sono la migliore propaganda di tutte le nuove eresie.
Grazie, rev.mo palazzo, oggi sappiamo che anche un solo giudice, assolvendo due morti di fame, può metterti paura.
Oggi, on.le palazzo, sei finalmente così umano e così a noi vicino.
 

 

 
Commento avv. Bruno Sechi

http://www.studiocelentano.it/editorial/anticopyright_sechi.htm

 

Link di giuristi sul caso:

http://www.cittadinolex.kataweb.it/Article/0,1519,17140|117,00.html

 

Altri siti di commento giuridico:

http://www.ilsitocontro.it/andrea/casofrancione.htm

http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=1808

http://www.censurati.it/article.php?sid=204

 

 
http://www.studigiuridici.unile.it/Master/Documenti/reato_info_azienda_galdieri.pdf

http://www.newlaw.it/software/Contrassegno%20Siae%202.html

http://www.andreamonti.net/it/pcpro/pcpro121.htm

 

 

Il Ministro Castelli, ha esortato il Consiglio Superiore della Magistratura ad avviare una procedura disciplinare nei confronti di quel Giudice. Secondo qualcuno, la motivazione ufficiosa, sarebbe la condotta non prettamente professionale del giudice che nel tempo libero sarebbe uno scrittore, un pittore,.. insomma un artista, e proprio questa sua vena artistica non sarebbe vista di buon occhio.
Però la spiegazione ufficiale sarebbe solo la clamorosa sentenza emessa l’anno scorso, che creerebbe un pericoloso precedente.

Esaminando in modo imparziale e dall’esterno l’accaduto, possiamo dare alcune spiegazioni all’accaduto. Intanto, la “vena artistica” del giudice non avrebbe influito in nessun modo sulla motivazione della sentenza, anzi a maggior ragione il giudice, da “artista”, avrebbe dovuto essere inflessibile contro chi falsifica cd o software senza pagare i diritti d’autore. Inoltre è risaputo che il procedimento disciplinare nei confronti di un giudice deve presupporre un comportamento indegno del magistrato che potrebbe offuscare l’immagine della categoria, ed anche in questo caso non esistono presupposti tali da ritenere che il giudice possa danneggiare l’immagine della magistratura, scrivendo un libro o dipingendo un quadro.

 
 

Può la pirateria essere considerata moralmente lecita?

di Gaetano Dimita

http://www.jei.it/approfondimentigiuridici/notizia.php?ID_articoli=48

 

L'articolo analizza  le notevoli perplessità che la c.d. legge antipirateria (legge n. 248/2000) suscita soprattutto nella mancata distinzione tra pirati professionali e duplicatori per uso personale, e si  sofferma sulla  sentenza anticopyright (già commentata in Sirotti Gaudenzi, Il nuovo diritto d’autore, 2001, Maggioli Editore, pag. 92-95; e Giovanni Ziccardi, Il diritto d’autore nell’era digitale, 2001, Il Sole 24 Ore, pag. 78-80 vedi "La tutela penale del diritto d'autore"  in http://www.ziccardi.org/pubs/autore.pdf), definita emblematica per la “apertura mentale” dell’organo giudicante rispetto alla problematica in questione. (vedi anche http://www.singsing.org/stampa/bsa).

 

 

ICLC 2002 Abstracts

L'HACKING E I SUOI ASPETTI PENALISTICI

Avv. Paolo Galdieri

http://www.iclc.org/abstract2002/galdieri.htm

 

 
http://users6.cgiforme.com/kico/messages/3207.html

http://www.google.it/search?q=cache:bbiNIopo_nEJ:www.cyberesperto.it/argpen.htm+francione+%2B+diffamazione&hl=it&lr=lang_it&ie=UTF-8

 

 

Mercoledî 12 Febbraio 2003

Questione copyright: QS intervista Lawrence Lessig

                                      

Se esiste un fronte di lotta globale contro il copyright, Lawrence Lessig ne rappresenta il baluardo più solido. Docente di legge all'università di Standford, Lessig sostiene da tempo che le attuali leggi occidentali in materia di diritto d'autore vìolino in modo incontrovertibile un principio costituzionale, secondo cui uno dei doveri dello Stato è quello di favorire la diffusione della conoscenza. "E' necessario che gli organi governativi si decidano a rivedere la legislazione vigente in materia di diritto d'autore, soprattutto in vista dell'evoluzione sociale e culturale dovuta all'espansione delle nuove tecnologie". Quella del professore di Standford è una lotta lunga ed estenuante, dove il sapore della sconfitta non manca. Poche settimane fa infatti la Suprema Corte Americana, su forte pressione della Disney, ha confermato la durata del diritto d'autore a cui è sottoposta un'opera a un periodo di 95 anni.

Una decisione anacronistica, che impedirà ai cittadini statunitensi di fruire di un ingente numero di testi che nessuno ristampa più e che avrebbero potuto essere diffusi gratuitamente sulla rete.
Ma Lessig, che era a capo dell'opposizione e che ha partecipato da protagonista alla vicenda giudiziaria, decide di non arrendersi e già medita i prossimi passi: "Non tutto è perduto - sentenzia l'esperto di legge - perché la Corte Suprema ha ritenuto che la questione della durata del copyright fosse di competenza del Congresso degli Stati Uniti. Per questo continueremo a fare pressioni sul Congresso perché capisca le nostre ragioni, e chiederemo alla stessa Corte Suprema di aiutarci. Abbiamo ancora nel cassetto una serie di casi interessanti su cui lavorare e un buon numero di proposte legislative. Cercheremo di portarne a compimento il maggior numero possibile.

L'Unione Europea sembra intenzionata ad approvare una norma comunitaria sul copyright con restrizioni molto simili alla legislazione statunitense. Che cosa ne pensa?
Penso la stessa cosa che penso a proposito della proposta americana: tutto ciò puzza dal punto di vista economico, sociale e legislativo. E non sono in grado di affermare se gli Europei avranno la volontà di attivarsi per impedire la realizzazione di questa corsa al diritto d'autore. Se vogliamo raggiungere un risultato efficace e ragionevole, è necessario che ciascuno di noi si impegni in prima persona su questo fronte comune.

Lei è uno dei fondatori di Creative Commons (CC), un progetto volto a innovare il concetto di diritto d'autore favorendo la libera circolazione della creatività personale. Quali saranno i vostri prossimi passi da qui a breve?
Creative Commons continuerà a spingere e sostenere la finalità di rendere in grado le persone di produrre contenuti sempre liberamente disponibili. Il concetto "All rights Reserved" è ormai superato. La nuova frontiera è "Some Rights Reserved". Presto lanceremo un progetto internazionale che renderà; le licenze di utilizzo disponibili per molte altre giurisdizioni, Italia inclusa. Questo dovrebbe aiutarci nella creazione di un movimento globale che riflette e interagisce intorno a questi fondamentali argomenti.

Nel suo ultimo libro, "Spectrum Policy: Property or Commons?", lei denuncia il rischio che le forze governative e le grandi major stiano privatizzando indiscriminatamente l'etere, che invece è un bene pubblico. Come difendersi da questo rischio?
Semplicemente alterandone l'equilibrio. Credo che l'utilizzo massiccio di spettri di frequenze senza licenza (come nel caso delle tv di quartiere italiane, ndr) costituisca un primo passo verso la meta della riappropriazione pubblica dell'etere.

Per chiudere: quando verrà a trovarci in Italia?
Voi invitatemi e io verrò senz'altro. Non chiedo di meglio!


servizio rip da http://www.quintostato.it/archives/000157.html

Lawrence Lessig, Professor of Law
Stanford Law School
Crown Quadrangle
559 Nathan Abbott Way
Stanford, CA 94305-8610
lessig@pobox.com

http://cyberlaw.stanford.edu/future/contact/

 

 
http://fc.retecivica.milano.it/Rete%20Civica%20di%20Milano/Economia%20&%20Lavoro/Giuristi%20in%20rete/021AA2D0-000F4A4A-021AA2E0

BREVI NOTE SULLA VENDITA DI CD CONTRAFATTI
(Trib. Roma sent. del 15/02/2001)
Avv. Bruno Sechi del Foro di Cagliari

http://www.diritto.it/articoli/penale/fontana.html

Copyright e Stato di Necessita’ , nota a sentenza: Trib. Roma, 15 febbraio 2001 (pubblicata su http://eugius.supereva.it/sentenza_anticopyright.htm)

di Giovanni Fontana

Ciò che peraltro colpisce (ed affascina), chi oggi commenta questa sentenza, non è tanto l’aspetto del giudicato — del resto, comune, ad altri simili giudizi — quanto piuttosto, lo slancio di politica (neppure criminale, ma) economico-sociale, che promana dalla lettura della medesima.

 

 

Autore: Avv. Francesca Zambonin 
Data: 22/10/2005
Pubblicata: QN-Economia (il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino)
Diritto d'autore e movimento anti-copyright
L'avvento di Internet e la diffusione spesso gratuita di qualsiasi tipo di 
informazione reperibile in rete ha comportato un certo disorientamento 
nell'interpretazione da dare oggi alla tutela del diritto d'autore, così 
come disciplinata dalla L. n. 22-04/1941 n. 633 e seguenti modifiche, che 
risulta essere, alla luce delle nuove tecnologie, anacronistica.
Ed infatti, se da un lato la legge dichiara di proteggere "le opere 
dell'ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla 
musica, alla arti figurative, all'architettura, al teatro ed alla 
cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione" (art. 
1) attraverso diritti esclusivi concessi all'autore dell'opera, quali il 
diritto esclusivo di pubblicazione e di sfruttamento economico dell'opera 
(vendita, noleggio, distribuzione, ecc) (art. 12), dall'altro lato si può 
notare come oggigiorno tale normativa venga sempre meno riconosciuta e di 
fatto disapplicata nella vita di tutti i giorni, specialmente avendo 
riguardo all'arte diffusa attraverso le nuove tecnologie.
Così, accade di leggere sentenze che cercano di dare un'interpretazione 
del diritto d'autore più al passo con i tempi, come la recente sentenza 
della Cassazione Penale del febbraio 2005, che riduce ad illecito 
amministrativo la detenzione ai fini di vendita di compact-disc 
abusivamente duplicati, anziché applicare la pena prevista per il reato di 
contraffazione applicata per costante orientamento in materia.
In tempi meno recenti, la sentenza penale del febbraio 2001, in cui 
l'imputato del medesimo reato veniva prosciolto per difetto 
dell'antigiuridicità del comportamento incriminato, mancando un danno 
sociale rilevante ai fini penalistici ("anche se non si può escludere un 
risarcimento civilistico alla SIAE").
Autore di questa clamorosa sentenza è il Dottor Gennaro Francione, 
fondatore dell'Unione Europea dei Giudici Scrittori e ideatore del 
Movimento Utopista-Antiarte 2000, nonché portavoce del movimento 
anti-copyright, ovvero di un'ideologia sempre più diffusa che crede nella 
libera e gratuita diffusione dell'arte.
I principi sostenitori di questo movimento si riassumono nell'idea che 
l'autore è solo il portavoce di un messaggio d'arte universale, che egli 
esprime in nome dell'Umanità: questo implica il mantenimento del 
riconoscimento della paternità dell'opera, ma una drastica riduzione dei 
diritti di sfruttamento commerciale di qualunque creazione, che dovrebbe 
avere una diffusione libera e gratuita, grazie alle possibilità offerte da 
Internet e dalle nuove tecnologie.
 http://www.iltuolegale.it/articolo-anti-copyright-22-10-05.htm

Altre pubblicazioni

http://www.ziobudda.net/Admin/redir_news.php?id=24695