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Chi vuole la Testa del Giudice?
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Corriere
della sera 26 febbraio
2002
Prima
pagina
Assolse quattro immigrati: vendevano cd falsi «per necessità». Deferito
al Csm
Magistrato-scrittore
nel mirino del ministro
di
GIOVANNI BIANCONI
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=PRIMA_PAGINA&doc=BIAN
http://www.supergiornale.it/
Assolse quattro immigrati: vendevano cd falsi
«per necessità». Deferito al Csm
Magistrato-scrittore nel mirino del ministro
di GIOVANNI BIANCONI
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- ROMA - Un anno fa gli portarono tre senegalesi e un
cingalese, accusati di vendere in strada compact disc
contraffatti. Il giudice Gennaro Francione li guardò in
faccia, studiò le carte e li assolse. Non perché li
ritenesse innocenti, anzi, ma «per aver agito in stato di
necessità». Lo prevede il codice penale, all'articolo 54:
per il magistrato quei quattro extracomunitari, come tanti
altri notoriamente «privi di lavoro, in condizione spesso di
schiacciante subordinazione», avevano violato la legge perché
«spinti dal bisogno di alimentarsi». Un anno dopo i quattro
extracomunitari sono chissà dove, forse liberi o forse in
prigione per la condanna di qualche altro magistrato. E il
giudice Francione del tribunale di Roma si ritrova sotto
procedimento disciplinare, avviato dal ministro della
Giustizia Claudio Castelli che ritiene quella sentenza «abnorme».
Ha dormito per dodici mesi, nel ministero di via Arenula, il
verdetto dello scandalo segnalato dall'interrogazione
parlamentare di un senatore di An. Finché, alla vigilia della
prescrizione, il ministro leghista ha firmato il provvedimento
per spedire davanti al «tribunale dei giudici», la sezione
disciplinare del Csm, il dottor Francione, curioso personaggio
di origini campane e dalle molte attività extra-lavorative,
che si autodefinisce «poliedrico artista ed eclettico
operatore culturale, pittore patafisico, compositore, ma
soprattutto scrittore che predilige il genere esoterico,
gotico e fantastico».
Le sei pagine con le quali ha assolto i quattro
extracomunitari, però, secondo il Guardasigilli non sono né
gotiche né fantastiche, ma semplicemente la dimostrazione di
come non si deve applicare una legge. Perché per arrivare
all'impunità di chi ha commesso un reato, accusa il ministro,
bisogna provare lo stato di necessità, e non affidarsi a un
«fatto notorio». Il contrario di ciò che ha sostenuto
Francione, per il quale «i fatti notori non richiedono prova».
In più, dagli atti del processo non risultava che gli
imputati «avessero altre forme di sussistenza», e se
vendevano cd falsi lo facevano solo «al fine di procurarsi da
mangiare».
Di qui, secondo il magistrato, la possibilità di applicare la
norma che non punisce chi commette un reato «per esservi
stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal
pericolo di un danno grave alla persona»: i quattro
extracomunitari dovevano salvarsi dalla fame, e il danno
sociale provocato dalla vendita abusiva per il giudice
Francione è praticamente nullo, se è vero che tutti o quasi
«ricorrono all'acquisto di cd per strada o li scaricano da
Internet»; è come se il popolo avesse abrogato «per
desuetudine» le leggi sul copyright .
Finora il Csm ha quasi sempre assolto le «toghe» finite
sotto procedimento disciplinare per la loro attività
giurisdizionale, considerando l'insindacabilità delle
sentenze una diretta conseguenza dell'autonomia e
dell'indipendenza dei giudici. La decisione del ministro
Castelli potrebbe accendere nuovi contrasti nei rapporti già
tesi tra politica e giustizia. E' giusto chiedere di punire un
magistrato per un atto giurisdizionale sottoposto ai normali
ricorsi in appello e in Cassazione? Perché non attendere gli
eventuali rimedi di altri giudici anziché intervenire con un
provvedimento che può assomigliare a un'ingerenza? E se fosse
un precedente per attaccare sentenze considerate più
importanti o rilevanti?
Ora il dottor Francione si difenderà, sia come come
magistrato che come uomo «che persegue l'ideale della Nuova
Europa e del Neorinascimento» (altra autodefinizione); il
ministro sosterrà le proprie ragioni; l'autonomia e
l'indipendenza dei giudici tornerà a essere terreno di
scontro. Prima o poi il Csm emetterà il suo verdetto, ma
difficilmente i quattro ambulanti insperatamente assolti
sapranno che la loro sorte ha attraversato tanti palazzi della
politica e della giustizia.
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Giovanni Bianconi |
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RASSEGNA STAMPA |
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L'ACCANIMENTO CONTRO I VU CUMPRA' - Se il ministro Castelli è razzista o
xenofobo
di Francesco Merlo su "Sette" - Supplemento al
Corriere della Sera del 7 marzo 2002 - p. 150
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Articolo di Aniello Sammarco
su "Tutto è" (Torre del Greco) del 2
maggio 2002
"Giudice torrese nel mirino del ministro Castelli".
Col titolo "La storia di un
giudice richiamato da un Ministro per una sua sentenza - Assolve 4
immigrati: è nei guai".
pubblicato in rete su http://www.ephemerides.it/archivio/Notizia.asp?ID=254
ROMA - Ha raggiunto gli onori della ribalta per una sentenza sicuramente particolare: Gennaro Francione, originario di Torre del Greco ma da quasi un ventennio residente a Roma, il 15 febbraio dello scorso anno ha assolto quattro extracomunitari (tre senegalesi e un cingalese) sorpresi a vendere cd falsi. Per Francione i quattro non erano punibili perché vendevano compact disc falsificati “al fine di procurarsi da mangiare” non avendo “altre forme di sussistenza”. Insomma, gli extracomunitari agivano per “consuetudine” ovvero “una manifestazione della vita sociale che si concreta in un'attività costante ed uniforme dello Stato-comunità (Tesauro). A essa può essere attribuita funzione di mezzo d'interpretazione di principi e norme (consuetudine interpretativa) ma anche di fatto idonea a disapplicare la norma scritta (consuetudine abrogativa)”. L’assoluzione fece discutere e un senatore di Alleanza Nazionale, Ettore Bucciero, presentò un’interrogazione scritta al Ministro della Giustizia. Per Bucciero tutto questo era uno scandalo, tanto da arrivare a chiedere “quali valutazioni dia il Ministro interrogato – si legge nel testo – sul merito della vicenda; se non ritenga di ravvisare, nella vicenda, gli estremi per il promovimento di un'azione disciplinare nei confronti del magistrato autore del provvedimento”. Una interrogazione che sembrava dimenticata (nel frattempo è anche cambiato la maggioranza di Governo in Parlamento), ma non per Roberto Castelli, l’attuale Ministro di Giustizia che – forse sollecitato dal rieletto Bucciero – ha promosso due settimane fa un’azione davanti alla sezione disciplinare del Csm. Giudice Francione imputato e chiamato a rispondere di questa clamorosa sentenza – definita sentenza anticopyright – davanti ai suoi stessi colleghi. Sul caso-Francione si è aperto un dibattito infinito. Su un sito internet (http://eugius.studiocelentano.it), nella sezione biblioteca, è possibile trovare un mare di materiale (compresa l’interrogazione del senatore di An e la sentenza per intero di Francione). La decisione del Ministro, qualsiasi sia la scelta adottata dal Csm, appare intempestiva. Francione, che richiama sentenze sul copyright anche dell’Unione Europea, preferisce non parlare: è convinto che saranno i fatti a dargli ragione. Ma lui, che si definisce artista e che vive sempre fuori “dal coro”, ha saputo aprire uno spaccato sulla vendita abusiva di cd e più in generale sulla pirateria, puntando l’attenzione sulle multinazionali del potere, sui prezzi eccessivi, sulla stato di necessità.
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