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Si è conclusa con l’assoluzione dall’accusa di ’omicidio del
consenziente’, da parte del giudice dell’udienza preliminare di
Roma, la vicenda di Mario Riccio.
Riccio era indagato per "omicidio del consenziente", un reato
punito col carcere da 6 a 15 anni. Il consenziente in questione
era Piergiorgio Welby, che moriva la notte tra il 20 e 21 dicembre
scorsi mentre era in compagnia della moglie, dei familiari, degli
amici più stretti. Riccio ha assistito Welby interrompendo le
ventilazione meccanica del paziente dopo averlo sedato.
Con la sentenza è stato dichiarato in sostanza che Welby aveva il
diritto di interrompere la ventilazione meccanica e che il medico
aveva il dovere di assecondare la sua richiesta.
«Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento
sanitario», dice la Costituzione. «Welby non può essere obbligato
a subire ancora una respirazione artificiale che non vuole più»,
ha correttamente inteso il Dottor Riccio. E ha obbedito: a Welby,
alla Costituzione, alla coscienza.
Il gup nell’ordinare il "non luogo a procedere" ha dichiarato che
il fatto non costituisce reato ai snsi dell’articolo 41 del
codice penale sull’adempimento di un dovere. |
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