LA
SCRIMINANTE UMANISTICA. FONDA LA SENTENZA UMANISTICA Si tratta di un
nuovo tipo di sentenza il cui prototipo fu la sentenza anticopyright.
http://www.antiarte.it/eugius/sentenza_anticopyright.htm
E' la sentenza in nome della gente ovvero della giustizia che il popolo
senza voce reclama nelle case, nei bar, per strada.
E' la sentenza sociologica, creativa, giornalistica, saggistica, che si
avvale dello studio multimediale del reale(cyberspazio e ulespazio) per
interpretare il mondo, prima ancora delle legge, onde dare un senso a
questa. D'altra parte la legge è fatta per l'uomo, non l'uomo per la
legge. E la gente si aspetta dal giudice di Berlino prima di tutto un
riequilibrio per indebolire i forti e rafforzare i deboli.
La sentenza umanistica, dal punto di vista giuridico, fa largo uso dei
principi costituzionali e delle scriminanti in materia penale, spesso
intrecciando le due forti normative a dimostrare l'inesigibilità di
comportamenti diversi da quelli contestati ai deboli e ai diseredati,
schiacciati dai poteri forti. (giudice Gennaro Francione) In questa
temperie la Cassazione sezione 6 con la sentenza numero 5189 del 6
febbraio 2023 ha stabilito che è configurabile la causa di esclusione
della punibilità prevista dall’art. 384 c.p. anche nell’ipotesi in cui
il soggetto abbia agito per il timore di perdere il proprio posto di
lavoro o di subire un procedimento disciplinare. https://terzultimafermata.blog/2023/02/15/esclusione-della-punibilita-ex-art-384-c-p-anche-quando-si-agisca-per-il-timore-di-perdere-il-posto-di-lavoro-o-di-subire-un-procedimento-disciplinare-di-riccardo-radi/?fbclid=IwAR2OIugeM5rRbiI_-dNUlZjUV0hpdhn7jlMeWAUx5sWpeUsZhmvqkz9wBGk
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UN
ALTRO TASSELLO ALLE SCRIMINANTI UMANISTICHE. Il richiamo alle pene
naturali comporta l’inutilità della sanzione. penale nei casi di
sofferenza morale dove l’autore della condotta colposa è anch’egli
vittima a vita di una pena indelebile. Il Tribunale di Firenze ha
sollevato questione di legittimità costituzionale in merito
all’articolo 529 c.p.p., nella parte in cui, per i procedimenti relativi
ai reati colposi non prevede la possibilità di emettere sentenza di non
doversi procedere, allorché l’agente, in relazione alla morte di un
prossimo congiunto cagionata con la propria condotta, abbia già patito
una sofferenza proporzionata alla gravità del reato commesso.
https://terzultimafermata.blog/2023/03/16/la-sofferenza-e-gia-una-pena-di-riccardo-radi/?fbclid=IwAR2fYqukU_mdIBcqEuUqGxvYVqzk9CWqT8L1AZoVm5EsC1kXYyYbXTjlKyU