M. Monteleone, Cicogne
a Bandiagara, Pellegrini, 2005
Un
libro che ci mette a contatto con un’avventura inverosimile nell’era
della civiltà di internet e dei satelliti. Riviviamo questo sogno con
l’autore, viaggiatore del lontano Mali e Burkina Faso, con lo spirito
che dovette animare gli esploratori di una volta.
Un’affascinante
dimensione che traspare dagli stessi disegni abbozzati sul posto con
passione e cura del particolare. Un testo minuzioso nella rievocazione dei
luoghi, dei personaggi, ma anche delle etnie e delle magie, come nel
capitolo “la foresta stregata” dove si rivivono le atmosfere
esoteriche dello stregone-divinatore.
Scritto
con stile fluido ed accattivante, il racconto si addentra dalle foreste
incantate ai cunicoli della casa dei terribili Lobi, la soukala, per
scoprire, con i profumi ed i significati di questi luoghi dimenticati, il
senso del nostro esserci e l’amore per il diverso, ancora lontano da
ogni schema di globalizzazione.
Il
mal d’Africa è una esperienza sottile ed interiore. Questa Terra si
vive come un’ultima frontiera per condividere l’amore per quella
cultura che non accetta il
condizionamento e l’appiattimento dell’uomo.
Marcello
Monteleone, magistrato con la passione della cultura africana,
dell’esplorazione, in particolare dell’etnia dogon.
È
nato a Roma nel 1956, dove esercita.
Ha
iniziato a percorrere l’Africa nel 1998 conoscendone varie nazioni tra
cui Tanzania, Zambia, Malawi, Camerun, Gabon, Burkina Faso e Mali.
Collabora a iniziative di promozione umanitaria e culturale con svariati
gruppi missionari. In Mali ha recentemente avviato ricerche etnogiuridiche
presso la popolazione tradizionale