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direttissimaaaaa.... http://www.studiocelentano.it
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ESpresso!
BURLE ONLINE / IL SITO TRAPPOLA PER
AVVOCATI
Beffati da Celentano
Di nome fa Francesco. È un togato. E ama le provocazioni. L'ultima? La finta ricerca di
un legale per una sexy-diva
di Sabina Minardi (Da L'Espresso on Line)
Celebrità cerca avvocato. Si richiede prestazione gratuita in cambio di pubblicità...
Centinaia di avvocati online, davanti alle curve di Raffaella Ponzo, attrice della
scuderia di Tinto Brass, non resistono. E abboccano. Temerari: «Conferiteci l'incarico,
potrebbe nascere un'intesa professionale, e forse umana, molto interessante». Allusivi:
«Sono un avvocato spiccatamente penalista». Audaci: «Questo sono io in costume». In
vena di dettagli: «Ho un'ottima posizione economica, amo il Brasile, possiedo una Bmw».
Qualcuno però protesta: «La Rete ci ha tradito. Tutte le mail sono servite per fare
della facile morale. Che ne sarà ora dei nostri dati personali?». Perché, nel
frattempo, arriva la burla. L'editore del sito, l'avvocato Francesco Celentano, pubblica i
risultati. E compone un quadro non proprio politically correct della professione.
Dimostrando come, in relazione alla Rete, le regole deontologiche facciano acqua da tutte
le parti. «Ho smascherato una realtà di grande ipocrisia», se la ride Celentano, che da
Foggia aggiorna una delle riviste giuridiche più visitate della Rete. «Hanno additato il
mio sito come strumento per farmi pubblicità. Ma è inutile nascondersi: Internet è per
tutti il mezzo più ambito per raggiungere nuovi clienti. E con queste regole qui non si
sa bene che cosa sia lecito fare e cosa no. Sono stato letteralmente bombardato di
e-mail», prosegue, «nonostante si parlasse di gratuità e pubblicità, entrambe vietate
dal codice deontologico. Comunque i colleghi stiano tranquilli: i dati sono stati
distrutti».
Abbiamo partecipato scherzo- samente... si difende l'avvocato Andrea Lisi, uno di quelli
che ha risposto all'appello. «Il messaggio e l'immagine facevano pensare a una delle sue
solite provocazioni». L'avvocato Celentano non è infatti nuovo a sortite del genere. Lui
stesso ammette una «condotta editoriale alternativa», con pin up sempre in copertina.
C'è una novità in tema di danno biologico? Ecco il fondoschiena in primo piano. Per non
parlare delle sue clienti più celebri: con la scusa di raccontare come è riuscito a
riappropriarsi dei loro domini, ecco le foto di Eva Grimaldi, Flavia Vento, Serena Grandi.
«Se avessi il tempo illustrerei tutto il codice civile», confessa lui. «In fondo fa
piacere a tutti trovarsi di fronte una bella donna mentre si discute di argomenti
serissimi». Ma le sanzioni, la deontologia ? «Macché. Studiocelentano.it non è il sito
di uno studio legale, ma una testata registrata. E il Consiglio dell'ordine si è
congratulato con me».
(30.11.2000) |
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Cambiamo i connotati alla
Bufala
ovvero, Bufala 2: Battiamo il ferro finchè è caldo
di Vincenzo Iapichino
O Padre Pio
intercedi presso Dio
perchè la nostra professione
possa riposare sulla missione
cercando il bisognoso
per essere famoso
non la celebrità
ma la "carità"!
Per porre mente
a combattere il prepotente.
E' una battaglia dura
fa che non ci prenda la paura
che proviamo gusto
ad essere a fianco del giusto
che ha una certa dignità
anche se non ha celebrità.
Non renderà famosi
ma di più: coraggiosi.
Avremo lottato
per un abbandonato
e dal suo dolore
nascerà tanto amore.
Per una civiltà
che più non ossequierà
la celebrità.
La miccia sta per raggiungere la bomba.
Però, ho paura che il fuoco possa spegnersi prima che la raggiunga. Ognuno deve sentire
questa responsabilità: di contribuire a mantenere alta la fiamma finché la bomba dei
problemi non scoppi, coinvolgendo l'umana società, affinchè prenda coscienza della
necessaria soluzione dei problemi che affliggono la categoria degli avvocati.
La scalpore, ovvero la deflagrazione, serve per conquistare il consenso pubblico,
alimentandolo col convincimento che i problemi del difensore hanno diretta conseguenza
sulla vita sociale, e soprattutto sulla Giustizia. Se i cittadini non si rendono conto che
la serenità dell'avvocato, che si costruisce con appropriata formazione, con assenza di
problemi, con una certa indipendenza nell'esercizio delle sue funzioni, è indispensabile
ad una effettiva e valida difesa dei suoi diritti, lascerà sempre l'avvocato solo con i
suoi problemi, a far da mediatore tra il cittadino stesso e una Giustizia ammalata.
Se si vuole creare movimento d'opinione affinché il legislatore tuteli le funzioni del
difensore, dandogli i giusti poteri, la giusta indipendenza, e il giusto rispetto, bisogna
convincere la gente che ogni attacco alla libertà, alla cultura e ai diritti del
difensore è attacco alla Giustizia, e quindi alla società stessa. Nel momento in cui i
giudici si stanno dimostrando sensibili ai richiami sociali, e ai vari movimenti
d'opinione, e il legislatore facilita l'esercizio di una tale "sacra funzione",
riconoscendo finalmente all'avvocato il potere di compiere indagini direttamente, sarebbe
deleterio che la classe degli avvocati non alzasse un po' la voce.
Possibile che molti colleghi non si rendano conto della svolta epocale che stiamo per
iniziare a vivere? Possibile che non assaporino questa grande evoluzione-rivoluzione,
giuridica da una parte e tecnologica dall'altra, che tanto può dare alla Giustizia e alla
società? Incomincia a vacillare il potere economico, che si vede trafitto da sentenze che
rendono finalmente giustizia ai più deboli (vedi: rispetto del divieto degli interessi
sugli interessi, di interessi usurai, di clausole vessatorie, ecc.).
Il giudice, in questo periodo, sente il bisogno di dar seguito alla voce del difensore
quando egli evidenzi le sofferenze di un cittadino maltrattato e a volte vittima della
burocrazia. Ecco i giudici che annullano le sanzioni amministrative, e arrivano
addirittura a condannare le Prefetture a pagare le spese dei procedimenti. Giudici che
mettono sotto accusa gli autovelox e i telelaser, sebbene omologati. Giudici che
richiamano la P.A. al rispetto dei diritti di difesa e del principio di imparzialità e
trasparenza. Addirittura, c'è il giudice che si scaglia contro il processo indiziario,
rimandando gli atti alla Corte costituzionale. A tal proposito, il giudice Francione si
batte in favore della prova scientifica e contro i semplici indizi. Quanti avvocati stanno
sostenendo la sua ordinanza contro il processo indiziario?
La Magistratura e il legislatore, in questo periodo, dimostrano molta attenzione ai
problemi dei più deboli e della loro difesa giuridica (vedi: giusto processo: riforma
art. 111 Cost., poteri del difensore, ecc.). Ma questo entusiasmo e questa maggiore
sensibilità giuridica possono smorzarsi ove l'avvocato, insieme alla sua costante,
riconosciuta vigilanza, non evidenzi, soprattutto con i nuovi mezzi che le tecnologie
offrono (a tal proposito, ci dichiariamo pronti a supportare ed amplificare la voce del
collega che voglia dire la sua sui problemi inerenti l'esercizio della professione), le
varie difficoltà che, a causa anche dell'attuale ordinamento giuridico, incontra
l'avvocato per difendere in modo soddisfacente la persona debole, che a volte si trova ad
essere contemporaneamente vittima del deliquente e degli ingranaggi burocratici. Urge far
capire alla gente che l'avvocato non cerca privilegi per sè, ma cerca giusti poteri per
dare risposte concrete a chi chiede giustizia.
Caro avvocato anonimo, ho letto la tua risposta. Non volermene, ma excusatio non
requaesta, accusatio manifesta. Questo tuo volerti giustificare, e nel frattempo soffocare
i problemi reali che attanagliano la categoria, mi fa quasi tenerezza. Questa mia
affermazione la devi prendere nel senso buono. Intendo dire che al mio segnale di
comprensione, di solidarietà, di comunione per problemi che appartengono a tutti gli
avvocati (o almeno, a quelli che esercitano come Dio comanda), non devi tirarti indietro,
evidenziando quasi la mancanza di qualsiasi problema. Se è così, e cioè se non hai
subito, a causa dell'esercizio della tua professione, minacce larvate o palesi, o
umiliazioni ad aspettare dietro ad una porta di un funzionario qualsiasi, o lesinare una
fotocopia da un impiegatuccio, o avere un cliente p.o. che non ha i soldi per comprare le
marche da bollo per la costituzione di parte civile, o dover lesinare al P.M. la
proposizione di un appello per una p.o., ecc., se non hai mai avuto difficoltà a reperire
un provvedimento legislativo o giudiziario, ecc., allora devi ritenerti veramente
l'avvocato più felice del mondo. Ma io, caro anonimo, ritengo che cerchi esclusivamente
di nascondere le tue amarezze, che sono poi le amarezze che appartengono ad ogni avvocato
che veda la sua attività come una missione. Ma proprio per questo, proprio perchè sono
sicuro che tu vuoi combattere a fianco dei diseredati e degli indifesi, allora devi, in
nome di una società evoluta e solidale, gridare insieme a me le difficoltà formali e
sostanziali che non permettono, in una società moderna, una idonea difesa all'indigente.
Caro anonimo, secondo te è normale che in relazione ad un argomento così importante, e
che riguarda anche la vita quotidiana del difensore, gli avvocati stiano zitti? Io, a
mezzo del mio sito, ho cercato di stimolare i colleghi affinchè i problemi della
categoria venissero a galla. Ci voleva la Bufala Celentano per creare un po' di movimento.
Mi sei capitato tu, e mi sei servito come interlocutore per esprimere il mio disappunto di
fronte alla rassegnazione che evidenzia qualche collega, che va dicendo "tanto non
cambia niente", "a che serve parlare", "nessuno ti ascolta",
"i giovani vogliono tutto cotto e cucinato", ecc. E adesso, cosa mi fai? Ti tiri
indietro anche tu? Non dici: "il collega Iapichino ha ragione di gridare perchè al
difensore non viene riconosciuto il giusto ruolo, a cui è chiamato necessariamente, ove
si voglia rendere giustizia effettiva"? Allora, caro anonimo, vieni a combattere con
noi. Vedrai, in questi giorni tutti parleranno della Bufala, compresi i mass media, ma
pochi saranno gli interventi degli avvocati, e ciò mi amareggia molto. Come vorrei
sbagliarmi. Come vorrei che a studiocelentano.it arrivassero 200, 300, 1000 email di
avvocati che dichiarino la loro volontà di dare il proprio contributo per la nascita di
un movimento di opinione che abbia come conseguenze il riconoscimento, anche legislativo,
della "sacra" funzione del difensore. Come vorrei che a capeggiare il tutto ci
fossi tu!(anonimo) Con un nuovo nome, magari! Se proprio non vuoi dare il tuo, con quello
di... "notorio".
Avv. Vincenzo Iapichino
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