Omicidio virtuale?
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E' accaduto in Cina per il furto di un oggetto virtuale di un videogioco Accoltella il ladro della spada che non c'è Qiu Chengwei ha colpito il compagno di gioco online reo di aver rubato la Spada del Drago. Sottrazione non punibile per legge 

Un personaggio di «Legend of Mir 3» 
MILANO - Un folle raptus omicida che l'ha portato a colpire ripetutamente con un coltello quello che alla fine era un suo compagno di gioco, seppur disonesto. E' quanto accaduto mercoledì al cinese Qiu Chengwei, 41 anni, secondo quello che riporta il quotidiano China Daily. Appassionato giocatore di avventure di ruolo online, i cosiddetti MMORPG (MultiPlayer Online Role Playing Games) dove migliaia di persone si ritrovano e relazionano in vari modi impersonando personaggi di fantasia, Qiu dopo ore passate a battagliare sul proprio monitor con il videogioco «Legend of Mir 3», nel mese di febbraio aveva guadagnato in compagnia di un amico la potente Spada del drago, un manufatto esistente solo nel mondo virtuale di Mir.

Qiu e l'amico, probabilmente un suo compagno di gilda, ossia un'associazione informale tra vari concorrenti del gioco - maghi e guerrieri nel mondo fantasy orientaleggiante di Mir - per ottenere migliori risultati nelle varie avventure (quest) del gioco, avevano poi prestato la Spada del drago a un terzo giocatore, Zhu Caoyuan, forse appartenente alla stessa gilda, forse perché doveva affrontare un'avventura particolarmente pericolosa per il suo personaggio. Comunque stiano le cose, Zhu una volta ottenuto l'accesso all'arma magica - che ribadiamo non è un oggetto fisico, e dunque il prestito è avvenuto tra i personaggi virtuali del gioco - non ha resistito all'idea di venderla e farci un bel po' di soldi. E qui, invece, stiamo parlando di soldi veri, per la precisione in questo caso di 7.200 yuan, cioè circa 700 euro. Un qualcosa di cui stupirsi, 700 euro per comprare... niente. Ma, seppur stupefacente, la pratica di compravendita di oggetti virtuali è sempre più diffusa tra tutti i giocatori di ruolo online nel mondo, che tramite le aste sul web si scambiano a suon di soldoni veri armature, bacchette magiche e quant'altro di «prezioso» e utile viene trovato nel corso delle proprie avventure online. 
Un mercato tra giocatori che è diventato la norma soprattutto nei Paesi asiatici, dove milioni di cittadini di tutte le età si ritrovano nella quiete della propria casa e da qui esercitano i propri rapporti sociali attraverso i giochi per pc. In Cina, per esempio, i giocatori online sono già oltre 60 milioni.

Spiegato l'antefatto surreale della vicenda, il furto reale di un oggetto virtuale, la drammatica conclusione avviene con canoni terribilmente reali e «quotidiani». Scoperto il furto, Qiu da buon cittadino si è recato dalla polizia. Ma qui i funzionari cinesi gli hanno spiegato che non esiste una legge che tuteli la proprietà di oggetti virtuali, insomma: la spada non c'è mai stata, dunque non esiste il furto. E questo al quarantenne non è andato giù. E l'ha portato al gesto di estrema follia di tendere un agguato al proprio nemico nel mondo reale e di accoltellarlo senza pietà. A questo punto, Qiu deve essere rinsavito e si è consegnato spontaneamente alle autorità. Che l'hanno arrestato con l'accusa «lesioni intenzionali». E reali, in questo caso.

Federico Cella 
01 aprile 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/03_Marzo/31/spada.shtml

 

Che i videogiochi spesso vengano presi troppo seriamente dai vari gamers è ormai una cosa risaputa, ma quello che lascia interdetti è che le vicende che si celano dietro ad un semplice gioco, mezzo per staccare la spina dal caos della vita di tutti i giorni, portano addirittura ad uccidere il proprio compagno di avventura.

E' la Cina il teatro di questo ennesimo raptus omicida a sfondo videoludico e ha visto come protagonista il 41enne Qiu Chengwei, assiduo giocatore di MMORPG e in modo particolare del gioco Legend of Mir 3. La sua avventura l'aveva portato a conquistare l'ambita e rara Spada del Drago che Qiu successivamente presta ad un suo compagno di gilda, Zhu Caoyuan, impegnato in una quest piuttosto difficile e pericolosa. Ma Zhu, ben sapendo il valore dell'oggetto, decide di vendere la Spada al prezzo di 7.200 yuan (circa 700€), cosa che succede abitualmente nel campo degli RPG online, con vere e proprie compravendite di oggetti 'virtuali' con soldi veri. Venuto a conoscerenza del furto, Qiu si reca dalla polizia per denunciare l'accaduto, ma qui i funzionari cinesi gli spiegano che non esiste alcuna legge che tuteli la proprietà di oggetti virtuali. Così Qiu, che mal ha digerito l'intera vicenda, decide di farsi giustizia da solo, incontrando nella realtà Zhu e accoltellandolo senza pietà; dopo Qiu si è di sua volontà consegnato alle autorità.

A cura di Fabio Foria - redazione@multiplayer.it

http://www.multiplayer.it/notizia.php?id=33465

 




01 Aprile 2005 - NetNews 

Omicidio reale per un giocatore virtuale
di Davide Pellegrino 

Un appassionato di giochi online di Shanghai ha ucciso a pugnalate un concorrente che aveva venduto la sua sciabola virtuale


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Secondo China Daily, l'arma veniva utilizzata dall'omicida e dalla sua vittima in "Legend of Mir 3", un gioco al quale partecipavano entrambi. Si tratta di un nuovo tipo di reato in Cina, paese in cui nessuna legge riconosce il possesso di armi virtuali.

Qiu Chengwei, 41 anni, ha colpito varie volte al petto Zhu Caoyuan dopo la vendita, da parte di quest'ultimo, della sua "sciabola dragon" utilizzata nel popolare gioco online "Legend of Mir 3", che mette in scena eroi, stregoni e guerrieri che brandiscono spesso spade enormi.

Qiu e un amico hanno guadagnato insieme la loro spada e, nel febbraio scorso, l'hanno prestata a Zhu che l'ha in seguito venduta per 7.200 yuans (670 euro), secondo le notizie riportate da China Daily.

Qiu ha allora segnalato questo furto alla polizia, che gli ha risposto che la spada non era un bene reale protetto dalla legge. Sono sempre di più i giocatori online che si presentano in giudizio per furti di armi o di crediti virtuali e, secondo Wang Zongyu, professore di diritto al Renmin University of China, citato dal quotidiano, "Le armature e le spade dei giochi via Web dovrebbero essere considerate come proprietà privata poiché i giocatori vi dedicano tempo e denaro".

Ma altri esperti richiamano alla prudenza. "'Armi e crediti vari di un giocatore possono non valere nulla per un'altra persona, non sono infatti, per natura, altro che dati creati da sviluppatori di giochi", sostiene ad esempio un avvocato di una società Internet di Shanghai, citato da China Daily.


http://www.apogeonline.com/webzine/2005/04/01/02/200504010201