Toscana antibrunetta
Home Up Arrivederci e grazie La prova della bara una realtà scientifica? La Costituzione d'Europa Avvocato 2000 News degl'Innocenti La Bufala Celentano Baby pensione per tutti TAVOLO DELLA MORTE Francione finalista al Betti Sistema bipartisan Consulta pro indizi Cyberunderground Carta diritti Luce color Maroni Bella punizione! Contro furti cellulari Giudice on line Anniversario Balvano Pro Safiya Grottesco al Potere Cronaca Salerno CSM contro Castelli Inchiesta ONU Sciopero giudici Link di Pappagallo Lavorare ammazza Giudice USA contro Morte Partito MP3 Papa No Global Scossa alla Giustizia Tonache & Toghe Cost sotto brac Contro toghe roventi Furto depenalizzato Guerra a toga rossa Congresso MD CSM contro Berlusca Pro 50 Contro patteggiamento allargato Intermittenti Tribunale per l'Arte Giudice è politico Il Giudice Pazzo Giudici matti Evviva Temi Creatrice Eccessiva penalizzazione Diritto anticonico Europa giudiziaria unita Asta inversa Proprietà popolare della moneta Legge bloccagiudici Contro Patriot Act Arte e pace Convegno pedofilia Donne al Parlamento Abbasso i notai Burattini innocui Temi su misura Giusto Dalai? Merimanga Testa o Croce Avvocati per niente Omicidio virtuale? Condanna a morte Legge Ragnatela Caro TV Contro dialer Cicogne Come Natura crea, Ciriello conserva Giustizia a Formello Giudici down Giallo Leopardi Meridione e crimine Toga racconta Processo Caravaggio Imposimato a Nepi Diritti umani DASEIN Intervista a Francione Libertà Internet Toscana antibrunetta Incostituzionale reato clandestinita' Piu' libri piu' liberi Intervista a Francione sulla giustizia Intervista Femmag Enrico De Nicola Diritto e Letteratura Francione Fondatore del Mu-A Giudice di pace creativo Premio Ripdico 2006 Premio Ripdico 2012 GialloLatino in toga Intervista di Sashinka a Francione Diritto e letteratura Ok prostituzione online Emoziioni

 

 
 
IN DIFESA DEI DIPENDENTI REGIONALI

La Toscana si ribella a Brunetta

Mario Lancisi
Legge contro i tagli ai permessi, restano le decurtazioni per malattia
 
FIRENZE. La Regione farà una legge anti-Brunetta. Lo ha promesso il vicepresidente Federico Gelli ad una delegazione di dipendenti regionali. Giù le mani dalla Casta? «Macché Casta, sarà una legge per cancellare le norme di Brunetta che violano sacrosanti diritti dei lavoratori», spiega Gelli.
«Un conto è colpire i fannulloni e tutt’altra cosa è buttare via con l’acqua sporca anche il bambino», si accalora Gelli. Entro la fine del mese la proposta di legge verrà presentata ai sindacati. Che esultano: «Si tratta sicuramente di un fatto positivo. Ora speriamo che la legge venga approvata e che non ci siano ricorsi e contese con il governo centrale», spiega Andrea Brachi, responsabile della Cgil toscana per la funzione pubblica.
Gelli sa bene di rischiare di sentirsi dire: «Ma cosa fai, difendi i fannulloni?». Lui, però, incalza: «In Regione i fannulloni li abbiamo sempre combattuti, motivando i dipendenti. La cura Brunetta consiste invece nel combattere l’assenteismo tagliando stipendio e diritti, anche di chi, ed è la stragrande maggioranza, fa il suo dovere».
Diktat di Brunetta. Quella di Brunetta - la cosidetta legge 133 - è in effetti una cura da cavallo: nei primi dieci giorni di assenza per malattia ai dipendenti pubblici (in Toscana sono 100mila circa, di cui 3.400 quelli regionali) viene decurtata una parte dello stipendio. Decurtazione che viene applicata anche a chi intende usufruire di diritti e permessi come quelli politici e sindacali, il congedo per maternità, la donazione di sangue, l’assistenza dei figli piccoli (vedi tabella a parte).
Malattia e permessi. La cura Brunetta è racchiusa in due commi: l’1 riguarda la malattia e il 5 le assenze per permessi, diritti e congedi di maternità. «Il comma 5 si presta a varie interpretazioni e insiste su ambiti di competenza della Regione, che pertanto può legiferare in materia. Cosa che non può fare per il comma 1», spiega Massimo Rasile, responsabile autonomie locali della Cgil toscana. Cerchiamo di capirci qualcosa. Partendo dal primo comma della legge Brunetta.
E’ vero che sono diminuite le assenze per malattia (vedi articolo a parte). Ma la ragione non è l’effetto annuncio di Brunetta, ma il timore di perdere un bel gruzzolo di euro a fine mese. Se un dipendente infatti si ammala, nei primi dieci giorni gli viene decurtata la parte variabile dello stipendio. «Una decurtazione che per una giornata di malattia può oscillare dai 20 ai 120 euro, a seconda se uno fa il commesso o il dirigente», spiega Gelli.
Mezzo stipendio perso. Esempi? Luisa Forni (nome di comodo) è una dirigente che in busta paga guadagna 3400 euro e si vede decurtati 140 euro al giorno. Per dieci giorni sono mezzo stipendio. Si racconta anche di un dirigente che si è fatto male ad una gamba in servizio, ha avuto 20 giorni di malattia e alla fine del mese in busta paga si è ritrovato con la brutta sorpresa di 900 euro in meno. «Basta prendere un’influenza e si vede la busta paga ridotta. In tempi di crisi economica è un colpo inaccettabile al livello salariale dei pubblici dipendenti», spiega Brachi. Che riferisce di una dipendente che doveva stare a casa due giorni per una scintilligrafia ossea: «E’ andata a lavorare lo stesso perché guadagna 1200 euro e non poteva perderne 80».
Permessi decurtati. Poi c’è il comma cinque. Quello delle assenze giustificate. Per ragioni politiche: un dipendente che ad esempio è consigliere comunale. Per ragioni sindacali: la partecipazione ad assemblee. Per congedo maternità. Per assistere bimbi piccoli. Per donare il sangue. Brunetta non cancella i permessi e i diritti, ma lo stipendio. O meglio la parte variabile (indennità eccetera). Un esempio? Andrea Orlandi, autista di Gelli: «Sono andato due volte a donare il sangue e mi sono visto lo stipendio decurtato di 40 euro».
Su cosa si basa la legge. E’ su questa parte della legge Brunetta, che si presta peraltro a diverse interpretazioni (c’è chi fa il duro e chi meno), che la Regione intende intervenire. «Pensiamo di poterlo fare in nome del principio dell’autonomia dell’organizzazione del personale. Che è competenza della Regione», assicura Gelli.
Ora la parola è ai giuristi regionali. Dovranno elaborare un testo per «depotenziare gli effetti della legge Brunetta» che non presti il fianco a possibili ricorsi da parte del governo nell’ennesimo braccio di ferro tra Roma e Firenze...
(23 aprile 2009)
 
 http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/la-toscana-si-ribella-a-brunetta/2079734

 

Proprio in questi giorni il giudice drammaturgo Gnenaro Francione mette in scena

KAROSHI(MORTE DA ECCESSO DI LAVORO) di G. Francione che cura la regia con Fiore Ranauro.

Monologo grottesco. Karoshi è termine giapponese indicante "morte per eccesso di lavoro". Di eccessiva fatica si muore ed è quello che capita a Ciro Sciancalepore, amico dall'infanzia di Gennaro Esposito il quale, tra una maledizione, un ricordo e un discorso politico, santifica l'abitudine napoletana della fannulloneria. Meglio non lavorare o lavorare poco che morire stecchiti in un ufficio, divorati dalla macchina mostruosa della società pseudolibertaria che rende schiavi,  lanciando slogan orwelliani del tipo "il lavoro nobilita l'uomo". Una valanga saettante di meditazioni, di gesti, di sussulti fino all'esito finale rivelatorio: lavorare non solo stanca e stressa, come diceva Cesare Pavese, ma per davvero uccide.