ROMA - Dopo l'inaugurazione dell'anno
giudiziario sembrava che le acque si fossero calmate. Le
stesse cerimonie, in tutta Italia, a parte il
"richiamo" dell'Anm e le costituzioni tenute
silenziosamente in mano dai giudici del sindacato, nessuna
polemica degna di nota. Tutto molto diverso, sabato scorso,
da un anno fa, quando Francesco Saverio Borrelli pronunciò
quel "resistere, resistere, resistere" che ancora
oggi fa discutere. Per mettere un po' di pepe si è dovuti
ricorrere alla claque che per tutta la durata della
cerimonia, a MIlano, ha applaudito e fatto il tifo per
ROberto Castelli. Ma a soli due giorni di distanza arriva la
stoccata. A lanciarla è lo stesso ministro della Giustizia:
"Stanno partendo azioni disciplinari - dichiara il
ministro - che dimostreranno la commistione politica di
certi magistrati, e come questa la commistione è
talmente grave da compromettere i diritti dei
cittadini".
La bordata di Castelli arriva durante
un confronto pubblico in diretta su Antenna tre
Lombardia con il presidente dei deputati Ds Luciano
Violante: "Stanno venendo alla luce dalle indagini del
mio ispettorato - continua il ministro - situazioni di
commistione che non ci dovrebbero essere. Situazioni gravi
dal punto di vista deontologico. Alcuni comportamenti dei
magistrati fanno nell'immaginario collettivo convincere i
cittadini che i magistrati sono politicizzati. Per esempio,
qualche magistrato visto nei cortei dei no global, si è
giustificato dicendo che era lì per caso. Noi ci abbiamo
creduto...''.
E quella sui magistrati politicizzati
non è l'uinica polemica nella quale Castelli, oggi, si è
trovato coinvolto. L'altro argomento è la proposta del
ministro di ritornare all'immunità parlamentare.
Dall'Associazione nazionale magistrati arriva un no secco. E
anche dall'opposizione si levano le prime bocciature con
Paolo Cento (Verdi) che parla di un "grave ritorno al
passato" e i Ds che tuonano contro quella che viene
definita "un'assurdità" . Voci critiche
anche all'interno della maggioranza. Perché se Giuseppe
Gargani, europarlamentare di Forza Italia e responsabile del
dipartimento Giustizia del partito si dice
"favorevolissimo", il senatore di An Ignazio La
Russa va più cauto e sottolinea che la proposta non può
essere considerata un "tabù", ma che certonon sarà
Alleanza Nazionale "a proporne la reintroduzione''.
Il dibattitto vero e proprio sulla
questione arriverà a febbraio in aula, come ha deciso
l'ufficio di presidenza della Commissione Affari
costituzionali di Montecitorio. Intanto però la
polemica è già entrata nel vivo. L'intervista rilasciata
dal Guardasigilli al Messaggero ha aperto
dunque un nuovo fronte di polemica all'interno del panorama
poltico. Secondo Castelli, soltanto con il ritorno
all'immunità parlamentare " si potrà avere la vera
separazione dei poteri". Una svolta che, sostiene, nulla
ha a che vedere con l'impunità.
Immediato il no di magistrati e Ulivo.
Introdurre l'immunità o l'improcedibilità per i
parlamentari ''non sarebbe la soluzione migliore'' anche
perché ''il parlamentare deve essere soggetto alla legge
come tutti gli altri cittadini'' dice il segretario dell'Associaziona
nazionale magistrati, Carlo Fucci . Il
verde Paolo Cento trova invece le
affermazioni del ministro "gravi" e tali da
configurare un vero e proprio ritorno al passato, mentre Carlo
Leoni , capogruppo della Quercia in commissione
Affari costituzionali, garantisce che "i Ds si
batteranno con estrema energia per impedire questa ennesima
vergogna".
Un sostegno pieno alla proposta arriva
invece da Giuseppe Gargani di Forza Italia. "Quello
dell'immunità parlamentare - dice - è un
problema sul quale ci scontriamo da anni. Ogni paese
democratico ha un filtro per quanto riguarda i suoi
rappresentanti, anche per l'Italia ci dovrebbe essere una
sorta di autorizzazione a procedere per equilibrare i vari
poteri che sono in concorrenza".Positivo è anche il
commento del ministro per i Rapporti con il parlamento, Carlo
Giovanardi. "C'è una diffusa consapevolezza
- spiega - che il problema esiste e va affrontato con grande
serietà. Bisogna però chiarire subito che l'immunità deve
riguardare reati che abbiano attinenza con l'attività
parlamentare e di governo". Da An, invece, la proposta
non è stata accolta con una promozione a pieni voti ma
neanche con una bocciatura senza appello. Dice infatti il
presidente dei senatori di An, Ignazio La Russa
: "La proposta di Castelli non fa rabbrividire. Non ne
faccio un tabù".
(20 GENNAIO 2003, ORE 7:40, ultimo
aggiornamento ore 20:26)