Privacy, minori e libertà di espressione i temi in argomento
“L'Europa: niente disconnessione dal web, nemmeno per i «pirati»”
Approvata a larga maggioranza la Raccomandazione sulle libertà
fondamentali su internet
Ennesima importante dichiarazione sull’importanza dell’accesso ad
internet come diritto fondamentale del cittadino digitale. La
raccomandazione presentata al Parlamento europeo dal socialista Stavros
Lambrinidis (Grecia) sul «rafforzamento
della sicurezza e delle libertà fondamentali su Internet» è stata
approvata con una schiacciante maggioranza di 481 contro 25 (21 gli
astenuti). Nel testo viene indicato chiaramente che:
1) Internet «dà pieno significato alla definizione di libertà di
espressione»;
2) «può rappresentare una straordinaria possibilità per rafforzare la
cittadinanza attiva»;
3) il monitoraggio del traffico web «non può essere giustificato dalla
lotta al crimine»;
4) l’accesso a internet «non dovrebbe essere rifiutato come sanzione dai
governi o dalle società private» e
5) le ricerche in remoto, dove previste dalla legislazione nazionale,
devono essere condotte «sulla base di un valido mandato delle autorità
giudiziarie competenti» e devono sempre preferirsi le ricerche in
diretta a quelle in remoto visto che queste ultime “violano il principio
di legalità e il diritto alla riservatezza».
NIENTE DISCONNESSIONE - Soprattutto gli ultimi tre punti hanno
rilevanza in relazione alle proposte di legge presentate in Francia e in
altri Stati membri, che prevedono la disconnessione forzata come
punizione per essere stati sorpresi tre volte a condividere file
protetti da diritto d’autore. Operatori telefonici, service provider e
Stati non possono quindi impedire a chi ha una connessione a internet di
utilizzarla. Gli Stati membri sono espressamente chiamati a «evitare
tutte le misure legislative o amministrative che possono avere un
effetto dissuasivo su ogni aspetto della libertà di espressione». Può
sembrare una raccomandazione superflua in piena società
dell’informazione, eppure sono state proprio le proposte di legge alla
francese – sobillate dalle lobby dell’industria dell’entertainment – ad
avere reso necessaria un testo del genere.
PRIVACY E MINORI - La raccomandazione non si limita alla
dichiarazione relativa al diritto di connessione, ma affronta, sebbene
in modo più generico, altri argomenti: la privacy, la tutela
dell’identità digitale, la protezione dei minori e la tutela della
proprietà intellettuale. Per quanto concerne la privacy, oltre
all’importante accenno nell’invito a non effettuare ricerche in remoto,
viene sancito il diritto di accesso ai propri dati personali e la
possibilità di ritirarli dal web. Il riferimento alle recenti vicende
legate ai dati personali su Facebook e in genere ai contratti proposti
da molti service provider (su tutti Google) sembra chiaro, ma il testo
non chiarisce maggiormente la questione. I minori devono ovviamente
essere tutelati e Lambrinidis invita i produttori di computer a
preinstallare nelle macchine software a protezione della navigazione dei
più piccoli, e le istituzioni a educare i genitori sui rischi presenti
in rete. In Corea del sud, dove sono un po’ più avanti di noi su questi
temi, sono già attivi corsi di comportamento online (netiquette)
per i bimbi delle elementari.
IDEE E LUCCHETTI - Infine un accenno alla tutela della
proprietà intellettuale, per la quale viene chiesta al Consiglio una
direttiva sulle misure penali da comminare e si vieta la sorveglianza
preventiva. Ma, chiarisce Lambrinidis, la stessa direttiva dovrebbe
anche combattere l’incitamento alla cyber-violazione dei diritti di
proprietà intellettuale «comprese talune eccessive restrizioni di
accesso (alle opere, ndr) instaurate dagli stessi titolari dei diritti».
Ora la parola spetta al Consiglio che valuterà se e come procedere con
l’iter legislativo.
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_marzo_27/internet_niente_disconessione_b544081e-1ad1-11de-b646-00144f486ba6.shtml