Stuntman Antiarte
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ci siamo

 

 GLI STUNTMAN DELL'ANTIARTE

                                  di

 

            Agius & Francione

 

Salve ragazzi. L'avreste mai pensato che il Motor Show è antiarte? Certo che no, ma è così. Proprio così. Provare per credere. Non perdetevi quest'incredibile spettacolo, unico nel suo genere!

Abbiamo sperimentato, divertendoci come non credevamo,  quest'autentico circo delle macchine, gustando la contaminazione tra la pesantezza e la potenza dei meccanismi e la leggerezza dell'arte circense.

Le macchine schizzano via in gimcane, incroci e parcheggi mozzafiato. Escono vetture di tutti i tipi, coloratissime, oblunghe, gigantesche come il Big Foot, in un vortice spettacolare che richiama immagini fumettistiche e pericolosissime manovre degli stuntman cinematografici. L'abilità dei guidatori è già antiarte per la loro capacità di creare figure e manovre estetiche la cui leggerezza è puro artificio, frutto di anni  di duro lavoro, di passione e di nobile concentrazione che porta l'uomo a dominare questi bolidi pesanti  e a trasformarli in leggiadre farfalle.

La contaminazione più eccitante è, comunque, l'introduzione della vis comica nelle performance. Spettacolo nello spettacolo il grande capo Gianluca Folco, un entusiasta con un mondo di esperienza nel genere dietro le spalle, ha chiamato alla sua coorte Diddi. Quest'omino, proveniente dalla gloriosa stirpe dei Colombaioni, unisce la sua inveterata capacità di clown a un'abilità non comune nel guidare egli stesse le macchine alla maniera degli stuntman. Ecco allora che grazie a lui lo spettacolo raggiunge il massimo della contaminazione antiartistica, unendo l'abilità tecnica al momento squisitamente comico.

L'arte del clown è soprattutto improvvisazione, quanto meno apparente, frutto anch'essa di una lunga, rigorosa scuola. Ed è così che accanto al copione scritto a due mani da Diddi e da Gianluca, pieno di gag e di scherzi  con le macchine  e sulle macchine, Diddi improvvisa col pubblico prima, coi bambini poi tirati a viva forza, per pantaloni e capelli sul mastodontico Big Foot per un giro di gloria in mezzo alle risate a non finire della gente.

Insomma questa che vediamo è l'arte del circo trasferita alle macchine con tanto di clown strapparisate, animali sostituiti da auto addestrate e tenute a puntino da esotici  meccanici dell'est, esercizi acrobatici coi mezzi, performance ad alto rischio come l'uomo-torcia, foto dei bambini nell'intervallo fatta non a dorso di elefante ma sulla ruota ipergommonata del Big Foot. Il tutto raccontato con maestria da un giovane speaker, autentico D.J., capace di trascinare con la sua voce brillante nel gioco-avalanche delle  macchine e della comicità rotolanti.

Uno spettacolo questo perfetto come un orologio che costa ai suoi organizzatori. L'antiarte non è solo estetica rivoluzionaria ma anche critica sociale alla fenomenologia sull'arte. Orbene questi uomini che tanto fanno per noi si reggono solo sull'autofinanziamento e su piccole sponsorizzazioni, soprattutto locali, per sopravvivere.

Pur essendo formalmente inseriti con questo spettacolo nella schiera dei circensi - mi spiega Folco, da noi intervistato con tutti quelli della troupe  - di fatto non percepiscono una lira delle sovvenzioni statali di cui usufruiscono quelli del circo. Li inquadrano nelle attività sportive, aggiunge il pilota “argentino”.  E allora - si dirà - prendono sovvenzioni come le squadre di calcio... No, neppure questo.

Un'ennesima lacuna nell'Italia fatta a piramide per cui ci sono attività al vertice di serie A che ricevono contributi a iosa e attività di serie B che ne rimangono fuori. Perché? Perché mai il sacrificio e il rischio di questi bravi uomini appassionati che lavorano per noi, per far divertire noi  e i nostri bambini, non dev'essere aiutato?

Premiamo dunque la bravura, ma anche l'onestà e il valore etico di questi stuntman che operano anche per un miglioramento della nostra società, avendo essi partecipato  come mezzo di attrazione a manifestazioni di carattere sociale come Dico no alla droga, Noi per loro, In corsa per la vita.

       Noi crediamo in uno stato davvero democratico dove tutti gli antiartisti non siano più tali, ovvero necessariamente contro, ridiventando anch'essi artisti e basta, cittadini tutti di serie A che godano com'è giusto di pari opportunità.

In attesa che il vero Big Foot, l'Uomo in Grande sonnacchioso che costruisce legge di disparità, si risvegli dal suo letargo invernale, non ci rimane che urlare per farlo risvegliare con tutti i mezzi a nostra disposizione e  lottare per questi stuntman del nostro divertimento, sostenerli noi stessi con la nostra passione e coi pochi spiccioli che abbiamo in tasca.

Accorrete tutti al CIRCO DELLE MACCHINE e buon divertimento!

 

 

   

                 ANCHE QUESTA E' (ANTI)ARTE

                           

 

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posti come mezzo di attrazione per le seguenti Manifestazioni:
· Dico no alla droga. 
· Noi per loro. 
· In corsa per la vita.

 

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Last updated: maggio 08, 2005.