TITOLO:
La Porta di Bronzo
Sottotitolo
C’è e…..non è una palla!
Ci
sta, ci sta. Non è una palla.
La
porta di bronzo di cui parla Francesco Balzano nell L’Antica Ercolano overo la Torre del Greco tolta all’obblio
suo lavoro storico edito nel lontano 1688
c’è ed è stata individuata
proprio in quella parte del litorale di Torre del Greco in cui lo
stesso storico parlandone la collocò.
Nel
Capitolo VIII del Libro Primo di detta opera dal titolo
Del
Luogo chiamato Santo Nicola
ad
un certo punto così si legge:
Sin’hora
non ho possuto penetrare, come, e da chi habbia questo luogo acquistato il
nome di Santo Nicola. Più vicino alla Torre, per la medesima strada, nel
cadere di alcune rupi, si trovarono gli anni passati trè capitelli di
marmo di non mediocre grandezza, bene intagliati con foglie di acanto, che
si trasportarono nell’atrio della Chiesa Parochiale, dove al presente si
vedono: chiaro indizio di sontuosa fabbrica, ò tempio, che si fusse, ivi
sepolto, le di cui colonne non ha dubio, che siano ivi sotterrate, che non
haverà potuto il torrente del focoso bitume del monte menarne via, non
avendo sportato li capitelli di minor peso, e si ha per tradizione de’
nostri antichi, che sia nel mare, poco distante, sotterrata una grande
porta di bronzo, e che venutene Galere di Napoli per pigliarla, fù vano
il tentativo, sollevatasi nel mare horribile tempesta; forse detta porta
esser doveva di detto Tempio.
Una
copia originale di detto libro, dono del non mai dimenticato don Luigi
Acampora parroco di S. Maria di Portosalvo, fa parte da tempo della
biblioteca di Raffaele Raimondo. Due anni or sono ne iniziai lo studio
approfondito e mi colpì molto il brano sopra riportato per la notizia del
tentativo non riuscito di portare in superficie questa porta di bronzo. La
riflessione che mi venne di fare fu quella che non vi era stato in seguito
nessuna notizia circa tale reperto nei tre secoli che sono trascorsi da
tale tentativo. Insomma se fosse stata riportata in superficie la porta
ora la si potrebbe ammirare in qualche museo certamente. Per questo essa
doveva essere ancora al suo posto.
Il
tentativo quindi non fu mai più ritentato né nel Settecento, né
nell’Ottocento né, infine, nel Novecento. Insomma ci si dimenticò
totalmente della sua presenza.
Il
Balzano sostiene, come abbiamo letto, che tale porta doveva essere quella
del tempio di cui aveva visto in vita i tre grandi capitelli rinvenuti in
località Santo Nicola (territorio individuabile forse in quello su cui
corre l’odierna via A. De Gasperi) che collocati nell’antica
parrocchiale di S. Croce potevano essere ammirati da tutti come reliquie e
testimonianza della passata gloria del territorio torrese. L’eruzione
del 15 giugno 1794 distrusse, poi, chiesa e capitelli.
E’
nostra convinzione, che è pure quella del Balzano, che quegli enormi
capitelli, di cui i rocchi che formavano le colonne per la loro
conformazione saranno rotolati chissà dove, facessero parte di un grande
ed importante tempio situato nei pressi della Terma ginnasio che noi tutti
conosciamo poco distante, in contrada Sora.
Intitolato
al dio Nettuno o ad Apollo o alla dea Venere o a chissà quale altro dio
certo è che esso doveva essere molto importante viste le dimensioni dei
capitelli descritti dal Balzano.
Né
ho parlato alla fine di settembre dello scorso anno durante una pranzo
consumato alla Voce del Mare con alcuni amici interessati alla cosa e a
cui comunicai ovviamente questa mia scoperta letteraria. Se ne parlò,
dunque, e si decise pure di attivare le ricerche con un eco sonar che
avrebbe potuto essere offerto dalla Marina Militare. La persona che si
offrì di attivarsi però non si è faceva più sentire. Io credevo perciò
che la cosa sarebbe stata molto difficile intraprenderla per lo
scetticismo che è caratteristica delle nostre parti specie poi se si
devono spendere denari, pubblici o privati che siano, per la Cultura. Ma
fortunatamente, però la ricerca con il sonar è un azione di cui si può
fare a meno. Infatti la presenza della famosa porta è testimoniata da
persone che hanno un nome ed un cognome e che l’ hanno confermata senza
sapere però di che cosa si trattasse.
E’
stato durante un colloquio informale avuto dallo scrivente con alcuni
giovani impiegati comunali incontrati.in occasione della donazione di
sangue organizzata dall’‘AVIS nei locali di Palazzo La Salle. Come mi
capita spesso mi piace parlare, con chi è interessato, della nostra
storia locale. Non so come mi soffermai a descrivere proprio i luoghi che
circondano il palazzo comunale e citai pure Balzano e i capitelli e la
famosa porta. E fu a questo punto che gli occhi di un giovane che mi
ascoltava si illuminarono e con un largo sorriso mi confermò la sua
personale esperienza circa questa porta. Questo giovane trentaseienne
lavora nella portineria di Palazzo La Salle, ma è anche esperto
subacqueo. Egli ne ha visto solo uno spigolo affiorante dalla sabbia del
fondale e da questo stesso
spigolo si arguisce che le dimensioni del manufatto devono essere
ragguardevoli. Si trova il reperto archeologico proprio di fronte
a……………No, non voglio dirlo, manteniamo ancora per un poco il
segreto, vediamo prima chi si offre di tirarla su. Signori potenti, fatevi
sotto. La cosa è di grande importanza archeologica.
Dr.
Francesco Raimondo