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Ciò in cui credo
di James G. Ballard
Credo nel potere che ha l'immaginazione di plasmare il mondo, di
liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di
trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci
gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.
Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d'auto,
nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge
deserte, nell'eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei
parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.
Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il
Pacifico della nostra immaginazione.
Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva del
le sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore: nella
malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati
del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che
Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino
in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio
tubercolotico.
Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro
immaginazione che mi sfiora il cuore; nell'unione dei loro corpi
disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei
supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.
Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella
nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di
autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in
aeroporti fuori stagione.
Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti,
nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della
principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra
mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.
Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon
senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato
per la razza umana dagli astronauti di Apollo.
Credo nel nulla.
Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo,
Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, DÅrer, Tanguy, Facteur
Cheval, torri di Watts, Bîcklin, Francis Bacon, e in tutti gli
artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.
Credo nell'impossibilità dell'esistenza, nell'umorismo delle
montagne, nell'assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa
della geometria, nella crudeltà dell'aritmetica, negli intenti
omicidi della logica.
Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della
postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi
scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni
di motel malandati.
Credo nei voli, nell'eleganza del l'ala e nella bellezza di ogni
cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che
porta via con se la saggezza di statisti e ostetriche.
Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti
dello schermo cinematografico, nell'universo nascosto nei
supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei
pianeti, nella nostra ripetitività, nell'inesistenza
dell'universo e nella noia dell'atomo.
Credo nella luce emessa dai videoregistratori nelle vetrine dei
grandi magazzini, nell'intuito messianico delle griglie del
radiatore delle automobili esposte, nell'eleganza delle macchie
d'olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate
dell'aeroporto.
Credo nella non-esistenza del passato, nella morte del futuro, e
nelle infinite possibilità del presente.
Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William
Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll,
Coleridge, Kafka.
Credo nei progettisti delle piramidi, dell'Empire State Building,
del FÅrer-bunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.
Credo negli odori corporali della principessa Diana.
Credo nei prossimi cinque minuti.
Credo nella storia dei miei piedi.
Credo nell'emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei
calendari,
nella perfidia degli orologi .
Credo nell'ansia, nella psicosi, nella disperazione.
Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi,
principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso
(più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.
Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell'immaginazione.
Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok,
Dealey Plaza.
Credo nell'alcoolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e
nell'esaurimento.
Credo nel dolore.
Credo nella disperazione.
Credo in tutti i bambini.
Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei
puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d'aeroporto.
Credo a tutti i pretesti.
Credo a tutte le ragioni.
Credo a tutte le allucinazioni.
Credo a tutta la rabbia.
Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.
Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza
degli alberi, nella saggezza della luce.
(Da J.G. Ballard, RE SEARCH ed. italiana, ShaKe edizioni
underground) |
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James G. Ballard è nato nel 1930.
Specialista nella narrativa apocalittica ed influente sul movimento cyberpunk.
Ballard scrive "Myths of the Near Future" (stesso titolo di uno
dei suoi racconti), convinto che che tutta la scrittura contemporanea,
essenzialmente, sia fantascienza.
Alcune delle opere più conosciute di Ballard [Crash (1973), The Drought
(1965), The Crystal World (1968)] presentano visioni apocalittiche della
terra distrutta dalla tecnologia, dalla natura e dalla superbia.
Nato a Shanghai, Ballard ha raccontato la storia sorprendente della sua
sopravvivenza sotto l'occupazione giapponese in Empire of the Sun (1984),
trasposto cinematograficamente da Steven Spielberg nel 1987)
Nel 1994 RE/Search
introdusse a una nuova generazione questo appassionato della 'letteratura
invisibile': pubblicità, manuali di istruzione, depliant di viaggio...
E' riconosciuto come una delle voci più importanti della letteratura
contemporanea.
Empire of the Sun, è stato finalista del The Booker Prize, uno dei più
importanti premi letterari inglesi.
Il suo romanzo The Unlimited Dream Company è stato selezionato da Anthony
Burgess in 99 Novels come uno dei migliori romanzi inglesi dal 1939.
Ballard vive a Shepperton, in Inghilterra. |
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