di Agius & Francione
Biagio Izzo è tornato anche quest'estate ad “ All'ombra del Colosseo…
quadrato ”, il 23 luglio, con il suo nuovo spettacolo, “Che peccato,
è peccato” di cui è anche autore insieme a Bruno Tabacchini.
Un Izzo scoppiettante, sempre in ritmo, sciorina con la sua dolcezza
provocatoria una serie di copi comici sul peccato e sul contrario del
peccato. Ci sono certi vizi che è davvero peccato considerare peccati.
Come si può peccare di accidia, di far niente? E' davvero riprovevole il
gusto del mangiare o il piacere dell'amore? Che sfizio ci sarebbe se
osservassimo tutte le regole scritte per la ordinata convivenza civile?
Diceva Wittegenstein "Ciò di cui non si può parlare, è meglio
tacere". Motto che mal s'addice a un comico di tal fatta, per di più
napoletano, che impietosamente mette a nudo i vizi degli umani, non
tralasciando nulla e attaccando la morale corrente che spesso si fa luogo
comune, con sobrietà là dove essa considera peccato ciò che a noi tanto
piace. Da ciò "Peccato che sia peccato".
Un chierichetto troppo cresciuto, subdolamente blasfemo, ci pone
davanti allo specchio rivelandoci i nostri vizi sommi: l'ipocrisia e la
dabbenaggine etica. Tutto con esprit de finesse tres léger.
Senza uno schema predefinito, in ordine sparso, cercando di mettere
disordine dove c'è un ordine precostituito, l'artista da navigato
oratore, costruitosi nelle vie di Napoli ma in possesso di una tecnica
sopraffina da comico dell'arte, mette in campo quei peccati che prima li
fai e poi ti penti e di quelli di cui è peccato pentirsi. Sono talmente
tanti che non bastano le sette categorie dei classici vizi capitali per
ricomprenderli, essendocene di vecchi nascosti, come la bugia e
l'ipocrisia.
Nello spettacolo si parla del più e del meno, di ciò del quale ognuno
vorrebbe parlare, di quello che ognuno avrebbe da dire e che non dice
perché banale, sconveniente, forse anche poco intelligente, ma ce l'ha
dentro e vorrebbe cacciarlo fuori. Biagio Izzo lo fa per conto nostro, e
stando sul palco si può permettere anche qualche trasgressione.
Confessare l'inconfessabile, passare per bugie verità e mentire
spudoratamente su verità assolute. Le bugie sono l'espressione più alta
della creatività umana, quando sgorgano poi dalla mente sublime di una
donna, sono geniali capolavori. Peccato sarebbe non usarle.
Con l'arte comico-maiuetica Biagio rivela vizi nuovissimi come
l'apparire nella scatola della tv, che trasforma le persone più normali
in mostri, pur di farsi vedere come si deve. In questa società vuota,
infatti, se non appari non sei nessuno. Biagio Izzo è un'eccezione in
questo panorama del sembiante. Egli è talmente forte ed esposivo che si
esibisce in un basso di Napoli la sua energia travolgente arriva fino a
Milano. Un vero monstrum atellanum.