BOTTEGA HORROR
di Agius & Francione
La Teatro Olimpico di Roma la Compagnia della Rancia ha
presentato con grande successo "La
piccola bottega degli orrori" . Una commedia d’amore e
horror ambientata a New York per la regia di
Saverio Marconi con interpreti Rossana Casale,
Manuel Frattini e Carlo Reali.
Questo musical
"cult, che fa fare risate... da brivido!”
è stato scritto da Howard Ashman,ispirandosi al film
omonimo del 1960 diretto da Roger Corman,nel quale
appariva un giovane Jack Nicholson. Lo spettacolo fu
un grande successo off-Broadway (2209 repliche)
prodotto da Cameron Mackintosh ed ha avuto ben 15
versioni in tutto il mondo. Nel musical si trovano
moltissime parodie o meglio "citazioni": fantascienza,
film di serie "b", thrilling, commedie musicali
romantiche e forse anche altro.
Nel 1986 grande successo ha avuto anche il film di Frank Oz con
Rick Moranis, Ellen Greene, Vincent Gardenia ( e con la partecipazione di
Steve Martin, James Belushi, John Candy e Bill Murray), dove però il
finale era diverso dall’originale, e quindi da quello che si è deciso
di utilizzare anche per la versione italiana.
La piccola bottega degli orrori è la storia di un commesso in un
negozio di fiori di un sobborgo di New York. Seymour - questo il suo nome
- è appassionato di botanica e soprattutto di piante strane; e quella
trovata un giorno per caso al mercato da un vecchio cinese è davvero
molto molto strana… Lui la "battezza" Audrey 2, in onore della
sua collega Audrey, di cui è segretamente innamorato, anche se la ragazza
è legata al violento dentista Orin. La bizzarra piantina attira molti
nuovi clienti al negozio di Mushnik , fino a pochi giorni prima
sull’orlo del fallimento. Ma da piccola pianticella simpatica, Audrey 2,
nutrendosi in modo decisamente…insolito, cresce a dismisura e diventa un
personaggio in grado di cambiare radicalmente l’evolversi degli
avvenimenti.
La
trama un po’ truculenta è trattata nel musical in modo molto ironico ed
accattivante, grazie anche alle musiche ed alle canzoni scritte dallo
stesso Ashman con Alan Menken, ed eseguite, oltre che dai citati
protagonisti, anche dal coro di tre ragazze – in stile Supremes – che
sottolinea i vari momenti della vicenda. Vicenda che è anche, comunque,
un’ironica quanto puntuale analisi della società americana, dove coloro
che vivono nei quartieri più degradati delle grandi città sognano un
evento che possa riscattarli e permettere loro di vivere una vita più
dignitosa.
La piccola bottega, senza alcuna cattiveria, prende un po’ in
giro le grandi commedie musicali americane degli anni ’40 e ’50,
quelle nelle quali la protagonista a un certo punto della vicenda descrive
in una canzone struggente un suo sogno. Succede infatti anche ad Audrey,
che però in questo caso ha un sogno davvero piccolo piccolo, semplice ed
ingenuo: quello di una casetta anonima, con una bella cucina che abbia un
frigorifero e un tostapane, dove vivere con il marito e i bambini.
La piccola bottega, ha detto lo stesso autore, può anche essere
vista un po’ come storia d’amore e un po’ come la leggenda di Faust:
una storia di destino e di tentazioni, di fine del mondo, di avidità, di
dubbi e difficili scelte morali. Il Mephisto in tal caso è la pianta che
promette di realizzare i
desideri del commesso con una tentazione fatta di progressione geometrica:
si nutre all’inizio della goccia di sangue per arrivare poi a
divorare il corpo intero, disprezzando il pur succulento roast-beef che il
giovane cerca di propinargli per liberarsi in qualche modo del patto
demoniaco.
Nel 1988 Saverio Marconi e la Compagnia della Rancia iniziarono la
loro "avventura" nel mondo del musical proprio con la versione
italiana di "La piccola bottega degli orrori": fu un grande
successo, testimoniato da un Biglietto d’Oro e da una tournée che durò
tre anni. Successo che è continuato in questi giorni a Roma, a
testimoniare l’efficacia di una scelta e la maestria nella direzione,
nella coreografia, ma soprattutto nella scenografia molto bella e assai accurata, coi grattacieli che
s’illuminano nella notte, il trenino che passa,
persino il cartellino alla bottega per indicare “open” e
“closet”. Per non parlare delle machineries a partire dalla
pianta-vampiro che si
trasforma, s’ingigantisce fino al punto da divorare corpi interi.
Insomma un grande spettacolo ricco di effetti e sorprese, dove si
ride e si sorride, dove si batte il tempo a ritmo di rock, dove forse ci
si commuove anche un po’, dove si vive un’irrefrenabile suspense
comica e dove soprattutto ci si diverte con una favola di gran classe e di
intrattenimento intelligente(http://www.musical.it/bottega/Home.html).