Al Teatro Romano di Ostia Antica, nell'ambito
della programmazione della quarta edizione di Cosmophonies(http://www.cosmophonies.com)
, è andata di scena "La Vedova Allegra" interpretata da
Giosjana Pizzardo, Giuliano Ansalone e Umberto Scida. Orchestra
diretta da Andrea Biccego. Coreografie di Margherita Lauro. Regia di
Fano Garofalo(Baladi produzioni http://www.baladi.it).
Una delle chiavi d'interpretazione estetica
dell'Antiarte(http://antiarte.studiocelentano.it) è l'opera totale
per attuare una spettacolarizzazione connessa all'attualizzazione del
prodotto artistico in una procedura di forte contaminazione dei
generi.
L'operetta, fiorita tra il 1850 e gli anni della
prima guerra mondiale soprattutto a Parigi e a Vienna, è uno
spettacolo di chiara marca antiartistica in quanto prodotto musicale
di carattere leggero e sentimentale con alternanza spettacolarizzata
di parti cantate, parlate e danzate.
L'operetta presentava in sé una connotazione
rivoluzionaria rispetto all'opera lirica, sia perché aveva il
coraggio di eliminare alcune pesantezze del "parlato inutilmente
musicato" sostituendolo col parlato puro, sia perché permetteva
di cantare alla maniera dell'opera a voci piccole, strillanti,
cabarettistiche finendo per creare una forma di spettacolo davvero
popolare e democratico. Questa forte contaminazione popolaresca la si
rileva anche dal fatto che in Francia l'operetta, indissolubilmente
legata al clima della Belle Époque, accolse elementi e caratteri del
vaudeville e dell'opéra-comique; nei Paesi di lingua tedesca subì
l'influenza del Singspiel, caratterizzato da dialoghi recitati
inframmezzati da arie e pezzi d'insieme, con originari caratteri
musicali volutamente semplici e popolareggianti.
Da qualche anno in Italia l'operetta ha
ritrovato il suo pubblico e, se il genere è guardato da alcuni come
un ingenuo momento d'un gusto rétro, viene ora unanimemente
riconosciuto valore assoluto d'opere d'arte ai suoi capolavori, a
cominciare naturalmente da "La Vedova Allegra".
Ritornando all'operetta messa in scena ad Ostia
Antica ne seguiamo la vicenda solo perché metafora della
contaminazione di generi da noi analizzata.
Una connotazione antiartistica è l'orchestra
piccola.
Dove sono le orchestre mastodontiche e trionfali
che accompagnavano antiche rappresentazioni dell'operetta? I budget di
queste scorribande estive delle compagnie musicali nella penisola sono
quel che sono. L'arte costa e i contributi evidentemente mancano per
cui bisogna far di necessità virtù mettendo su, come si è visto
altrove nell'estate romana, miniorchestre compatte e agevoli. Tutto
questo, nello specifico, può accordarsi con lo stile intrinseco
all'operetta, fatto di semplicità, di allegria, di trasparenza del
testo e di raffinata musicalità. Una leggerezza in stato di grazia e
al massimo livello di eleganza al punto che la Vedova è stata
considerata non più operetta ma addirittura musica leggera tout court
da Th. W. Adorno, il filosofo della musica fondatore della scuola di
Francoforte.
La leggerezza dell'opera le fa assumere una
connotazione antiartistica rivoluzionaria discronica, tenendo conto
del tempo in cui fu creata. L'Impero austro-ungarico era sull'oro
dell'apocalisse e si libravano nell'aria le note lievi e la comicità
dissacrante della Vedova. Vi si racconta del regno utopico di
Pontevedro, (si nota una certa assonanza con Montenegro), descritto in
uno stato di totale decozione al punto da far dipendere il suo
risanamento dal cospicuo patrimonio di una vedova allegra. Tutto si
svolge tra feste di ambasciate, tradimenti presunti e grisettes
parigine che danno un tono all'ambiente dominato dall'amore
sotterraneo della Vedova e del conte Danilo . "C'è forse un modo
migliore per una fine d'epoca di andare in malora con classe, che
metterla in musica danzante con la Vedova e Danilo che volteggiano al
ritmo di Valzer? C'è una melodia o un genere d'arte più idoneo a
immettere tutta una umanità in crisi giù per la discesa di quel
fatidico tre quarti, travolgente piano inclinato per gaie apocalissi?
Che importa, basta che si ascolti Lippen schweigen/ 's flustern
Geigen(tutto tace solo i violini mormorano) affinché finalmente
si possa dire Hab mich lieb (Amami!)" <http://www.ilmosaico.it/vedova_allegra.html>
Un'ulteriore connotazione estetica antiartistica
è il principio di deformazione che crea il comico e il grottesco come
nella Vedova di Ostia con le formidabili catene deformanti del
francese attuate da Niegus, il cancelliere dell'ambasciata, e le
cadenze da slang bolognese in Danilo, l'innamorato, che ad esempio
pronuncia "cinquecento" trasformando le "c" in
zeta con lo straordinario effetto "zinquezento".
L'Antiarte ha guardato con simpatia a questa
sperimentazione linguistica perché contraria al pedante spirito
accademico di sacralità dei testi, i quali soprattutto nella
drammaturgia devono essere continuamente riformulati per
attualizzarli, renderli comprensibili e comunque nell'ambito di una
ri-creazione perenne del testo ad opera del regista vivente.