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          Mexico Y Su Folklor

                     di

                                                                       Agius & Francione

                  

          Per “Invito alla Danza” (www.invitoalladanza.it) oggi in scena è  la tradizione messicana.    Sul palco incantato dei Giardini del Museo degli Strumenti Musicali (Piazza Santa Croce in Gerusalemme, 9/a )la rassegna ospita la prima assoluta di Mexico Y Su Folklor ,  compagnia di musica tradizionale messicana formata da 35 interpreti, che  debutta in Italia a Roma  per poi proseguire il suo tour italiano.
          Originario di Mazatlan, nella regione di Linaloa nel sud del Messico, il Ballet del centro municipal de las artes de Mazatlan nasce nel 1997 sotto la direzione di Rebeca Llamas e da allora si esibisce su tutto il territorio nazionale partecipando a significative manifestazioni. Tra queste, il Festival Cultural di Mazatlan, il Festival Internacional de Danza Josè Limón e il Festival Sinaloa of the Arts.

        Nel suo repertorio la compagnia alterna momenti coreografici riferiti a scene di vita rupestre quotidiana, ispirati anche al mondo animale, con altri che rappresentano le più importanti festività come il carnevale o, ancora, ispirati alla religiosità e agli antichi riti messicani.

        La musica, eseguita dal vivo da un’orchestra di 16 elementi, utilizza strumenti tipici e ripropone le più antiche tradizioni musicali del territorio.

          L’Antiarte 2000 (http://antiarte.studiocelentano.it)  tra le sue metodologie enuclea quelle di elaborazione di materiali primitivi con operazione analoga alla procedura seguita  in pittura dagli artisti naif e in musica da De Simone rispetto alla cultura popolare napoletana.

      Il Ballet del centro municipal de las artes de Mazatlan, lavorando su materiali squisitamente popolari che fondono sacro e profano, attinge alle cerimonie principali della religione cattolica. La nuova cultura fu portata dai conquistatori spagnoli su questa ridente  e antica terra americana  e venne imposta agl’indigeni, i quali, resistendo in nuce,  hanno mantenuto topoi primitivi fondendo  loro elementi antichissimi coi nuovi acquisiti.

    Il climax di  questa fusione è la messinscena danzante sincro-mistica  del  gruppo  etnico Yoreme,  l'unico sopravvissuto alle conquista nel nord dello Stato di Sinaloa. Gli Yoremes conservano i riti religiosi introdotti dai Gesuiti a partire dalla Settimana  Santa. Di particolare suggestione quelli in cui  partecipano gli ebrei penitenti, rappresentanti del male, che pregano  per il perdono dei peccati: al suono di arpe, violini e strumenti tradizionali vengono eseguite danze, che riuniscono le caratteristiche della cultura indigena e della cultura spagnola. Nella processione che accompagna con canti locali il calvario di Cristo particolarmente significativa è una danza di figure demoniache, retaggio di un’antica sacralità. Armate di fruste   si muovono in cadenze travolgenti  e inquietanti che ricordano i mamutones sardi, distinguendosene per la maggiore agilità  in quanto dotate non di campanacci pesanti ma di agili sonagli di latta.

   L’atmosfera greve della passione cristica è presto rotta dalla  frenetica valanga di danze tipiche del Messico che trova  la sua più gioiosa espressione nel carnevale di Mazatlan, tradizione nata nel 1898. Questo carnevale è  uno dei più suggestivi al mondo,  massima espressione della felicità e dell'abbondanza, nella quale convivono armoniosamente Arlecchini, danzatori di rumba e cumbia, Pierrots, pirati e Colombine, tutti al ritmo della tradizionale tambora sinaloense.

   Lo spettacolo è un’esplosione continua di suoni, melodie, colori fino alla venuta in scena leggiadra degli amanti e delle farfalle del  Chiapas. Questa terra,  al confine meridionale del paese, è assai ricca e  diventa strumento per cantare e sedurre gli uomini, operazione simbolicamente raffigurata dalle farfalle, numerose in questa zona, che nella danza prendono le sembianze di una  donna ricoperta da una veste leggiadra e variopinta.

                             

   Gli animali sono un tema danzante assai in voga nella cultura contadina  e qui ne troviamo un altro esempio nelle  colombe di Vera Cruz, raffigurate da donne con ricche gonne  che volano sul palco come nell’aria, mentre gli uomini cantano selvaggiamente ritmando il tempo coi piedi.

         Alla fine lo spettacolo  messicano è tutto un caleidoscopio di colori, una valanga ritmata di suoni e danze ora melodiche ora travolgenti. Il tutto a dare il  senso di un popolo che, attaccato alla sua  tradizione primordiale che fu dei Maya e degli Aztechi, conserva intatto, pur nell’acquisizione della cultura occidentale, il sapore di un’antichissima gioia di vivere.

 

 

 
   Rebeca Llamas, direttore artistico del Ballet Folklorico Mexicano de Matazlan, è stata interprete con il Ballet Folklorico de Acapulco e, per sei anni, con il Ballet Folklorico de Mexico. Successivamente si dedica alla coreografia, prima negli Stati Uniti, al National Chinano Theather Dances in Colorado e poi in Messico, dove crea numerose produzioni per il Folkloric Ballet of the Municipal Center of the Arts.  
 

Copyright ANTIARTE2000 (anno 1999).
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Last updated: maggio 08, 2005.