I CARMINA BURANA DI FRANZUTTI A ROMA
Di Agius & Francione
L'1 e 2 luglio 2008
presso l'Istituto Nazionale di Studi Romani il Balletto del Sud ha
presentato al Festival Italiarte di Roma i "Carmina Burana" con le
coreografie di Fredy Franzutti su musiche di Carl Orff. Hanno danzato:
Paula Acosta, Biliana Diakova, Alessandra Minichini, Lisa Osmieri, Iskra
Stoianova, Johanna Waldorf, Luca Lago, Mariano Melillo, Carlos Montalvan,
Luca Russo, Yari Stilo, Emil Yordanov. Le scene sono di Francesco Palma,
le luci di Sabina.
La rappresentazione,
che ha per soggetto il traumatico passaggio dalla post-adolescenza alla
maturità, trae ispirazione dal testo dei Carmina Burana: un gruppo di "Clerici
Vagantes" prende coscienza che il mondo non funziona secondo le regole
morali che sono state impartite loro. Investiti dallo spettacolo delle
corruzioni, delle meschinità e delle ipocrisie della vita quotidiana,
creano un gruppo che reagisce con il ribadire la necessità del
comportamento secondo le regole della virtù, e che si tuffa,
goliardicamente e sconsideratamente, a sperimentare la cinica libertà e
la disincantata vita godereccia.
Il
soggetto è reso spettacolo realizzando le idee e le immagini fantastiche
di quei giovani tali da rompere la Quarta Dimensione: Franzutti non
esita a lanciarsi nella New Age per dare un senso di modernità alla sua
coreografia. Al riguardo non lesina coup de théatre come la danza
di un cigno inverosimile, tanto grottesco quanto evocativo di simboli
fallici freudiani, in avalanche esaltata da velate scene d’amore
omosessuali e plurissessuali .
Il
mito del gotico tenebroso, citato dalla popolare musica di Carl Orff,
evocativo del male, nella sua forma più superstiziosa, ci riporta a
rappresentazioni di società moralmente corrotte, che con
spregiudicatezza resistono alla paura della punizione divina. Infatti
tali canti rovesciano in modo ironico e divertito i temi e gli
atteggiamenti della letteratura allora dominante: il vino, la donna, il
gioco, i piaceri della vita sono spregiudicatamente esaltati da questa
poesia che nasce in ambiente colto e usa a fini parodici i moduli del
linguaggio ecclesiastico.
Franzutti parte dal nulla di suoni e dalla purezza dei movimenti
coreografici per far esplodere i ritmi orfiani poi giocati in alternanza
di spirito apollineo e dionisiaco fino al nuovo silenzio finale della
morte.
Lo spettacolo ha
fornito alla compagnia "Balletto del Sud" la chance per mettere in
evidenza i solisti e le qualità del coreografo Franzutti già
precedentemente ammirato in spattacoli portati con successo qua a Roma.
.http://www.comunicati.net/comunicati/arte/teatro/59468.html