LA PSICHE AMOROSA DI BARRA
Di Agius & Francione
Al teatro Olimpico
di Roma Renato Giordano ha messo in scena dal 21 ottobre al 2 novembre
Amore e psiche. La favola de l'asino d'oro di Apuleio con Peppe
Barra, André De La Roche e la partecipazione di Francesca Nunzi, Piero
Caretto e Francesca Marini.
Amore e psiche
è la novella centrale assai bella, poetica e suggestiva de L'Asino
d'oro, uno dei due grandi romanzi "moderni" dell'antichità romana.
Psiche era
bellissima, talmente bella da suscitare invidia addirittura in Venere
che, irata dall'esistenza di una mortale che ne adombrava la bellezza,
decide di punirla, eliminarla, facendola innamorare di un mostro. Invia
così Cupido-Amore per farla trafiggere con un dardo di passione nei
confronti di un mostro umano. Ma Amore, alla vista di Psiche se ne
innamora, e la salva da rovina e morte, portandola in un suo castello
fatato, dove la notte la ama senza farsi mai vedere in volto alla fine
ingravidandola.
Le due sorelle di
Psiche vengono da lei invitate al castello ma invidiose preparano un
piano per rovinarla invitandola a uccidere l'amante descritto come un
mostro mentre dorme. La giovane ci crede, si prepara al delitto, poi
vede il vero volto del suo amato ed il pugnale cade dalla mano. Avendo
tradito il patto con Amore, il dio vola via mentre Venere ancora la
cerca per eliminarla.
Dopo una serie di
avventure d'espiazione, compresa la discesa agli inferi, l'amore
trionferà con la nascita della Bellezza Voluttuosa, simbolo di
compartecipazione di anime, nella vita estetica, fraterna e armonica.
Nella messa in scena
di Giordano, operante in collaborazione strettissima col mattatore
Barra, insieme esilarante sorella di Psiche e deus ex macchina
dell'impresa teatrale, si è creata un'opera popolare e barocca di
contaminazione tra canto, letteratura latina, siciliano, frammenti di
lingua greca e aramaica, danza e napoletanità seicentesca del poeta
Basile.
In un'intervista
rilasciata da Barra a Repubblica l'artista partenopeo spiega la sua
idea di contaminazione apuleiano-basilesca: "Esco fuori dicendo: "Quando
le botteghe della luna hanno acceso le loro lanterne, ecco Psiche che
arriva", ed è farina rielaborata dal Basile, inserita in Apuleio. Ma la
mia creatività più sentita, combinata alla danza di André De La Roche e
alla fiaba originaria ridetta dagli altri in modo plautino-fescennino, è
nei momenti musicali, lì dove narro la bellezza di Psiche, perché si è
divisa da Amore, e perché Amore la sveglia poi dal sonno-letargo. Quando
canto, il rapporto con la gente lo sento totale" (Peppe Barra Il mio
Apuleio popolare e barocco su http://roma.repubblica.it/dettaglio/Peppe-Barra-Il-mio-Apu
leio-popolare-e-barocco/1530280).
L'interpretazione
centrale di Barra, sanguigno il recitato in mezzo ai canti, si svolge in
sincrono con la soave coreografia di connotazione orientaleggiante di André De La Roche che coi suoi ballerini cavalca l'onda delle belle e
curate scenografie di Leonardo Conte e Alessandra Panconi. Le scene
itifalliche offrono reminiscenze fantastiche tra il surrealismo di Dalì
e i silenzi metafisici di De Chirico.
http://www.comunicati.net/comunicati/arte/teatro/65887.html
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