ANTIFILIPPICA
di Agius & Francione
Al
Teatro Prati di Roma è in scena dal 18 ottobre al 18 novembre 2001
IL SETTIMO SI RIPOSO' una commedia
in tre atti comici di Samy Fayad
con Fabio Gravina (che funge anche da regista), Ciro Ruoppo, Dodo
Gagliarde.
Racconta
l'esistenza tranquilla di Vittorio Orefice vedovo e invidioso vicino di
Vincenzo Camporeale che con lo stesso suo stipendo vive scapolo con
piscina, gioia di vivere e belle donne. Attorno a Vittorio e alla sua
famiglia ruotano dei
bislacchi personaggi il cui
tourbillon meccanico viene sconvolto,
una domenica mattina invano destinata con tanto di cartelli al riposo,
dall'irrompere in casa di un pericoloso bandito evaso. E' il
terribile Filippo Capurro, che deve nascondersi fino alla sera in
attesa di espatriare a Tunisi. Si innesta, con la tipicità del teatro di
Fayad, tutta una serie di intrecci e situazioni comiche che vanno a
mettere a nudo difetti e manie in cui ognuno di noi un po’ si riconosce.
Soprattutto si insinua in noi la consapevolezza che al peggio non c'è mai
fine e che la vita ci riserva sempre nuove... amare sorprese. Imbrogli,
intrecci, fatali casualità che tessono le fila dei protagonisti, moderni
pulcinella che parlano d'altro, immersi ognuno nella propria individualità
incontrando gli altri soltanto attraverso rapidi e fortuiti contatti.
Il gruppo guidato dal
bravissimo capocomico Gravina ha messo in scena
con grande maestria, ritmo e compattezza il testo di un autore,
Samy Fayad, che si pose già
all’epoca come un’alternativa al predominio dei De Filippo.
Con tutto il rispetto per questi sacri maestri, sarebbe ora, e noi
ci rivolgiamo a compagnie vivaci come quelle del Teatro Prati, che la
giovinezza del nostro teatro nuovo si coniugasse con il nostro repertorio
classico napoletano.
Il teatro italiano ha bisogno di rinnovati stimoli
che possono venire solo da una produzione di autori viventi, perché
l’arte è soprattutto contemporaneità, trasformandosi in antiarte là
dove gli autori emergenti sono costretti a combattere
i vecchi di Tespi, gli
avversari, per insinuarsi nella coscienza del pubblico.
Niente di nuovo sotto il sole. Anche Goldoni, nel suo nascere,
dovette combattere contro gli
schemi del vecchio teatro. Ma certo sì è che la battaglia è immane se
la nouvelle vague non
trova alleati nei produttori ma soprattutto nei capocomici che devono
rischiare qualcosa per riequilibrare
il rapporto tra
l’invenzione del nuovo, oggi inesistente, e il
botteghino fondato sui classici.
La nostra filippica, che poi è per disperazione un’antidefilippica
,si chiude con un invito appassionato a registi-attori bravi come Fabio
Gravina a schiudere finalmente le porte al nuovo teatro comico italiano,
napoletano in tal caso, coniugando il vecchio col nuovo.
Per parafrasare il titolo di Fayad in scena stasera lasciateci
sperare che almeno la Domenica i De Filippo si riposino in pace
lasciando spazio ai giovani viventi!