GIULIETTA E ROMEO
di
Agius
& Francione
Al
Teatro Romano agli Scavi Archeologici di Ostia Antica Cosmophonies(http://www.cosmophonies.com)
ha presentato una splendida performance di Raffaele Paganini e Monica
Perego nel balletto in due atti e venti scene Giulietta e Romeo,
liberamente ispirato alla tragedia di William Shakespeare su musiche di
Sergej Prokofiev.
Perfetto
il congegno antiartistico(http://antiarte.studiocelentano.it)
che sintetizza i contenuti del racconto veronese per riassemblarlo in
maniera lieve e creativa in opera nuova. Il balletto, fondamentalmente
fedele alla partitura musicale del maestro russo Sergej Prokofiev e al
testo di Shakespeare, si
distingue per un'unica eccezione: l'attenzione particolare rivolta al
personaggio della giovane Capuleti. Dal che, forse per legge di
compensazione, il ribaltamento del titolo: non è infatti Romeo e
Giulietta, come l’originale, ma Giulietta e Romeo. Ciò non
esclude il mantenimento del ruolo chiave di Giulietta, una ragazza che in
una società patriarcale riesce a porre in essere un progetto di
ribellione, amaramente inutile e tragico, in nome dell’Amore.
L’ambientazione
“è accesa e meridionale. La vicenda si svolge in un paese
italiano mediterraneo – che però può anche far pensare a un paese di
un qualsiasi sud – tra tradizioni, leggi furibonde, inesorabili,
sentimenti di odio e di amore sublimi, ma anche feroci ed
estremi”(Vittoria Ottolenghi).
La scenografia essenziale, metallica,
oscura e inquietante, fa da sfondo ai sanguinari avvenimenti scaligeri che
caratterizzano gli scontri tra Montecchi e
Capuleti. Gli scenari, con maestria ideati da Fabrizio Monteverde e
realizzati da Carlo Cerri, di fondo massicci e freddi nel metallo plumbeo,
improvvisamente diventano leggeri come quando si apre un budello che
diventa, illuminato da un cono di luce, pozzo paradisiaco di discesa di
una Giulietta libellulare dal suo balcone ideale.
Stupenda
la coreografia di Fabrizio Monteverde con sincronizzazioni dei corps
de ballet sia nei duetti che negli assieme multipli, intervallati
talora da studiate pause dei danzatori, tradotte in una mimica
partecipativa nei momenti topici dell’azione. Un colpo fantastico
l’inusuale danza da sedie a rotelle con l’implausibile
capacità terapeutica della danza di far levare i corpi liberandoli dal
loro pesante handicap.
Tutti i ballerini si muovono con grazia ed
eleganza nei sobri costumi moderni ideati da Eve Kohler. Si notano lo
studio e le prove ripetute e martellanti tali per cui l’artificio
tecnico supera la sua fase artefatta per raggiungere un’automatica
naturalezza espressiva. Momento magico dell’azione è l’atto d’amore
tra i due amanti in cui il balletto ne scolpisce attraverso i corpi
seminudi, i muscoli, le carni moventisi nel ballo in un afflato di
eros soave, trascinante, irrefragabile.
Un
plauso ai tredici danzatori e, sovra tutti,
Giulietta, alias la
giovane "rivelazione" italiana Monica Perego, già diva dell’English
National Ballet, e Romeo, ovvero Paganini,
già étoile del
Teatro dell’Opera di Roma, e poi indiscusso re del musical in Italia.
Il
danzatore romano ha fatto sfoggio della sua maestria con un ballo robusto
ed elegante, da statua greca animata di vita muscolare, mostrando anche
pezzi di autentica bravura come attore. Ballava non solo con le gambe ma
anche col volto. Sì Paganini
è sempre se stesso, ineguagliabile, sfatando il detto “Paganini non
ripete”. Paganini ripete e come! I suoi pezzi di bravura
strappano coi suoi danzatori, l’applauso scrosciante del pubblico
levatosi in un’autentica standing
ovation.