INTERVISTA DI
RAUL KARELIA ALL’EDITORE COSTANZO D’AGOSTINO
D.
Sig. D’Agostino, lei si occupa di editoria dal 1970. Dapprima come
venditore, poi come direttore d’agenzia, infine come editore. In cosa
è
cambiato il mondo dell’editoria, nel
frattempo?
R.
Non
penso che in questo nostro breve incontro ci sia la possibilità di
esplorare l’evoluzione del settore editoriale dal 1970 ad oggi.
Bisognerebbe approfondire infatti tutti i
mutamenti sociali, gli
avvenimenti storico-politico-economico le
novità tecnologiche, le
influenze dei processi della
globalizzazione che hanno determinato i
cambiamenti, ecc. Risulta evidente comunque
che mentre cambiava
l’approccio sociale verso
l’informazione e la conoscenza, il settore
editoriale ha dovuto man mano adeguarsi.
D.
Più del 90% del mercato editoriale italiano è oggi in mano a
pochi grandi gruppi. Come fate, voi piccoli editori, a
sopravvivere in oltre 20.000, in una fetta
di mercato inferiore
al 10% del totale?
R.
Inventando
continuamente soluzioni e sperimentando vie
nuove. Sapendo oltretutto di non poter contare sull’aiuto di
nessuno in quanto per le istituzioni
nostrane prodotti culturali
e prodotti ortofrutticoli si equivalgono in
un unico libero
mercato.
D.
E la
funzione regolatrice dello Stato?
R.
Senta,
come ben sa, a queste favole da tempo ormai non crede
più nessuno. Anche i bambini sanno che nella società italiana
vige la regola del più forte e riguarda
tutti i mercati. In teoria
(secondo i dettami della Costituzione) ciò
non dovrebbe
esistere, però nella realtà dei fatti…
D.
Parliamo
dei nuovi libri che ha in preparazione: la collana
“Eroi della Nuova Europa”. Com’è strutturata e quale
obiettivo si pone?
R.
Innanzitutto
bisogna dire che i libri della nuova serie “Eroi
della Nuova Europa” che presto saranno 13, non potrebbero
esistere senza la grandiosa capacità
storico-letteraria del
giudice-scrittore Gennaro Francione. E’
lui che mi ha fornito
l’idea nel momento in cui mi ha
consegnato la bozze del suo
libro “Domineddracula” per la
pubblicazione. All’eroe rumeno
ha fatto seguito quello albanese Scanderbeg,
a questi il turco
Atatürk, il polacco Copernico, e così
via…
D.
La
sua, si può definire un’azione culturale tendente ad inserirsi
sul processo di integrazione europea in corso?
R.
Certamente.
Nel momento in cui si va verso un’Europa
allargata a molti nuovi paesi, mi sembra buona cosa
approfondire la conoscenza della cultura di
fondo da cui si
origina il pensiero collettivo di questi
popoli. Spero che il
pubblico dei lettori, soprattutto italiani,
apprezzi quanto stiamo
facendo.
D.
Di
questi tempi, non è proprio facile. Le formulo i migliori
auguri
R.
Grazie,
serviranno.