FRACCI E GISELLE PER LA PACE
Di Agius & Francione
Alle Terme di Caracalla il 14 agosto 2008 il
Teatro dell'Opera di Roma ha presentato uno
splendido balletto in due atti, Giselle, per la regia affidata
alle sapienti mani di Beppe Menegatti. Direttore d’orchestra Alessandro
D’Agostini.
Per compiutezza di realizzazione quest’opera è la sintesi perfetta del
balletto romantico. Andò in scena a Parigi per la prima volta nel 1841
su libretto di Théophile Gautier, musica di Adolphe-Charles Adam e
coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot. A Roma, con la memorabile
interpretazione di Carlotta Grisi, fu presentato il 18 maggio 1911 al
Teatro Costanzi dalla Compagnia Les Ballets Russes di Sergej Diaghilev
con la direzione d’orchestra di Nikolai Tchérepnine; le scene e i
costumi di Alexandre Benois e gli interpreti d’eccellenza Tamara
Karsavina e Vaslav Nijinsky.
Il titolo è assai frequente nei programmi del Teatro; si ricorda
l’irripetibile interpretazione di Carla Fracci e Rudolph Nureyev nella
stagione 1979-80 e una delle ultime versioni con la coreografia di
Vladimir Vassiliev (1994).
La musica di Adolphe-Charles Adam segue la fanciulla invaghitasi del
nobile Albrecht (che lei crede un contadino) cui è promessa però la
ricca Bathilde. Quando i due si sposano, Giselle impazzisce e ne muore.
Ma la sua passione riuscirà a salvare l’amato da un sortilegio. Nel
secondo atto le Ville, spiriti di donne trapassate per l’amore tradito,
decretano la morte del principe, salvato da un estremo atto d’amore di
Giselle che lo tira nella danza della morte fino all’alba, quando
gl’incubi svaniranno con l’avvento della luce.
L’attuale versione si basa sulla riproposizione coreografica di Carla
Fracci, in aderenza allo spartito integrale della
composizione con orchestra e corpo di ballo del teatro dell’opera,
capeggiato da una splendida Ashley Bouder nei panni della protagonista.
Coreografia e scenografia si caratterizzano, nel primo atto, per
l’eleganza e la forza in una colorazione fiabesca ed espressionista,
che esprime le alternanze tra il popolo semplice contadino e la
fastosità della corte. Nel secondo atto, le
Ville, fluorescenti nella note cimiteriale, si muovono con soavità,
in linea con una composizione più leggera, geometrica e
tradizionale.
Dice Carla Fracci alle danzatrici che affrontano questo ruolo:
«Danzatelo soprattutto contro la violenza, contro la guerra, contro la
fame nel mondo. Liberate la vostra anima e libratevi nella bellissima
notte artificiale del secondo atto pensando che la salvezza e la salute
arriveranno quando tutti gli uomini di buona volontà riusciranno a
educare gli altri allo spirito della tolleranza, alla libertà e
all’onestà».
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