THE
ROCKY
HORROR
SHOW
di
Agius & Francione
Royal
Court Theatre Upstairs, Sloane Square. 16 giugno 1973. Ore
22.30. E' la prima di un nuovo fenomeno del musical che farà epoca. Il
Rocky horror show di Richard O' Brien.
Un cronista di quella
memorabile notte annota come, benché fosse la metà di giugno,
"rullassero tuoni in un cielo livido, saettassero fulmini e la
pioggia avesse trasformato le strade in fiumi". Era il giusto
presagio di un successo immediato.
Oggi a trent'anni di distanza, arriva finalmente
a Roma a Valle Giulia nell'ambito del "Roma Live Comics",
questo musical
che da trent'anni miete successi a valanga in tutto il mondo, dal
debutto londinese del '73, a Francoforte, al Brasile, a Tokyo a Oslo. Oggi
in pieno agosto, le repliche si sono imbattute nella stessa ira di
Giove pluvio che ne caratterizzò l'esordio. Che la maledizione di
Brad Majors e Janet Weiss continui? I due fidanzati nella storia
mentre sono in viaggio bucano una gomma e sono costretti da un violento
temporale a raggiungere a
piedi un castello nelle vicinanze, l'inquietante Frankestein Place...
Oh insomma, dopo la vittoria sul tempo infausto, finalmente
siamo qui a goderci le follie dei transessuali di Transilvania.
Lo spettacolo cult mostra,
malgrado i decenni trascorsi, tutta la forza trasgressiva del suo
debutto, un classico ever green,
capace con la sua idea del transex alieno metatemporale di sfidare
la voglia di audacia
irriverente di vecchie e soprattutto
nuove generazioni come
dimostrano i numerosi giovanissimi
fans scatenati a seguire lo spettacolo.
La composizione dello show è tipicamente antiartistica(http://antiarte.studiocelentano.it),
attuata con una contaminazione di temi narrativi, in una chiave
spettacolarizzata multimediale amalgamata dal rock travolgente.
Il comic-musical narra
l'avventura della giovane
coppia appiedata dal temporale e
ospitata in un castello lugubre, abitato non da fantasmi
ma da folli personaggi (che poi si scoprirà
essere degli alieni) alle prese con la creazione
di esseri umani.
Trattasi di una chiara parodia della letteratura horror
romantica a partire da Frankestein per arrivare ai vampiri draculiani e
infine agli alieni della Science Fiction realizzata attraverso "una
mostruosa ragnatela di mutanti folli, docili travestiti e mostri
muscolosi".
Il tema metaforico è proprio l'alienità che non è una
condizione tipica dei marziani et similia, ma di tutta intera l'umanità,
rappresentata emblematicamente da Frank, la Regina originaria della
transessuale Transilvania. Quest'essere dotato di energia irrefrenabile
sta costruendo un uomo, un bel ragazzo negro che chiama Rocky, alla
cui nascita invita i disorientati
ospiti. La transessualità di Frank finirà per coinvolgere anche gli umani, tutti
compresi e nessuno
escluso, finanche anche il
serissimo dottor Scott che lavora per il governo con l'incarico di
respingere gli alieni. L'ermafroditismo
in O' Brien viene
visto non in negativo, secondo lo stereotipo della
società borghese, ma in visione creativa per far nascere l'uomo
nuovo, quello finalmente libero, plurisessuale, felice e
orgiastico. Lo show è l'apoteosi del sesso in tutte le forme
praticato ironicamente in scena e
controscena, capintesta Frank,
doppio erotico entusiasmante che
durante la notte seduce tutti e due i fidanzatini, prima lei, Janet, poi
lui, Brad.
Da sottofondo alla vicenda
le scatenate musiche rock e
le coreografie travolgenti, sincronizzate al millimetro, che hanno fatto
la leggenda di questo musical
sapientemente orchestrato attorno a meccanismi scenici
reboanti come l'astronave fallica e soprattutto
il castello trasformato esso stessa in struttura mutante grazie al
sapiente gioco di luci fantasmagoriche.
Alla fine della storia gli alieni Riff Raff e Magenta
accusano Frank di avere fallito e lo uccidono insieme ad altri esseri
abitatori del maniero, per farsene ritorno al pianeta dei transessuali
nella lontana galassia di Transilvania.
Janet e Brad restano soli, circondati solo dal vento.
C'è anche tempo per la resurrezione come si addice ai
vampiri. Perché il rock fa riemergere in un bagno di luce e di musica lo
sculettante Frank che assorbe tutta l'energia del pubblico in piedi, a
mani levate e oscillanti, a tributare la standing ovation musicale
al bravissimo cast di alieni
redivivi e scatenati.