PERCORSI
ESPOSITIVI TRIBU’ DELL’ARTE
dal
sito
http://www.comune.roma.it/galleriacomunale/tribu/sezioni2.htm
Il testo segnato in rosso evidenzia brani particolarmente
significativi analizzati col catalizzatore dell'Antiarte
2000
LETTRISMO
a
cura di Sylvain Monsegu
Il
Movimento Lettrista, fondato nel 1946 da Isidore Isou, sarà
sottolineato soprattutto per il suo ruolo
provocatorio, di opposizione, di eversione anarchica e di profondo
rinnovamento che ha svolto nella Francia dominata dai vecchi valori
culturali della seconda generazione di surrealisti. Accanto a materiali
originali, talvolta inediti, come film e documentazione varia, saranno
esposti la famosa opera di Maurice Lemaitre “Roam”, il pezzo delle
“scale di parole” di Isidore Isou, video di Bernard Retsike e Corrado
Costa.
SITUAZIONISMO
a
cura di Mirella Bandini
Il
Situazionismo sarà rappresentato da tracce e da opere vere e
proprie, con un percorso che ne ricostrirà le vicende salienti, a partire
dal Lettrismo e dal Movimento Cobra. L’Internazionale Situazionista
(1957-1972) si fonda sulla totale mancanza di opere,
il suo significato va giudicato “attraverso la prassi rivoluzionaria”
(Debord). Quattro pannelli con fotografie e materiale documentario
saranno dedicati ai quattro grandi protagonisti del movimento (Debord,
Jorn, Constant, Gallizio).
SITUAZIONISMO.
Continuità e sviluppi
a
cura di Lorenzo Benedetti e Alessandra Galletta
Opere
di Eredi Brancusi (Italia), Bojan Sarcevic (Olanda), Sisley Xhafa
(Albania), Ora Locale (Italia), Tim Rollins & Kos (Usa), Dormice,
Johan Grimonprez (Usa), Stalker (Italia), Atelier Van Lieshout (Olanda),
De Geuzen (Olanda).
GUTAI
a
cura di Koichi Kawasaki
La
sezione illustrerà l’aspetto performativo della ricerche Gutai,
mostrandone la fitta interconnessione con l’Happening e le esperienze
performative americane ed europee, da John Cage a Yves Klein, all’Azionismo
viennese. La sezione prevede
l’esposizione di opere di Kazuo Shiraga, Sadamasa Motonaga, Kazuo
Shiraga, Akira Kanayama, Shozo Shimamoto e Atsuko Tanaka, e documentazione
originale che delinea la
storia e l’evoluzione del movimento.
FLUXUS
ed EVENTS
a
cura di Biljana Tomic e Michel Giroud
Per
rappresentare il pensiero Fluxus, accanto alle opere originali degli
artisti, sarà presente in mostra la documentazione storica, tramite
videoproiezioni, film, statement, blow up, ecc. Per caratterizzare questa
sezione Ben Vautier scriverà su una parete della sala la storia del
movimento, mentre un’altra parete riporterà il diagramma originale di
Maciunas. Saranno presenti anche artisti dell'Est, come il gruppo Azioni
Collettive, meno noti ma non meno importanti degli altri Fluxus.
HAPPENING
a
cura di Jean Jacques Lebel
Una selezione
di opere che sono state prodotte o per, o durante, o nello spirito
dell’Happening saranno accompagnate dalla documentazione video e
fotografica dei più importanti happening storici. Sarà presente in
mostra un diagramma della storia dell’Happening (fino al 1967) con
blow-up di immagini di happening storici. Alcune cabine insonorizzate
proietteranno film di azioni di Kaprow, Vostell, Oldenburg e Lebel.
Inoltre saranno esposte opere di Kaprow e Charlotte Moorman.
FLUXUS
E EVENTS. HAPPENING. Continuità
e sviluppi
a
cura di Cecilia Casorati e Viktor Misiano
Azioni
di Kulik (Russia), Myriam Laplante (Canada), IRWIN (Slovenia), Spencer
Tunick (Usa), Meldybekov (Kazhakistan). Opere di Donatella Landi (Italia),
Schie 2.0 (Olanda), Alberto Sorbelli (Francia), Edicola notte (Italia),
Gruppo Oreste (Italia), Vadim Fishkin (Slovenia). Le azioni si svolgeranno
la sera dell'inaugurazione.
PERCORSO ESPOSITIVO TRIBU DELL’
ARTE II
La
seconda esposizione inaugurata
il 5 luglio 2001 proseguirà fino al 7 ottobre con i seguenti orari:
dal
martedi alla domenica: 10-20; Lunedi chiuso; festività 10-15
Le
sezioni allestite in questa mostra sono:
Mono-Ha,
Gutai e Mono Ha – Continuità e Sviluppi, Factory, Azionismo, Azionismo
– Continuità e Sviluppi; Techne-Tribù, Teche Tribù- Continuità e
Sviluppi, Capi Tribù senza Tribù, le Tribù del Video .
Mono
Ha
Esposte
nel cortile coperto della Galleria Comunale d’ Arte Moderna e
Contemporanea sono alcune installazioni degli artisti giapponesi facenti
parte del gruppo Mono Ha, sezione curata in questa mostra da Yasuyuki
Nakai. Gli artisti presenti con installazioni diverse sono: Enokura Koji,
Haraguchi Noriyuki, Koshimizu Susumu, U-Fan Lee, Suga Kishio, Semine Nobuo,
Takayama.
Questo
gruppo, nato in Giappone nel 1968 in seguito agli interventi di Nobuo
Sekine costituisce l’
episodio più significativo della storia dell’ arte contemporanea
giapponese degli ultimi quaranta anni. Il gruppo Mono-Ha si riuni’
principalmente intorno alla figura carismatica, tanto come artista che
come teorico, di Lee U Fan, presente in questa mostra con un’ opera del
1969 Relatum, che attraverso
l’ uso di semplici lastre di ferro crea una stretta relazione spaziale
tra spazio interno ed esterno, plasmando di fatto un nuovo ed inedito
luogo fisico e mentale, memore
della filosofia taoista di
Lao Tse e Chung – tze. Anche le altre installazioni qui esposte,
riflettono la cura e il pensiero filosofico orientale nella scelta e nei
significati attribuiti ai materiali utilizzati.
L’
intento di Sekine e degli altri artisti si può riassumere nelle sue
stesse parole:”..l’ arte di oggi ha il compito di scoprire o inventare
nuove interpretazioni dello spazio”.
Gutai
Mono Ha
continuità
e sviluppi
In
questa sezione, curata da Ada Lombardi
(allestita nello
spazio espositivo del padiglione di via Cagliari), sono raccolte
alcune opere video installazioni e proiettati i video dei più
significativi esponenti del gruppo Gutai, attivo in Giappone sin
dal 1955, quali: Ken
Ikeda, il gruppo Kyupi kyupi, Junko Matsumoto, Iroshi Ono, Yoshiko Shimada,
il gruppo Softpad, Naoya Takahara e Momoyo Torimitsu. Il
loro leader, Jiro Yoshihara, morto nel 1973, sviluppò insieme agli
artisti giapponesi che si raccolsero intorno a questo movimento una sorta
di poetica determinante anche per lo sviluppo delle Neoavanguardie
internazionali. Jiro Yoshihara, come precursore dell'happening e
dell'opera-ambiente, opera-comportamento ecc. ha espresso, infatti, due
valori fondamentali: lo
sconfinamento come esperienza e laboratorio sperimentale e non come stile,
e la rimessa in discussione del ruolo dell'artista, immettendo
quest'ultimo in un nuova identità. Questi valori sono stati
ripresi anche dal gruppo giapponese Monoha, (attivo
soprattutto negli anni 70/80) che a sua volta è riuscito a
fonderli con alcuni preziosi modelli della propria cultura giapponese di
appartenenza, come ad esempio il
concetto di relazione.
Capi
tribù senza tribù
La
sezione intitolata Capi tribù senza Tribù, curata da Danilo Eccher e
Daniela Lancioni e allestita nelle sale del secondo piano, è dedicata a
quegli artisti che nella loro solitudine creativa hanno elaborato nuove
forme linguistiche e significative strategie operative; comprende opere di
Gilbert & George, Robert Morris, Mario Schifano, Michelangelo
Pistoletto, Alighiero Boetti, Christian Boltansky, Louise Bourgeois, Yves
Klein , Antoni Tápies e Yves Klein.
Senza
riconoscersi in una specifica comunità, queste figure esemplari hanno
tuttavia rappresentato un punto di riferimento per intere generazioni di
artisti e hanno costituito,
come afferma Achille Bonito Oliva, “non solo presenze che scavalcano il
presente e cavalcano il futuro, ma veri e propri modelli comportamentali
di adesione critica al proprio contesto”.
Factory
In
questa sezione, curata da Alessandra Bergero, (allestita nella zona
centrale dello spazio espositivo del padiglione di via Cagliari), si
intende proporre al pubblico qualche esempio delle tante forme d’arte
prodotte nello studio di Andy Warhol, dai films che l’ artista pop
diresse a quelli che produsse con la regia di
Paul Morrissey e che videro come protagonisti personaggi come Joe
Dallesandro e molte bellissime Superstar, qui esposte in geniali foto di
Warhol stesso o di famosi fotografi quali Francesco Scavullo e Christopher
Makos o di Gerard Malanga che per un periodo alla Factory fu un po’ il
factotum.
Dal
1963 infatti Andy Warhol si
trasferisce nel suo nuovo studio, dando vita a quella che lui stesso volle
nominare “Factory” (fabbrica). Luogo di attività e sperimentazione,
ma anche punto d’incontro e sede d’interminabili party ai quali
partecipavano personaggi del Jet Set, star della musica, ricchi ereditieri
che si mischiavano alle “drag queens” di Harlem e alla folta schiera
di artisti e giovani dei quali Warhol amava circondarsi.
"In
futuro ognuno sarà famoso per 15 giorni"(Warhol)
Azionismo
In
questa sezione curata da Lorand Hegy e da Giuseppe
Morra, e allestita nelle sale del padiglione Cagliari, sono esposte
le opere degli esponenti principali dell’ Azionismo viennese, un
movimento culturale e artistico nato alla fine degli anni
Sessanta, segnato non da una identità di vedute, ma piuttosto da
una istanza comune nella quale convergono esperienze, sensibilità e
motivi diversi. Otto Muehl, Gϋnter Brus, Hermann Nitsch,
Rudolph Schwarzkogler, Adolf Frohner e Alphons Schilling, gli esponenti
principali di questa tendenza non si riunirono mai in associazione e
mantennero sempre una ben riconoscibile evoluzione artistica individuale.
L’Azione come evoluzione della pittura, il corpo umano come mezzo e
superficie della performance, l’approccio psico-esistenzialistico e la
tendenza all’arte mimetica, costituiscono i punti fondamentali dell’Azionismo
Viennese, portati avanti dai suoi protagonisti, qui presenti con
installazioni, dipinti e fotografie che documentano i diversi e complessi
aspetti espressivi e ideologici di questo movimento.
Techne
tribù.
La
sezione Techne Tribù, curata da Tommaso Trini e allestita nelle sale del
secondo piano (ala destra) e della mediateca, illustra quelle tendenze
artistiche che hanno interpretato il contesto tecnologico in direzione del
processo creativo, avviando un confronto continuo, giammai compromettente,
tra arte e scienza. Le opere qui esposte ricordano ancora una volta che
l’artista da sempre si è proposto come uno sperimentatore eccellente
del media (si pensi alla prospettiva lineare nel Rinascimento), capace di
trasformarlo da semplice supporto dell’opera a potente e strategico
elemento catalizzatore.
Le
videoinstallazioni di Studio Azzurro, di Nam June Paik e Shigeto Kubota,
l’installazione interattiva computerizzata di Piero Gilardi, le
strutture meccaniche di Gianni Colombo, l’ ambiente spaziale di Lucio
Fontana, il progetto di luce e suono di Piero Fogliati, le opere grafiche
di Robert Rauschenberg, le costruzioni tecno-logiche new-dada di Billy
affermano un nuovo stile di rappresentazione basato sulla interattività e
l’intreccio di diversi contributi espressivi e, nel contempo, dettano un
andamento non omogeneo senza dover trascurare le differenze linguistiche
presenti nell’opera. L’arte digitale, ultimo grido della tecnologia
applicata all’arte, scopre definitivamente nuovi geografie superando gli
spazi della tradizione espositiva. E’ il caso delle operazioni
artistiche realizzate “on line” dai net-artisti e da Marcello Mazzella,
il quale fornisce anche il suo sito www.marcellomazzella.com
. L’anarchia
mediatica di internet annuncia anche per l’arte l’inesorabile
smaterializzazione dell’opera e
ci invita a riflettere sulle possibilità future di vivere virtualmente
l’esperienza estetica nella comunità telematica.
Techne
Tribù
Continuità
e Sviluppi
La
sezione curata da Manuela Gandini e allestita nella sala del primo piano
(ala destra), espone video installazioni e opere di alcuni giovani
artisti, la cui azione estensiva è principalmente rivolta alla
registrazione di micromemorie collettive, con una particolare attenzione
alla affermazione della società democratica. Gli
artisti formano tribù interagendo direttamente con le realtà sociali
della contemporaneità. UnDo.Net
è un servizio che tende all’infinito, trasferendo in tempo reale
luoghi, eventi, dichiarazioni sull’arte in Internet e permettendo
l’accesso a tutti. Raffaella Nappo, progetta virtualmente
giardini in fibra di carbonio e vestiti cancerogeni,Olivo Barbieri e Daria
Menozzi osservano clandestinamente famiglie cinesi, di diverse etnie, che
si fotografano in piazza Tienanmen per il giorno della repubblica. Il
gruppo serbo Apsolutno propone il pericoloso ritratto del mondo attraverso
“La Buonasera” dei giornalisti di tutti i telegiornali del pianeta.
Alma Suljevic, smina la terra di Sarajevo e vende la topografia delle
parti sminate devolvendo il ricavato per tali operazioni. Maja Bajevic
filma le rifugiate di Srebenica che “prendono dimora” ricamando e,
sedute in circolo nel Chateau Voltaire, vivono per cinque giorni
come dame del castello intente a ricamare e conversare. Ciascuno degli
artisti invitati interagisce con una tribù, ne accentua i caratteri e le
contraddizioni. Il popolo dell’arte per UnDo. Net, il popolo dei
tecnocrati per Nappo, i popoli orientali
per Barbieri e Menozzi, il mondo
globale per Apsolutno, i popoli in guerra per Bajevic e Suljevic.
Azionismo Viennese
Continuità
e sviluppi
La
sezione intitolata Azionismo – Continuità e Sviluppi, allestita nello
spazio espositivo del Padiglione Cagliari, e curata da Dobrila Denegri,
individua alcune tendenze contemporanee che si sono direttamente
rapportate al movimento dell' azionismo viennese , spesso considerato come
fenomeno artistico tipicamente austriaco, ma le cui forti valenze
espressive di protagonisti quali Hermann Nitsch, Günter Brus, Rudolf
Schwartzkogler, Otto Muehl, hanno avuto una grande risonanza sulle
generazioni più giovani, sia in Austria (come ad esempio nel lavoro di
Elke Krystufek e Franz Kepfer) sia nei altri contesti culturali, come
testimoniano le opere di Via Lewandowsky (Germania, originariamente dalla
Germania dell’Est) oppure quelle di Cheryl Donegan (USA, d’origine
Irlandese).
Temi
presenti nell’opera dei loro padri spirituali, come eterno conflitto tra
eros e thanatos, troviamo riproposti nelle opere dei giovani austriaci,
Elke Krystufek e Franz Kepfer, ma questa volta tinti di toni dissacranti e
provocatori, ma anche ironici ed umoristici; il loro lavoro esprime una
sorta di assimilazione dei linguaggi artistici introdotti dagli anni
Sessanta in poi, e presenta un atteggiamento consapevole e allo stesso
tempo disinvolto rispetto alla storia, che offre loro la possibilità di
un continuo movimento e spostamento fra discipline e campi di riferimento
diversi. In questo senso è indicativo il lavoro di Cheryl Donegan, che
con la propria opera sintetizza quello che sta diventando caratteristica
dell’arte contemporanea: continuità e consapevolezza storica, ma sempre
in rapporto con la realtà attuale.
Le Destabilizzanti Tribù del video
1.
Video come utopia rigenerante della TV e del cinema da cui sarebbe
potuta nascere una nuova televisione, connotata dalla vocazione
sperimentale e un nuovo cinema (La TV intelligente);
2.
Video come strumento di lotta politica e contro-informazione capace
di mettere in circolazione immagini escluse dai canali dell'informazione
ufficiale e come autorappresentazione dell'artista in azione: body-art e
neobody.
Gli
autori le cui opere sono state selezionate e incluse nella rassegna video
sono:
Videobase
( Lombardo-Lajolo); Silvano Agosti, PaulGarrin, Gorilla Tapes, nella
sottosezione intitolata Lotta politica e controinformazione; Ciprì
e Maresco, Jean-Luc Godard, Alexander Kluge, Nam June Paik, nella
sottosezione intitolata TV intelligente;
Marina
Abramovic,Vito Acconci, Cheryl Donegan, Mike Kelley e Ericka Beckman, John
Maybury, Bruce Nauman, Jane Parker nella sezione dedicata alla
Body e Neobody.
Questi
e altri autori sono confluiti in un mixage di immagini proiettate in modo
"intensivo" nella camera elettronica così da produrre un
impatto sullo spettatore sensoriale e cognitivo al contempo.